Lisbona (in portoghese Lisboa, [ɫɨʒˈboɐ]) è la capitale e la principale città del Portogallo. Con una popolazione censita di 545 923 abitanti all'interno dei suoi confini amministrativi, e circa 3 milioni nella sua area urbana (undicesima nell'Unione Europea) è la città più popolosa del Paese. Situata sull'estremità occidentale della penisola iberica, presso l'estuario del fiume Tago (Tejo in portoghese), è amministrativamente la capitale e geograficamente la zona più occidentale dell'Europa continentale.

Lisbona è considerata una città globale in virtù della sua discreta importanza in settori come finanza, commercio, editoria, arte, commercio internazionale, istruzione e turismo. È un importante centro economico, con un settore finanziario in crescita e uno tra i più importanti porti affacciati sull'Atlantico. L'aeropor...Leggi tutto

Lisbona (in portoghese Lisboa, [ɫɨʒˈboɐ]) è la capitale e la principale città del Portogallo. Con una popolazione censita di 545 923 abitanti all'interno dei suoi confini amministrativi, e circa 3 milioni nella sua area urbana (undicesima nell'Unione Europea) è la città più popolosa del Paese. Situata sull'estremità occidentale della penisola iberica, presso l'estuario del fiume Tago (Tejo in portoghese), è amministrativamente la capitale e geograficamente la zona più occidentale dell'Europa continentale.

Lisbona è considerata una città globale in virtù della sua discreta importanza in settori come finanza, commercio, editoria, arte, commercio internazionale, istruzione e turismo. È un importante centro economico, con un settore finanziario in crescita e uno tra i più importanti porti affacciati sull'Atlantico. L'aeroporto di Lisbona serve circa 20 milioni di passeggeri all'anno e importanti strade e autostrade collegano la capitale alle altre città portoghesi. La città è la sesta più visitata dell'Europa meridionale dopo Roma, Barcellona, Madrid, Atene e Milano, con 1 740 000 turisti nel 2009. La regione di Lisbona ha un PIL pro-capite considerevolmente più alto della media nazionale, al decimo posto nella UE con 110 miliardi di euro e 39375 € pro capite, dato del 40% più alto rispetto alla media dell'unione. La maggior parte dei quartier generali delle multinazionali portoghesi è localizzata in città, che è anche il maggior centro politico del Paese, essendo sede del Governo e della presidenza della Repubblica.

Nel 2020, la città ha ricevuto il Premio Capitale verde europea.

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Dal Neolitico all'Impero Romano

Durante il Neolitico la regione è stata abitata da popolazioni di origine iberica che a quel tempo occupavano anche altre regioni dell'Europa atlantica. Come prova di questa occupazione rimangono dolmen e menhir, che si possono vedere nelle campagne intorno alla città.

Reperti archeologici suggeriscono che la città sia stata sotto l'influenza dei fenici fin dal 1200 a.C.; alcuni storici ipotizzano che un centro di commercio fenicio occupasse il centro dell'attuale città, sul versante meridionale della collina del Castello. Il porto naturale formato dalla foce del fiume Tago rendeva la città un luogo ideale per rifornire di prodotti alimentari le navi fenice in viaggio verso le Isole Scilly e la Cornovaglia. Oltre che come punto di sosta, un approdo alla foce del fiume più importante della penisola iberica era interessante anche per gli scambi commerciali con l'entroterra, permettendo l'accesso a prodotti come materiali preziosi, sale e i famosi cavalli lusitani. La nuova città si sarebbe chiamata Allis Ubbo, "Approdo Sicuro" in lingua fenicia.

In passato si credeva che Lisbona fosse stata fondata dai Fenici e questo sembrerebbe accreditato dai recenti ritrovamenti di reperti fenici risalenti all'VIII secolo a.C. sotto la medievale Sé de Lisboa, la cattedrale della città moderna. La maggior parte degli storici moderni, tuttavia, ritiene che Lisbona fosse un antico insediamento di popolazioni autoctone (ciò che i romani chiamavano un oppidum) che ha mantenuto prolungate relazioni commerciali con i fenici.

I greci conoscevano Lisbona con il nome di "Olisipo", che, secondo il mito, fu fondata da Ulisse durante il suo viaggio di ritorno da Troia ad Itaca.

Dall'Impero Romano alla dominazione araba

Durante le guerre puniche, una volta sconfitto Annibale, i romani decisero di privare Cartagine di uno dei suoi territori più importanti: l'Hispania, il nome latino della penisola iberica. Olisipo (od "Olisippo"[1]) si schierò subito con i romani e inviò soldati a combattere a fianco dei legionari contro le tribù celtiche del nord-ovest. Come compenso Olisipo fu integrata nella Repubblica romana nel 205 a.C. in qualità di comune romano col nome di Felicitas Julia[1]; furono garantite completa autonomia su un territorio fino a 50 km attorno alla città, esenzione dalle tasse e cittadinanza romana per tutti gli uomini liberi che vi abitavano.

