Italia

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Contesto di Italia

L'Italia (AFI: /iˈtalja/, ), ufficialmente Repubblica Italiana, è uno Stato membro dell'Unione europea, situato nell'Europa meridionale e occidentale, il cui territorio coincide in gran parte con l'omonima regione geografica. L'Italia è una repubblica parlamentare unitaria e conta una popolazione di circa 59 milioni di abitanti, che ne fanno il terzo Stato dell'Unione europea per numero di abitanti. La capitale è Roma.

Delimitata dall'arco alpino, l'Italia confina a nord, da ovest a est, con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; la penisola italiana si protende nel mar Mediterraneo, circondata dai mari Ligure, Tirreno, Ionio e Adriatico, e da numerose isole (le maggiori sono...Leggi tutto

L'Italia (AFI: /iˈtalja/, ), ufficialmente Repubblica Italiana, è uno Stato membro dell'Unione europea, situato nell'Europa meridionale e occidentale, il cui territorio coincide in gran parte con l'omonima regione geografica. L'Italia è una repubblica parlamentare unitaria e conta una popolazione di circa 59 milioni di abitanti, che ne fanno il terzo Stato dell'Unione europea per numero di abitanti. La capitale è Roma.

Delimitata dall'arco alpino, l'Italia confina a nord, da ovest a est, con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; la penisola italiana si protende nel mar Mediterraneo, circondata dai mari Ligure, Tirreno, Ionio e Adriatico, e da numerose isole (le maggiori sono Sicilia e Sardegna), per un totale di 302068,26 km². Gli Stati della Città del Vaticano e di San Marino sono enclavi della Repubblica, mentre Campione d'Italia è un'exclave della Repubblica Italiana e un'enclave della Confederazione Svizzera.

Crocevia di numerose culture preistoriche, l'Italia antica fu unificata dalla civiltà romana, diventando il centro amministrativo, economico, culturale e politico dell'Impero romano. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, l'Italia medievale fu soggetta a invasioni e dominazioni di popolazioni barbariche, perdendo la propria unità politica. Tra XV e XVI secolo, con la diffusione dell'Umanesimo e del Rinascimento, divenne nuovamente il centro culturale del mondo occidentale e anche il campo di battaglia delle maggiori potenze europee durante le guerre d'Italia. La penisola conobbe poi la controriforma, il barocco e il neoclassicismo.

Dopo la parentesi napoleonica, gli italiani lottarono per l'unificazione e l'indipendenza nazionale durante il Risorgimento, finché, dopo la seconda guerra d'indipendenza e la spedizione dei Mille, il 17 marzo 1861 nacque il Regno d'Italia, che ottenne la vittoria nella prima guerra mondiale (1918), completando il processo di unificazione nazionale. Nel 1946, dopo il ventennio fascista (1922-1943), la sconfitta nella seconda guerra mondiale e la definitiva guerra di liberazione, a seguito di un referendum istituzionale, lo Stato italiano divenne una repubblica.

Nel 2021 l'Italia, ottava potenza economica mondiale e terza nell'Unione europea, è un paese con un alto livello di vita: l'indice di sviluppo umano è molto alto, 0.895, e la speranza di vita è di 82,9 anni. È membro fondatore dell'Unione europea, della NATO, del Consiglio d'Europa e dell'OCSE; aderisce all'ONU e alla Convenzione di Schengen. L'Italia è, inoltre, membro del G7 e del G20, partecipa al progetto di condivisione nucleare della NATO, si colloca in nona posizione nel mondo per spesa militare ed è sia una potenza regionale che una grande potenza globale. È il quinto paese più visitato del mondo e vanta il maggior numero di siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO (58).

Di più Italia

Informazioni di base
  • Moneta Euro
  • Nome originale Italia
  • Prefisso telefonico +39
  • Dominio Internet .it
  • Mains voltage 230V/50Hz
  • Democracy index 7.74
Population, Area & Driving side
  • Popolazione 58850717
  • La zona 302068
  • Lato guida right
Cronologia
  •   Lo stesso argomento in dettaglio: Storia d'Italia.
    Preistoria
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      Lo stesso argomento in dettaglio: Storia d'Italia.
    Preistoria
      Lo stesso argomento in dettaglio: Italia preistorica e protostorica e Neolitico in Italia.
     Cartina linguistica dell'Italia antica nell'Età del ferro, prima dell'espansione romana.

