بابل

( Babilonia (città antica) )

Babilonia (detta anche Babele, Babel o Babil, 𒆍𒀭𒊏𒆠, in accadico: Bābilim, in sumerico: KÁ.DINGIR.RAKI, in arabo بابل?, in aramaico: Bābil) era una città della Mesopotamia antica, situata sull'Eufrate, le cui rovine si trovano nei pressi della moderna città di Al Hillah (Governatorato di Babil), in Iraq, a circa 80 km a sud di Baghdad.

Intorno al XVIII secolo a.C. (se si segue la cronologia media), Babilonia, fino ad allora di minore importanza, estese, con Hammurabi, il proprio regno su tutta la Mesopotamia meridionale e oltre, definendo un'area che in epoca achemenide e poi ellenistica verrà indicata con l'esonimo "Babilonia", dal nome del suo centro più importante.

Alla fine del VII e poi nel VI secolo a.C., il regno babilonese raggiunse il suo apice, con il re Nabopolassar e il figlio Nabucodonosor II; quest'ultimo estese l'impero (detto "impero caldeo") fi...Leggi tutto

Babilonia (detta anche Babele, Babel o Babil, 𒆍𒀭𒊏𒆠, in accadico: Bābilim, in sumerico: KÁ.DINGIR.RAKI, in arabo بابل?, in aramaico: Bābil) era una città della Mesopotamia antica, situata sull'Eufrate, le cui rovine si trovano nei pressi della moderna città di Al Hillah (Governatorato di Babil), in Iraq, a circa 80 km a sud di Baghdad.

Intorno al XVIII secolo a.C. (se si segue la cronologia media), Babilonia, fino ad allora di minore importanza, estese, con Hammurabi, il proprio regno su tutta la Mesopotamia meridionale e oltre, definendo un'area che in epoca achemenide e poi ellenistica verrà indicata con l'esonimo "Babilonia", dal nome del suo centro più importante.

Alla fine del VII e poi nel VI secolo a.C., il regno babilonese raggiunse il suo apice, con il re Nabopolassar e il figlio Nabucodonosor II; quest'ultimo estese l'impero (detto "impero caldeo") fino a dominare gran parte del Vicino Oriente antico. In quel periodo, Babilonia si estendeva per circa 1.000 ettari (10 km²) ed era la più grande città del mondo. Il suo prestigio si estendeva oltre la Mesopotamia, soprattutto per via dei famosi monumenti che lì erano stati edificati, come le sue alte mura, le sue ziqqurat (tra cui l'Etemenanki), che ispirarono probabilmente il racconto biblico della Torre di Babele, e i suoi leggendari giardini pensili, la cui posizione non è stata, tuttavia, mai identificata.

Babilonia occupa un posto speciale anche per il mito correlato al suo lento declino e al successivo abbandono che si è avuto nei primi secoli del primo millennio d.C.. Questo mito è sostenuto da diversi scritti biblici e in quelli degli autori greco-romani. Il suo sito, la cui posizione non fu mai dimenticata, non è stato oggetto di scavi rilevanti fino all'inizio del XX secolo, quando vennero riportati alla luce i principali monumenti sotto la direzione dell'archeologo tedesco Robert Koldewey (1855-1925). Da allora, l'importante documentazione archeologica ed epigrafica scoperta in città, integrate da informazioni provenienti da altri antichi siti legati alla città, hanno fornito una rappresentazione molto accurata della Babilonia antica, superando i racconti mitologici. Nonostante ciò, rimangono alcune zone d'ombra su uno dei più importanti siti archeologici di tutta la storia antica, mentre le prospettive per nuove ricerche sono ridotte a causa della situazione politica in Iraq, creatasi dalla fine del XX secolo.

 Mappa di Babilonia secondo un'illustrazione della Encyclopaedia Biblica.

Convenzionalmente, si usa dividere la storia di Babilonia in tre fasi (le date seguono la cronologia media[1]):

età paleo-babilonese (dal 1894 al 1595 a.C.); età medio-babilonese (dal 1600 al 1150); età neo-babilonese (dal 625 al 539).

