Contesto di Catalogna

La Catalogna (AFI: /kataˈloɲɲa/; in catalano: Catalunya, /kətəˈɫuɲə/; in spagnolo: Cataluña, /kataˈluɲa/; in occitano: Catalonha, /kataˈluɲɔ/) è una comunità autonoma spagnola situata all'estremità nord-orientale della Penisola iberica, tra i Pirenei e il Mediterraneo. Copre un'area di 32 108,2 km² e ha una popolazione di 7 543 825 abitanti. È composta da quattro province, Barcellona, Gerona, Lleida e Tarragona, e il suo capoluogo è la città di Barcellona. Confina a nord con la Francia (regione Occitania,...Leggi tutto

La Catalogna (AFI: /kataˈloɲɲa/; in catalano: Catalunya, /kətəˈɫuɲə/; in spagnolo: Cataluña, /kataˈluɲa/; in occitano: Catalonha, /kataˈluɲɔ/) è una comunità autonoma spagnola situata all'estremità nord-orientale della Penisola iberica, tra i Pirenei e il Mediterraneo. Copre un'area di 32 108,2 km² e ha una popolazione di 7 543 825 abitanti. È composta da quattro province, Barcellona, Gerona, Lleida e Tarragona, e il suo capoluogo è la città di Barcellona. Confina a nord con la Francia (regione Occitania, da cui è separata dalla catena dei Pirenei) e Andorra, a ovest con l'Aragona, ad est con il mar Mediterraneo, e a sud con la Comunità Valenciana.

Si dichiara nazione nel preambolo del proprio statuto di autonomia del 2006, di cui successivamente vari articoli furono dichiarati incostituzionali dalla Corte costituzionale con sentenza motivata del 2010, ed è costituzionalmente riconosciuta come nazionalità; una parte dei votanti catalani esprime rivendicazioni indipendentistiche derivanti da proprie peculiarità linguistiche, culturali ed economiche. Costituisce inoltre il più esteso e popolato dei territori catalanofoni noti, anche in virtù di connotazioni politiche, come paesi catalani.

Di più Catalogna

Informazioni di base
  • Moneta Euro
  • Nome originale Catalunya
  • Dominio Internet .cat
  • Speed limit 120
  • Mains voltage 230V/50Hz
Population, Area & Driving side
  • Popolazione 7747709
  • La zona 31895
  • Lato guida right
Cronologia
  •   Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Catalogna.
     Miniatura all'incirca del XV secolo delle Corti catalaneLeggi tutto
      Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Catalogna.
     Miniatura all'incirca del XV secolo delle Corti catalane Corpus di sangue (1640)

    Abitata fin dal Paleolitico, la Catalogna fu occupata da colonie Greche, Cartaginesi e poi divenne parte dell'Impero romano. Caduto l'Impero romano, la regione fu occupata dai Visigoti e poi divenne territorio di al-Andalus, il nome con il quale gli Arabi musulmani chiamavano la parte della Penisola iberica che avevano conquistato.

    La Catalogna fu occupata dai Franchi e fu durante la dominazione carolingia che si sviluppò una cultura catalana, sotto l'egemonia della Contea di Barcellona, di fatto indipendente dal X secolo. Con il matrimonio tra Raimondo Berengario IV di Barcellona e Petronilla di Aragona la contea di Barcellona si unì dinasticamente al Regno di Aragona, per cui la Catalogna divenne la base navale della Corona d'Aragona, mentre la Contea di Barcellona e le altre contee catalane adottarono un'entità politica comune conosciuta come Principato di Catalogna, che sviluppò un sistema istituzionale (Corts, Costituzioni, Generalitat) che limitava il potere reale. L'espansione della Corona d'Aragona raggiunse il suo massimo tra il XIII e il XIV, quando divenne uno degli stati più potenti d'Europa estendendo il suo dominio fino alle isole italiane.

    Il secondo quarto del XIV secolo vide cambiamenti cruciali per la Catalogna, segnati da una successione di catastrofi naturali, crisi demografiche, stagnazione e declino dell'economia catalana e l'aumento delle tensioni sociali.