    Il popolamento del territorio italiano risale a circa 700 000 anni fa, epoca di cui si conserva il sito archeologico del paleolitico inferiore di Isernia La Pineta abitato da Homo erectus.[1] Sempre in Italia meridionale si sviluppò anche la cultura acheuleana a cui risalgono i primi bifacciali e i primi insediamenti stabili; inoltre, nel corso della glaciazione Riss qui comparve anche l'Homo neanderthalensis.[2] Il paleolitico medio vide l'arrivo dei primi Homo sapiens e la loro coesistenza con i Neanderthal; siti di questo periodo sono specialmente le grotte come la grotta Paglicci, la grotta del Cavallo o la grotta Guattari, dove sono stati rinvenuti strumenti più complessi e differenziati come punte di freccia e raschiatoi.[3] Il paleolitico superiore segnò la scomparsa dei Neanderthal e l'aumento degli insediamenti umani, anche grazie alle migrazioni verso il nord Italia; a questo periodo risalgono anche espressioni artistiche come le veneri paleolitiche e le prime forme di scambio.[4][5][6]

    La rivoluzione neolitica non modificò eccessivamente la vita degli abitanti in grotta dell'Italia meridionale costiera, che continuarono a basare la propria sussistenza sulla caccia e sulla raccolta di molluschi. A partire dal VI millennio a.C., però, queste popolazioni, come, ad esempio, quelle della grotta dell'Uzzo, si stabilirono nelle pianure circostanti, dando vita alla cultura di Stentinello, che realizzò i primi villaggi difesi da fossati.[7] Per via della montuosità del territorio, in Italia centrale si sviluppò l'allevamento transumante, mentre l'agricoltura apparve successivamente, dando vita nelle pianure abruzzesi e marchigiane alla cultura di Ripoli.[8] Infine, anche nelle pianure dell'Italia settentrionale nel IV millennio a.C. nacquero i primi villaggi agricoli, rappresentati principalmente dalla cultura dei vasi a bocca quadrata e dalla cultura di Sasso-Fiorano.[9] In Sardegna, nel III millennio a.C., si svilupparono la cultura di Arzachena e la cultura di Ozieri, entrambe caratterizzate dai megaliti.[10]

     Il nuraghe di Su Nuraxi

    L'inizio della metallurgia in Italia diede vita alle culture dell'età del rame: nacquero, così, al nord la cultura di Remedello, al centro la cultura del Rinaldone e al sud la cultura del Gaudo.[11] L'età del bronzo portò allo sviluppo in Italia centrale e settentrionale della cultura di Polada, mentre in meridione si svilupparono la cultura di Castelluccio e la cultura di Capo Graziano.[12] Intorno al XVII secolo a.C. in Italia centro-meridionale la cultura appenninica entrò in contatto con la civiltà micenea; in Italia settentrionale, invece, i terramare costruirono i primi villaggi palafitticoli, mentre in Sardegna nacque la civiltà nuragica.[13] Tra il XIII e il X secolo a.C. si ebbe un aumento della popolazione e uno sviluppo sociale che portarono alla nascita della cultura di Pantalica e della cultura protovillanoviana, che, grazie all'abilità nella lavorazione dei metalli, si sviluppò nella cultura villanoviana dell'età del ferro. Il IX secolo a.C. vide anche la presenza, in centro Italia, della cultura laziale e, al nord, della civiltà atestina e della cultura di Golasecca.[14][15][16]

    Età antica
      Lo stesso argomento in dettaglio: Popoli dell'Italia antica e Italia romana.
     Regioni dell'Italia augustea

    La colonizzazione greca delle coste dell'Italia centrale e meridionale avvenuta nell'VIII secolo a.C. portò alla fondazione di numerose poleis e alla nascita del popolo degli Italioti in Magna Grecia e dei Sicelioti in Sicilia. La colonizzazione costrinse i popoli dell'Italia antica a spostarsi verso l'interno della penisola, ma permise anche uno scambio culturale che portò allo sviluppo sociale e commerciale. Tra gli Italici, le popolazioni principali furono Latini, Falisci, Volsci, Equi, Ernici, Sabini, Umbri, Marsi, Peligni, Piceni, Pretuzi, Vestini, Marrucini, Campani, Sanniti, Frentani, Lucani e Bruzi mentre tra gli Iapigi furono Dauni, Peucezi e Messapi. In Sicilia abitarono Siculi, Sicani, Elimi e anche coloni fenici, mentre in Sardegna vivevano Corsi e Sardi. L'Italia settentrionale fu abitata da Liguri, Veneti e da popolazioni galliche come Insubri, Cenomani, Lingoni, Boi e Senoni. In Toscana si svilupparono invece gli Etruschi, che nel VII secolo a.C. estesero il proprio dominio anche nel Lazio, in Campania e in Val Padana, poi conquistata dai Galli nel V secolo a.C.[17]

     Il Foro Romano, centro della civiltà romana

    Con la fondazione di Roma da parte di alcuni popoli latini, nacque la civiltà romana, che, organizzatasi in un regno indipendente, intraprese nel VII secolo a.C. una guerra contro i Latini. Con l'inizio dell'età repubblicana e lo scoppio della guerra contro gli Etruschi e delle guerre contro Equi e Volsci, Roma ampliò ulteriormente il proprio territorio per poi essere assediata dai Galli nei primi anni del IV secolo a.C. La conquista della penisola proseguì in seguito con una nuova guerra latina e con le guerre sannitiche, cui seguirono le guerre pirriche, che consentirono a Roma di governare, nella prima metà del III secolo a.C., l'Italia centrale e meridionale. Nei territori italici conquistati Roma fondò inizialmente colonie di diritto romano e latino, ma, successivamente, preferì annettere le popolazioni sottomesse concedendo loro autonomia amministrativa con la cittadinanza senza diritto di voto. Altre comunità italiche ottennero invece minori diritti e ciò causò, nel I secolo a.C., lo scoppio della guerra sociale, che ebbe come esito la concessione della piena cittadinanza romana a tutti gli italici e quindi la rapida diffusione della cultura romana all'interno dell'Italia peninsulare.[18]