Durante il periodo di Augusto furono erette delle mura difensive, un grande teatro, delle terme (sotto l'attuale Rua da Prata), numerosi templi, una necropoli (sotto l'attuale Praça da Figueira), un grande foro e numerose abitazioni nella zona tra il castello di San Giorgio e l'attuale centro cittadino.

La città fu da sempre economicamente forte grazie al commercio del sale, del vino, dei cavalli e del garum, una salsa di pesce molto apprezzata al tempo. Fu tuttavia con la sconfitta della pirateria e le innovazioni tecnologiche che la città assunse grande importanza come punto strategico per il commercio con la Cornovaglia, la zona del Reno e anche con l'interno della penisola iberica.

La città era anche un punto di collegamento tra due importanti città del tempo: Bracara Augusta (oggi Braga) ed Emerita Augusta, capitale della Lusitania romana (oggi Mérida in Spagna).

Olisipo, come la maggior parte delle grandi città occidentali dell'Impero romano, fu un centro per la diffusione del Cristianesimo. Il suo primo vescovo attestato fu Potamio (circa 356). Secondo la tradizione Lisbona fu il luogo del martirio dei cosiddetti Santi martiri di Lisbona, i fratelli Maxima, Verissimus e Julia.

Sul finire della dominazione romana, Olisipo subì numerose invasioni da parte di Alani e Vandali, che dominarono la regione tra il 409 d.C. ed il 429 d.C. Tra il 409 d.C. e il 585 d.C. la regione di Olisipo fu dominata per lunghi periodi dagli svevi, che avevano istituito un regno in Gallaecia (l'attuale Galizia a nord del Portogallo) con capitale Bracara Augusta (oggi Braga).

Nel 585 d.C. Olisipo fu aggregata al regno visigoto di Toledo che arrivò così a comprendere l'intera penisola iberica. Il nome fu cambiato in Ulishbona.

Il periodo arabo

Il 6 agosto 711 la città fu conquistata dagli Omayyadi,[1] guidati da Abd al-Aziz ibn Musa. Sotto la dominazione islamica la città fu nota con il nome di al-ʾIšbūnah (in arabo الأشبونة?). La città, divenuta un importante centro commerciale ed amministrativo, si arricchisce di varie strutture, di natura militare e civile: venne realizzata una nuova cinta muraria (cerca moura) e un castello sul sito dell'attuale castello di San Giorgio. La città fiorì e conobbe un'ampia espansione. Durante la dominazione musulmana si sviluppa il quartiere dell'Alfama, il più antico di Lisbona e tra i pochi ad aver conservato la sua fisionomia medievale avendo subito solo danni di lieve entità in seguito al terremoto del 1755. La popolazione divenne sotto la dominazione araba estremamente eterogenea: oltre ai musulmani, in città vivevano cristiani di rito mozarabico ed ebrei, ai quali fu concesso lo status di Dhimmi. L'influenza araba è ancora visibile in alcuni toponimi di Lisbona.

La prosperità di Lisbona la rende un obiettivo appetibile per invasori esterni: nel 798 la città viene catturata e saccheggiata da Alfonso II delle Asturie, mentre nell'844 la città viene conquistata ed occupata per diversi giorni dai vichinghi nell'ambito delle operazioni militari che sarebbero culminate nell'attacco vichingo di Siviglia.

Politicamente Lisbona è nel corso del IX secolo sottoposta al califfato di Cordova. Nel primo decennio dopo l'anno mille, Lisbona, in seguito alla frammentazione del califfato, passò sotto il controllo della prima taifa di Badajoz, creata dal saqaliba Sabur. In seguito la città divenne il centro di una taifa indipendente governata dai successori di Sabur, i figli Abd al-Aziz ibn Sabur e Abd al-Malik ibn Sabur. La taifa di Lisbona sopravvive fino al 1034, quando viene nuovamente conquistata dalla taifa di Badajoz, retta dalla nuova dinastia degli Aftasidi. Nel 1093 la città viene brevemente occupata dal regno di León, passando in seguito sotto il controllo degli Almoravidi, che la tennero per circa un cinquantennio. Infine passa a far parte della autoproclamata seconda taifa di Badajoz, sorta in seguito alla crisi della dinastia almoravide.

Diversi geografi e viaggiatori arabi hanno lasciato descrizioni di Lisbona nell'ultimo secolo di dominazione musulmana, lodandone la prosperità e la bellezza. Tra questi troviamo Muhammad al-Idrisi e Yaqut.

