Contesto di Taiwan

Taiwan (/taiˈwan/, 臺灣/台灣T), ufficialmente la Repubblica di Cina (中華民國T, 中华民国S, Zhōnghuá MínguóP, Chung-hua Min-kuoW ) è uno Stato insulare dell'Asia orientale, costituito da Formosa e dagli arcipelaghi di Penghu, Kinmen e Matsu, ma che nella sua costituzione rivendica anche la sovranità sulla Cina continentale e la Mongolia Esterna. Dal 1949, l'isola ospita il governo della Repubblica di Cina sorta nel 1912, dandole quindi continuità politica; la Cina continentale, invece, è governata dalla Repubblica Popolare Cinese. Entrambe le Cine rivendicano la sovranità l'una sull'altra.

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Taiwan (/taiˈwan/, 臺灣/台灣T), ufficialmente la Repubblica di Cina (中華民國T, 中华民国S, Zhōnghuá MínguóP, Chung-hua Min-kuoW ) è uno Stato insulare dell'Asia orientale, costituito da Formosa e dagli arcipelaghi di Penghu, Kinmen e Matsu, ma che nella sua costituzione rivendica anche la sovranità sulla Cina continentale e la Mongolia Esterna. Dal 1949, l'isola ospita il governo della Repubblica di Cina sorta nel 1912, dandole quindi continuità politica; la Cina continentale, invece, è governata dalla Repubblica Popolare Cinese. Entrambe le Cine rivendicano la sovranità l'una sull'altra.

È nota come Taiwan dal nome dell'isola principale che costituisce l'entità statale o, nelle lingue neolatine, Formosa. In ambito internazionale, specialmente sportivo, Taiwan è altresì conosciuta come Taipei Cinese per via dell'opposizione diplomatica della Cina all'uso di un nome indipendente, in quanto essa considera Taiwan come una propria provincia. Viene inoltre indicata come Cina nazionalista per distinguerla dalla Repubblica Popolare Cinese, detta invece Cina popolare.

Non è riconosciuta né dalla Repubblica Popolare Cinese (la Cina continentale propriamente detta) né, de iure, dagli altri quattro membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU (Stati Uniti, Russia, Regno Unito e Francia), nonché dal Canada, dal Giappone e dagli altri Stati dell'Unione europea. La Repubblica di Cina intrattiene tuttavia con essi rapporti di collaborazione e di commercio (solitamente con un ufficio di rappresentanza facente funzioni di ambasciata, a nome Taiwan o Taipei) ed è pertanto de facto percepita come stato indipendente. Da marzo 2023 - dopo l'interruzione dei legami diplomatici da parte dell'Honduras - è riconosciuta ufficialmente come l'unico governo legittimo dell'intera Cina da soli 13 Stati sovrani in tutto il mondo, fra cui la Santa Sede.

La storica capitale della Repubblica di Cina è Nanchino, collocata tuttavia nella Cina continentale; attualmente il governo di Taiwan non riconosce una capitale de iure, mentre la capitale de facto e sede del governo centrale è Taipei. La lingua ufficiale è il cinese mandarino, scritto tuttavia mediante caratteri tradizionali, il che lo differenzia dal cinese scritto nella Repubblica Popolare Cinese, che utilizza i caratteri semplificati.

L'economia di Taiwan è una delle più fiorenti in Asia e dopo l'abolizione della legge marziale nel 1987, l'isola ha assistito ad un sorprendente processo di democratizzazione.

Di più Taiwan

Informazioni di base
  • Moneta Dollaro taiwanese
  • Nome originale 中華民國
  • Prefisso telefonico +886
  • Dominio Internet .tw
  • Mains voltage 110V/60Hz
  • Democracy index 8.94
Population, Area & Driving side
  • Popolazione 23593794
  • La zona 36193
  • Lato guida right
Cronologia
  •   Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Taiwan e Storia della Cina.
    Cosmologia mitologica Leggi tutto
      Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Taiwan e Storia della Cina.
    Cosmologia mitologica  Grande Tempio di Xuanyuan Huangdi, a Huangling, Yan'an, Shaanxi. 黃帝 Huángdì è una figura storico-religiosa fondamentale per la civiltà cinese; simbolo del sovrano cosmico che, come axis mundi, congiunge il Cielo (del cui polo è personificazione) con la Terra. Huangling è il luogo dove, secondo i miti tradizionali, il Dio Giallo nella sua incarnazione mortale (軒轅 Xuānyuán) sarebbe stato sepolto. Altro Tempio del Dio Giallo a Jinyun, Lishui, Zhejiang. Templi di tal sorta sono molto diffusi nella Cina odierna, in virtù della grande importanza data dal governo del Paese al culto di Xuanyuan. Cerimonia pubblica al Tempio di Shennong Yandi a Suizhou, in Hubei. Shennong Yandi è il dio dell'agricoltura, della tecnica, e antenato dei Cinesi del sud.
      Lo stesso argomento in dettaglio: Tre augusti e cinque imperatori.