    Posteriormente Cesare estese la cittadinanza romana anche all'Italia settentrionale, la quale venne definitivamente annessa al territorio dell'Italia romana, e, in seguito alla conquista della Gallia, gettò le basi per la nascita dell'Impero romano, che ebbe come primo imperatore Augusto, il quale suddivise l'Italia in undici regioni. A partire dal III secolo d.C., per via della vastità e della complessità dell'Impero, l'Italia perse gradualmente la sua centralità e la sua autonomia amministrativa; inoltre, l'economia basata sul latifondo, impoverì la regione a vantaggio dei territori provinciali. L'editto di Caracalla del 212 d.C. estese la cittadinanza romana anche a tutti gli abitanti liberi delle province, dalle quali sempre più spesso iniziarono a provenire gli imperatori e, con Costantino, l'Italia perse la capitale in favore di Costantinopoli. Successivamente, all'interno dell'Impero romano d'Occidente, l'Italia, costituita in diocesi, fu aggregata in una sola prefettura con l'Illirico e l'Africa, e il suo progressivo declino creò, nel V secolo, le condizioni per le invasioni barbariche. Roma fu più volte conquistata e, nel 476, Odoacre, re degli Eruli, depose Romolo Augusto, l'ultimo imperatore d'Occidente.[18]

    Medioevo
      Lo stesso argomento in dettaglio: Italia medievale.
     Il regno d'Italia nel IX secolo.

    Odoacre governò l'Italia fino al 493, quando fu deposto dagli Ostrogoti di Teodorico che in seguito a una guerra furono sostituiti nel 553 dai Bizantini di Giustiniano I.[19] L’arrivo dei Longobardi (569) pose fine all’unità politica dell’Italia, che sarà riunificata solo nel 1861. L’Italia settentrionale e la Toscana formavano il Regno longobardo, con capitale a Pavia, mentre nell’Italia centro-meridionale i Longobardi controllavano i ducati di Spoleto e Benevento[20]. La restante parte della penisola rimase ai Bizantini e fu suddivisa tra Esarcato d'Italia, con sede a Ravenna, Ducato romano, Ducato di Napoli, Ducato di Calabria e Thema di Sicilia, quest'ultimo dipendente direttamente dall’imperatore di Costantinopoli.[21] Nell’VIII secolo, il progressivo indebolimento bizantino favorì l’espansionismo territoriale dei Longobardi e ciò provocò l'insorgenza del papato che si rivolse ai Franchi di Pipino il Breve.[20] Giunti in nord Italia, i Franchi, sotto la guida di Carlo Magno, riuscirono a sconfiggere i Longobardi nel 774, e istituirono il Regnum Italicum (formato dai territori dell'ex regno Longobardo, la Romagna, la Pentapoli e il ducato di Spoleto[22]), che fu subito dotato di una larga autonomia[23][24] e riuscì a instaurare un'organizzazione abbastanza centralizzata delle funzioni amministrative, giudiziarie e finanziarie del regno, che furono concentrate nella capitale, Pavia[22][25]. Nel IX secolo, con l'ascesa al trono di Lotario I, il regno perse d'importanza e le famiglie delle marche confinarie incrementarono la loro indipendenza entrando così in lotta tra loro dopo la morte dell'imperatore Ludovico II, impegnato durate il suo governo a ridare importanza al regno. L'Italia meridionale longobarda mantenne invece l'indipendenza e si suddivise in ducati rivali tra loro che consentirono la conquista islamica della Sicilia e delle città di Taranto e Bari.[26] Il X secolo vide l'inizio della dinastia ottoniana che unì il Regnum Italicum al Sacro Romano Impero spostando la capitale imperiale a Roma secondo l'ideologia della Renovatio Imperii, e tentò senza successo di annettere il meridione governato da Saraceni e Bizantini.[27][28]

     Venezia, capitale della più importante repubblica marinara[29] Castel del Monte, residenza di Federico II di Svevia

