La torre di São Vicente o, più comunemente, torre di Belém (in portoghese: torre de Belém) è una torre fortificata che si trova a Lisbona.
La torre è un sito del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO per il ruolo avuto nell'Era delle scoperte, quando servì sia da fortezza che da porto da cui gli esploratori portoghesi partirono per i primi commerci europei con Cina e India.
Nel tardo XV secolo, il re Giovanni II progettò un sistema di difesa per la foce del fiume Tago, con la costruzione della fortezza di Cascais e della fortezza di São Sebastião di Caparica sul lato sud del fiume. Questi forti però non coprivano completamente la foce del fiume e, servendo una maggior protezione, venne commissionata la costruzione di una torre che fungesse anche da porta cerimoniale di Lisbona.
La costruzione della torre progettata da Giovanni II venne poi ultimata tra il 1515 e il 1521, sotto il regno di Manuele I[1], dall'architetto militare Francisco de Arruda e da Diogo Boitaca, che era anche il primo architetto del vicino monastero dos Jerónimos, e venne dedicata a San Vincenzo, il santo patrono di Lisbona.
La torre è composta da un bastione e da una torre di 4 piani alta 30 metri[2] e, anche se incorpora accenni di altri stili architettonici, è un fulgido esempio dello stile manuelino portoghese.
Diverse guide sostengono che la torre fosse stata costruita in mezzo al Tago e che ora si trova vicino alla riva per effetto del terremoto del 1755 che avrebbe deviato il corso del fiume, ma tale ricostruzione non è confermata da fonti certe. Sia il ministero portoghese della cultura che l'Istituto del patrimonio architettonico affermano invece che in origine la torre fosse stata costruita su una piccola isola rocciosa vicino alla riva del Tago e, poiché il litorale si è progressivamente spostato verso sud nel corso degli anni, la torre è ormai quasi sulla riva del fiume.[3]
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