Monteriggioni

Monteriggioni è un comune italiano di 9 919 abitanti della provincia di Siena in Toscana. Fa parte della cosiddetta Montagnola Senese.

 Nell'anno del Signore 1213, indizione seconda, nel mese di marzo al tempo del Signore Guelfo di Ermanno di Paganello da Porcari Podestà di Siena, del Signore Arlotto da Pisa, giudice oculato, e di Ildebrando di Usimbardo camerario di Siena, questo castello di Monteriggioni fu iniziato nel nome di Dio e quindi racchiuso completamente da mura con spese e lavori sostenuti in proprio dal popolo di Siena.Il Medioevo Le origini

Il Castello di Monteriggioni fu costruito dai senesi, per ordinanza del podestà Guelfo da Porcari, in un periodo compreso tra il 1213 e il 1219. Il terreno, acquistato dalla famiglia nobile Da Staggia, era la sede di un'antica fattoria longobarda (la denominazione di Montis Regis probabilmente indicava un fondo di proprietà regale o che godeva di esenzioni fiscali da parte della corona).

La costruzione del castello ad opera della Repubblica di Siena ebbe principalmente scopo difensivo, in quanto il borgo sorse sul monte Ala in posizione di dominio e sorveglianza della Francigena, per controllare le valli dell'Elsa e dello Staggia in direzione di Firenze, storica rivale di Siena.

L'edificazione praticamente ex novo di un castello rappresentava una novità nella politica espansionistica senese: in precedenza, infatti, la città aveva acquistato castelli già esistenti, come quello di Quercegrossa.

Il tracciato circolare delle mura fu ottenuto semplicemente seguendo l'andamento naturale della collina.

Non c'è accordo degli storici sull'eventuale presenza del ponte levatoio. Certa è invece la presenza delle saracinesche, ovvero spesse porte di legno ricoperte di ferro che venivano azionate tramite carrucole. Anche oggi le due porte presentano i segni dei cardini e delle buche causati dalle stanghe di chiusura. Sulla porta San Giovanni si possono anche notare i segni del rivellino, un'altra struttura difensiva di forma rettangolare collocata di fronte alla porta e anch'essa dotata di un ponte levatoio o di una seconda porta.

Il Castello di Monteriggioni era inoltre circondato dalle cosiddette carbonaie, ovvero fossati pieni di carbone che veniva incendiato per respingere gli assalti.

Eventi successivi

Dopo l'edificazione del castello i fiorentini e i senesi si batterono per il suo possesso nel 1244, quando i guelfi fiorentini espulsi dalla loro città entrarono a Monteriggioni, ma raggiunti dai ghibellini aiutati dai senesi furono catturati e uccisi, e nel 1254, quando rientrati i guelfi a Firenze misero sotto assedio Monteriggioni che resistette sino a che la guarnigione tedesca, mal pagata e raggiunta dalla notizia della morte del loro re Corrado IV a Napoli, si fece corrompere e consegnò il fortilizio. Ma già nel 1234 i Fiorentini misero a ferro e a fuoco le terre senesi e papa Gregorio IX si adoperò per la pace allo scopo di evitare che l'imperatore Federico II intervenisse per aiutare la città ghibellina di Siena. Il trattato di pace venne firmato a Monteriggioni e si definirono i nuovi confini tra le due città rivali: Siena dovette cedere Poggibonsi, liberare Montalcino e riconsegnare Chianciano.

Nel 1269, dopo la battaglia di Colle (ricordata da Dante nel XIII canto del Purgatorio), i senesi sconfitti si rifugiarono a Monteriggioni, assediato, ma invano, dai fiorentini.

In seguito alla peste del 1348 - 1349 i senesi decisero di far risiedere a Monteriggioni un capitano con alcuni fanti per proteggere la popolazione dai malfattori che imperversavano nella zona.

Nel 1380, secondo quanto si può leggere negli statuti del comune et uomini di Monteriggioni, gli abitanti di Monteriggioni erano considerati "cittadini di Siena".

Nel 1383 un gruppo di esuli senesi si impadronì del Castello con l'inganno, ma si arrese poco dopo.

L'età moderna

Tra il 1400 e il 1500 furono interrate le mura per resistere meglio ai colpi dell'artiglieria. Si rese quindi inutile anche l'utilizzo delle carbonaie.

Nel 1526 i fiorentini assediarono Monteriggioni con 2000 fanti e 500 cavalieri, bombardando le mura con l'artiglieria. Il Castello di Monteriggioni però resistette e, il 25 luglio di quello stesso anno, nella battaglia di Camollia, i senesi sconfissero l'esercito pontificio, alleato dei fiorentini, che interruppero immediatamente l'assedio.

Il 27 aprile del 1554 Monteriggioni venne ceduto a tradimento, senza alcun combattimento, dal capitano Bernardino Zeti[1], fuoriuscito fiorentino, al Marchese di Marignano che nel 1555 sconfisse definitivamente la Repubblica di Siena. Questo episodio è considerato dagli storici come l'evento che segna il termine dell'epoca comunale in Italia.

Cosimo I dei Medici impose la sua signoria sul territorio e gli abitanti di Monteriggioni vennero portati schiavi a Firenze.

Monteriggioni fu poi ceduta dai Medici alla famiglia Golia di Siena, che a loro volta lo cedettero ai Batta. Fu poi incluso nel ducato di Gian Galeazzo Visconti, pervenendo poi ai Fabbroni, ai Daddi e nel 1704 agli Accarigi, che passarono il vitalizio alla famiglia Griccioli, che tuttora mantiene possedimenti nel castello e nelle campagne circostanti.

Monteriggioni e la Via Francigena La Piramide, obelisco commemorativo del lavoro di bonifica del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo del Pian del Lago sulla Via Francigena La Piramide, obelisco commemorativo del lavoro di bonifica del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo del Pian del Lago sulla Via Francigena

Negli ultimi anni Monteriggioni ha assunto maggiore rilevanza turistica essendo stata inserita all'interno del percorso della Via Francigena dal Consiglio D'Europa, fa quindi parte degli Itinerari Culturali. In questo contesto costituisce la tappa 32. Si tratta di un percorso a piedi che parte da Piazza Roma di Monteriggioni e arriva a Piazza del Campo di Siena, per un percorso di 20,6 km[2]. Per questa sua rilevanza nell'ambito della Via Francigena è stato inserito all'interno di un progetto di ricostruzione territoriale del paesaggio medioevale[3].

Simboli Stemma

Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 16 dicembre 1936.[4]

«Di rosso, a tre torri merlate alla guelfa, la centrale aperta di nero, unite da mura racchiudenti due altre torri, la destra torricellata di un pezzo e finestrata di nero, l'altra sormontata da una guardiola merlata, nel centro una chiesa, il tutto al naturale e fondato su una campagna di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»

Gonfalone

Il gonfalone è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 14 gennaio 1970.[4]

«Drappo di rosso, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma del comune, con l'iscrizione centrata in argento: «Comune di Monteriggioni.»

^ Il tradimento di Bernardino-Zeti, su piccoliesploratori.com. URL consultato il 30 gennaio 2024. ^ vie Francigene, Itinerario Culturale, su viefrancigene.org (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2016). ^ L. Massi, Paesaggio Virtuale La Via Francigena tra Monteriggioni e San Gimignano, 2014. ^ a b Monteriggioni, su Archivio Centrale dello Stato.
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