    Più si risale indietro nella storia della Cina, più i fatti documentati si intrecciano con la mitologia di questa civiltà. I grandi antenati, progenitori delle etnie che popolano la Cina e istitutori della civiltà cinese, sono considerati il riflettersi nel piano della materia di divinità cosmiche (ordinatrici del mondo). Tra di essi sono di precipua importanza Fuxi, Nüwa e Shennong, rispettivamente personificazioni delle potenze numinose del Cielo (Tian), della Terra (Di) e della razionalità umana (ren); e i Cinque Dèi (Wufang Shangdi) — il Dio Giallo, il Dio Nero, il Dio Blu/Verde, il Dio Rosso e il Dio Bianco —, manifestazioni nello spazio (le quattro direzioni più il centro) e nel ciclo del tempo dell'anno (le quattro stagioni), ognuna caratterizzata da uno dei cinque elementi e da uno dei cinque pianeti/stelle del sistema del Sole, della potenza del supremo Dio del Cielo (Tian o Shangdi), identificata come operante nel polo nord della volta celeste.

    Tra le figure degli dèi-antenati fondatori hanno primaria importanza Huangdi (黃帝, il "Dio Giallo" o "Imperatore Giallo", omofono del titolo poi usato dagli imperatori, scritto però con i grafemi 皇帝, che significano "divo imperatore" o "divo re") — che rappresenta il centro e asse della cosmologia del Dio del Cielo, da cui il suo nome come essere terreno, 軒轅 Xuānyuán, che significa "Asse del Carro" del polo nord celeste — e sua moglie Leizu: l'uno sarebbe l'ideatore dell'intera tradizione culturale-statuale cinese e sarebbe il progenitore di tutti i Cinesi Han, l'altra avrebbe introdotto nella Valle del Fiume Giallo l'uso del baco da seta. Altri poi gli dèi-antenati o eroi culturali di grande importanza, tra cui Yu il Grande, vissuto alla fine del III millennio a.e.v., identificato come colui che introdusse l'uso delle armi di bronzo.

    Prime dinastie

    La tradizione cinese tramanda l'esistenza di tre antiche dinastie nel periodo che precede il III secolo a.C (nel 221 a.C. ci fu l'avvento dell'impero Qin, il primo impero della storia cinese). Secondo il mito, la più antica dinastia sarebbe quella degli Xia (夏朝) intorno al 2100 a.C., che venne soppiantata dalla dinastia Shang (商朝), la quale cedette infine il posto a quella dei Zhou.

    Se si includono le dinastie riportate dalla tradizione, la storia complessiva delle dinastie cinesi coprirebbe perciò un arco di quattro millenni.

    Dalla preistoria all'età del bronzo
      Lo stesso argomento in dettaglio: Culture neolitiche cinesi e Lista di siti dell'età del bronzo in Cina.

    Le tracce più antiche di Homo erectus ritrovate in Cina sono quelle dell'uomo di Yuanmou (袁某直立人). Nel 1965 nel distretto di Yuanmou vennero ritrovati due denti incisivi appartenenti ad un ominide maschio adulto rinominato Homo erectus Yuanmouensis. Gli incisivi sono stati fatti risalire, attraverso la datazione archeomagnetica a 1.700.000 anni fa. Esso costituisce l'ominide più antico ritrovato non solo in Cina ma nell'intera Asia.[1] L'Homo erectus meglio studiato è invece l'uomo di Pechino (北京人), risalente a 780.000-680.000 anni fa. I fossili di Homo sapiens più antichi risalgono invece a 18.000-11.000 anni fa. Grazie ai cambiamenti climatici che seguirono il ritiro dei ghiacci, tra il VIII e il IV millennio a.C. si assistette alla transizione da comunità di cacciatori-raccoglitori a gruppi dediti all'agricoltura e all'allevamento del bestiame.[2]

