မြန်မာနိုင်ငံ

Birmania
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Contesto di Birmania

La Birmania (AFI: /birˈmanja/) o Myanmar (in birmano: ဗမာ e မြန်မာ, Myanmar, [ˌmjɑːnˈmɑ]), ufficialmente Repubblica dell'Unione del Myanmar (in birmano: ပြည်ထောင်စု သမ္မတ မြန်မာနိုင်ငံတော်, Pyidaunzu Thanmăda Myăma Nainngandaw) è uno Stato dell'Asia sudorientale. Occupa parte della costa occidentale della penisola indocinese, è affacciata sul golfo del Bengala e sul mar delle Andamane e confina da ovest a est con Bangladesh, India, Cina, Laos e Thailandia. Il 6 novembre 2005 la capitale è stata spostata da Yangon a Pyinmana, che il 27 marzo 2006 è stata ufficialmente rinominata Naypyidaw, cioè "sede dei re".

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La Birmania (AFI: /birˈmanja/) o Myanmar (in birmano: ဗမာ e မြန်မာ, Myanmar, [ˌmjɑːnˈmɑ]), ufficialmente Repubblica dell'Unione del Myanmar (in birmano: ပြည်ထောင်စု သမ္မတ မြန်မာနိုင်ငံတော်, Pyidaunzu Thanmăda Myăma Nainngandaw) è uno Stato dell'Asia sudorientale. Occupa parte della costa occidentale della penisola indocinese, è affacciata sul golfo del Bengala e sul mar delle Andamane e confina da ovest a est con Bangladesh, India, Cina, Laos e Thailandia. Il 6 novembre 2005 la capitale è stata spostata da Yangon a Pyinmana, che il 27 marzo 2006 è stata ufficialmente rinominata Naypyidaw, cioè "sede dei re".

Dopo aver ottenuto l'indipendenza dal Regno Unito nel 1948, la Birmania è stata governata dapprima democraticamente, poi, in seguito a un colpo di Stato nel 1962, da una dittatura militare. A partire dal 2010, il governo militare birmano ha attuato una serie di graduali riforme politiche, instaurando un governo civile, scarcerando gli oppositori politici tra cui Aung San Suu Kyi, leader della Lega Nazionale per la Democrazia, e convocando libere elezioni parlamentari, parziali nel 2012 e generali nel 2015.

Ad aprile 2021, ha una popolazione di circa 54 700 104 abitanti. La maggioranza della popolazione è di etnia Bamar e di religione buddhista, ma vi sono anche numerose minoranze etniche, che sin dall'indipendenza sono state coinvolte in diversi conflitti armati con il governo centrale. Particolarmente criticato dalla comunità internazionale è il trattamento subito dalla minoranza etnica dei Rohingya, di religione musulmana, vittime di persecuzione e privazione della cittadinanza.

Economicamente il Myanmar è ancora al 2016 uno dei paesi più poveri e meno sviluppati del pianeta e dopo decenni di stagnazione, embargo internazionale e isolamento economico, dal 2011 il paese sta registrando un forte sviluppo economico in tutti i settori, con picchi di crescita superiori all'8% annuo.

Di più Birmania

Informazioni di base
  • Moneta Kyat birmano
  • Nome originale မြန်မာနိုင်ငံ
  • Prefisso telefonico +95
  • Dominio Internet .mm
  • Mains voltage 230V/50Hz
  • Democracy index 3.04
Population, Area & Driving side
  • Popolazione 53370609
  • La zona 676577
  • Lato guida right
Cronologia
  •   Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Birmania.

    Si pensa che i Mon siano stati i primi individui ad aver abitato le sponde del fiume Irrawaddy.[1] Nel I secolo a.C. questa zona fu abitata dai Pyu, una popolazione dedita al commercio con Cina e India. Il regno Pyu più potente fu Sri Ksetra, che scomparve nel 656. Successivamente il regno dei pyu si ristabilì, ma verso la metà del IX secolo furono sconfitti dal Regno di Nanzhao, stabilito nell'attuale provincia cinese meridionale dello Yunnan.

    I birmani, o bamar, cominciarono a migrare verso la valle dell'Irrawaddy dal Tibet nel IX secolo. Nell'849, stabilirono il potente Regno di Pagan, che raggiunse grande splendore al tempo di re Anawratha (1044-1077), quando l'influenza dei birmani si espanse oltre i confini della Birmania attuale. Dal 1100 grandi parti dell'Indocina erano controllate dal Regno di Pagan, che è chiamato comunemente primo impero birmano.

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      Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Birmania.

    Si pensa che i Mon siano stati i primi individui ad aver abitato le sponde del fiume Irrawaddy.[1] Nel I secolo a.C. questa zona fu abitata dai Pyu, una popolazione dedita al commercio con Cina e India. Il regno Pyu più potente fu Sri Ksetra, che scomparve nel 656. Successivamente il regno dei pyu si ristabilì, ma verso la metà del IX secolo furono sconfitti dal Regno di Nanzhao, stabilito nell'attuale provincia cinese meridionale dello Yunnan.