    Attraverso matrimoni, il principato di Catalogna si unificò alla Corona d'Aragona e poi a quella di Castiglia.[1] La Spagna cominciò la politica coloniale con la scoperta dell'America e il potere politico si spostò verso la Castiglia. Le tensioni tra le istituzioni catalane e la monarchia, insieme alla crisi economica e alle rivolte dei contadini hanno causato conflitti, come la guerra dei mietitori (1640-1652). Tuttavia, fino all'avvento della dinastia dei Borboni, con la Guerra di successione spagnola, la Catalogna rimase con notevole indipendenza politica e con delle sue leggi. Durante la stessa guerra la Catalogna appoggiò le pretese del membro del ramo Austriaco degli Asburgo. Con la sconfitta delle truppe catalane, il nuovo re Filippo V, decretò la fine delle principali istituzioni politiche catalane, decretò la fine delle strutture territoriali, tra cui la corona di Aragona e quindi il Principato di Catalogna.[2]

    Nel corso del XVIII secolo, la Catalogna sperimentò una crescita economica significativa, aiutata alla fine del secolo dalla fine del commercio monopolistico tra Castiglia e colonie americane. L'occupazione napoleonica, come in buona parte d'Europa, portò un periodo turbolento, sia dal punto di vista politico che da quello economico, con una notevole industrializzazione nel secondo terzo del secolo.

    Fino alla Seconda Repubblica spagnola, la Catalogna recuperò e riperse vari gradi di autonomia dal potere centrale, tra cui il recupero dell'uso ufficiale della sua lingua. La guerra civile del 1936-1939, che portò alla fine della Repubblica e all'avvento di Francisco Franco, cancellò nuovamente l'autonomia della Catalogna, al punto che il catalano fu dichiarato illegale. Dopo la morte di Franco, la Catalogna votò favorevolmente per la nuova Costituzione e divenne una delle Comunità Autonome all'interno della Spagna.[2]

    La forte spinta identitaria dei catalani, tuttavia, non trovò una risposta né durante la transizione democratica, né nei decenni successivi, tanto che ancora oggi è causa di frizioni con il governo centrale.

    Indipendentismo
      Lo stesso argomento in dettaglio: Indipendentismo catalano.
     Proteste indipendentiste nel 2012

    Dalla fine del XIX secolo si è organizzato un movimento politico di autodeterminazione catalano, inizialmente rivendicando una semplice autonomia per la regione per poi passare ad una più radicale posizione indipendentista.[3]

    Un tentativo di proclamazione della Repubblica Catalana indipendente ebbe luogo negli anni venti, ma fu prontamente stroncato dal regime di destra condotto dal dittatore spagnolo Miguel Primo de Rivera. Alla caduta della monarchia nel 1931, anche se vi fu un notevole indebolimento del potere centrale le manifestazioni furono pressoché nulle, si osservò infatti un riavvicinamento al governo nazionale. Durante la guerra civile, la Catalogna sostenne fino allo sfinimento le forze repubblicane, per paura di un altro regime totalitario. La sconfitta fu pesantissima, con un danno economico e sociale: l'uso e l'insegnamento del catalano furono infatti vietati dal dittatore Francisco Franco.

    Uscita nel 1975 dalla dittatura, la Catalogna attuò una politica di forte collaborazione con il governo per poter cogliere ogni occasione di ripresa dopo il franchismo: per oltre trent'anni non si parlò quasi più di indipendenza. Nei primi anni 2000 risorsero alcuni partiti indipendentisti che crebbero sempre di più, arrivando a conquistare la maggioranza assoluta dei seggi regionali nel 2015, ma non dei voti[4]. Nel novembre del 2014 si è poi tenuta una "consultazione non referendaria" sull'indipendenza della Catalogna. A tale consultazione, patrocinata dal governo regionale catalano, non è stata riconosciuta alcuna validità dal governo centrale spagnolo, forte della Costituzione del 1978 che ribadisce l'unità ed indivisibilità della Spagna. Il risultato della consultazione è stato di netta affermazione dell'opzione indipendentista (con l'80% dei voti a favore[5]), ma fortemente viziato da una partecipazione al voto inferiore al 35%.