    I reperti archeologici testimoniano l'esistenza di un gran numero di comunità umane insediatesi su un vasto territorio che comprende le valli del Fiume Azzurro e del Fiume Giallo. La caratteristica principale di questi insediamenti risiede nell'altissimo grado di differenziazione culturale che si riscontra nei manufatti, nella struttura delle abitazioni e in generale nelle testimonianze della vita collettiva di ciascuna comunità.[3] Secondo gran parte degli storici e archeologi moderni il modello più credibile per le origini della civiltà cinese si basa quindi su una molteplicità di culture regionali sviluppatesi in maniera autonoma, caratterizzate da sfere di influenza che talvolta entravano in contatto tra loro.[4] L'adozione di questo modello policentrico segna un netto punto di svolta rispetto alla tesi tradizionale (frutto dei miti fondativi e delle tradizionali cronache imperiali), fondata sull'idea di un'origine unitaria della civiltà cinese, e rappresenta uno dei più importanti risultati scientifici raggiunti grazie all'introduzione della storia e dell'archeologia moderne in Cina agli inizi del XX secolo.[3]

    A partire dal III millennio a.C. gli scavi archeologici testimoniano l'esistenza di diverse comunità urbane, sparse su insediamenti di epoca neolitica: molti dei quali si trovano nelle pianure circostanti il fiume Giallo. I più antichi manufatti di bronzo mai ritrovati in Cina risalgono invece al 3100-2700 a.C., nel sito archeologico della cosiddetta cultura di Majiayao (馬家窯). Esistono reperti riconducibili a diverse culture dell'età del bronzo, ma l'utilizzo di questo materiale rimase molto diffuso fino al V secolo a.C.

    L'epoca pre-imperiale

    La prima dinastia di imperatori cinesi è la dinastia Xia, fondata dal Grande Yu che lasciò il trono al figlio Qi e ai suoi discendenti, nel 2200 a.C.: l'ultimo Xia fu Jie, che venne detronizzato nel 1766 a.C. dai fondatori della successiva dinastia Shang. Durante quest'ultima nascono i primi pittogrammi, incisioni su dorsi di tartaruga a scopo augurale e divinatorio, che in seguito divennero gli ideogrammi della scrittura cinese: questa venne poi codificata durante il regno della dinastia successiva, gli Zhou, che regnarono dal 1122 a.C. al 770 a.C. In questo periodo il regno è sempre più diviso e iniziano le prime lotte fra province, che si accentua durante il periodo Chunqiu (primavere e autunni) 770-476 a.C., che segna l'ingresso della Cina nell'età del ferro: in questo periodo nasce e insegna Confucio (孔夫子). Alla fine la litigiosità dei principi locali smembra il regno degli Zhou e si apre con il periodo dei regni combattenti, in cui la Cina è frammentata in una decina di regni in perenne lotta fra di loro. In realtà, anche se queste dinastie sono incluse tra quelle imperiali, fino al 221 a.C. l'impero cinese propriamente detto non esiste, poiché questi regni non estendono il loro controllo se non su una parte della Cina. I poteri locali sono inoltre ancora molto forti e l'economia è basata sulla schiavitù, un po' come succede nell'Impero romano. È lo stesso primo imperatore della dinastia Qin (秦始皇帝) che avrebbe poi unificato la Cina a inventare un nuovo titolo, Huangdi, per designare una forma più alta di autorità e potere: quello dell'imperatore di tutta la Cina.

    La Cina imperiale  Territori occupati dalle dinastie e dagli Stati moderni della storia cinese

    Alla fine del III secolo a.C. rimanevano pochi grandi Stati indipendenti retti da diversi principi o re (T, wángP), caratterizzati da un sistema di alleanze in costante trasformazione. Tra i vari regni si distinse il regno di Qin, che si rese protagonista di una lunga campagna di conquiste militari, che provocò il capitolare degli altri Stati uno dopo l'altro. Questa campagna di espansione e unificazione territoriale durò lunghi anni e si concluse con la conquista e l'annessione dell'ultimo degli Stati avversari nel 221 a.C.