    I birmani, o bamar, cominciarono a migrare verso la valle dell'Irrawaddy dal Tibet nel IX secolo. Nell'849, stabilirono il potente Regno di Pagan, che raggiunse grande splendore al tempo di re Anawratha (1044-1077), quando l'influenza dei birmani si espanse oltre i confini della Birmania attuale. Dal 1100 grandi parti dell'Indocina erano controllate dal Regno di Pagan, che è chiamato comunemente primo impero birmano.

    Verso la fine del Duecento, le invasioni dei mongoli di Kublai Khan disgregarono il regno. Nel 1364 i birmani ristabilirono un proprio Stato con capitale Ava:[2] in questo periodo la cultura birmana era in un'età d'oro. Nel 1527 gli Shan saccheggiarono Ava dopo che i mon si erano ristabiliti a Pegu (Bago), trasformata in un centro commerciale e religioso importante.

    I birmani fuggiti da Ava fondarono il Regno di Toungoo nel 1531, sotto il comando di re Tabinshwehti, che riunificò il Paese e fondò il secondo impero birmano. Grazie alla crescita dell'influenza europea nell'Sud-est asiatico, il regno si arricchì con gli scambi commerciali. Le ribellioni interne e la mancanza di risorse necessarie per controllare le nuove acquisizioni territoriali portarono alla rovina del Regno di Toungoo.

    Re Anaukpetlun, che aveva espulso gli invasori portoghesi, fondò una nuova dinastia ad Ava nel 1613. La ribellione interna dei mon, aiutati dai francesi, condusse alla rovina del regno nel 1752. Il capo del piccolo villaggio di Konbaung, Alaungpaya, riunificò il paese e costruì il terzo impero birmano. Stabilì la Dinastia di Konbaung e regnò dal 1752 al 1760.[3] Morì in seguito alle ferite riportate durante l'assedio di Ayutthaya, la capitale del Regno siamese. Il suo secondo figlio Hsinbyushin (1763-1776) ritornò ad Ayutthaya nel 1766; l'assedio durò 14 mesi e la città fu espugnata il 7 aprile 1767 e rasa al suolo. I birmani non riuscirono a occupare capillarmente il Siam: venne lasciato un contingente limitato a presidiare i territori conquistati e il grosso delle truppe fu spostato ai confini orientali per fronteggiare un'invasione cinese.

    La dinastia Qing della Cina, spaventata dalla crescita dell'influenza birmana, tentò di invaderla quattro volte dal 1766 al 1769 senza successo. L'impegno sostenuto per respingere le invasioni cinesi portarono alla perdita del controllo del Siam, che si riorganizzò nel nuovo Regno di Thonburi, ma in quegli anni i birmani conquistarono l'Arakan e il Tenasserim. Nelle guerre anglo-birmane (1824-1826, 1851-1852 e 1885-1886), la Birmania fu sconfitta dai britannici che la trasformarono in una provincia dell'India britannica, dalla quale si distaccò nel 1937.

    Durante la seconda guerra mondiale la Birmania divenne una parte importante nel teatro asiatico sudorientale. Dopo i successi iniziali, nel 1942 i giapponesi invasero la Birmania e i britannici furono espulsi dalla maggior parte del territorio. Il paese divenne perciò indipendente sotto la guida di Aung San. Tuttavia, il contrattacco inglese nel luglio 1945 fece tornare il paese in mano britannica, con l'aiuto dell'AFPFL (Lega per la Libertà delle Persone Antifasciste), guidato da Aung San.

    Nel 1947, Aung San divenne vicepresidente del Consiglio esecutivo della Birmania, in un governo transitorio. Tuttavia, nel luglio 1947, alcuni rivali politici assassinarono Aung San e diversi membri politici. Il 4 gennaio 1948 la nazione si trasformò in una repubblica indipendente, conosciuta come Unione della Birmania, con Sao Shwe Thaik come primo presidente. U Nu fu il primo a ricoprire l'incarico di Primo Ministro.[4] Con l'indipendenza arrivarono anche le richieste, avanzate dalle minoranze (chin, kachin, karen, mon e shan), di uno Stato federale, portate avanti con una guerriglia contro lo Stato, che rispose con una feroce repressione. Diversamente della maggior parte delle altre ex colonie britanniche, la Birmania non divenne membro del Commonwealth.

    Nel 1961 U Thant, allora rappresentante permanente della Birmania alle Nazioni Unite e Segretario precedente al Primo Ministro, fu scelto come segretario generale per l'ONU; era il primo presidente non occidentale che dirigeva l'organizzazione internazionale. Il governo democratico fu destituito nel 1962 da un colpo di Stato militare condotto dal generale Ne Win. Tra i gruppi d'opposizione alla dittatura militare birmana, il più importante è stato il Partito Comunista di Birmania, che è stato legale solo per tre anni (1945-1948). Schieratosi con i cinesi al momento della scissione del movimento internazionale, il CPB ha avviato una guerriglia che è durata fino agli anni novanta, quando la repressione militare costrinse i vertici del partito a scappare in Cina.

