Contesto di Firenze

Firenze (AFI: /fiˈrεnʦe/; ; in epoca medievale e nel linguaggio poetico anche Fiorenza, /fjoˈrɛnʦa/) è un comune italiano di 360 843 abitanti, capoluogo della Toscana e dell'omonima città metropolitana; è il primo comune della regione per popolazione e centro dell'area metropolitana di Firenze-Prato-Pistoia.

Nel Medioevo è stata un importantissimo centro artistico, culturale, commerciale, politico, economico e finanziario; nell'età moderna ha ricoperto il ruolo di capitale del Granducato di Toscana dal 1569 al 1859 che, col governo delle famiglie dei Medici e dei Lorena, divenne uno degli stati più ricchi e moderni d'Italia. Le varie vicissitudini politiche, la potenza finanziaria e mercantile e le influenze in ogni campo della c...Leggi tutto

Firenze (AFI: /fiˈrεnʦe/; ; in epoca medievale e nel linguaggio poetico anche Fiorenza, /fjoˈrɛnʦa/) è un comune italiano di 360 843 abitanti, capoluogo della Toscana e dell'omonima città metropolitana; è il primo comune della regione per popolazione e centro dell'area metropolitana di Firenze-Prato-Pistoia.

Nel Medioevo è stata un importantissimo centro artistico, culturale, commerciale, politico, economico e finanziario; nell'età moderna ha ricoperto il ruolo di capitale del Granducato di Toscana dal 1569 al 1859 che, col governo delle famiglie dei Medici e dei Lorena, divenne uno degli stati più ricchi e moderni d'Italia. Le varie vicissitudini politiche, la potenza finanziaria e mercantile e le influenze in ogni campo della cultura hanno fatto della città un crocevia fondamentale della storia italiana ed europea. Nel 1865 Firenze fu proclamata capitale del Regno d'Italia (seconda, dopo Torino), mantenendo questo status fino al 1871, anno che segna la fine del Risorgimento e il passaggio del testimone a Roma.

Importante centro universitario e patrimonio dell'umanità UNESCO (il centro storico, dal 1982), è considerata luogo d'origine del Rinascimento – la consapevolezza di una nuova era moderna dopo il Medioevo, periodo di cambiamento e "rinascita" culturale e scientifica – e della lingua italiana, grazie al volgare fiorentino usato nella letteratura. Nel 1986 fu nominata città europea della cultura.

È universalmente riconosciuta come una delle capitali mondiali dell'arte e dell'architettura, nonché visitatissima destinazione turistica internazionale, grazie ai suoi numerosi monumenti e musei. Di inestimabile valore i lasciti artistici, letterari e scientifici di alcuni suoi cittadini illustri, veri geni del passato, quali Dante, Petrarca e Boccaccio in campo letterario; Giotto, Brunelleschi, Donatello, Botticelli, Leonardo da Vinci e Michelangelo nelle arti figurative; Lorenzo de' Medici e Machiavelli nelle scienze politiche; Amerigo Vespucci e Galileo Galilei nelle scienze geografiche, astronomiche e fisiche.

Di più Firenze

Population, Area & Driving side
  • Popolazione 253565
  • La zona 102
Cronologia
  •   Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Firenze.
    Età antica Leggi tutto
      Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Firenze.
    Età antica  Evoluzione storica dell'impianto urbano di Firenze dal I al XVIII secolo
      Lo stesso argomento in dettaglio: Florentia.

    La piana fiorentina e le colline circostanti sono state abitate fin dalla preistoria, come testimoniano i ritrovamenti archeologici nell'area.

    Il primo insediamento stabile fu un villaggio su palafitte, realizzato attorno all'IX secolo a.C. dagli Etruschi nel periodo villanoviano, nei pressi di un guado sul fiume Arno, al centro di una fertile pianura. Attorno al 150 a.C., gli Etruschi della vicina Visul (l'odierna Fiesole), situata in alto sulla collina, vi fondarono una "città satellite" nei pressi dell'Arno, per sfruttare la presenza della via d'acqua, e vi edificarono un primo ponte in legno.

