Sarajevo

Sarajevo (idem in bosniaco, alfabeto cirillico Сарајево; in giudesmo Saraj; in turco Saraybosna; in italiano Saraievo o, desueto, Seraievo) è la più grande città nonché capitale della Bosnia ed Erzegovina.

È inoltre capoluogo della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, una delle due entità che compongono lo stato, e dell'omonimo cantone.

All'interno dei confini amministrativi dei quattro comuni che compongono la città vera e propria - (Stari Grad, Centar, Novi Grad e Novo Sarajevo) risiedono 275.569 abitanti (dato del 2013) mentre l'area urbana arriva a comprendere una popolazione di oltre mezzo milione di abitanti includendo i comuni limitrofi di Ilidža, Hadžići, Vogošća e Ilijaš.

Sarajevo è il centro politico, finanziario, sociale e culturale della Bosnia-Erzegovina e un importante centro di cultura nei Balcani. Per la sua estesa storia di diversità religiosa e culturale, Sarajevo è talvolta ...Leggi tutto

Sarajevo (idem in bosniaco, alfabeto cirillico Сарајево; in giudesmo Saraj; in turco Saraybosna; in italiano Saraievo o, desueto, Seraievo) è la più grande città nonché capitale della Bosnia ed Erzegovina.

È inoltre capoluogo della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, una delle due entità che compongono lo stato, e dell'omonimo cantone.

All'interno dei confini amministrativi dei quattro comuni che compongono la città vera e propria - (Stari Grad, Centar, Novi Grad e Novo Sarajevo) risiedono 275.569 abitanti (dato del 2013) mentre l'area urbana arriva a comprendere una popolazione di oltre mezzo milione di abitanti includendo i comuni limitrofi di Ilidža, Hadžići, Vogošća e Ilijaš.

Sarajevo è il centro politico, finanziario, sociale e culturale della Bosnia-Erzegovina e un importante centro di cultura nei Balcani. Per la sua estesa storia di diversità religiosa e culturale, Sarajevo è talvolta chiamata la "Gerusalemme d'Europa", è infatti una delle poche grandi città europee ad avere una moschea, una chiesa cattolica, una chiesa ortodossa e una sinagoga nello stesso quartiere.

Sebbene le sue origini siano riconducibili alla preistoria, la città moderna è sorta come roccaforte ottomana nel XV secolo. Più volte nella sua storia Sarajevo fu il luogo di eventi di rilievo mondiale.

Nel 1914, fu il luogo dell'attentato all'arciduca Francesco Ferdinando da parte dell'attivista serbo della Mlada Bosna Gavrilo Princip, episodio che scatenò la prima guerra mondiale e che pose fine al dominio austro-ungarico in Bosnia portando alla creazione del Regno di Jugoslavia. Al termine della seconda guerra mondiale, l'istituzione della Repubblica Socialista di Bosnia ed Erzegovina, parte della Jugoslavia, comportò una notevole espansione della città, all'epoca capitale della repubblica costituente. Nel 1984 ospitò i XIV Giochi olimpici invernali che segnarono un periodo di prosperità per la città. Tuttavia, durante la guerra di Bosnia e la dissoluzione della Jugoslavia, la città subì il più lungo assedio di una capitale nella storia della guerra moderna, fu infatti sotto assedio per 1.425 giorni dall'aprile 1992 al febbraio 1996.

La ricostruzione post-bellica ha portato ad una forte crescita della città. Nel 2014 Sarajevo è stata Capitale europea della cultura e nel 2019 ha ospitato il XIV Festival olimpico invernale della gioventù europea. Nell'ottobre 2019, Sarajevo è stata designata come Città creativa dell'UNESCO per aver posto la cultura al centro delle sue strategie di sviluppo, è inoltre una delle diciotto "Cities of Film".

Alla conformazione attuale della città si è giunti attraverso tre distinte fasi di crescita, la prima ebbe luogo durante il primo periodo del governo ottomano (1460-1600), la seconda negli anni di pace dell'impero austro-ungarico (1883-1914) e l'ultima con l'epoca socialista (1945-1994), durante tutti questi periodi la città venne governata da "grandi costruttori" che, ognuno secondo la sua visione di città, formarono e riformarono il tessuto urbano.[1]

Dalle origini al XVIII secolo

L'area occupata dalla Sarajevo odierna è stata continuamente abitata dall'età della pietra. Ne sono tutt'oggi rimaste delle evidenti tracce, anche se maggiormente dovute a delle successive ricostruzioni. Una città romana si trovava all'estremo occidentale della valle, in corrispondenza del sobborgo di Ilidža, attualmente una località termale le cui acque sulfuree erano già in uso in epoca romana, si hanno ritrovamenti di pavimentazioni in mosaico e capitelli dell'epoca romana.

