Menaggio (Menaas in dialetto comasco, AFI: /meˈnaːs/) è un comune italiano di 3 083 abitanti della provincia di Como in Lombardia. Il comune fa parte della Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio situato sulla sponda occidentale del lago di Como all'imbocco dell'omonima valle.

È costituito da un centro e tre frazioni: Croce, Loveno e Nobiallo.

 Menaggio tra il 1890 e il 1900

Il territorio fu originariamente abitato da popolazioni Liguri preindoeuropee, in cui si innestarono popolazioni nomadi di origine celtica, dando vita alla cultura di Golasecca.[1] All'insediamento da parte di alcune tribù di Galli verso la fine del IV sec. a.C. seguì, con la vittoria del 196 a.C., da parte di Claudio Marcello ai danni delle popolazioni degli Insubri e dei Comensi, il periodo della dominazione romana.[1]

Da Menaggio, in epoca romana, passava la via Regina, strada romana che collegava il porto fluviale di Cremona (la moderna Cremona) con Clavenna (Chiavenna) passando da Mediolanum (Milano). All'epoca romana risalgono alcune tombe e lapidi ritrovate nel territorio (tra cui una dedicata a Lucius Mincius Exoratus, dal quale secondo alcuni deriverebbe il toponimo).[1]

Nel 386, la fondazione della Diocesi di Como comportò l'istituzione di Menaggio a capo dell'omonima pieve, retta dal presbiter (poi arciprete) della chiesa di Santo Stefano e dotata di un battistero collocato in riva al lago e dedicato a San Giovanni.[1]

Dopo la caduta dell'Impero romano il territorio fu invaso dapprima dai Goti e poi, nel 535 dai Bizantini.[1] A questi subentrarono, nel 568, i Longobardi, i quali dotarono Menaggio di una torre di segnalazione.[1] Nel 768 la regina Ansa, moglie di Desiderio, donò Menaggio al monastero di Santa Cristina[2], che ancora nel tardo X secolo era, insieme alla cappella di San Giusto, proprietà dell'ente[3].

Dopo la costruzione del castello (X secolo),[4] durante la guerra decennale Menaggio si schierò dalla parte dei milanesi e, nel 1124, fu attaccata dai comaschi.[5] Durante l'assedio, gli abitanti di Menaggio utilizzarono il campanile del battistero di San Giovanni come torre.[1][6]

Nel 1140[5] (o 1144[7]) Corrado III di Svevia concesse Menaggio in feudo a un certo Ardizzone de Castello.

Nel XIII secolo ulteriori dispute coinvolsero numerose famiglie della nobiltà comasca e milanese. In questo contesto, nel 1295 Menaggio fu conquistato dai comaschi, i quali misero in fuga il feudatario Littardo de Castello (che si rifugiò a Bellagio[6][7]) e consegnarono il castello menaggino a Matteo I Visconti.[5][7]

Il particolare legame tra la via Regina e Menaggio si ritrova ancora negli Statuti di Como del 1335, i quali citano il "comune burgi de Menaxio" come la località capopieve incaricata della manutenzione del tratto di strada che andava dai “maronellos seu arbores que sunt in somo ad introitum Saxi Ranzii” fino “ad casaritium quod est in medio Saxo Rantio in costa”.[8]

Tra i secoli XII-XVI Menaggio costituì una postazione strategica nel i traffici del lago, che garantì al comune un controllo dei pedaggi sui trasporti.[5]

Nel primo quarto del XVI secolo Menaggio divenne oggetto delle mire espansionistiche da parte dei Grigioni della Repubblica delle Tre Leghe, nel mentre venuti in possesso della città di Lugano.[5] Dopo aver messo a ferro e fuoco il paese nel 1516[1][7] e nel 1521[1], un attacco del 1523 comportò la distruzione del castello menaggino,[5][7][6] struttura fortificata da quattro torri, un fossato e due file di mura[9].

