Contesto di Venezia

Venezia (IPA: /veˈnɛːtt͡sja/, ; Venesia /veˈnɛsja/ in veneto) è un comune italiano di 249 998 abitanti, capoluogo dell'omonima città metropolitana e della regione Veneto. Primo comune della regione Veneto per superficie e secondo per popolazione dopo Verona, è tra le primissime città nel mondo per bellezza ed importanza storica, artistica e culturale. Comprende sia territori insulari sia di terraferma ed è articolato attorno ai due principali centri di Venezia (al centro dell'omonima laguna) e di Mestre (nella terraferma).

La città è stata per 1.100 anni la capitale della Serenissima Repubblica di Venezia ed è conosciuta a questo riguardo come la Serenissima, la Dominante e la Regina dell'Adriatico: per le peculiarità urban...Leggi tutto

Venezia (IPA: /veˈnɛːtt͡sja/, ; Venesia /veˈnɛsja/ in veneto) è un comune italiano di 249 998 abitanti, capoluogo dell'omonima città metropolitana e della regione Veneto. Primo comune della regione Veneto per superficie e secondo per popolazione dopo Verona, è tra le primissime città nel mondo per bellezza ed importanza storica, artistica e culturale. Comprende sia territori insulari sia di terraferma ed è articolato attorno ai due principali centri di Venezia (al centro dell'omonima laguna) e di Mestre (nella terraferma).

La città è stata per 1.100 anni la capitale della Serenissima Repubblica di Venezia ed è conosciuta a questo riguardo come la Serenissima, la Dominante e la Regina dell'Adriatico: per le peculiarità urbanistiche e per il suo patrimonio artistico, è universalmente considerata una tra le più belle città del mondo, dichiarata, assieme alla sua laguna, patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, che ha contribuito a farne la seconda città italiana dopo Roma con il più alto flusso turistico.

Insieme a Cannes e Berlino, è considerata una delle capitali del cinema europeo, grazie alla Mostra internazionale d'arte cinematografica.

Di più Venezia

Population, Area & Driving side
  • Popolazione 250369
  • La zona 415
Cronologia
  •   Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Venezia e Storia della Repubblica di Venezia.
    Evo antico e Medioevo Leggi tutto
      Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Venezia e Storia della Repubblica di Venezia.
    Evo antico e Medioevo  Venezia nell'XI e XII secolo Venezia nel XIII e XIV secolo

    La laguna veneziana si è formata nell'VIII secolo a.C. da un precedente ambiente fluvio-palustre; si suppone che vi fossero insediamenti umani sin dall'epoca preistorica, consentiti dalla ricchezza di risorse che potevano favorire caccia e pesca[1]. In età pre-romana, vale a dire nel periodo paleoveneto, la civiltà era ben radicata nella zona, con popolazioni dedite alla pesca, alla produzione del sale, ai trasporti marittimi e alle altre attività mercantili connesse. Snodo di intensi traffici commerciali che collegavano l'Adriatico con il centro e il nord Europa, in questo periodo si svilupparono nella zona alcuni insediamenti, fra i quali spiccava, ormai con una fisionomia protourbana, il centro di Altino[2].

    La venuta dei Romani rafforzò questa situazione: il sistema dei porti venne potenziato (a questo periodo risale Chioggia), mentre l'entroterra venne bonificato e centuriato, come ancora visibile nella disposizione di strade e fossi[3]. La laguna divenne probabilmente luogo di villeggiatura per la nobiltà, come testimoniano alcuni ritrovamenti[3].