Il periodo neo-babilonese è preceduto, nella Bassa Mesopotamia, dalla II dinastia di Isin (1150-1025), da tre secoli di dinastie varie (1025-725) e dal dominio assiro (725-625).[1]

In confronto agli altri principali insediamenti mesopotamici (Kish, Uruk, Ur, Nippur e Ninive), Babilonia appare tardi nella storia della Mesopotamia, rendendo notevole la sua rapida ascesa. Al tempo di Shulgi, re di Ur, Babilonia fu conquistata e poi retta da una serie di ensi.[2]

La Lista reale babilonese inizia con Sumu-abum, re vassallo di Isin[3] e, benché Babilonia non sia menzionata nella documentazione della seconda metà del III millennio a.C., essa crebbe rapidamente sotto la spinta di una dinastia di Amorrei che conseguì importanti successi militari durante il periodo paleo-babilonese, in cui raggiunse l'egemonia sull'intera area, conquistando la Mesopotamia e distruggendo, sotto Hammurabi, la città rivale di Mari.[4]. Fino ad allora, come dimostrano i ricchi archivi di Mari, nella regione si fronteggiarono varie città-stato: Assur, Eshnunna, Mari, Aleppo, Alalakh, Qatna.

Hammurabi e i suoi successori ampliarono la città, che fu fiorente fino al 1595, quando la città venne conquistata dal re ittita Murshili I.[2]

Il periodo successivo, chiamato "medio-babilonese", vide la città confermare la sua posizione come capitale della Mesopotamia meridionale, soprattutto perché acquisì il ruolo di grande centro religioso più che di un centro politico, sotto la dinastia cassita (entrata in crisi sotto i colpi del re assiro Ashur-dan e del re elamico Shutruk-Nakhunte, che la conquistò e saccheggiò) e poi sotto la II dinastia di Isin (il cui re più importante fu Nabucodonosor I).

Nell'VIII secolo, il re assiro Tiglath-Pileser III assunse la regalità babilonese con il nome "Pulu". Babilonia entrerà progressivamente nella sfera dell'Impero neo-assiro, fino alla morte di Assurbanipal. Solo con Nabopolassar Babilonia ritrovò la piena indipendenza e, anzi, con il concorso dei Medi, i Babilonesi abbatterono le capitali assire e diedero vita all'Impero caldeo (626-539 a.C.). Nel 539 a.C. la città venne conquistata da Ciro II di Persia. Babilonia divenne provincia persiana fino al 331 a.C. quando venne annessa all'impero di Alessandro Magno dopo la sconfitta di Dario. Anche se non ricoprì più il ruolo di capitale, per tutto l'ultimo secolo prima di Gesù Cristo, la città vantò una notevole importanza, prima di essere abbandonata.

Babilonia sotto gli Amorrei
  Lo stesso argomento in dettaglio: Amorrei.
 Il re Hammurabi di Babilonia, di fronte al dio Šamaš, dettaglio della stele del Codice di Hammurabi, (1754 a.C. circa).

L'ascesa di Babilonia viene fatta coincidere con la nascita della prima dinastia amorrita, intorno al 1894 a.C., grazie al re Sumu-abum (1894-1881 a.C.).[5] Questo periodo è chiamato "paleo babilonese" o "antico babilonese". I vari re che si susseguirono, gradualmente espansero il regno, inizialmente limitato alla città e i suoi dintorni; sotto il comando del quinto re della I dinastia (Sin-muballit, 1812-1793 a.C.), Babilonia divenne una potenza in grado di competere con gli altri grandi regni amorrei vicini: Larsa, Eshnunna, Isin e Uruk. Suo figlio Hammurabi (1792-1750 a.C.) svolse un intelligente lavorio diplomatico, cambiando alleanze a seconda delle convenienze; sotto il suo regno, la prima dinastia babilonese divenne per la prima volta dominante.