    Già in epoca etrusca, la città fu chiamata con l'appellativo Florentia, in latino, lingua che andava affermandosi nella vallata transitata da numerosi viandanti.

    Florentia è un nome beneaugurale: "che tu sia florida", "città della floridezza". Allo stesso modo Potentia, Piacentia, Valentia, Pollentia in altre regioni dell'Impero. Anche l'antico nome di Granada, ad esempio, era Florentia Illiberitana. L'origine puramente benaugurale della parola Florentia è stata recentemente confermata dall'accademia della Crusca[1].

    Con la guerra sociale, l'etrusca Visul (alleata dei Romani da lungo tempo) ottene la cittadinanza romana, assumendo il nome latino di Fæsule; probabilmente nel 59 a.C., grazie alla Legge Giulia, a Florentia fu dedotta una colonia per veterani dell'esercito, circondata da mura, con la tipica pianta rettangolare, e dotata di piazza centrale (foro) ove si incrociavano le vie principali (cardo e decumanus). Con ciò la città ottenne l'autonomia amministrativa da Fiesole[2].

    Sede di una diocesi vescovile già a partire dal IV secolo, la città fu definita Municipium splendidissimum e, fin dai tempi dell'imperatore Adriano, fu collegata a Roma dalla via Cassia. Sotto Diocleziano fu innalzata a Corrector Italiae (capitale dell'Etruria e dell'Umbria), per poi passare attraverso periodi di dominazione bizantina, ostrogota, longobarda e franca, durante i quali la popolazione scese talvolta a poche migliaia di persone.

    Età medievale  Duomo e battistero di Firenze

    A partire dal X secolo la città si sviluppò e dal 1115 si rese comune autonomo. Nel XIII secolo fu divisa dalla lotta intestina tra i Ghibellini, sostenitori dell'imperatore del Sacro Romano Impero, e i Guelfi, a favore del papato romano. Dopo alterne vicende, i Guelfi vinsero (la cosiddetta "battaglia di Colle", 17 giugno 1269), ma presto si divisero internamente in "Bianchi e Neri": Dante Alighieri stesso fu schierato nella fazione dei Bianchi e subì con essi l'esilio forzato.

    La conflittualità politica interna non impedì alla città di svilupparsi fino a diventare una delle più potenti e prospere in Europa, assistita dalla sua propria valuta in oro, il fiorino (introdotto nel 1252), dalla decadenza della sua rivale Pisa (sconfitta da Genova nel 1284 e comprata da Firenze nel 1406) e dalla sua potenza mercantile risultante da una costituzione anti-aristocratica, i cosiddetti "Ordinamenti di giustizia" di Giano Della Bella (1293). L'espansione territoriale riguardò anche la Romagna e giunse, agli inizi del XV secolo, alle porte di Forlì)[3].

    A fronte di una popolazione stimata di 80 000 persone prima della peste nera del 1348 (immediatamente dopo Venezia e subito prima di Milano e Bologna)), circa 25 000 persone lavoravano nell'industria della lana. Nel 1378 Firenze fu teatro di uno "sciopero" e rivolta da parte dei Ciompi, contro il dominio oligarchico della città. Dopo la repressione e soprattutto dopo la nascita di un sistema di tassazione che per la prima volta incideva progressivamente rispetto al reddito (tramite il catasto fiorentino del 1427), la città cadde sotto il dominio oligarchico di alcune famiglie: prima gli Albizzi (1382-1434), poi i Medici.

    Età rinascimentale  Palazzo del Bargello (interno)
      Lo stesso argomento in dettaglio: Rinascimento fiorentino.

    Nonostante l'assottigliarsi della libertà repubblicana, fu sotto il dominio, anzi, la Signoria di quest'ultima famiglia che Firenze conobbe la sua era probabilmente più fausta. Tramite il mecenatismo la famiglia acquisì il favore popolare, che fu cruciale in alcuni momenti critici come la Congiura dei Pazzi (1478), ma anche una fama duratura attraverso i secoli, che permise alla città di concentrare e sviluppare un invidiabile numero di talenti, radunarono i migliori artisti, letterati, umanisti e filosofi del tempo: tra gli altri, gli umanisti Pico della Mirandola, Agnolo Poliziano, Marsilio Ficino e Cristoforo Landino; i pittori Beato Angelico, Filippo Lippi, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Perugino; gli scultori Andrea del Verrocchio e il giovane Michelangelo Buonarroti.

