Matera (AFI: [maˈtɛːra], ; Matàrë in dialetto materano, pron. [ma'ta:rə]) è un comune italiano di 59 651 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia della Basilicata.

È conosciuta nel mondo per gli storici rioni Sassi, che ne fanno una delle città ancora abitate più antiche al mondo. I Sassi sono stati riconosciuti il 9 dicembre 1993, nell'assemblea di Cartagena de Indias (Colombia), patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, primo sito dell'Italia meridionale a ricevere tale riconoscimento.

Nel 1663 fu separata dalla provincia di Terra d'Otranto, di cui aveva fatto parte per secoli, per divenire, fino al 1806, capoluogo dell'allora provincia di Basilicata nel Regno di Napoli. Durante questo periodo la città...Leggi tutto

Matera (AFI: [maˈtɛːra], ; Matàrë in dialetto materano, pron. [ma'ta:rə]) è un comune italiano di 59 651 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia della Basilicata.

È conosciuta nel mondo per gli storici rioni Sassi, che ne fanno una delle città ancora abitate più antiche al mondo. I Sassi sono stati riconosciuti il 9 dicembre 1993, nell'assemblea di Cartagena de Indias (Colombia), patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, primo sito dell'Italia meridionale a ricevere tale riconoscimento.

Nel 1663 fu separata dalla provincia di Terra d'Otranto, di cui aveva fatto parte per secoli, per divenire, fino al 1806, capoluogo dell'allora provincia di Basilicata nel Regno di Napoli. Durante questo periodo la città conobbe un'importante crescita economica, commerciale e culturale. Matera è stata la prima città del meridione a insorgere in armi contro il nazifascismo ed è per questo tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione essendo stata insignita nel 1966 della medaglia d'argento al valor militare e tra le città decorate al valor civile essendo stata insignita nel 2016 della medaglia d'oro al valor civile.

Il 17 ottobre 2014 è stata designata, insieme alla bulgara Plovdiv, capitale europea della cultura per il 2019.

Nel 2021 fu sede del G20 dei Ministri degli Affari esteri e Ministri dello Sviluppo.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Matera.
 Sasso Barisano

Le origini di Matera sono molto remote e ne è testimonianza il ritrovamento nel territorio circostante di alcuni insediamenti senza soluzione di continuità sin dall'età paleolitica[1]. Infatti nelle grotte sparse lungo le Gravine materane sono stati ritrovati diversi oggetti risalenti a quell'epoca, testimonianti la presenza di gruppi di cacciatori. Nel periodo Neolitico gli insediamenti diventarono più stabili, tanto che sono presenti tracce evidenti di diversi villaggi trincerati che risalgono a quel periodo, in particolare sulla Murgia Timone. Con l'Età dei metalli nacque il primo nucleo urbano, quello dell'attuale Civita, sulla sponda destra della Gravina[1]. Sorta su un preistorico villaggio trincerato, la città ha probabili origini greche, come afferma il Volpe nelle sue Memorie storiche profane e religiose sulla città di Matera, citando anche l'Ughelli, il Pacichelli ed il Padre Bonaventura da Lama che erano giunti a tale conclusione. Ciò sarebbe confermato dall'emblema della città, il bue con le spighe di grano, che secondo il Volpe stesso è un simbolo tipico della Magna Grecia[2]; inoltre il Gattini cita l'ipotesi di alcuni storici secondo i quali riprodurrebbe l'emblema della città di Metaponto, che era appunto un bue, mentre le spighe di grano erano figure ricorrenti nelle monete greche. Gattini a conferma di ciò cita anche alcuni versi del poeta Tommaso Stigliani: «Il marinaro di Metaponto antica, la quale a nostra età dett'è Matera», e fa riferimento all'accoglienza data da Matera ai profughi metapontini dopo la distruzione della loro città da parte di Annibale.

 Sasso Caveoso Veduta dal Belvedere Piazzetta Pascoli, compresa tra la Cattedrale ed il sasso Caveoso

Nel periodo della Magna Grecia Matera ebbe stretti rapporti con le colonie situate sulla costa meridionale e, successivamente, in età romana fu solo centro di passaggio ed approvvigionamento[3]. Nel 664 d.C. Matera passò sotto il dominio longobardo e venne annessa al Ducato di Benevento. I secoli IX e X furono caratterizzati da aspre lotte fra gli stessi Longobardi, i Saraceni ed i Bizantini, che tentarono più volte di impadronirsi del territorio; la città fu distrutta nell'867 dalle truppe di Ludovico II, imperatore dei Franchi, proprio nel tentativo di cacciare i Saraceni che nel 847 avevano costituito l'emirato di Bari.