Dopo una prima parte della vita senza aver conseguito particolari successi, Hammurabi riuscì in seguito a conquistare i regni a lui confinanti: Larsa, Eshnunna e Mari. Babilonia divenne così la più grande potenza politica della Mesopotamia.[6] Il figlio e successore Samsu-iluna (1749-1712 a.C.) riuscì a mantenere ancora per qualche tempo la supremazia, ma dovette affrontare diverse rivolte che indebolirono il suo regno. I seguenti re videro il loro paese disgregarsi a causa di ribellioni e attacchi da parte delle nazioni nemiche, in primo luogo i Cassiti ma anche gli Hurriti, il tutto in un clima di crisi agraria. Samsu-ditana (1625-1595 a.C.), il cui regno era ora costituito solo dalle terre nelle immediate vicinanze di Babilonia, venne pesantemente sconfitto e ucciso. Secondo i racconti della tradizione babilonese, il colpo fatale gli fu inferto dal re ittita Muršili I, nel 1595 a.C., durante un'incursione su Babilonia. La città fu saccheggiata e la dinastia amorrea scomparve.[Nota 1][Nota 2]

Poco si sa a proposito dell'aspetto di Babilonia al tempo della sua prima dinastia,[7] ma si presuppone con buona certezza che fosse un periodo di grande prosperità. Ciò si può dedurre da diversi fattori: prima di tutto la presenza di una potente dinastia, ma anche per via della felice posizione geografica. La città fu infatti un crocevia per fondamentali rotte commerciali.[8]

Gli scavi archeologici ai livelli dell'epoca paleo-babilonese non possono essere d'aiuto a ricostruire la mera struttura cittadina, in quanto gli edifici residenziali sono stati generalmente coperti dalla falda acquifera e quindi danneggiati irrimediabilmente.[9][10] Tuttavia, si ritene che la città fosse organizzata già intorno al suo quartiere religioso (il futuro Eridu) che si trovava sulla riva sinistra dell'Eufrate, ma l'estensione esatta della città rimane incerta. In ogni caso sembra che, durante questo periodo, la città si estendesse sulla riva destra del fiume (il futuro quartiere Kumar)[contraddizione con la frase precedente], dove sono stati rinvenuti diversi templi.[11] Le migliori fonti di informazioni sugli edifici della città sono le iscrizioni rinvenute sugli stessi, che contengono i nomi degli antichi re babilonesi che commemorano la loro edificazione.[12] Il re Sumu-la-El, fece costruire un nuovo muro perimetrale per la città e il palazzo reale che i suoi successori occuparono dopo di lui, prima che Ammi-ditana ne facesse costruire un altro. La vita quotidiana nel palazzo reale di Babilonia si conosce grazie ad un paio di tavolette risalenti al tempo di Hammurabi e dalla corrispondenza diplomatica del re di Mari.[13] Si ha notizia di sontuose offerte per gratificare alcune divinità della città. Esagila, il tempio del grande dio Marduk, fu oggetto di molte attenzioni da parte dei regnanti. La sua ziggurat non viene menzionata nei documenti scoperti, ma le indagini archeologiche sembrano datarla a questo periodo. I testi di Merkes indicano che l'area dove essa si trovava venne chiamata "nuova città meridionale" e venne abitata da una particolare classe di sacerdotesse nel tempo paleo-babilonesi, chiamate nadītum.[14]

Il periodo cassita

Dopo la presa di Babilonia da parte degli Ittiti, la situazione politica in cui versò la città appare particolarmente oscura. In circostanze poco chiare, la regione cadde sotto il controllo di una dinastia cassita. Un testo del VII secolo a.C., ritrovato a Ninive in Assiria che si presenta come una copia di un'iscrizione del re cassita Agum II, riporta l'esistenza a Babilonia di statue dedicate al culto di Marduk e Ṣarpanītum e il restauro dell'Esagila. Nulla si sa circa l'autenticità del testo, tanto più che tale re Agum risulta menzionato solo in testi posteriori al suo regno.[15]

Allo stato delle attuali conoscenze, la dominazione cassita sulla città, viene accertata solo ai primi anni del XV secolo a.C., sotto Burna-Buriyåš I e, soprattutto, i suoi successori Ulam-Buriaš e Agum III.[16] I re di questa dinastia, che si presentarono come monarchi di Karduniaš (il nome che i Cassiti usavano per indicare la Babilonia) piuttosto che "re di Babilonia," raramente appaiono in connessione con la città e le loro opere vengono menzionate di rado o per nulla. Sotto il re Kurigalzu I, la centralità politica di Babilonia è messa in discussione: infatti, una nuova capitale venne fondata a Dur-Kurigalzu, più a nord nella zona dove l'Eufrate e Tigri sono vicini, dove in seguito vennero stabilite altre capitali di regni mesopotamici (Seleucia al Tigri, Ctesifonte e Baghdad).[17].