    Firenze è conosciuta come la culla del Rinascimento, termine coniato dal trattatista toscano Giorgio Vasari: un periodo di grande fermento innovativo che, recuperando i modelli dell'età antica promossi dagli studi umanistici, portò a un superamento di alcuni schemi sviluppati nel medioevo, ponendo l'uomo come individuo al centro dell'universo filosofico, e promuovendo una produzione artistica all'insegna della chiarezza compositiva e spaziale, di misurata eleganza e sobrietà, che ebbe un enorme influenza nello sviluppo dell'arte europea. Tra i principali traguardi di questo rinnovamento si possono elencare la "scoperta" del metodo della prospettiva operato da Filippo Brunelleschi verso il 1416; la nascita dello stiacciato donatelliano e della pittura senza fronzoli di Masaccio nella Cappella Brancacci; la nascita della pittura di luce e i primi accenni di prospettiva aerea; la trasmissione del sapere nelle botteghe tramite lo studio basilare del disegno; la presenza contemporanea di tre geni assoluti all'inizio del XVI secolo: Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello. Grazie alla geniale politica di Lorenzo de' Medici, gli artisti divennero ambasciatori della supposta supremazia culturale della città, irradiando il nuovo stile nelle maggiori corti italiane e poi europee.

    Età moderna  Ponte Vecchio

    Il primo periodo del dominio dei Medici terminò con il ritorno di un governo repubblicano, influenzato dagli insegnamenti del radicale priore Domenicano Girolamo Savonarola (che fu giustiziato nel 1498[4]), nelle cui parole si ritrovano spesso argomenti che saranno oggetto di controversie religiose dei secoli seguenti. Gli accadimenti di quegli anni portarono a una modifica del secolare ordinamento basato su governi consolari e potestarili. Un altro personaggio importante fu Niccolò Machiavelli, le cui indicazioni per il governo di Firenze da parte di una figura forte sono spesso lette come una legittimazione delle tortuosità e anche degli abusi dei politici. Il 16 maggio 1527 i fiorentini estromisero nuovamente i Medici – riportati al potere dagli spagnoli nel 1512 – e ristabilirono una repubblica.

    Questo periodo di incertezza politica e religiosa portò con sè gravi problemi sociali e una rottura degli equilibri che erano stati alla base anche della produzione artistica: già all'inizio del XVI secolo a Firenze si andò sviluppando uno nuovo stile, che poi venne definito manierismo.

     Galleria degli Uffizi

    Rimessi al loro posto per la seconda volta nel 1530, con il sostegno sia dell'imperatore sia del papa, i Medici diventarono nel 1532 duchi ereditari di Firenze. Nel 1555, con un esercito formato con gli alleati spagnoli e tedeschi, i Medici sconfissero Siena nella battaglia di Scannagallo, per poi ottenere, per decreto della pace di Cateau-Cambrésis, tutto il territorio della Repubblica di Siena a eccezione della costa maremmana, che andò a formare lo Stato dei Presidi, sotto il controllo spagnolo tramite il viceré di Napoli. Cosimo ebbe il governo di due Stati: lo Stato "Vecchio" di Firenze e lo Stato Nuovo di Siena, entrambi Ducati autonomi separati nelle strutture politiche e istituzionali, ma riuniti nell'unica persona del sovrano. Questa situazione ambigua venne risolta il 27 agosto 1569, quando Cosimo ottenne da papa Pio V il titolo di granduca di Toscana, che andò a indicare il potere sia sul ducato di Siena sia su quello di Firenze.

     Fontana del Nettuno

    Il XVII secolo fece raggiungere alla città il massimo splendore nel campo della scienza. Tra il 1654 e il 1670, essa fu una delle prime città mondiali a emergere nel settore della meteorologia grazie alla stazione meteorologica di Firenze Monastero degli Angeli, ubicata presso l'omonima struttura conventuale[5]. Proprio in quello stesso periodo di tempo sorse a Firenze l'Accademia del Cimento, che diede ulteriore impulso alle sperimentazioni in campo scientifico.