    Nel 1988, dopo le rivolte studentesche (rivolta 8888),[5] che provocarono migliaia di morti, Ne Win si dimise e fu proclamata la legge marziale, mentre il generale Saw Maung organizzò un altro colpo di Stato. I programmi per le elezioni dell'Assemblea popolare finirono il 31 maggio 1989.

    Nel 1990, si tennero per la prima volta in 30 anni le elezioni libere. La NLD (Lega Nazionale per la Democrazia), il partito di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la pace nel 1991, e figlia di Aung San, portò all'Assemblea Costituente 392 membri su un totale di 485, ma lo SLORC (Consiglio di restaurazione della legge e dell'ordine di Stato), spalleggiato dall'Esercito, si rifiutò di cedere il potere, rovesciando l'assemblea popolare e arrestando Aung San Suu Kyi e altri leader dell'NLD. Successivamente si cambiò il nome Birmania in Myanmar. Da allora comincia un periodo molto difficile per Aung San Suu Kyi, che, rimessa in libertà nel 1995, viene nuovamente arrestata nel 2000; liberata nel 2002, e nuovamente arrestata nel 2003. Viene definitivamente liberata il 13 novembre 2010.

     Miliziani dell'etnia Pao

    Nel novembre 2005, la giunta militare cominciò a spostare il governo da Yangon (Rangoon) a un nuovo sito vicino a Kyatpyay proprio fuori Pyinmana, che fu designato come nuova capitale. Nel giorno delle Forze Armate (27 marzo 2006), la nuova capitale fu ufficialmente nominata Naypyidaw (letteralmente "Città reale" o "Sede dei re").[6]

    Con l'acuirsi delle sanzioni internazionali, la giunta militare concesse nel 2008 un referendum costituzionale, che ha dato luogo alla nuova Costituzione, giudicata antidemocratica dai partiti di opposizione, in quanto riserva alle forze armate il 25% dei seggi in Parlamento. Le nuove elezioni si tennero nel 2010, e furono le prime nel paese dal 1990. Tali elezioni furono boicottate dalla Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi e considerate non libere dalla comunità internazionale, UE e USA in particolare. Il 9 novembre 2010 la giunta militare dichiarò che il partito sostenuto dai militari, l'USDP (Partito dell'Unione della Solidarietà e dello Sviluppo) aveva ottenuto l'80% dei voti. Le elezioni furono gravemente contestate anche per i massicci brogli che le contraddistinsero, testimoniati dai pochi osservatori presenti.

    Dopo le elezioni, il governo ha concesso diverse riforme atte a ottenere una democrazia liberale, un'economia mista e la riconciliazione nazionale. Oltre al rilascio di Aung San Suu Kyi, fu istituita una Commissione Nazionale per i Diritti Civili, furono liberati 200 prigionieri politici, vennero promulgate leggi sul lavoro che garantivano la formazione del sindacato e il permesso di sciopero e venne allentata la censura sulla libertà di stampa.

    Le conseguenze di tali riforme hanno aperto una nuova fase politica per il paese. Il Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton ha visitato il paese nel dicembre del 2011, nella prima visita ufficiale statunitense degli ultimi 50 anni, e ha incontrato il presidente birmano Thein Sein e la leader dell'opposizione Daw Aung San Suu Kyi, la cui Lega Nazionale per la Democrazia è stata ammessa alle nuove elezioni parlamentari del 2012.

    Il 1º aprile 2012, si sono tenute elezioni parlamentari parziali che distribuivano però solo 46 seggi parlamentari vacanti, mentre la maggioranza dei seggi restava occupata da militari e membri dell'USDP eletti nel 2010. Malgrado l'esiguo risvolto numerico, le nuove elezioni hanno avuto un importante significato politico con la partecipazione dell'NLD di Aung San Suu Kyi, che ha trionfato conquistando 43 dei 46 seggi disponibili.

    L'8 novembre 2015 si sono svolte nuove elezioni parlamentari generali per rinnovare i seggi del parlamento elettivi (il 25% dei seggi resta riservato a membri nominati dalle forze armate). Le elezioni, giudicate le più democratiche dal 1990, hanno visto la vittoria della Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi.[7]

    Nel 2021 è andato in scena un colpo di Stato militare che ha rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi, seguito da grandi proteste contro il golpe stesso.

    ^ (EN) Mon history, su albany.edu. URL consultato il 12 aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2018). ^ attuale Innwa ^ An account of an embassy to the kingdom of Ava, : sent by the Governor-General of India, in the year 1795, su dlxs.library.cornell.edu. URL consultato il 12 aprile 2007 (archiviato il 7 giugno 2007). ^ Copia archiviata, su english.dvb.no. URL consultato il 7 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2006). ^ (EN) Pyithu Hluttaw Election Law, su ibiblio.org. URL consultato il 12 aprile 2007 (archiviato l'11 ottobre 2007). ^ Burma's new capital stages parade, in BBC, 26 marzo 2006. URL consultato il 12 aprile 2007 (archiviato il 12 giugno 2018). ^ Myanmar/Burma's 2015 elections:Democracy at last? (PDF), in Parlamento Europeo, ottobre 2015. URL consultato il 14 novembre 2015 (archiviato il 17 novembre 2015).
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