    L'XI secolo vide l'affermarsi delle repubbliche marinare mentre in Italia settentrionale le comunità cittadine ottennero un'autonomia crescente. Nel 1059, con il concordato di Melfi, cominciò la conquista normanna dell'Italia meridionale, che portò all'unificazione politica della regione. In questo periodo la politica italiana fu destabilizzata dalla lotta per le investiture che condusse a un durissimo scontro tra papa Gregorio VII e l'imperatore Enrico IV di Franconia, e che portò alla nomina del primo antipapa.[30] Nel XII secolo, le repubbliche di Venezia, Genova e Pisa, favorite anche dalle crociate, estesero i loro commerci verso Oriente, mentre, in Italia settentrionale, le autonomie cittadine si svilupparono dando inizio all'età comunale. L'indipendenza dei comuni spinse l'imperatore Federico Barbarossa a scendere in Italia, ma questi, riuniti nella Lega Lombarda, lo sconfissero a Legnano nel 1176.[31] Nella prima metà del XIII secolo, Federico II di Svevia, riorganizzò il governo del Regno di Sicilia con la promulgazione delle costituzioni di Melfi, impedendo così la nascita delle autonomie locali. In Italia settentrionale invece l'amministrazione comunale divenne più articolata, aumentò la contrapposizione tra nobiltà e borghesia, e le città iniziarono a prendere posizione in favore del papa o dell'imperatore, dividendosi così in due fazioni spesso in lotta tra loro: guelfi e ghibellini.[32]

    Nella seconda metà del XIII secolo, in Italia settentrionale, furono aperte le prime banche e i comuni si trasformarono in signorie, guidate dai gruppi familiari più potenti. In Italia meridionale, Manfredi di Svevia, fu sconfitto a Benevento da Carlo I d'Angiò che, in seguito ai Vespri siciliani, fu costretto a cedere l'isola agli Aragonesi, penetrati anche in Sardegna.[33] Nel XIV secolo, l'assenza del papato, favorì nello Stato Pontificio la nascita delle signorie (Malatesta, Da Polenta, Ordelaffi e Manfredi), mentre, in Val Padana, si insediarono i Visconti a Milano, i Gonzaga a Mantova, gli Estensi a Ferrara e gli Scaligeri a Verona. Tuttavia, il quadro politico dell’Italia centrosettentrionale fu rivoluzionato dai Visconti, che non solo riuscirono a controllare, con l’esclusione di Mantova, tutta la Lombardia, il Canton Ticino, il Piemonte orientale e parte dell’Emilia, ma, con Gian Galeazzo Visconti, nonostante le numerose leghe contro di loro promosse da Firenze e altri Stati italiani, riuscirono a impadronirsi anche di buona parte del Veneto, di Bologna e di Pisa, Siena, Perugia e Assisi. Tuttavia, la prematura scomparsa di Gian Galeazzo Visconti nel 1402 causò uno sgretolamento del suo vasto dominio[34]. Il vuoto di potere seguito alla morte di Gian Galeazzo Visconti e gli attriti che dividevano i suoi successori furono sfruttati dalla Repubblica di Venezia, che, nonostante fosse da tempo impegnata nelle guerre contro Genova, riuscì a estendere ulteriormente i suoi possedimenti in terraferma intaccando anche quelli viscontei estesi in tutto il nord-est.[35] Nella prima metà del XV secolo, nelle Alpi occidentali, si formò il Ducato di Savoia, mentre, a Firenze, salì al potere Cosimo I de' Medici, che prese parte con Milano e Venezia alle guerre di Lombardia, che si conclusero nel 1454 con la pace di Lodi, e che videro un periodo di stabilità dovuto alla continua mediazione di Lorenzo de' Medici nella Lega Italica.[36][37]

    Età moderna
      Lo stesso argomento in dettaglio: Italia rinascimentale.
     L'Italia nel 1494

    Tra il 1494 e, con alcune interruzioni, il 1559, quando fu siglata la Pace di Cateau-Cambrésis, l’Italia fu sconvolta dalle continue guerre tra gli Asburgo e il Regno di Francia per il controllo della penisola. Tali conflitti, che culminarono nella battaglia di Pavia, videro infine prevalere Carlo V, imperatore e re di Spagna. Gran parte dell’Italia si trovò così sotto il controllo della Corona spagnola, che esercitava la diretta sovranità sul ducato di Milano, sui regni di Napoli, Sicilia e Sardegna e sullo Stato dei Presìdi. Indipendenti, ma di fatto vassalli del re di Spagna, erano i ducati di Parma e Piacenza, di Mantova, di Ferrara, di Massa e Carrara, di Urbino, il principato di Piombino, la repubblica di Lucca, la repubblica di Genova. Mentre solo quattro stati italiani erano veramente sovrani: ducato di Savoia, la repubblica di Venezia, il granducato di Toscana e lo Stato Pontificio[20].

    L'età Moderna è anche il periodo dell'evoluzione bellica, con la comparsa della polvere da sparo e di nuovi mezzi militari (cannoni, moschetti ecc.). Ciò modificò anche l'aspetto di molte città italiane, costrette a evolvere le proprie difese militari: nasce la fortificazione alla moderna, detta anche "fortificazione all'italiana", proprio perché i primi esempi di mura moderne compaiono nelle città italiane (classico esempio è quello delle Mura di Lucca).

