Contesto di Rohingya

I rohingya (pronuncia inglese: [roʊˈɪndʒə], [roʊˈhɪndʒə] o [roʊˈɪŋjə]) sono un gruppo etnico, di religione islamica, che parla il rohingya, una lingua indoeuropea del ramo delle lingue indoarie, strettamente legata alla lingua chittagong e più alla lontana alla lingua bengalese, più simile alle parlate degli indo-ariani di India e Bangladesh, in contrapposizione alle lingue in prevalenza sino-tibetane della Birmania (ufficialmente Myanmar).

I rohingya vivono nella parte settentrionale della Birmania, nello stato di Rakhine (noto anche come Arakan o Rohang in lingua rohingya) al confine con il Bangladesh. La loro origine è molto ...Leggi tutto

I rohingya (pronuncia inglese: [roʊˈɪndʒə], [roʊˈhɪndʒə] o [roʊˈɪŋjə]) sono un gruppo etnico, di religione islamica, che parla il rohingya, una lingua indoeuropea del ramo delle lingue indoarie, strettamente legata alla lingua chittagong e più alla lontana alla lingua bengalese, più simile alle parlate degli indo-ariani di India e Bangladesh, in contrapposizione alle lingue in prevalenza sino-tibetane della Birmania (ufficialmente Myanmar).

I rohingya vivono nella parte settentrionale della Birmania, nello stato di Rakhine (noto anche come Arakan o Rohang in lingua rohingya) al confine con il Bangladesh. La loro origine è molto discussa: alcuni li ritengono indigeni dello stato di Rakhine, mentre altri sostengono che siano immigrati musulmani che, in origine, vivevano nei territori dell'odierno Bangladesh e che, in seguito, si sarebbero spostati in Birmania durante il periodo del dominio britannico.

Secondo la legge sulla cittadinanza della Birmania, risalente al 1982, i rohingya non fanno parte delle 135 etnie riconosciute dallo stato e non hanno pertanto diritto alla cittadinanza birmana. Hanno catturato l'attenzione internazionale dopo i massacri compiuti ai loro danni dall'esercito birmano nel 2012, che costrinsero 400 000 rohingya a rifugiarsi in Bangladesh. Prima delle repressioni del 2016/2017 vivevano in Birmania circa un milione di rohingya, a dicembre 2017 circa 625 000 rohingya erano rifugiati in campi profughi in Bangladesh.

Nel 2019 il governo birmano offrì a 3 000 rohingya rifugiati in Bangladesh la possibilità di tornare nelle proprie case, ma pochi accettarono per paura di essere massacrati dall'esercito birmano, anche perché i responsabili delle stragi avvenute in precedenza non erano mai stati condannati. Nell'agosto del 2020 erano circa un milione i rohingya confinati in campi profughi del Bangladesh sud-orientale, dove non era loro concesso di lavorare né di lasciare il campo profughi senza il permesso delle autorità. Secondo i rapporti delle Nazioni Unite essi sono una delle minoranze più perseguitate nel mondo.

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