    Per la prima volta dopo secoli tutti i territori della Cina allora conosciuta erano sotto il dominio di un unico sovrano. In cerca di una nuova legittimazione, il sovrano di Qin abbandonò il titolo di re (王, wáng) per assumere quello di imperatore (皇帝, appellativo che fino a quel momento era rimasto prerogativa dei sovrani delle mitiche dinastie Xia, Shang e Zhou e che nessun signore, re o principe locale aveva mai deciso di reclamare per se stesso.

    Il re Qin divenne perciò "primo augusto imperatore di Qin", assumendo il nome formale di Qín Shǐ Huángdì e proclamando la nascita della dinastia Qin e con essa l'avvio della storia dell'impero cinese. Sotto l'egida di Qin Shi Huang avvenne la prima vera e propria unificazione politica, monetaria, militare e culturale del Paese: grazie all'impegno del primo ministro Li Si (李斯), un unico sistema di scrittura venne codificato e imposto per la prima volta in maniera uniforme su tutto il territorio dell'impero. È in questo periodo che si costruirono alcuni dei primi tratti della Grande Muraglia per proteggersi dalle incursioni nemiche (長城).

    La dinastia Qin sopravvisse pochi anni alla morte del primo sovrano: pochi anni dopo l'impero cadde preda della guerra tra due dei suoi più grandi generali. Il generale che uscì vittorioso dallo scontro ascese al trono imperiale con il nome di primo sovrano di una nuova dinastia, gli Han.

    La dinastia Han regnò dal 206 a.C. fino al 220 d.C.: sotto la dinastia Han si apre ufficialmente la via della seta (絲綢之路) e inizia il commercio con le province romane d'occidente. L'impero comincia a espandersi nell'Asia continentale, mentre il confucianesimo si afferma come ideologia della classe dirigente cinese. Nel 105 a.C. viene inventata la carta. Al cadere della dinastia Han l'impero si spezza di nuovo in tre Stati (periodo dei tre regni 三國, 220-265): regno Wei (魏國) a nord, regno Shu (蜀國) nell'attuale provincia del Sichuan e il regno Wu (吳國) a sud. La divisione è favorita dall'introduzione della religione buddista.

     Una delle statue che fa parte dell'esercito di terracotta nella tomba dell'imperatore Qin a Xi'an

    Segue la dinastia Jìn (晉朝), denominata "occidentale" nel periodo tra il 265 e il 316, durante la quale si verifica una riunificazione per un breve periodo, e "orientale" nel periodo tra il 317 e il 420 che vede Nanchino (南京) come capitale; dal 420 al 589 circa la Cina rimane divisa tra le dinastie del nord e del sud, mentre una nuova riunificazione avviene sotto la dinastia Sui (隋朝) tra il 581 e il 618, durante la quale la capitale diventa Xi'an (西安); dal 618 al 907 succede la dinastia Tang (唐朝), uno dei periodi di massima fioritura della cultura cinese, mentre il periodo dal 907 al 960 viene detto "delle cinque dinastie e dieci regni". Dal 960 al 1279 l'impero viene dominato dalla dinastia Song (宋朝). Tra il periodo Tang e quello Song vengono inventate la polvere da sparo, la stampa e la bussola.

    Il periodo successivo è segnato dall'invasione dei Mongoli (蒙古), civiltà che si trovava vicino all'impero cinese, sotto la guida di Gengis Khan e dei suoi discendenti, i quali liquidano la dinastia Song e fondano dal 1279 al 1366 con Kublai Khan (忽必烈, Hūbìliè) la dinastia Yuan (元朝), all'inizio della quale risalgono i viaggi di Marco Polo (馬可波羅) in Cina. Inizialmente la Cina fa parte dell'Impero mongolo e Kublai Khan era al tempo stesso sovrano di entrambe le entità territoriali; con la frammentazione dei vari Khanati, la dinastia Yuan si limita a governare la Cina. Il dominio mongolo è caratterizzato da una grave crisi demografica e gli invasori faticano a integrarsi con i vinti fino a che una rivolta popolare porta alla cacciata dei Mongoli e alla fondazione di una nuova dinastia nazionale, la dinastia Ming (明朝), dal 1368 al 1644. Sotto i Ming la Cina nel XV secolo costruisce in tre anni 1.681 navi 《漕船志》1501., di cui molte in grado di navigare nell'oceano aperto. Successivamente, per le pressioni dei Mongoli e dei Tartari, la Cina dovette impiegare le sue forze nella difesa dei confini sottraendole all'espansionismo marittimo, nel 1525 fu dato ordine all'esercito di distruggere qualsiasi vascello oceanico cinese che fosse stato avvistato lungo le coste; tale decisione fu la premessa del declino dell'impero cinese[ 1493 : uncovering the new world Columbus created. ].