     La fortezza di Palmanova esempio di fortificazione all'italiana

    Nella seconda metà del Cinquecento comincia il tramonto della vitalità rinascimentale, indebolita anche dalle nuove tensioni religiose dovute all'avvento della riforma protestante in Europa, che avevano portato a episodi luttuosi come il sacco di Roma del 1527 a opera dei Lanzichenecchi. Soltanto la repubblica di Venezia e lo Stato Pontificio manterranno una certa prosperità e autonomia politica. Il Seicento è invece un secolo di crisi per tutto il Paese: la Chiesa, che ha subìto la perdita dell'unità cristiana dei fedeli, cerca con la controriforma di rafforzare la sua presenza nei Paesi rimasti cattolici, sia con iniziative educative e assistenziali, sia isolandoli dall'influsso degli Stati protestanti. L'Italia viene così salvaguardata dai conflitti religiosi che si accendono in Europa, ma è soggetta ugualmente a carestie, spesso seguite da epidemie.[38] Scoppiano perciò numerose rivolte contro la dominazione spagnola, di cui la più nota avviene a Napoli nel 1647 per opera di Masaniello, ma non portano a nessun cambiamento.

    All'inizio del Settecento finisce il periodo di pace e di torpore: a seguito dei trattati di Utrecht e Rastatt, gli Asburgo d'Austria si impossessano di vari domini italiani subentrando agli spagnoli.[39] Gli Asburgo sottrassero così al re di Spagna, il ducato di Milano, il ducato di Mantova, lo Stato dei Presidi e i regni di Napoli e Sardegna, mentre il duca di Savoia Vittorio Amedeo II ottenne il Monferrato, la Lomellina, la Valsesia e, soprattutto, il regno di Sicilia che, tuttavia, nel 1720, dovette cedere agli Asburgo in cambio di quello di Sardegna.

    Tra il 1733 e il 1738 l’Italia fu sconvolta da una nuova guerra, la guerra di Successione Polacca, al termine della quale l’Austria dovette cedere Novara, Tortona e parte della Langhe a Carlo Emanuele III di Savoia, i regni di Napoli e di Sicilia a Carlo III di Spagna, mentre gli Asburgo ottennero il granducato di Toscana e il ducato di Parma e Piacenza.

     L'Italia nel 1796.

    La pace di Aquisgrana, del 1748, pose fine all’ultimo grande conflitto europeo del Settecento combattuto anche sul suolo italiano: la guerra di Successione Austriaca, con essa Carlo Emanuele III tolse alcuni ex territori del ducato di Milano all’Austria portando il confine del suo regno al Ticino, mentre il ducato di Parma e Piacenza fu assegnato ai Borbone.

    L’ultimo grande cambiamento territoriale che interessò l’Italia nei decenni successivi fu la vendita da parte della repubblica di Genova della Corsica al regno di Francia (1768)[40].

    Tornata la pace in tutta la penisola, dalla seconda metà del secolo, la diffusione dell'Illuminismo fa sì che anche l'Italia venga investita da importanti riforme, che coinvolgono in particolare il Ducato di Milano sotto Maria Teresa d'Austria e Giuseppe II d'Asburgo, il Granducato di Toscana sotto Pietro Leopoldo di Lorena che, nel 1786, con il codice leopoldino abolisce, primo Paese al mondo[41], la pena di morte, e il Regno di Napoli, animato dal vivace dibattito dei pensatori. Di rilievo le figure degli intellettuali Giambattista Vico, Gaetano Filangieri, Cesare Beccaria, Mario Pagano, Alessandro e Pietro Verri.[42] Nel 1796 Napoleone Bonaparte incomincia la sua Campagna d'Italia (1796-1797), conquistando la penisola e ponendo fine all'indipendenza millenaria della Repubblica di Venezia.

    Età contemporanea L'Unificazione
      Lo stesso argomento in dettaglio: Risorgimento.
     L'Italia nel 1843 Giuseppe Garibaldi

    La Campagna d'Italia del 1800 e la nascita del regno napoleonico nel 1805, risvegliano il sentimento nazionale,[43] richiamato nel proclama di Rimini,[44] con cui Gioacchino Murat, durante la guerra austro-napoletana, si rivolge agli italiani affinché si uniscano per salvare il Regno di Napoli. È l'inizio del Risorgimento, il periodo della storia d'Italia che porta all'unità politica e all'indipendenza della nazione, e che occupa un arco temporale di vari decenni. Esso vede i primi patrioti aderire inizialmente alla società segreta della Carboneria, cui seguono i moti del 1820-1821, duramente repressi dagli austriaci. All'affermazione della Carboneria segue quella della Giovine Italia e altri tentativi insurrezionali, tra cui quello dei fratelli Bandiera nel 1844.

    I moti del 1848 portano alla prima guerra d'indipendenza contro gli austriaci, che vede coinvolte le popolazioni cittadine, in particolare durante le Cinque giornate di Milano, le Dieci giornate di Brescia, la Repubblica Romana e la spedizione nel 1857 di Carlo Pisacane nel Regno delle Due Sicilie.[45] Né la guerra, né gli altri tentativi sono però coronati da successo.