    Il 1º ottobre 2017 si è tenuto un referendum per l'indipendenza, preventivamente dichiarato illegale con sentenza unanime dalla Corte Costituzionale spagnola[6] e come tale non è stato riconosciuto dal Governo centrale, che ha ordinato l'intervento delle forze di polizia per impedirne lo svolgimento[7]. Con un'affluenza di circa il 43%, il "sì" ha ottenuto oltre il 90% dei voti (dati offerti dal governo regionale catalano, senza controllo da parte di un'autorità indipendente).[8] Il successivo 10 ottobre,[9] il governo della comunità autonoma ha dichiarato unilateralmente la costituzione di uno stato repubblicano indipendente di Catalogna[10], approvando il 27 ottobre, nel Parlamento catalano, una risoluzione per dichiararlo[11]. In risposta il Senato spagnolo commissaria la Comunità Autonoma con l'applicazione dell'art.155 della Costituzione. In conseguenza, il Parlamento catalano viene sciolto e il presidente Carles Puigdemont destituito, il che lo spinge a rifugiarsi in Belgio per evitare l'arresto[12].

    Il 21 dicembre 2017, in seguito alle elezioni regionali per il Parlamento catalano, l'insieme dei partiti indipendentisti raggiunge la maggioranza assoluta dei seggi (70 su 135) ma non dei voti (47,32%); il partito unionista Ciudadanos è tuttavia risultato il primo partito, con 36 seggi e 1 109 732 voti[13].

    Il 14 febbraio 2021, nelle elezioni anticipate per il Parlamento regionale, l'insieme dei partiti indipendentisti raggiunge nella storia spagnola post-franchista il maggior numero di seggi in parlamento (74 su 135) e di voti in percentuale (50,9%), arrivando per la prima volta alla maggioranza assoluta dei votanti[14].

    ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ReferenceB ^ a b Che cosa succede tra Catalunya e Spagna?, in IL Magazine, 14 giugno 2017. URL consultato il 1º ottobre 2018. ^ Claret, Jaume; Santirso, Manuel (2014). La construcción del catalanismo. Historia de un afán político. Madrid: Los Libros de la Catarata. ISBN 978-84-8319-898-8. ^ Elezioni Catalogna 2015, i risultati: vittoria degli Indipendentisti: hanno la maggioranza dei seggi, ma non dei voti - Il Fatto Quotidiano, in Il Fatto Quotidiano, 27 settembre 2015. URL consultato il 1º ottobre 2017. ^ F. Q., Referendum Catalogna, l'80,2% vuole indipendenza. Indagati gli organizzatori, su ilfattoquotidiano.it, 14 novembre 2014. URL consultato il 25 marzo 2015. ^ Catalogna, i 'no' di Costituzione e Corte Suprema al referendum per l'indipendenza, in ANSA, 20 settembre 2017. ^ Catalogna, il giorno del voto. La polizia nazionale sgombera i seggi, cariche e violenza, in Repubblica.it, 1º ottobre 2017. URL consultato il 1º ottobre 2017. ^ AGI - Agenzia Giornalistica Italia, Nel referendum in Catalogna ha vinto il Sì. Che succede ora?, su Agi. URL consultato il 2 ottobre 2017. ^ La settimana di passione catalana, in IL Magazine, 4 ottobre 2017. URL consultato il 1º ottobre 2018. ^ Catalogna, la dichiarazione di indipendenza, in LaStampa.it. URL consultato l'11 ottobre 2017. ^ Il parlamento catalano ha dichiarato l'indipendenza - Il Post, in Il Post, 27 ottobre 2017. URL consultato il 27 ottobre 2017. ^ Catalogna, chiesta incriminazione per Puigdemont ma il leader catalano vola a Bruxelles, in Repubblica.it, 30 ottobre 2017. URL consultato il 7 marzo 2018. ^ Indipendentisti catalani avranno maggioranza assoluta. Ma il primo partito è Ciudadanos, in Repubblica.it, 21 dicembre 2017. URL consultato il 23 dicembre 2017. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Resultados Elecciones Cataluña 2021 | EL PAÍS
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