    Secondo il Chronicon Altinate dell'XI secolo, il primo mitico insediamento a Venezia sulla Riva Alta (Rialto) risalirebbe al 25 marzo del 421, con la consacrazione della chiesa di San Giacometo sulle rive del Canal Grande: nonostante studi recenti abbiano però dimostrato che San Giacomo di Rialto è assai più tarda, risalendo alla metà del XII secolo[4], il V secolo è comunque il probabile periodo di inurbazione stabile sulla laguna e, dunque, della fondazione della futura città di Venezia, poiché in quel tempo gli abitanti della terraferma cercarono rifugio nelle lagune a seguito delle varie ondate di invasioni barbariche, in particolare quella degli Unni (452) e dei Longobardi (568)[5]. Parallelamente, si trasferirono in laguna le maggiori istituzioni religiose, come il vescovo di Altino a Torcello. Tuttavia, l'area lagunare si presentava allora come un insieme ancora molto eterogeneo di piccoli insediamenti distinti, mentre maggiore importanza avevano alcuni centri limitrofi come Torcello, Ammiana e Metamauco.

     Carta politica della penisola italiana intorno al 1000: in verde i possedimenti veneziani.

    Riuniti assieme con tutta l'Italia all'Impero Romano d'Oriente con la prammatica sanzione di Giustiniano I del 554, il Triveneto è nuovamente travolto dalla calata dei Longobardi del 568. I Bizantini perdono gran parte della zona, mantenendo solamente la fascia costiera[6]: è da questo momento che il termine Venetia, un tempo riferito a tutto il Veneto, viene a indicare solo la zona delle lagune.

    Venetia maritima viene eretta nel 697 a ducato dipendente dall'Esarcato di Ravenna, con capitale prima a Eracliana e quindi a Metamauco. A seguito della tentata invasione franca di Pipino (Carlomanno), nell'821 la più sicura Rialto diviene capitale del Ducato di Venezia, assumendo nel tempo il nome stesso del territorio e dello Stato e diventando definitivamente Venezia[7]. La vicinanza con il Sacro Romano Impero dei Franchi, il rapporto privilegiato con l'Oriente bizantino e contemporaneamente la distanza da Costantinopoli ne fece uno dei principali porti di scambio tra l'Occidente e l'Oriente, permettendo lo sviluppo di una classe mercantile dinamica e intraprendente che, nel corso di quattro secoli circa, trasformò la città da remoto insediamento e avamposto imperiale a potenza padrona dei mari, ormai totalmente indipendente.

     Lazzaro Bastiani, Ritratto di Francesco Foscari. Con il doge Foscari la Repubblica vide la maggiore espansione territoriale della sua storia e il dogato più lungo.

    Durante il Basso Medioevo, Venezia è annoverata fra le Repubbliche marinare e, a ricordo di ciò, il leone di San Marco, emblema della Serenissima, appare nelle insegne marine della bandiera italiana unitamente ai simboli di Genova, Pisa e Amalfi. Il capo del governo era il Doge (dal latino dux), il quale vide, con il passare del tempo, il suo potere sempre più vincolato da nuovi organi istituzionali. Molti Dogi, soprattutto prima dell'anno mille, si videro costretti a prendere i voti perché i cittadini li reputavano troppo bramosi di potere: alcuni vennero anche uccisi o abbacinati.

    All'apice della sua potenza, nel XIII secolo, Venezia dominava gran parte delle coste dell'Adriatico, regioni quali la Dalmazia, l'Istria, molte delle isole dell'Egeo, Creta, Cipro, Corfù, ed era la più importante potenza militare e fra le principali forze mercantili nel Medio Oriente. Nel XV secolo il territorio della Repubblica si estendeva dall'Adda all'Istria, e da parte della provincia di Belluno, al Polesine veneto. Dal XV secolo il primato veneziano cominciò a decadere in seguito a eventi storici come l'accrescimento della potenza ottomana e lo spostamento dei commerci verso le Americhe, che colpirono duramente la vocazione marittima della città, che finì per volgere i suoi interessi economici verso l'entroterra.

    Evo moderno e contemporaneo  7 novembre 1866. Il trionfale ingresso di Vittorio Emanuele II.

