Portrait of Adele Bloch-Bauer I
( Ritratto di Adele Bloch-Bauer I )Il Ritratto di Adele Bloch-Bauer è un dipinto a olio su tela (138×138 cm) di Gustav Klimt realizzato nel 1907. Primo di due dipinti omonimi, è considerato come l'ultimo – nonché il più rappresentativo – del suo "periodo dorato".
Dopo essere stata rubata dai nazisti insieme a tutti gli averi della famiglia Bloch-Bauer, l'opera fu rivendicata decenni dopo dalla nipote di Adele, scampata alla persecuzione degli ebrei, che riuscì infine a tornare in possesso del dipinto solo in seguito ad una procedura legale, raccontata nel film Woman in Gold. Dopo essere stata acquistata da Ronald Lauder nel 2006 per 135 milioni di dollari, l'opera mantenne, durante quel periodo e per quattro mesi, il primato di dipinto più costoso del mondo.
Dopo che il dipinto venne realizzato a Vienna, Adele chiese al marito Ferdinand Bloch-Bauer di donarlo (assieme ad altre opere di Klimt in suo possesso) alla Österreichische Galerie Belvedere dopo la sua morte. Quando i nazisti invasero l'Austria, il marito, rimasto vedovo, dovette fuggire dall'Austria per rifugiarsi in Svizzera. La sua proprietà, che comprendeva anche i suoi dipinti realizzati da Klimt, venne quindi confiscata. Nel suo testamento del 1945 Ferdinand Bloch-Bauer designò il suo patrimonio ai propri nipoti, includenti Maria Altmann.[1]
Mentre i dipinti di Bloch-Bauer rimasero in Austria, il governo austriaco sottolineò che, secondo il testamento di Adele, dovevano rimanere in quella nazione. Dopo una lunga battaglia legale avvenuta in Austria e negli Stati Uniti (nota come Republic of Austria v. Altmann), una corte di giudici stabilì, nel 2006, che Maria Altmann era la legittima proprietaria del ritratto di Adele e di altre quattro opere di Klimt.
Durante il mese di giugno del 2006, le opere di Klimt vennero vendute dalla Christie's a Ronald Lauder per 300 milioni di dollari (il Ritratto di Adele Bloch-Bauer fu valutato per 135 milioni di dollari).[2] Un mese più tardi, il ritratto venne esposto permanentemente nella Neue Galerie di New York di Lauder, come richiesto da Maria Altmann.[3][4] Sulla vicenda sono state tratte diverse opere cinematografiche, tra cui il film Woman in Gold (2015), diretto da Simon Curtis, e i documentari Adele's Wish e Stealing Klimt.
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