Ciononostante, Babilonia rimase una città importante e prestigiosa, soprattutto perché il suo ruolo di centro religioso fu in crescita, come dimostra il fatto che l'Esagila ricevette molti terreni in donazione e Marduk si affermò gradualmente come dio supremo.[18] Inoltre, si può notare che le sconfitte più significative subite dai re cassiti videro la presa di Babilonia da parte dei loro nemici, a sostegno della sua grande importanza. Intorno al 1235 a.C. la città fu saccheggiata dal re Tukulti-Ninurta I degli assiri. I conflitti tra Babilonia e gli assiri continuarono fino l'intervento di un terzo contendente, quello del re di Elam, Shutruk-Nakhunte I, e di suo figlio Kutir-Nahhunte III che saccheggiarono la città dei suoi tesori e della statua del suo dio, nel 1158 a.C. e nel 1155 a.C.[19].

L'aspetto della città di Babilonia durante il periodo cassita è ancora meno conosciuto rispetto a quello paleo-babilonese, in quanto vi è l'assenza di iscrizioni riguardanti la commemorazione dell'edificazione di edifici e perché gli scavi archeologici non possono essere d'aiuto per le stesse ragioni del periodo precedente.[20]

La seconda dinastia di Isin e il periodo dell'indebolimento di Babilonia

Gli Elamiti vennero respinti da Babilonia da una nuova dinastia originaria di Isin (detta Isin II), che riuscì a conquistare la città. Il loro re più grande, Nabucodonosor I (1126-1105 a.C.), sconfisse gli Elamiti nel proprio paese e portò trionfalmente la statua di Marduk a Babilonia, un evento descritto in un lungo testo relativo ad un atto di donazione.[21] Questo fatto fu particolarmente importante per la storia religiosa della città, poiché sembra sia in questo periodo che viene attribuito a Marduk il primato sugli altri dèi mesopotamici, con la stesura del poema epico della creazione (Enūma eliš), dove si narra di come egli divenne re dei re.[22] Stando all'Enûma Eliš, Babilonia è stata costruita dagli dèi ed è situata nel centro del mondo, a contatto con il Cielo e la Terra (un concetto materializzato dalla sua ziggurat, il cui nome significa "Casa di collegamento tra il Cielo e la Terra").

In breve tempo Babilonia ritornò a rivestire il ruolo di centro politico. Intorno al 1050 a.C. la città subì incursioni di vari popoli nomadi, tra cui i Siri. La fine del regno di Nabu-Shum-Libur (1032 a.C. - 1025 a.C.) segnò per Babilonia l'inizio di un periodo caotico, caratterizzato da frequenti cambiamenti dinastici. Sembra che tutte le principali città di questa regione andarono incontro a diversi periodi di violenza e Babilonia senza dubbio non fu un'eccezione.[23]

Babilonia di fronte al dominio assiro  Bassorilievo del palazzo reale di Ninive, che rappresenta alcuni soldati assiri che contano il loro bottino durante una campagna a Babilonia.

A partire dal IX secolo a.C., la situazione iniziò a riprendersi e i re babilonesi lottarono per riaffermare il proprio dominio sulla regione, nonostante un sostanziale perdurare dell'instabilità politica.[24] A questi problemi si aggiunsero nuove guerre contro l'Assiria, la quale vantava una posizione di maggior forza grazie a una situazione interna più stabile. La situazione precipitò sotto il regno del re assiro Tiglatpileser III, che dopo anni di battaglie conquistò Babilonia nel 728 a.C.