    In seguito alla crisi dei Ming, i Manciù invadono la Cina e la conquistano fondando la dinastia Qing (清朝), rimasta al potere dal 1644 al 1912, la quale porta l'impero alla massima estensione territoriale, ma lentamente verso una crisi irreversibile. All'interno della Dinastia si consumarono disordini interni che culminarono con la Ribellione dei Turbanti Rossi, la fallita Ribellione dei Taiping che devastò la Cina meridionale negli anni 1850 e 1860 e la Rivolta di Dungan nel nord-ovest. A metà del XIX secolo, la dinastia affrontò l'imperialismo occidentale nelle Guerre dell'oppio con Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti d'America ed Impero Russo (durante la Seconda guerra dell'Oppio). La pace delle Due guerre prevederà un risarcimento dei danni di guerra, l'apertura dei porti al commercio con le potenze occidentali, a consentire l'extraterritorialità per i cittadini stranieri e a cedere Hong Kong ai britannici (Trattato di Nanchino del 1842, Trattati di Tientsin nel 1858 e la Convenzione di Pechino nel 1860). Nel 1894 scoppiò la Prima guerra sino-giapponese, che si concluse nel 1895 e portò alla perdita dell'influenza cinese sulla penisola coreana e alla cessione di Taiwan al Giappone.

    Dopo la guerra sino-giapponese del 1895 gli abitanti dei villaggi della Cina settentrionale iniziarono a temere l'espansione delle sfere di influenza straniere. Vi fu dunque una violenta rivolta anti-straniera, anti-cristiana e anti-imperialista in Cina tra il 1899 e il 1901, promossa dai Boxers, nominati così dagli inglesi perché molti di loro praticavano le arti marziali cinesi, chiamate all'epoca Chinese Boxing. L'Alleanza delle otto nazioni invase la Cina per sconfiggere i Boxer e i loro sostenitori Qing. La Ribellione dei Boxer si concluse con il Protocollo dei Boxer.

    Nel XIX secolo iniziò la grande diaspora cinese. Alle perdite dovute all'emigrazione si aggiunsero conflitti e catastrofi come la carestia della Cina settentrionale del 1876-1879, in cui morirono tra i 9 e i 13 milioni di persone.

    L'imperatore Guangxu elaborò un piano di riforme nel 1898 per stabilire una moderna monarchia costituzionale, ma questi piani furono ostacolati dall'imperatrice Cixi.

    Infine la Rivoluzione Xinhai del 1911-1912 mise fine alla dinastia Qing e istituì la Repubblica di Cina, dopo l'abdicazione di Pu Yi, l'ultimo imperatore della Cina, il 12 febbraio 1912.

    Nascita della Repubblica di Cina (1912-1927) History of China History of China Storia della Cina Preistoria Paleolitico c. 500 000 anni fa – c. 8500 a.C. Neolitico c. 8500 – c. 2070 a.C. Antica Dinastia Xia c. 2100-c. 1600 a.C. Dinastia Shang c. 1600-c. 1046 a.C. Dinastia Zhou c. 1045-256 a.C.  Dinastia Zhou occidentale  Dinastia Zhou orientale    Periodo delle primavere e degli autunni    Periodo degli Stati Combattenti Imperiale Dinastia Qin 221-206 a.C. Dinastia Han 206 a.C.-220 d.C.   Dinastia Han occidentale   Dinastia Xin   Dinastia Han orientale Tre Regni 220-265   Wei 220-265   Shu 221-264   Wu 222–280 Dinastia Jìn 265-420   Jin occidentale Sedici regni
    304–439   Jin orientale Dinastie del Nord e del Sud
    420-589 Dinastia Sui 581-618 Dinastia Tang 618-907   (Wu Zetian 690-705) Cinque dinastie
    e dieci regni