Lisbona attraverso la riconquista cristiana, l'età delle scoperte e l'unione iberica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Portogallo nell'era delle grandi scoperte.

Il 25 ottobre 1147 Alfonso I di Portogallo, al comando di un esercito comprendente forze portoghesi e crociati[1], dopo un lungo assedio[1] che durava dal 1º luglio, conquista Lisbona. La conquista della città fu particolarmente violenta. Essa viene descritta nella cronaca redatta da un crociato, nota come De expugnatione Lyxbonensi.

Questo evento fu senza dubbio uno dei più importanti nella storia di Lisbona. Anche dopo la conquista cristiana una significativa popolazione musulmana continuò a risiedere nella città di Lisbona, abitando nel quartiere della Mouraria, posto sulle pendici nord-occidentali della collina dove sorge il castello di San Giorgio. Analogamente, Lisbona continuò ad ospitare una popolazione ebraica, distribuita in vari quartieri (judiarias), ovvero la Judiaria Grande, la Judiaria Nova e la Judiaria da Alfama (le ultime due sorsero nel XIV secolo). Dopo la riconquista venne consacrata la cattedrale di Lisbona e nominato quale primo vescovo delle nuova diocesi l'inglese Gilberto di Hastings.

Lisbona ebbe i primi documenti ufficiali di città (foral) nel 1179. Nel 1255 (o 1245[1]) divenne capitale del regno del Portogallo in virtù della sua posizione centrale. Nel 1290 vi venne fondata la prima università del Portogallo, chiamata Estudo Geral (nel XVI secolo tuttavia tale istituzione fu trasferita a Coimbra ed oggi è conosciuta come Università di Coimbra).

Nel 1496 venne decretata l'espulsione o la conversione forzata di tutti i non cristiani presenti nel regno. Questa decisione determinò l'allontanamento o l'assimilazione delle minoranze ebraica e musulmana che fino ad allora erano rimaste componenti distinguibili della popolazione di Lisbona.

Tra il XV ed il XVII secolo da Lisbona partirono moltissimi viaggi di esplorazione,[1] che permisero a Bartolomeo Diaz di doppiare il Capo di Buona Speranza e a Vasco da Gama di raggiungere l'India nel 1497.

Il XVI secolo segna l'epoca d'oro per Lisbona. La città divenne il centro del commercio europeo con l'Africa, l'India, l'Estremo Oriente e, più tardi, il Brasile. Divenne anche il punto di partenza per esplorare le ricchezze di spezie, di schiavi, lo zucchero, i tessuti e altri prodotti. Questo è stato il momento dell'esuberante stile manuelino, che ha lasciato il suo segno in due dei monumenti più importanti di Lisbona: la Torre di Belém e il Mosteiro dos Jerónimos, entrambi inseriti tra i siti del patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO.

Nel 1580 il Portogallo perse la sua indipendenza in favore della Spagna in seguito alla guerra di successione portoghese entrando a far parte dell'Unione Iberica. L'indipendenza fu proclamata nel 1640, quando la viceregina del Portogallo Margherita di Savoia venne posta agli arresti da un gruppo di congiurati nel palazzo della Ribeira a Lisbona. Il sovrano Filippo IV di Spagna venne dichiarato decaduto e venne proclamato Giovanni IV del Portogallo della dinastia dei Braganza quale nuovo sovrano. Da questi eventi sarebbe scaturita la guerra di restaurazione portoghese.

Il terremoto del 1755
  Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoto di Lisbona del 1755.
 
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Veduta di Lisbona di autore sconosciuto, realizzata intorno al 1730. L'opera, intitolata D. João III e o núncio apostólico da Índia o A partida de São Francisco Xavier, testimonia l'aspetto della città prima del terremoto del 1755.

All'inizio del XVIII secolo, con una popolazione stimata di circa 250 000 abitanti, Lisbona era una delle città più grandi d'Europa. Nel corso dei secoli precedenti la città aveva già sperimentato alcuni importanti terremoti che avevano causato però danni tutto sommato contenuti.

Alle 9,40 circa della mattina del 1º novembre 1755, quando molte persone erano intente ad assistere alla messa, si verificò una scossa di terremoto di magnitudo stimata attorno al 9º grado della scala Richter con epicentro in mare a circa 200 km al largo di Cabo de São Vicente. La scossa di terremoto provocò il crollo di molti edifici e numerosi incendi che si propagarono per la città a macchia d'olio; i sopravvissuti, per sfuggire al fuoco, si radunarono nella Baixa, vicino al fiume. Circa 40 minuti dopo uno tsunami, generato dalla stessa scossa,[1] colpì Lisbona distruggendo tutta la parte bassa della città.