    Nel 1859, con la seconda guerra d'indipendenza prima e con la spedizione dei Mille poi, s'innesca il definitivo processo di unificazione, che porta in breve alla conquista e all'annessione di varie regioni e del Regno delle Due Sicilie: pochi mesi dopo, nel 1861, a Torino viene proclamato il Regno d'Italia, retto da Casa Savoia, che non comprende ancora il Veneto, il Lazio, il Trentino-Alto Adige, il Friuli e la Venezia Giulia.

    Tra i maggiori artefici del processo spiccano Mazzini, fondatore della Giovine Italia e figura eminente del movimento liberale repubblicano italiano ed europeo, Garibaldi, repubblicano e di simpatie socialiste, Cavour, statista in grado di muoversi sulla scena europea per ottenere sostegni, anche finanziari, all'espansione del Regno di Sardegna, e Vittorio Emanuele II, abile a concretizzare il contesto favorevole con la costituzione del Regno d'Italia.[46]

    Il Regno d'Italia
      Lo stesso argomento in dettaglio: Regno d'Italia (1861-1946).
     Mappa animata dell'Italia dal 1829 al 1871

    Al Regno d'Italia vengono quindi annessi il Veneto, al termine della terza guerra d'indipendenza e, dopo la presa di Roma, che nel 1871 diviene capitale d'Italia, il Lazio. Già nei primi anni dopo la riunificazione d'Italia le forti disparità socioeconomiche fra il settentrione e il meridione del paese determinano l'insorgere della questione meridionale legata al brigantaggio, fenomeno da cui emersero temuti capibanda come Carmine Crocco, Luigi Alonzi e Pasquale Romano.[47]

    A Vittorio Emanuele II succedono Umberto I (1878-1900), ucciso a Monza dall'anarchico Gaetano Bresci, e Vittorio Emanuele III (1900-1946); gli anni a cavallo del secolo vedono l'Italia impegnata in una serie di guerre di espansione coloniale in Somalia, Eritrea e Libia, mentre, il periodo prebellico, dominato dalla figura di Giovanni Giolitti, è caratterizzato dalla modernizzazione economica, industriale e politico-culturale della società italiana.

    Durante la grande guerra l'Italia, inizialmente neutrale, a seguito della stipula di un trattato segreto che le accorda cospicui compensi territoriali, si allea alla Triplice intesa contro gli Imperi centrali. Dopo due anni di guerra di trincea, il 24 ottobre 1917 l'esercito italiano, subita la disfatta di Caporetto, si riorganizza e contrattacca sulla linea del Piave pervenendo, sotto il comando di Armando Diaz e con l'apporto di giovani leve, alla vittoria finale nella battaglia di Vittorio Veneto (4 novembre).

    Vinta la guerra, l'Italia completa la riunificazione nazionale acquisendo il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia, l'Istria e alcuni territori del Friuli ancora irredenti, ma non ottenendo la cessione di tutti i territori promessi col Patto di Londra, vede diffondersi l'insoddisfazione per la cosiddetta vittoria mutilata.

    Il fascismo e la seconda guerra mondiale
      Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Italia fascista.
     il regno d'Italia nel 1919.

    Nel contesto dei moti popolari del biennio rosso nasce lo squadrismo che reprime, con intimidazioni e attacchi alle sedi delle organizzazioni socialiste, i moti operai e contadini. Nel 1919 Benito Mussolini fonda a Milano il primo fascio di combattimento, confluito poi nel Partito Nazionale Fascista, e il 30 ottobre 1922, dopo la marcia su Roma, sale al potere.

    Nelle elezioni politiche italiane del 1924 Mussolini ottiene il 64,9% dei voti[48] e, come stabilito dalla legge Acerbo, i due terzi dei seggi, assegnati alla lista di maggioranza relativa che abbia raccolto almeno il 25% dei voti.[49] La denuncia, da parte di Giacomo Matteotti, dell'irregolarità delle elezioni, è seguita qualche giorno dopo dal suo rapimento e uccisione.[48] Nel 1925, dopo un discorso in Parlamento, Mussolini si dichiara dittatore.

    Nel biennio 1925-1926 vengono emanate le cosiddette leggi fascistissime, che avviano la trasformazione del Regno in uno stato autoritario, mediante l'istituzione del Tribunale Speciale Fascista, del confino politico per gli antifascisti e della polizia segreta, l'OVRA. Nel 1929 vengono firmati i Patti Lateranensi, chiudendo la questione romana e nel 1938 vengono emanate le leggi razziali, principalmente, ma non solo, nei confronti degli ebrei, seguendo il modello del "Manifesto della razza".

     Mussolini con Hitler

    Dal 1935 Mussolini accentua la sua politica estera aggressiva: conquista l'Etiopia, proclama la nascita dell'Impero italiano, interviene nella guerra civile spagnola e occupa l'Albania. Nel maggio 1939 firma il patto d'Acciaio che sancisce l'alleanza alla Germania nazista di Adolf Hitler al cui fianco l'Italia entrerà in guerra, dopo un iniziale periodo di non belligeranza, il 10 giugno 1940 contro Francia e Regno Unito. Nel 1941 viene dichiarata guerra anche all'Unione Sovietica e, con l'Impero giapponese, agli Stati Uniti.