    907-960 Dinastia Liao
    907–1125 Dinastia Song
    960–1279   Song del Nord Xia occ.   Song del Sud Dinastia Jīn Dinastia Yuan 1271-1368 Dinastia Ming 1368-1644 Dinastia Qing 1644-1911 Moderna Repubblica di Cina 1912-1949 Repubblica Popolare
    Cinese

    1949-oggi Repubblica di Cina (Taiwan)
    1949-oggi
    Voci correlate
    Arte cinese Dinastie della storia cinese Linea del tempo della storia cinese Lingua cinese Storia militare cinese Storia navale cinese Storiografia cinese

    A fine Ottocento fu combattuta la prima guerra sino-giapponese. Al suo termine con la vittoria del Giappone il trattato di pace di Shimonoseki firmato il 17 aprile 1895 stabilì che l'isola di Formosa e le isole Pescadores diventassero possedimento perpetuo giapponese.

    In Cina dopo oltre 2000 anni di dominio imperiale, nel 1912 la Repubblica di Cina subentrò al sistema dinastico della Dinastia Qing (清朝), giunta ormai al declino. La Cina aveva vissuto un secolo di instabilità dovuto sia alle ribellioni interne sia alla dominazione straniera. Mentre gli intellettuali cercavano una nuova filosofia per sostituire l'antico ordine confuciano, i governatori militari del nord, i cosiddetti "signori della guerra", tentarono di impossessarsi del potere imperiale. Il Kuomintang (KMT, Partito Nazionalista 國民黨) di Sun Yat-sen (孫中山), con base nella Cina meridionale, cominciò ad addestrare un Esercito Rivoluzionario Nazionale con il quale intendeva sfidare i signori della guerra. Nel frattempo i colloqui tra i rappresentanti del Comintern sovietico e i bolscevichi cinesi determinarono nel 1921 la fondazione a Shanghai (上海) del Partito Comunista Cinese (中國共產黨 o 中共).

    La Cina nazionalista (1927-1949)
      Lo stesso argomento in dettaglio: Governo nazionalista.

    La speranza che il Partito Comunista Cinese si allineasse con il KMT andò in fumo con la morte di Sun Yat-sen e l'ascesa di Chiang Kai-shek (蔣介石), un membro del KMT che auspicava la nascita di uno Stato liberal-capitalista. Chiang Kai-shek mise violentemente fine tanto alla crescente influenza bolscevica quanto al potere dei signori della guerra del nord e nel 1928 formò a Nanchino un governo in cui egli deteneva il potere sia politico sia militare.

    I bolscevichi cinesi si suddivisero in una fazione che si concentrò sulla rivolta urbana e in un'altra secondo la quale l'unico sistema per ottenere la vittoria era unificare le campagne. Radunate le proprie forze nei monti dello Jinggangshan (井岡山), Mao Zedong (毛澤東) adottò la strategia della guerriglia e nel 1930 le sue disordinate armate erano ormai diventate un esercito di 40 000 uomini. Chiang Kai-shek mise in atto quattro campagne contro i comunisti, ma ciascuna di esse si trasformò in una vittoria delle forze comuniste grazie alla loro strategia di sferrare attacchi brevi invece di combattere battaglie campali. Con la quinta campagna le sorti del conflitto rischiarono di capovolgersi perché i comunisti, mal consigliati, cambiarono strategia e si scontrarono in una battaglia frontale con il KMT. Vedendosi circondati, i comunisti nel 1934 decisero di ritirarsi dallo Jiangxi (江西) e di dirigersi a nord verso lo Shaanxi (陝西) con quella che diventò nota come la Lunga marcia (长征). Dei 90 000 uomini che vi presero parte solo 20 000 riuscirono ad arrivare a destinazione, a un anno di distanza e dopo aver percorso 8 000 km. Lungo il cammino i comunisti armavano i contadini che incontravano e ridistribuivano le terre, volendo dimostrare la possibilità di combattere del popolo cinese, a patto che gli venissero forniti metodo, organizzazione, guida, speranza e armi. Durante la marcia Mao si affermò come capo assoluto e incontrastato del partito comunista.