     La facciata della cattedrale, realizzata da Emilio De Fabris nella seconda metà del XIX secolo

    Firenze nel corso dei secoli arrivò a regnare su tutta la Toscana, a eccezione della Repubblica di Lucca, che rimase indipendente e sovrana fino al XVIII secolo (con l'arrivo in Italia di Napoleone Bonaparte, il quale vi trascorse sette anni della sua vita), e del Ducato di Massa e Principato di Carrara, indipendente fino al 1829, quando fu assorbito dal Ducato di Modena. Il Granducato divenne prima Regno d'Etruria per poi essere inglobato direttamente nel territorio francese. A questo periodo si fanno risalire le spoliazioni napoleoniche della Toscana. L'estinzione della dinastia dei Medici e l'ascensione nel 1737 di Francesco Stefano, duca di Lorena e marito di Maria Teresa d'Austria, portò all'inclusione della Toscana nei territori della sfera d'influenza asburgica. Il granduca Pietro Leopoldo, il 30 novembre 1786, promulgò il nuovo codice criminale, grazie al quale, per la prima volta nella storia degli Stati moderni, furono abolite la pena di morte e la tortura.

    Età contemporanea
      Lo stesso argomento in dettaglio: Firenze Capitale.
     Il Piano Poggi (1865), che ridisegnò la città divenuta capitale d'Italia, configurandone il successivo sviluppo urbanistico sulla base del modello di Georges Eugène Haussmann a Parigi[6]

    Il Granducato di Toscana fu annesso al Regno di Sardegna nel 1859 tramite plebiscito, poco prima della nascita del Regno d'Italia nel 1861.

    Firenze prese il posto di Torino come capitale d'Italia nel 1865, su richiesta di Napoleone III in base alla Convenzione di settembre, finché questo ruolo non fu trasferito a Roma nel 1871, dopo che la città papalina fu annessa al Regno. Insufficiente per spazi e forma urbana ancora legata al Medioevo, Firenze fu interessata da una serie di "risanamenti", che diedero alla città un aspetto più moderno, ma che purtroppo videro la perdita irrimediabile di importantissimi edifici storici e di interi quartieri come quello di Mercato Vecchio.

    Il 18 maggio 1895]si verificò il più forte terremoto mai registrato in città, con gravi danni anche a edifici monumentali.

    Nel corso del XIX secolo la popolazione di Firenze raddoppiò, per poi triplicare durante il XX secolo con la crescita del turismo, del commercio, dei servizi finanziari e dell'industria.

    Durante la seconda guerra mondiale la città fu occupata per un anno dai tedeschi (1943-1944). Alla fine di luglio e all'inizio di agosto 1944, le truppe dell'esercito neozelandese (2nd New Zealand Division) che liberavano la Toscana colpirono le colline Pian dei Cerri che si affacciano sulla città. Dopo molti giorni di combattimento vigoroso dei tedeschi, i neozelandesi costrinsero il nemico a ritirarsi, dopo aver subìto ingenti danni, come l'abbattimento di ponti[7] e case, da parte delle mine dei tedeschi in fuga[8]. Firenze è tra le Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione perché è stata insignita della medaglia d'oro al valor militare per i sacrifici della sua popolazione e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.

    Il 4 novembre 1966 si ebbe la disastrosa alluvione. Gran parte del centro fu invaso dall'acqua del fiume Arno, con la furia delle acque che fece alcune vvittime e un'enorme devastazione, invadenso le chiese, i palazzi e i musei, distruggendo anche in maniera irraparabile archivi, opere d'arte e molti preziosi volumi. Questo immenso dramma venne vissuto dal mondo con una partecipazione unica, dando ben presto l'avvio a un'incredibile gara di solidarietà che vide la nascita dei famosi angeli del fango, giovani provenienti da ogni dove che si adoperarono nella difficile opera di recupero dei tesori artistici danneggiati. In seguito all'alluvione a Firenze si misero a punto innovative tecniche di restauro, che da allora ne feceroo un centro d'eccellenza in questo settore, di rilevanza mondiale.