Secondo le stime ufficiali ci furono tra 30 000 e 40 000 morti e fu distrutto circa l'85% della città. Tra gli edifici più importanti che andarono distrutti vi furono il palazzo della Ribeira, dimora della famiglia reale (scampata al terremoto in quanto quel giorno fuori città), e l'Hospital Real de Todos os Santos, il più grande edificio pubblico del tempo. Tra i pochi quartieri di Lisbona ad essere poco danneggiati dal terremoto vi fu l'Alfama.

Dopo il terremoto il Primo Ministro del tempo, Sebastião José de Carvalho e Melo, primo marchese di Pombal,[1] prese in mano la situazione e guidò la ricostruzione della città. Invece di ricostruire sulle orme della precedente città medievale, Pombal decise di demolire le strutture danneggiate dal terremoto e costruire un nuovo centro cittadino in conformità alle moderne regole urbanistiche dettate dall'Illuminismo. Dalla sua iniziativa sorse il quartiere centrale della Baixa, anche chiamato Baixa Pombalina.

Lisbona nel XIX e XX secolo  Ponte 25 aprile La cattedrale di Lisbona

Nei primi anni del XIX secolo il Portogallo fu invaso dalle truppe di Napoleone Bonaparte, che costrinsero la regina Maria I e il figlio, Principe Reggente João (futuro re Giovanni VI) a fuggire temporaneamente in Brasile nel 1808. In questa occasione moltissime proprietà furono saccheggiate dagli invasori.

La città sentiva tutta la forza del nascente movimento liberale portoghese, dando vita alla sua tradizione di caffè e teatri. Nel 1879 fu inaugurata l'Avenida da Liberdade, in sostituzione di un precedente giardino pubblico, che divenne ben presto il salotto di Lisbona.

Il 1º febbraio 1908, mentre attraversava il Terreiro do Paço, l'attuale Praça do Comércio, accompagnato dalla sua famiglia, il re Carlo I di Portogallo fu assassinato con due colpi di pistola da due attentatori repubblicani.

In seguito Lisbona fu teatro della rivolta repubblicana del 5 ottobre 1910 che depose il successore di Carlo I, Manuele II del Portogallo, inaugurando la Prima Repubblica portoghese. Dopo questa rivoluzione, tuttavia, il Portogallo rimase in una situazione politicamente molto confusa, sostanzialmente in una guerra civile. Tra il 1910 ed il 1926 si succedettero 45 governi, quasi tutti di origine militare, e due presidenti furono assassinati.

Nel 1926 prende il comando il generale António Óscar Carmona, che rimane al potere fino al 1931. Nel 1932, dopo aver ricoperto l'incarico di ministro delle finanze, António de Oliveira Salazar viene nominato Primo Ministro. Inizia così una politica incentrata sul pieno potere del primo ministro, sostenuto dalla Chiesa e dall'alta borghesia; è la fine della libertà di stampa e dei sindacati ed inizia l'epoca dell'Estado Novo: è il fascismo portoghese, dichiaratamente ispirato al fascismo italiano.

Durante la seconda guerra mondiale tuttavia il Portogallo rimane neutrale, rendendo quindi Lisbona il maggior porto di partenza per i profughi che si andavano a rifugiare negli Stati Uniti d'America.

Il 25 aprile 1974 Lisbona fu teatro della rivoluzione dei Garofani che mise fine all'Estado Novo e instaurò la nuova democrazia in Portogallo.

Il 5 agosto 1988 un incendio distrusse 18 edifici nella zona di Chiado, provocando 2 morti e 70 feriti; secondo gli storici fu il più grave danneggiamento di Lisbona dopo il terremoto del 1755. In seguito gli edifici furono ricostruiti mantenendo le facciate come l'originale, mentre l'interno fu costruito con concezione moderna.

Nel 1994 Lisbona è stata Capitale europea della cultura.

Nel 1998 si tenne a Lisbona l'Expo, giusto in tempo per commemorare il 500º anniversario del viaggio di Vasco da Gama in India. Per l'occasione fu costruito un quartiere completamente nuovo, Parque das Nações, e il ponte Vasco da Gama, il più lungo d'Europa con i suoi 17,2 km.

Simboli  Stemma della città
  Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Lisbona.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Bandiera di Lisbona.

Lo stemma della città consiste in uno scudo d'oro su cui è presente un esteso vascello nero e argenteo su un mare di sette onde alternativamente verdi e argento. Ad entrambe le estremità della nave si trovano due corvi rivolti verso il centro del campo.

La bandiera della città riporta un gheronato bianco e nero con, nel centro, lo stemma di cui sopra.

^ a b c d e f g h i TCI, p. 272.
Fotografie di:
Łukasz Dzierżanowski - CC BY 2.0
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