 Veduta della città ne Il Regno di Napoli in prospettiva, 1703, di Giovan Battista Pacichelli

Nel frattempo, a partire dall'VIII secolo, diversi monaci si stabilirono lungo le grotte della Gravina trasformandole in chiese rupestri. Dopo l'insediamento dei Normanni avvenuto nel 1043 la città conobbe un periodo di pace. Nei secoli seguenti, fra carestie e terremoti, Matera fu a lungo città Regia, in quanto si liberava dal dominio feudale riscattandosi più volte, ma sotto gli Aragonesi la città fu ceduta al conte Giovan Carlo Tramontano, che nel 1514 venne ucciso dalla popolazione oppressa dalle tasse. Nel 1663, in epoca spagnola, Matera uscì dalla provincia di Terra d'Otranto, di cui fino ad allora era parte integrante, diventando capoluogo della Basilicata e sede di Regia Udienza. Tale titolo le rimase fino al 1806, quando Giuseppe Bonaparte trasferì le competenze a Potenza. Nel periodo risorgimentale, il comitato prodittatoriale lucano non mantenne le promesse sulla redistribuzione delle terre demaniali, cominciò a diffondersi un malessere, anche fomentato dai legittimisti, che a Matera esplose l'otto agosto 1860 con l'eccidio Gattini, primo sintomo di ribellione che precedette il brigantaggio postunitario. Nel 1927 la città divenne capoluogo di provincia.

Matera fu la prima città del Mezzogiorno ad insorgere contro i nazisti; infatti il 21 settembre 1943, giorno dell'insurrezione e della strage di Matera, il popolo materano insorse contro l'oppressione esercitata dall'occupazione nazista. Undici persone trovarono la morte a seguito dei mitragliamenti tedeschi in ritirata. La giornata raggiunse il suo culmine con la feroce rappresaglia nazista che costò la vita ad altre 15 persone, sia civili che militari, fatte saltare in aria nel "palazzo della milizia". Nel 1945 vi furono tra le prime nel meridione, sommosse popolari per l'assegnazione delle terre incolte che si risolsero con l'emanazione fra il 1946 e il 1947 dei decreti Ponte (da Aurelio Ponte, prefetto di Matera); furono anticipatarie della riforma agraria. Nel 1948 nacque la questione dei Sassi di Matera, sollevata da Palmiro Togliatti prima, e da Alcide De Gasperi dopo. Nel 1952 una legge nazionale stabilì lo sgombero dei Sassi e la costruzione di nuovi quartieri residenziali che svilupparono la città nuova nella quale confluirono i 15.000 abitanti dei Sassi. Nel 1980 fu parzialmente danneggiata dal terremoto dell'Irpinia e dalle scosse che seguirono. Nel 1986 una nuova legge nazionale finanziò il recupero degli antichi rioni materani, ormai degradati da oltre trent'anni di abbandono. Nel 1993, in una conferenza a Cartagena de Indias, la città venne proclamata "Patrimonio dell'umanità" e nel 2014 "capitale europea della cultura 2019".

Simboli  Gonfalone civico

Lo stemma della città è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 2 ottobre 1939.[4]

«D'azzurro, al bue fermo d'argento, con tre spighe in bocca e sulle corna una corona gigliata, sormontata in capo dalla lettera M, il tutto d'oro. Motto: Bos Lassus Firmius Figit Pedem

Il motto latino Bos lassus firmius figit pedem si può tradurre con: "il bue stanco affonda la zampa più fermamente"; tale motto, che indica come un popolo pacifico ma stanco dei soprusi può ribellarsi al giogo, rappresenta la morale dell'episodio che vide il popolo materano ribellarsi ed assassinare il conte Giovan Carlo Tramontano[5].

Secondo il Racioppi[6], lo stemma di Matera è un'arma parlante, in quanto la lettera "M" in alto sarebbe l'iniziale del nome della città, mentre le spighe in bocca al bue aggiungerebbero il resto del nome; infatti spiga in greco si dice "Ather-Eros", quindi dall'insieme delle parole si ottiene Mather-Eros, da cui Matera. La corona che il bue ha sulla testa indicherebbe che la città era libera, cioè non dipendente da alcun feudatario ma direttamente dalla corona reale.