Tuttavia, la dominazione assira non fu continua e il nuovo re Sargon II (che restaurò i templi e le mura cittadine) si trovò di fronte ad un duro avversario, Marduk-apla-iddina II, che riuscì ad ottenere il controllo della città per due volte. Sennacherib, successore di Sargon II, fu a sua volta causa di nuove rivolte a Babilonia quando mise uno dei suoi figli sul trono della città.[25]

Quest'ultimo durò poco tempo quando, in seguito a una rivolta, i ribelli lo catturarono e lo consegnarono ai loro alleati elamici che lo giustiziarono. La risposta di Sennacherib fu terribile e la sua vendetta si caratterizzò da un grande odio contro Babilonia: massacrò, infatti, gran parte della sua popolazione e distrusse molti edifici della città deviando le acque del fiume su di essi. La reale portata di tali distruzione rimane comunque un aspetto controverso; con ogni probabilità la città non venne completamente distrutta come invece sostenne il re assiro. Il figlio e successore Esarhaddon scelse la via della pacificazione e iniziò a ricostruire la città.[26]

Nel 652 a.C. a Esarhaddon succedettero i suoi due figli: Assurbanipal regnò sull'Assiria, mentre Shamash-Shum-ukin venne messo sul trono di Babilonia.[25] Quest'ultimo, venne sconfitto dopo una dura guerra di quattro anni che si concluse con la sua morte durante l'assedio del 648 a.C. della sua città, quando venne bruciato nel fuoco appiccato al suo palazzo; questa storia dette vita al mito greco di Sardanapalo. Dopo una prima fase di repressione, Assurbanipal si dimostrò meno brutale di suo nonno e ricostruì la città, a capo della quale egli pose un sovrano fantoccio, Kandalanu. Alla fine, i re assiri si legarono profondamente alla storia di Babilonia e, probabilmente, influirono sul suo paesaggio urbano.[27]

L'impero neo-babilonese e il culmine di Babilonia  L'estensione approssimativa dell'impero neo-babilonese.

Questa serie di rivolte probabilmente indebolì l'Assiria, mentre a Babilonia lo spirito della resistenza divenne sempre più forte, più attiva e più unita. Alla morte di Assurbanipal, avvenuta nel 627 a.C., i suoi successori furono impegnati in una lite per la successione, che risultò fatale per il loro regno. Nabopolassar, probabilmente governatore del Paese del Mare, si avvantaggiò di questi scontri per prendere il potere a Babilonia nel 625 a.C., prima di estendere gradualmente il conflitto verso il nord.[28] Dopo anni di conflitto, finalmente riuscì a sconfiggere l'impero Assiro anche grazie all'aiuto del re dei Medi, Ciassare, tra 614 a.C. e il 610 a.C. Suo figlio Nabucodonosor II (605 a.C. 562 a.C.) gli succedette e con lui Babilonia raggiunse il suo apice. Questo periodo viene solitamente classificato come "periodo dell'impero neo-babilonese", che si estendeva attraverso gran parte dei confini del Medio Oriente verso l'Egitto all'anatolica Tauro e intorno alla Persia. I successori di Nabucodonosor II riuscirono a mantenere in qualche modo il loro regno, ma non ebbero la forza dei fondatori della dinastia. L'ultimo re di Babilonia, Nabonedo (556 a.C. - 539 a.C.), fu un personaggio enigmatico che iniziò una nuova classe dirigente per il suo regno, abbandonando il culto di Marduk a beneficio della sua divinità preferita, dio della luna Sin.[29]

I regni di Nabopolossar e di Nabucodonosor II corrispondono ad un periodo di profonde trasformazioni della città, disposti dal primo e completati dal secondo, di cui si ha conoscenza grazie alle molte registrazioni.[30] Si tratta di opere che contribuiranno all'immagine leggendaria, tramandata da scrittori stranieri come Erodoto, Ctesia o gli autori della Bibbia ebraica, di una città circondata da imponenti mura e dominata da notevoli monumenti: palazzi reali, templi, ziggurat, strade principali, tra cui la "via delle processioni" che partiva dalla porta di Ishtar. La vita economica e sociale della città si riscontra anche nei testi economici, amministrativi e accademici del periodo.[31]

Babilonia sotto la dominazione straniera  Il Cilindro di Ciro, British Museum.