    Le sconfitte militari su tutti i teatri bellici (si ricordano in particolare quella di El Alamein in Nord Africa e quella sul fiume Don sul Fronte russo) e soprattutto lo sbarco alleato in Sicilia indeboliscono Mussolini che, il 24 luglio 1943, in una riunione del Gran Consiglio del Fascismo, viene sfiduciato. Il giorno seguente viene fatto arrestare dal re Vittorio Emanuele III che lo sostituì a capo del governo con Pietro Badoglio; poche settimane dopo viene firmata la resa, mentre la Germania scatena l'operazione Achse e occupa militarmente le regioni centro-settentrionali della penisola, Roma compresa. La campagna d'Italia, condotta dagli Alleati con l'apporto della Resistenza italiana, si conclude nell'aprile del 1945 con la liberazione dei territori occupati, la capitolazione delle forze tedesche e la disgregazione della Repubblica Sociale Italiana, la struttura di governo collaborazionista organizzata da Mussolini dopo l'8 settembre. Il Duce, catturato mentre tenta di fuggire, viene ucciso dai partigiani il 28 aprile 1945.

    A guerra finita l'Italia è in condizioni critiche: i combattimenti e i bombardamenti aerei hanno raso al suolo molti centri abitati, e le principali vie di comunicazione sono interrotte.[50] Il numero di italiani morti è stimato tra 415 000 (330 000 militari e 85 000 civili)[51] e 443 000 unità. Sarà poi nella seconda metà degli anni '40 aiutata nella ricostruzione dal Piano Marshall, come tutti i paesi europei.

    Sul piano geopolitico, coi trattati di Parigi del 1947 l'Italia cede parte del suo territorio a Francia e Jugoslavia, il Dodecaneso alla Grecia, la concessione italiana di Tientsin alla Cina, perde tutte le colonie africane e restituisce l'indipendenza all'Albania, che entra nell'area d'influenza dell'URSS. Oltre il 90% degli italiani residenti nelle terre assegnate alla Jugoslavia, già colpiti dai massacri delle foibe, abbandonò la propria terra e affrontò l'esilio in Italia e nel resto del mondo.[52] Oltre 100 000 furono gli italiani rimpatriati dai possedimenti coloniali in Libia ed Etiopia.

    La Repubblica Italiana
      Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Repubblica Italiana, Terrorismo in Italia e Secondo dopoguerra in Italia.
     Il segretario del PCI Enrico Berlinguer e il presidente della DC Aldo Moro sanciscono il Compromesso Storico

    Il 2 giugno 1946 un referendum sancisce la fine della monarchia e la nascita della Repubblica; il 1º gennaio 1948 entra in vigore la nuova Costituzione della Repubblica Italiana.[53]Alcide De Gasperi, che già era Presidente del Consiglio dal 1945, continua ad esserlo fino al 1953. Attraverso un'azione di sviluppo coordinata dallo Stato mediante l'IRI e un'economia mista, l'Italia vive il miracolo economico italiano (con diversi notevoli successi anche di rango internazionale, tra cui la veloce costruzione dell'Autostrada del sole, il Programma spaziale San Marco, la costruzione di tre centrali nucleari tra le più potenti dell'epoca - soprattutto quella di Caorso, la costruzione di oltre due milioni di alloggi con il progetto INA-Casa, l'industrializzazione del Mezzogiorno grazie alla Cassa omonima), favoriti da un'elevata disponibilità di manodopera, dovuta a un forte flusso migratorio dalle campagne alle città e dal sud verso il nord: la crescita media del PIL del 6,3% tra il 1958 e il 1963[54] consente la riduzione del divario storico con paesi quali Regno Unito, Germania e Francia.

    A livello politico la DC sarà sempre il partito dominante, prima durante il centrismo, poi dal 1963 con il Centro-sinistra "organico" e infine negli anni '80 con il Pentapartito; vi saranno, però, diversi tentativi di riportare l'Italia a uno Stato più autoritario e conservatore (con i tentativi del Governo Tambroni del 1960, del Piano Solo del 1964, del Golpe Borghese del 1970 e infine quello della P2 di fine anni '70, scoperto nel 1981). Nasceranno tensioni sociali e contestazioni studentesche a fine anni '60 che scateneranno la reazione della parte più conservatrice e di quella più rivoluzionaria della società italiana, portando alla strategia della tensione degli anni di piombo,[55] segnata da numerosi attentati come la strage di piazza Fontana, la strage di piazza della Loggia e la strage di Bologna, e culminati nell'agguato di via Fani e nel sequestro e assassinio di Aldo Moro, l'apice dell'attacco brigatista allo Stato democratico.[56]

     Via Fani, il giorno del rapimento di Aldo Moro Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

    Gli anni ottanta e novanta sono invece segnati dal riflusso nel privato - favorito da una netta ripresa economica nella seconda metà degli anni '80 - e dalla lotta alla mafia, che nonostante importanti successi delle istituzioni è costata la vita a numerosi magistrati e uomini dello Stato, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