Con la cacciata dei Grigioni dalle terre del medio Lario da parte dei milanesi, Menaggio ritornò a far parte del Ducato di Milano fino al termine del XVIII secolo. In questo contesto, al difficile periodo della dominazione spagnola, caratterizzato da due secoli di brigantaggio, seguì, dal 1714, un periodo sotto gli austriaci.[1]

Sempre a capo dell'omonima pieve, nel 1751 Menaggio aveva già giurisdizione sui cassinaggi di “Cassina Casale”, Pastura, Sovenga, Castello, “Molino del Maglio”, “Molino del Ponte”, “Cassina del Cheglio”, “Casa a San Michele” e “Cassina a Calchera”.[8]

Un decreto di riorganizzazione amministrativa del Regno d'Italia napoleonico datato 1807 stabilì l'annessione dei comuni di Croce, Loveno ed uniti e Griante ed uniti,[10] decisione che fu revocata dalla Restaurazione.[11][12][13]

Successivamente all'unità d'Italia, a partire dalla Belle Époque Menaggio vide la realizzazione di numerose ville (soprattutto a Loveno) e di alberghi di lusso quali il Grand'Hotel e il Victoria.[1]

Un regio decreto datato 1928 sancì l'annessione, da parte del comune di Menaggio, del soppresso comune di Croce (R.D. 13 maggio 1928, n. 1161), mentre l'anno successivo il territorio comunale fu ulteriormente ampliato grazie all'aggregazione del comune di Loveno sopra Menaggio (R.D. 25 marzo 1929, n. 553).[14]

Menaggio era nell'autunno del 1944 sede del "Centro antiribelli" della 6ª compagnia dell'11ª Brigata nera comandata da Emilio Castelli, vice federale di Como. Il Centro antiribelli fu responsabile di numerose torture e della morte di 19 partigiani,[15] tra cui l'assassinio di Enrico Caronti detto Romolo, il 23 dicembre 1944. Il 26 aprile 1945 il centro ospitò Benito Mussolini durante il suo tentativo di fuga dall'Italia.[1][6]

Simboli

Lo stemma, utilizzato dal Comune pur privo di formale concessione, riprende una raffigurazione riprodotta sulla chiave di volta della facciata della chiesa di Santa Marta in via Calvi, commissionata dalla famiglia Castelli, feudataria del paese nel XV secolo.[16]

«D'azzurro, al castello d'argento, merlato alla ghibellina, aperto e finestrato del campo, torricellato di cinque, la torre centrale più bassa e più piccola cimata dalla croce latina del secondo, lievemente patente alle estremità; alla bordura composta di argento e di azzurro.»

Il gonfalone è un drappo di bianco.

^ a b c d e f g h i j k l Sito Turistico Ufficiale del Comune di Menaggio, su menaggio.com. URL consultato l'8 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2020). ^ Castello di Santa Cristina e Bissone Santa Cristina e Bissone (PV), su lombardiabeniculturali.it. ^ Andrea Castagnetti, S. Cristina di Corteolona, in Inventari altomedievali di terre, coloni e redditi, Roma, 1979 (FSI, 104), IV, pp. 27-40. URL consultato il 22 maggio 2022. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :062 ^ a b c d e f Castelli della Lombardia, provincia di Como, castello di Menaggio, su mondimedievali.net. URL consultato il 18 aprile 2020. ^ a b c d Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :06 ^ a b c d e Belloni et al., pp. 42-43. ^ a b Comune di Menaggio, sec. XIV - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020. ^ TCI, Guida d'Italia [...], p. 313. ^ Comune di Menaggio, 1798 - 1815 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020. ^ Comune di Croce, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020. ^ Comune di Griante, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 20 aprile 2020. ^ Comune di Loveno, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020. ^ Comune di Menaggio, 1859 - [1971] – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020. ^ Roncacci, p. 144. ^ Menaggio, su Stemmi dei Comuni della Provincia di Como.
Fotografie di:
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