    Nel frattempo, nel 1931 i giapponesi avevano approfittato del caos in Cina per invadere la Manciuria, dove avevano creato il Manciukuò (滿洲國), uno Stato fantoccio a capo del quale avevano posto come sovrano simbolico l'ultimo imperatore cinese, Aisin Gioro Pu Yi (溥儀). Alla fine della seconda guerra mondiale, con la resa del Giappone (日本), anche l'isola di Taiwan era ritornata, dopo 50 anni di occupazione, alla Cina, e il Kuomintang vi estese il regime di amministrazione militare. Questo fatto suscitò tensioni tra la popolazione locale e il governo centrale, che culminarono con il massacro del 28 febbraio 1947. La causa scatenante fu l'arresto di una venditrice di sigarette, che fu l'occasione colta dalla popolazione di Taiwan per manifestare contro il governo e accusarlo di oppressione e corruzione. Nonostante il governatore di Taiwan, Chen-Yi, negoziasse con i leader della comunità taiwanese, Chiang Kai-shek inviò numerose truppe dalla Cina per reprimere il dissenso. Quando arrivarono cominciarono a uccidere i capi della protesta, tra cui molti studenti, avvocati e medici. Le vittime di questo massacro furono stimate tra i 18 000 e i 28 000. Intanto la Cina era in preda alla guerra civile totale, e nel giro di pochi anni la drammatica lotta tra il Kuomintang e il partito comunista giunse violentemente al termine. Nel 1948 e nel 1949 furono combattute tre violente battaglie con le quali il KMT venne sconfitto.

    Il 1º ottobre 1949 Mao Zedong proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese e Chiang Kai-shek fuggì a Taiwan, portando con sé le riserve auree del paese e quel che restava dell'aviazione e della marina; per questo motivo, essendo i comunisti totalmente privi sia di marina militare che di aviazione non poterono far nulla contro i nazionalisti asserragliati a Taiwan e ad Hainan (ma quest'ultima, molto più vicina alla costa, fu conquistata l'anno successivo). Chiang Kai-shek ordinò inoltre che tutti i manufatti provenienti sia dalla Città Proibita (故宫) sia dal palazzo imperiale di Nanchino, che si fosse riusciti a trasportare, venissero portati sull'isola di Taiwan. Questi oggetti formano oggi il cuore del "National Palace Museum" di Taipei. Il Kuomintang continuò il suo operato a Taiwan, considerandosi l'unico governo legittimo della Cina. Nel frattempo i comunisti della Repubblica Popolare Cinese si proclamarono i successori della Repubblica di Cina su tutto il paese, dichiarando illegittimo il governo nazionalista taiwanese.

    La Repubblica di Cina su Formosa

    Tra il 1946 e il 1950 Taiwan fu coinvolta nella guerra civile cinese, periodo durante il quale il governo locale, il KMT, si macchiò di gravi colpe, fra le quali l'incidente del 28 febbraio 1947.

    Alla fine della guerra civile, conclusasi con la sconfitta del Kuomintang, il 7 dicembre 1949 Taipei divenne la nuova capitale dei nazionalisti cinesi.

    Entrambe le entità statali sorte da allora continuano a sostenere specularmente di essere l'unica autorità legittima rappresentante l'intera Cina. La comunità internazionale, con poche eccezioni, scelse gradualmente la Cina continentale come legittimo rappresentante dell'intera Cina. Si trattò tuttavia di un processo piuttosto lento: solo nel 1971 il Kuomintang perse il proprio seggio di rappresentante della Cina alle Nazioni Unite e nel 1979 gli Stati Uniti, rinnegando la precedente linea di condotta, smisero di riconoscere Taiwan come Stato legittimo.

    Nel 1979 gli attivisti democratici tentarono di attirare l'attenzione dei media internazionali sulle condizioni dei cittadini taiwanesi sotto la linea politica dei nazionalisti. Il 10 dicembre di quell'anno, giorno dei diritti umani, gli attivisti democratici organizzarono grandi proteste nella città di Kaohsiung (高雄), pretendendo la fine della legge marziale e della linea politica del governo nazionalista. Queste proteste vennero velocemente represse dalla polizia. La legge marziale venne comunque ritirata dal figlio e successore di Chiang Kai Shek, Jiang Jingguo (蔣經國), negli anni Ottanta.