    Nel 1992 le indagini di mani pulite sul fenomeno dilagante delle tangenti coinvolgono esponenti politici, principalmente del pentapartito, determinando la fine della prima Repubblica. Dopo lo scandalo nascono nuovi partiti, come la Lega Nord e Forza Italia. In questa fase, definita seconda Repubblica, nuove coalizioni politiche prendono il posto dei precedenti partiti di massa dando vita a un sistema parzialmente bipolare; alcuni esponenti del centro-sinistra, in particolare Romano Prodi, si alternano nella guida del paese a Silvio Berlusconi, leader del centro-destra che segna quegli anni e il cui modello di pensiero e azione, definito berlusconismo, identifica un fenomeno sociale e di costume.[57] La crisi del debito sovrano europeo colpisce anche l'Italia nel 2011 e alla guida del paese s'insediano prima un governo tecnico e poi, dopo nuove elezioni, governi di coalizione "di larghe intese".

    ^ Treccani, cap. 1.1 La comparsa dell'uomo. ^ Treccani, cap. 1.2 Acheuleano. ^ Treccani, cap. 1.3 Musteriano. ^ Treccani, cap. 1.5 Uluzziano. ^ Treccani, cap. 1.6 Gravettiano. ^ Treccani, cap. 1.7 Epigravettiano. ^ Treccani, cap. 2.1 I. meridionale. ^ Treccani, cap. 2.2 Italia centrale. ^ Treccani, cap. 2.3 I. settentrionale. ^ Treccani, cap. 2.4 Sardegna. ^ Treccani, cap. 3 Eneolitico. ^ Treccani, cap. 4.1 Bronzo antico. ^ Treccani, cap. 4.2 Bronzo medio. ^ Treccani, cap. 4.3 Bronzo. ^ Treccani, cap. 4.4 Bronzo finale. ^ Treccani, cap. 5 Età del Ferro. ^ Treccani, cap. 6 I popoli dell'Italia preromana. ^ a b Treccani, cap. 7 L'unificazione romana. ^ Treccani, cap. 493-553. ^ a b c Italia in "Dizionario di Storia", su www.treccani.it. URL consultato il 29 settembre 2022. ^ Italia nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 29 settembre 2022. ^ a b ITALICO, REGNO in "Enciclopedia Italiana", su www.treccani.it. URL consultato il 10 novembre 2022. ^ Treccani, cap. 569-774. ^ Treccani, cap. 774-800. ^ italico, Regno nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 10 novembre 2022. ^ Treccani, cap. 9° sec. ^ Treccani, cap. 10° sec. ^ Treccani, cap. Fine 10° sec. - inizio 11° sec. ^ Abel de Medici, Le repubbliche marinare, signore del Mediterraneo, su National Geographic, 8 settembre 2021. ^ Treccani, cap. 11° sec. ^ Treccani, cap. 12° sec. ^ Treccani, cap. 13° sec. ^ Treccani, cap. Fine 13° sec. - inizio 14° sec. ^ Italia in "Dizionario di Storia", su www.treccani.it. URL consultato il 10 novembre 2022. ^ Treccani, cap. 14° sec. ^ Treccani, cap. Fine 14° sec. – prima metà 15° sec. ^ Treccani, cap. Seconda metà 15° sec. ^ Ne' I promessi sposi, Manzoni descrive la peste che dimezza la popolazione di Milano e provoca in tutta Italia un milione e mezzo di morti. ^ Atlante storico, pp. 223-225. ^ Italia in "Dizionario di Storia", su www.treccani.it. URL consultato il 10 febbraio 2023. ^ Pena di morte, così l'Italia disse basta, 10 marzo 2015. URL consultato il 31 luglio 2019. ^ La grande stagione riformistica italiana del Settecento è analizzata nella sua interezza in F. Venturi, Settecento riformatore, 5 voll., Torino, 1969-90. ^ Pécout, p. 7 segg. ^ Proclama di Rimini, su immaginidistoria.it. URL consultato il 28 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2009). ^ Eran trecento, eran giovan e forti e sono morti, è il ritornello de' La spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini, testimonianza della poesia patriottica risorgimentale, che descrive la sfortunata spedizione di Pisacane. ^ Atlante storico, p. 357. ^ Mourre, pp. 140-141. ^ a b Mourre, p. 637. ^ Smith, vol. III, p. 581. ^ Mourre, p. 639. ^ De Martino. ^ Gianni Oliva, Profughi, Mondadori, Milano 2005, ISBN 88-04-52642-4. ^ La Costituzione, da 70 anni l'inno della democrazia italiana, su ilviaggiodellacostituzione.it. URL consultato il 26-11-2017. ^ Il miracolo economico italiano, su storiaxxisecolo.it. URL consultato il 26-6-2010. ^ Mourre, p. 1193. ^ Galli, p. 179. ^ Berlusconismo, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 28 ottobre 2021.
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