Nel 539 a.C., il re persiano Ciro II attaccò Babilonia e in una notte la conquistò annettendola al suo impero facendole perdere la sua indipendenza.[32] Il nuovo sovrano espresse la volontà di preservare la città e guadagnò il favore dei sacerdoti locali grazie ad un decreto a loro favorevole che è arrivato fino ai nostri giorni inciso su un cilindro di argilla. La caduta del regno di Babilonia e la fine dell'indipendenza politica non significò comunque il declino delle metropoli mesopotamiche, nonostante andassero incontro a numerose sconfitte nel tentativo di ribellarsi ai re persiani Dario I (521 a.C.) e al suo figlio Serse I.[33]

Babilonia rimase, pertanto, un'importante città dell'impero, anche se non la capitale, e l'intera Babilonia un crocevia strategico in cui la nobiltà persiana possedeva vaste aree. Nel 331 a.C. Babilonia accolse il re macedone Alessandro Magno, dopo la vittoria di Gaugamelae. Alessandro si occupò di far eseguire numerosi restauri e vi si trasferì pochi mesi dopo la sua spedizione in India, prima di morire nel giugno 323.[34] È a Babilonia che si dovrà redigere la prima divisione dell'impero tra i suoi generali.[35] Il nuovo sovrano, Seleuco I, non conferì a Babilonia lo status di capitale, dal momento che fece edificare per questo scopo Seleucia al Tigri a circa sessanta chilometri a nord-est;[36] tuttavia Babilonia rimase molto importante, come testimonia ad esempio il fatto che suo figlio Antioco I vi rimase parecchi anni prima di prendere il potere. Più tardi il centro di gravità dell'impero persiano si spostò verso ovest e Antiochia divenne la capitale principale dei loro successori, i quali gradualmente persero il controllo di Babilonia in seguito all'avanzata dei Parti, che la conquistarono definitivamente con Mitridate II (123 a.C. - 88 a.C.).[37]

Durante la seconda metà del primo millennio a.C., Babilonia rimase una città importante nella gestione degli imperi governati dalle dinastie straniere. Sotto gli Achemenidi, il governatore (chiamato nei testi cuneiformi babilonesi con il titolo pahāt e non quello di satrapo) gestiva una vasta provincia che copriva tutto l'antico impero Babilonese.[38] Sotto i Seleucidi, la città dovette soccombere a Seleucia come città principale del potere politico diventando un capoluogo secondario di provincia. Al tempo del regno di Antioco IV (circa 170 a.C.), Babilonia divenne una città greca con la sua comunità di cittadini (la politai greca, riportata con il termine puliṭē o puliṭānu nei testi babilonesi) guidata da un epistates.[39] La comunità Babilonese indigena, che rimase probabilmente dominante in numero, formava la terza entità politica di questa società complessa governata da un'Assemblea (kiništu) mentre l'autorità più alta era il šatammu. Sembra che anche sotto i Parti fossero state mantenute le stesse autorità, i quali non alterarono la struttura politica e sociale della città.[40]

La fine di Babilonia antica

Il periodo della dominazione dei Parti vide il declino di Babilonia e il suo progressivo spopolamento in favore di più grandi centri di potere situati più a nord sul Tigri (Seleucia, Ctesifonte e, molto più tardi, Baghdad). Tuttavia i suoi principali monumenti furono ancora utilizzati: nel I secolo d.C., Plinio il Vecchio scriveva che il tempio continuava ad essere attivo, anche se la città era in rovina.[41] Un'iscrizione greca, databile all'inizio del II secolo d.C., indica che il teatro veniva restaurato ancora una volta.[42] Il periodo in cui la regione fu sotto il dominio dei Sasanidi è quello in cui generalmente si considera la definitiva scomparsa dell'antica cultura mesopotamica.[43]

Durante il periodo islamico, la posizione di Babilonia non era conosciuta, ma Bābil era un piccolo villaggio descritto dal geografo Ibn Hawqal del X secolo. Gli scrittori dei secoli successivi parlano solo delle rovine e il fatto che esse vennero spogliate dei loro mattoni più solidi per essere utilizzati nella costruzione di edifici residenziali.[44] L'antica città finì completamente nella leggenda.

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