    Il progressivo accrescimento degli interessi commerciali stanziali sulla terraferma, ovverosia la crescita d'importanza dell'agricoltura e la relativa costruzione di numerose ville-fattorie come quelle palladiane, mutò anche la condizione economica e lo stile di vita della classe dominante veneziana. Nel XVIII secolo Venezia era tra le città più importanti d'Europa, con una forte influenza sull'arte, sull'architettura e sulla letteratura del tempo.

    Dopo oltre 1 000 anni d'indipendenza, il 12 maggio 1797 il doge Ludovico Manin e il Maggior Consiglio vennero costretti da Napoleone I ad abdicare per proclamare il "Governo Provvisorio della Municipalità di Venezia". Durante il primo decennio dalla perdita della sovranità della Repubblica di Venezia, vennero compiuti molti interventi sulla città, come l'interramento del rio di Sant'Anna, che divenne Via Garibaldi, le demolizioni per costituire i Giardini di Castello e la distruzione dei granai di Terranova per costruire i Giardini Reali nelle Procuratie Nuove[8].

     Venezia nel XVI secolo

    Con il trattato di Campoformio tra francesi e austriaci, il 17 ottobre 1797 la "Municipalità di Venezia" cessò di esistere e furono ceduti all'Austria il Veneto, l'Istria, la Dalmazia e le Bocche di Cattaro, che andarono a formare la "Provincia veneta" dell'Impero austriaco. Tornata ai francesi con la pace di Presburgo del 26 dicembre 1805, fu poi di nuovo austriaca sino all'Unità d'Italia. Nel 1848 la città partecipò attivamente ai moti rivoluzionari e, sotto l'iniziativa di Daniele Manin, fu, sebbene per poco, indipendente con l'istituzione della Repubblica di San Marco. Dopo un anno di assedio da parte degli austriaci, la Repubblica dovette arrendersi il 22 agosto 1849. Nel 1866 entrò a far parte del Regno d'Italia e l'annessione fu sancita dal plebiscito del 21 e 22 ottobre 1866, che vide vincere il sì con il 99,9% dei voti favorevoli dell'elettorato attivo. Nel 1883 il comune di Malamocco, comprendente tutto il Lido di Venezia, fu soppresso e incorporato a Venezia.

     La proclamazione della Repubblica di San Marco, litografía del 1850 ca.

    Il 24 maggio 1915 l'Italia entrò nel primo conflitto mondiale a fianco delle potenze dell'Intesa. Con la ritirata di Caporetto, nel disperato tentativo di difendere Venezia e la sua preziosa base navale, l'esercito italiano si attestò sul Piave e respinse due offensive austro-ungariche (una alla fine dell'anno, la seconda nel giugno 1918). Venezia venne quindi a trovarsi a ridosso del fronte. In questo contesto subì numerosi attacchi aerei da parte dell'Austria-Ungheria, che causarono svariati danni alla città[9].

    Nel 1917 la zona di Bottenigo (il cui nome venne cambiato in Marghera) fu integrata nel comune di Venezia, e in essa cominciarono la costruzioni delle nuove installazioni portuali di Porto Marghera. Negli anni venti la città vide accrescere notevolmente il suo territorio, grazie all'accorpamento dei comuni di Burano, Murano, Pellestrina (1923), Chirignago, Zelarino, Mestre e Favaro Veneto (1926). L'annessione della terraferma, in particolare, fu legata alla nascita del polo industriale di Marghera, voluto dalle politiche economiche di quegli anni. Venezia, per la propria conformazione urbana in mare, si rivelava infatti incapace di avere una propria compiuta area industriale: l'espansione in terraferma divenne la soluzione necessaria per dare nuovo sviluppo della città lagunare e a lavoro alla manodopera.

