Castel del Monte
Castel del Monte è una fortezza del XIII secolo fatta costruire da Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia, sulla sommità di una collina a 540 metri s.l.m nell'altopiano pugliese delle Murge settentrionali. Si trova nell'omonima frazione del comune italiano di Andria, sita a 17 km dalla città, nei pressi della località di Santa Maria del Monte. Inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 1996, nel 2014 è stato il trentesimo sito statale italiano più visitato, con 206.924 visitatori e un introito lordo totale di 518.960 Euro. Inoltre è raffigurato sulla versione italiana della moneta da 1 centesimo di euro.
Tra le prime testimonianze scritte riguardanti la costruzione dell'edificio è ben conosciuta la lettera inviata dall'Imperatore Federico II Hohenstaufen il 29 gennaio 1240 da Gubbio, con la quale ordinò al giustiziere di Capitanata Riccardo da Montefuscolo che venissero predisposti i materiali e tutto il necessario per la costruzione di un castello presso la chiesa e monastero di Santa Maria del Monte (non più esistenti) «quod apud Sanctam Mariam de Monte fieri volumus» (che presso S. Maria del Monte vogliamo sia costruito).[1]
Un'importante testimonianza che riguarda il Monastero di Santa Maria del Monte è la Bolla “Dignitatem ecclesiis” privilegio di papa Callisto II del 6 novembre 1120 diretto all'Arcivescovo di Trani Bisanzio II; questa documenta l'esistenza in tale data del Monastero di Santa Maria del Monte e la sua appartenenza alla città ed all'arcidiocesi di Trani: "-(...); monasterium Sanctae Mariae de Monte, quod in territorio Tranensis civitatis situm est, (...).-"; Trad.: "Il monastero di Santa Maria del Monte, che si trova nel territorio della città di Trani" (il testo completo in latino e la relativa traduzione sono nelle note).[2][3]
Lo stato di avanzamento dei lavori al 1240 non è ancora chiaro: secondo alcuni studiosi, infatti, la costruzione del castello in quella data potrebbe già essere giunta alle coperture.[4]
Incerta è anche l'attribuzione a un preciso architetto: alcuni riconducono l'opera a Riccardo da Lentini ma molti sostengono che a ideare la costruzione fu lo stesso Federico II. Pare che sia stato costruito sulle rovine di una precedente fortezza prima longobarda e poi normanna.[5] Probabilmente alla morte di Federico II (avvenuta nel 1250) l'edificio non era ancora terminato.
Dai tempi dell'imperatore Federico fino a Giovanna I, regina di Napoli, questa splendida fortezza fu sempre denominata "Castello di Santa Maria del Monte". La prima volta che fu descritto senza l'appellativo "Santa Maria", quindi semplicemente "Castel del Monte" è in un decreto di re Ferdinando d'Aragona, datato dal Castello di Altamura, il 1º dicembre 1463.[6] Fu raramente adibito a feste; fra queste nel 1246 si ricordano le nozze di Violante, figlia naturale di Federico e Bianca Lancia con il conte di Caserta Riccardo Sanseverino.[5]
Castel del Monte è stato anche un luogo destinato alla funzione di carcere. Sotto il Regno di Manfredi vi fu imprigionato Marino da Eboli dopo la congiura del 1253[7]. Sotto la giurisdizione di Carlo I invece vi furono imprigionati, in via del tutto segreta e sotto la custodia del castellano Golardo Saumeri, i figli piccoli di Manfredi: Enrico, Federico, Enzio[8] e Corrado di Caserta con Enrico di Castiglia.
Nel 1528 a causa di una spedizione francese nel Regno di Napoli, Castel del Monte fu devastato e bombardato. L'8 settembre 1552 fu venduto al Conte di Ruvo, Don Fabrizio Carafa, al prezzo di 100.000 Ducati. Negli anni a seguire, i Carafa nominavano i castellani e vi impiantarono una panetteria con mulino e un forno. Per i Carafa fu un incantevole luogo di villeggiatura[9]. A partire dal XVII secolo seguì un lungo periodo d'abbandono, durante il quale il castello venne spogliato degli arredi e delle decorazioni parietali di marmo (le cui tracce restano visibili solo dietro i capitelli) e divenne oltre che carcere anche un ricovero per pastori, briganti e profughi politici. Nel 1876 il castello, in condizioni di conservazione estremamente precarie, venne infine acquistato (per la somma di 25.000£) dallo Stato italiano, che ne predispose il restauro a partire dal 1879.
Il 24 giugno 1883 il cavaliere Buongiovannini, ispettore centrale dei monumenti presso il Ministero della Pubblica Istruzione e l'ingegnere del Genio Civile Francesco Sarlo tennero un convegno sul restauro del manufatto.[10] Nel 1928 il restauro diretto dall'architetto Quagliati rimosse il materiale di risulta all'esterno del castello e demolì parte delle strutture pericolanti, ricostruendole in seguito per dare al castello un aspetto "ringiovanito"; questo non ne arrestò il degrado e si dovette procedere a un ulteriore restauro tra il 1975 e il 1981.[4]
Nel 1996 l'UNESCO lo ha inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità per il rigore matematico ed astronomico delle sue forme e per l'armoniosa unione degli elementi culturali del nord Europa, del mondo islamico e dell'antichità classica, tipico esempio di architettura del medioevo.[11]
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