Secondo altre interpretazioni, lo scudo porta sull'alto del campo, in argento, la lettera M in oro; e nel basso del campo è un bue che agli araldisti usa dire "passante", con in bocca tre spighe. Alla testa del bue sormonta una corona principesca. Intorno all'orlo dello scudo corre una lista su cui è scritto il motto di "Bos lassus firmius figit pedem". Il detto è forse stato coniato dopo l'uccisione del conte Gian Carlo Tramontano, esprimendo la stanchezza per le oppressioni e le gabelle che la cittadinanza materana doveva pagare al conte. Quanto allo scudo, la lettera M in oro si presume possa indicare l'iniziale lettera del nome della città. Ma secondo altri indicherebbe anche la parola municipio essendo stata Matera Regio Demanio, e quindi dipendente direttamente dal re. Questo spiega anche il perché della corona principesca presente sopra il capo del bue. Resta, dunque, proprio la figura del bue la più difficile da decifrare. C'è chi ritiene che il bue indichi la famiglia Del Balzo, che viene dal francese baux, la cui fonetica somiglia molto alla parola bue. Altri ritengono fermamente che il bue e le spighe simboleggino il possesso di terre fertili dedite alla pastorizia e all'agricoltura. Le spighe invece hanno una certa somiglianza con quelle della monetazione metapontina, il che dà maggiori certezze sul nome di Matera, che potrebbe derivare dai fondatori della città, i cittadini di Metaponto ed Heraclea, scampati ai Romani. Quindi Met-Hera.

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Onorificenze
  Lo stesso argomento in dettaglio: Insurrezione di Matera e Strage di Matera.

Matera è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione per la quale le è stato insignito il premio della Medaglia d'argento al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni durante la seconda guerra mondiale. Tale onorificenza venne conferita il 1º settembre 1966 e consegnata tre anni dopo dal Ministro della Difesa, il quale decorò della medaglia il gonfalone della città e scoprì una lapide con la seguente iscrizione:

«Matera prima città del Mezzogiorno insorta in armi contro il nazifascismo addita l'epico sacrificio del 21 settembre 1943 alle generazioni presenti e future perché ricordino e sappiano con pari dignità e fermezza difendere la libertà e la dignità della coscienza contro tutte le prevaricazioni e le offese»

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria 
Medaglia d'argento al valor militare
«Indignati dai molteplici soprusi perpetrati dal nemico, gruppi di cittadini insorsero contro l'oppressore e combatterono con accanimento, pur con poche armi e munizioni, per più ore, senza smarrimenti e noncuranti delle perdite. Sorretti da ardente amor di Patria, con coraggio ed ardimento, costrinsero l'avversario, con aiuto di elementi militari, ad abbandonare la Città prima dell'arrivo delle truppe alleate. Città di Matera, 21 settembre 1943»
— 1º settembre 1966

Il 19 agosto 2016 è stata conferita alla città la Medaglia d'oro al valor civile[7], consegnata dal Presidente della Repubblica durante una cerimonia svoltasi al Quirinale il 17 novembre 2016[8]:

Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria 
Medaglia d'oro al valor civile
«Durante gli ultimi giorni di permanenza dei tedeschi in città, la popolazione materana, sempre più esasperata dalle distruzioni, dai saccheggi e dai soprusi compiuti dagli invasori che si preparavano alla ritirata, si rese protagonista di atti di eroismo e di martirio per contrastare la violenza perpetrata dagli occupanti, sia nel centro urbano che nelle campagne, che causò rastrellamenti e numerose vittime innocenti. Splendido esempio di identità comunitaria e alto spirito umanitario, orientati ad affermare i valori di libertà e giustizia. Settembre 1943 - Matera.»
— 19 agosto 2016[7]

Premio Giorgio La Pira dalla Città metropolitana di Firenze[9].

“Per la sua capacità di proiettarsi nella comunità internazionale, per la sua determinazione e apertura al cambiamento. Per la tenacia nel capovolgere stereotipi culturali che le ha valso la designazione a patrimonio culturale UNESCO e a capitale europea della cultura del 2019. In particolare per l'impegno congiunto di cittadini, associazioni e istituzioni a favore di iniziative e progetti inclusivi che ne fanno una delle città simbolo di un sistema culturale integrato”.

- 7 novembre 2018

^ a b Rota-Tommaselli-Conese, p. 6. ^ Francesco Paolo Volpe, Memorie storiche, profane e religiose sulla città di Matera (PDF), 1818, pp. 11-12. ^ Raffaele Giura Longo, pp. 62-63. ^ Natera, decreto 1939-10-02 DCG, riconoscimento di stemma, su Archivio Centrale dello Stato. ^ Il Castello del conte Tramontano, su sassiweb.it. URL consultato l'8 marzo 2010. ^ Giacomo Racioppi, Storia dei popoli della Lucania e della Basilicata, Roma, Ermanno Loescher & C., 1889. ^ a b Medaglia d'oro al valor civile, Città di Matera, su quirinale.it. ^ Il Presidente Mattarella ha consegnato la Medaglia d'Oro al Merito civile alla città di Matera, su quirinale.it. ^ Unity in diversity, il premio La Pira a Genova, Matera e Nuevo Cuscatlàn, su News dalle Pubbliche Amministrazioni della Città Metropolitana di Firenze, 7 novembre 2018.
Fotografie di:
Martin de Lusenet from Heemskerk, Netherlands - CC BY 2.0
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