    Simboli
      Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Firenze.
    Stemma del comune Stemma del comune

    Il simbolo sullo stemma e sul gonfalone è il giglio di Firenze, simbolo della città fin dal secolo XI. Oggi il giglio è rosso su fondo bianco anche se anticamente i colori erano invertiti proprio in riferimento al colore del giaggiolo Iris florentina. I colori attuali risalgono al 1251 quando i Ghibellini, in esilio da Firenze, continuavano a ostentare il simbolo di Firenze come proprio. Fu allora che i Guelfi, che controllavano Firenze, si distinsero dai propri avversari invertendo i colori che poi sono rimasti fino ai giorni nostri. Il tradizionale simbolo fiorentino subì nel 1809 un attacco da parte di Napoleone Bonaparte che, con un decreto, provò a imporre un nuovo simbolo per Firenze: una pianta di giglio fiorito su un prato verde e uno sfondo argentato sormontato da una fascia rossa e tre api dorate (simbolo dedicato alle grandi città dell'impero napoleonico). Il dissenso fiorentino non fece dare seguito al decreto.

    Nella tradizione della commedia dell'arte, la maschera che simboleggia Firenze è Stenterello.

    Onorificenze Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria  Medaglia d'oro al valor militare «Generosamente e tenacemente, nelle operazioni militari che ne assicurarono la liberazione, prodigò se stessa in ogni forma. Resistendo impavida al prolungato, rabbioso bombardamento germanico, mutilata nelle persone e nelle insigni opere d'arte; combattendo valorosa l'insidia dei franchi tiratori e dei soldati germanici; contribuendo con ogni forza alla resistenza e all'insurrezione: nel centro, sulle rive dell'Arno e del Mugnone, a Careggi, a Cercina e dovunque; donava il sangue dei suoi figli copiosamente perché un libero popolo potesse nuovamente esprimere se stesso in una libera nazione[9].»
    — 10 agosto 1945 Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria  Medaglia d'oro al valor civile «Nel corso delle tragiche giornate dell'inondazione della città, l'intera popolazione di Firenze affrontava con eroica fermezza la furia degli elementi, prodigandosi oltre ogni limite per contenere i disastrosi effetti della calamità e offrendo mirabili testimonianze di coraggio, d'abnegazione, di civismo e di solidarietà umana. Duramente provata da gravissimi disagi e da ingenti danni, reagiva alla sventura con dignità e fierezza, suscitando profonda e ammirata commozione in tutto il mondo[9].»
    — 18 ottobre 1968

    Nel 2020 riceve la menzione speciale nell'ambito del Premio europeo per le città accessibili, conosciuto anche con il nome inglese di Access City Award[10].

    ^ MonrifNet, Perché Firenze si chiama così: la Crusca risponde - La Nazione, su Firenze - La Nazione - Quotidiano di Firenze con le ultime notizie della Toscana e dell’Umbria. URL consultato il 16 maggio 2016 (archiviato il 25 maggio 2016). ^ Gianfranco Caniggia, Sylvain Malfroy, A Morphological Approach to Cities and Their Regions, 2021, Triest Verlag, Zurigo. ^ Francesco Guicciardini, Storie fiorentine, cap. I. ^ prima di morire lasciò un trattato. URL consultato il 24 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2008). sul governo di Firenze ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore climatic.inforef.be ^ Firenze Capitale: le nuove piazze di Giuseppe Poggi - Repertorio delle Architetture Civili di Firenze - Palazzo Spinelli, su palazzospinelli.org. URL consultato l'11 novembre 2021. ^ Ad eccezione di Ponte Vecchio, grazie all'iniziativa assunta dal console tedesco in città Gerhard Wolf. ^ Hubert Howard, Entrata a Firenze (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016). ^ a b Firenze Città di, su quirinale.it. URL consultato il 31 gennaio 2019 (archiviato il 4 agosto 2016). ^ Firenze vince il premio ‘Città accessibile 2021’ della Commissione europea, su comune.fi.it, 2 dicembre 2020. URL consultato il 3 dicembre 2020.
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