    Nel 2000 Chen Shui-bian vinse le elezioni presidenziali con la proposta di redigere una nuova costituzione in cui risaltasse il carattere sovrano e indipendente di Taiwan. Ha inoltre sciolto il Consiglio per l'Unificazione Nazionale, costituito nel 1990 per sovrintendere all'eventuale unificazione dell'isola con la Cina.

    Il governo cinese reagì con una legge che stabilisce che qualunque tentativo di legittimare un autogoverno indipendente nell'isola mediante la modifica della Costituzione taiwanese potrebbe avere come conseguenza un'azione militare da parte della Cina. D'altra parte gli Stati Uniti, in base al Taiwan Relations Act[5] del 1979, metteranno a disposizione di Taiwan gli articoli per la difesa e i servizi di difesa nella quantità necessaria per consentire a Taiwan di mantenere sufficienti capacità di autodifesa.

    Battaglie e armamenti

    Durante la crisi dello stretto di Formosa, nel 1958, vi furono scontri violentissimi, e le isole Quemoy e Matsu vennero danneggiate a colpi di cannone dall'esercito cinese, e le loro guarnigioni assediate anche via mare. I cinesi comunisti non riuscirono a farle cadere in un mese di scontri durante i quali vennero ingaggiate dure battaglie aeree, finite con la vittoria di Taiwan, tra F-86 e MiG-15 e MiG-17 cinesi, grazie anche all'esordio dei missili AIM-9 Sidewinder. Mentre gli USA, appoggiando Taiwan, schierarono unità da combattimento equipaggiate tra l'altro con i nuovissimi F-104, gli unici bisonici in servizio all'epoca, velivoli nettamente superiori ai caccia di produzione sovietica dei cinesi comunisti.

    Dopo di allora, Taiwan continuò a essere utilizzata dagli statunitensi come base avanzata contro la Cina: moltissime missioni di ricognizione vennero condotte sia da aerei sia da palloni sonda di costruzione americana. Gli RF-101 vennero consegnati ai taiwanesi, ma è poco noto che il luogo in cui vi sono state le maggiori perdite di U-2 è stato proprio il territorio cinese, con i missili SA-2 Guideline e i caccia J-6 che sono stati in grado di abbatterne almeno 5. Ciò non mancò di accendere proteste e crisi periodiche, come le forniture di armamenti americani a un'entità politica che aspirava a ripristinare il controllo dei propri possedimenti continentali.

    Taiwan ebbe quindi in dotazione: 160 F-104 Starfighter, oltre 300 Northrop F-5, oltre 30 cacciatorpediniere, circa 2 000 carri armati M-41/48 e una grande quantità di missili antiaerei HAWK e Nike Hercules, solo per citare alcune delle più importanti forniture.

    In seguito la cosiddetta "Fortezza sullo Stretto" si è dotata di hangar corazzati contro i missili balistici cinesi, e un sistema di difesa aereo polivalente con capacità antimissili, basato su radar da avvistamento precoce, HAWK modificati, Patriot e Tien Kung (modello locale in gran parte derivato dal Patriot). Per i soli radar sono stati spesi ben oltre 13 miliardi di dollari. Programmi molto grandi per un'isola di 30 000 km², che ha effettuato anche ulteriori acquisti di 130 caccia leggeri AIDC F-CK-1 Ching-kuo, 60 Mirage 2000 e 150 F-16. Anche il numero di missili presenti, forse circa 10 000, è molto consistente e adatto a una guerra di lunga durata.

    È inoltre presente dal 1951 il servizio di leva militare obbligatoria[6].

    ^ Storia della Cina, Laterza, p. 23, ISBN 978-88-420-7903-3. ^ Per l'intero paragrafo cfr. Vogelsang, pagina 8. ^ a b Vogelsang, pagina 10. ^ Vogelsang, pagine 11-12. ^ (EN) Taiwan Relations Act, in H.R.2479 — 96th Congress (1979-1980), 10 aprile 1979. URL consultato il 2 agosto 2022. ^ https://www.taipeitimes.com/News/front/archives/2018/12/17/2003706257
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