    Nel 1933 venne costruito il ponte stradale fra Venezia e la terraferma (affiancato al precedente ponte ferroviario costruito nel 1846). Durante la seconda guerra mondiale i centri di Marghera e Mestre subirono pesanti bombardamenti aerei. Il 21 marzo 1945 la città lagunare subì il suo unico attacco aereo del conflitto: fino a quel momento infatti gli Alleati si erano concentrati sulle installazioni portuali e le vie di comunicazione sulla terraferma, evitando di colpire una città dal così grande valore culturale e architettonico. Il bombardamento fu molto specifico, colpendo il porto con i suoi magazzini e affondando tre navi mercantili. Nel complesso Venezia superò la guerra quasi indenne, grazie alle precauzioni adottate dalle potenze belligeranti così come alla sua posizione isolata e facilmente riconoscibile dai piloti dei bombardieri.

    Il dopoguerra vede la grande espansione edilizia della terraferma veneziana, che attrasse immigrati da tutto l'entroterra veneto e dallo stesso centro storico. In parallelo a questa espansione si è assistito all'abbandono del centro storico da parte della maggioranza della sua popolazione. In conseguenza di questi fenomeni, la terraferma veneziana ha oggi oltre il doppio degli abitanti della Venezia insulare.

    La crescita demografica di Mestre divenne vertiginosa a partire dagli anni sessanta, quando alle politiche abitative e del lavoro, che non favorivano i residenti lagunari, si sommarono i disastrosi effetti dell'alluvione del 1966, che mostrò la vulnerabilità delle abitazioni ai piani bassi di Venezia. L'incredibile rapidità dello sviluppo fece sì che questo avvenisse in modo alquanto disordinato e al di fuori di un piano regolatore (è il cosiddetto sacco edilizio di Mestre). La sera dell'11 settembre 1970 il centro storico fu colpito da una tromba d'aria di intensità stimata F4 sulla scala Fujita, che provocò gravi danni tra cui l'affondamento di un motoscafo dell'ACNIL che causò la morte di 21 persone[10]. A metà degli anni '70 ci fu un declino dei settori chimico, industriale e cantieristico con un conseguente reimpiego, maggioritario, del capitale umano e economico nel settore del turismo[11].

    Durante gli anni di piombo anche Venezia fu ripetutamente oggetto di atti criminosi come la notti dei fuochi del Veneto, la bomba alla sede de Il Gazzettino e vari omicidi, fra cui quelli di Giuseppe Taliercio, Alfredo Albanese e Lino Sabbadin. In città erano presenti cellule delle Brigate Rosse, di Prima Linea e di Ordine Nuovo.

    ^ Antonio Rosso, La laguna veneta prima dei romani, in Archeologia Viva, 1984. URL consultato il 24 gennaio 2009. ^ Graziano Tavan, Archeologia della laguna di Venezia, Veneto archeologico, gen 1999, su archeosub.it. URL consultato il 24 gennaio 2009. ^ a b Antonio Rosso, I romani colonizzarono la laguna di Venezia?, Archeologia viva, ott 1982, su archeosub.it. URL consultato il 24 gennaio 2009. ^ Roberto Cessi, Annibale Alberti, Rialto. L'isola, il ponte, il mercato, Bologna, 1934. ^ Venice Explorer., su almanacco.venicexplorer.net. URL consultato il 24 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2008). ^ Nicola Bergamo, Venetia Et Histria, imperobizantino.it, su imperobizantino.it. URL consultato il 24 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2009). ^ Venezia dalle origini alla Quarta Crociata, Biblioteca Nazionale Marciana, su marciana.venezia.sbn.it. URL consultato il 24 gennaio 2009. ^ M. Favilla, Delendae Venetiae, La città e le sue trasformazioni del XIX al XX secolo, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2006. ^ Bruna Bianchi, Venezia nella Grande guerra, in Storia di Venezia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002. ^ Venezia, l'11 settembre dimenticato: 50 anni fa il terribile tornado che devastò la città, su Tgcom24, 11 settembre 2020. URL consultato il 21 ottobre 2023. ^ G. Ortalli, Turismo e città d'arte, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2007, pp. 23-24, ISBN 978-88-88143-90-3.
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