Studi della seconda metà del XX secolo hanno confutato la teoria che la città fosse costruita sui resti di un'antica città chiamata Vrhbosna (letteralmente Cima-bosnia), questo nome era infatti usato per definire un'intera area amministrativa e venne diffuso dai mercanti di Dubrovnik che lo usavano per individuare uno specifico mercato in uno dei villaggi dell'area.[2]

Tra il 540 e il 800 gli slavi originari dalle zone delle attuali Polonia e Ucraina colonizzarono il sud-est dell'Europa, la penisola balcanica e quindi l'area dell'attuale Bosnia. Divisi in tribù e legati a religioni animiste vennero progressivamente convertiti al Cristianesimo e dominati in successione da Croati, Serbi, Bizantini, Ungheresi. Nel XII secolo venne costituito uno stato medievale che comprendeva l'area di Sarajevo, Visoko e Zenica inizialmente soggetto alla sovranità del Regno di Ungheria ma che dal 1180 divenne autonomo anche se travagliato da lotte tra famiglie nobili. All'epoca della conquista ottomana la zona era abitata da popolazioni cristiane sia ortodosse sia cattoliche ma nessuna delle due confessioni aveva una vera e propria struttura organizzata, questo lasciò ampio spazio alla diffusione dell'islamismo.[3]

L'anno generalmente ricordato come quello di fondazione della città è il 1461, quando il primo governatore ottomano in Bosnia, Isa-Beg Isaković, trasformò il raggruppamento di villaggi in una città e in una capitale, costruendo degli edifici chiave, e in particolare una moschea, un mercato coperto, bagni pubblici, un ostello e ovviamente il Palazzo (saray) del Governatore.

Sarajevo ha iniziato a prosperare nel XVI secolo quando il suo maggiore costruttore Gazi Husrev-beg diede vita a quasi tutto quello che oggi compone la città vecchia.

Durante una incursione condotta nel 1699 dal principe Eugenio di Savoia contro l'Impero ottomano, Sarajevo fu bruciata e rasa al suolo. La città in seguito fu ricostruita anche se non si riprese mai pienamente dalla distruzione, tanto che la capitale della Bosnia fu spostata a Travnik.

Dal XIX al XX secolo  Sarajevo tra il 1890 e il 1900

Nel 1878 la Bosnia fu occupata dall'impero austro-ungarico: architetti e ingegneri invasero Sarajevo cercando di ricostruirla come una moderna capitale europea. Questo portò alla fusione delle parti della città ancora costruite in stile ottomano con l'architettura contemporanea occidentale. Sarajevo ospita anche brillanti esempi del periodo della Secessione e dello stile pseudo-moresco.

Nel 1914 la città fu lo scenario dell'evento che scatenò la prima guerra mondiale: l'assassinio, il 28 giugno di quell'anno, dell'arciduca d'Austria ed erede al trono imperiale Francesco Ferdinando e di sua moglie.

In seguito alla seconda guerra mondiale Sarajevo divenne un importante centro industriale regionale della Jugoslavia e di conseguenza è cresciuta molto rapidamente. I nuovi quartieri sono stati costruiti a ovest della città vecchia e sono andati accrescendo l'unicità dell'architettura della città.

Dal XX al XXI secolo
  Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra in Bosnia e Assedio di Sarajevo.
 Sarajevo nel maggio del 1996 dopo l'assedio

Il momento di massima crescita della città si ebbe agli inizi degli anni ottanta quando Sarajevo venne nominata città ospitante dei giochi olimpici invernali.

A causa dell'inizio della guerra in Jugoslavia, il 6 aprile 1992 la città venne accerchiata ed in seguito assediata dalle forze serbe. La guerra, che è durata fino all'ottobre del 1995, ha portato distruzione su larga scala e una fortissima percentuale di emigrazione.

Tra i beni culturali maggiormente devastati dal conflitto si rammentano la Biblioteca Nazionale ed Universitaria, che era il monumento più rappresentativo dell'architettura pseudo-moresca del XIX secolo, il "Museo nazionale della Bosnia ed Erzegovina" che fu danneggiato e la Moschea di Gazi Husrev-beg (del XVI secolo).

La ricostruzione della città è iniziata a partire dal marzo del 1996, subito dopo la fine della guerra.

Il centro storico ottomano e la parte ottocentesca, di impronta austriaca, a parte alcuni singoli edifici sono completamente rimessi a nuovo. I segni più evidenti della guerra si possono ancora trovare nella città nuova, Novo Sarajevo, dove molti edifici sono ancora distrutti, e accanto ad essi sono molti i cantieri di nuovi centri commerciali ed edifici destinati ai servizi.

^ Donia, p. 2. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Donia ^ Donia, pp. 10-11.
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