San Pietroburgo (in russo: Санкт-Петербург?, traslitterato: Sankt-Peterburg, [ˌsɑnkt pʲɪtʲɪrˈburk]) è la seconda città della Russia per dimensioni e popolazione, con più di 5 milioni di abitanti, città federale, il porto più importante del Paese ed inoltre la città con più di un milione di abitanti più a nord del mondo. Fondata dallo zar Pietro il Grande (1672-1725) sul delta della Neva, dove il fiume sfocia nella baia omonima parte del golfo di Finlandia, fu a lungo capitale dell'Impero russo, funzione che perse il 5 marzo 1918.
Il 1º settembre 1914 per volere dello zar Nicola II fu rinom...Leggi tutto
San Pietroburgo (in russo: Санкт-Петербург?, traslitterato: Sankt-Peterburg, [ˌsɑnkt pʲɪtʲɪrˈburk]) è la seconda città della Russia per dimensioni e popolazione, con più di 5 milioni di abitanti, città federale, il porto più importante del Paese ed inoltre la città con più di un milione di abitanti più a nord del mondo. Fondata dallo zar Pietro il Grande (1672-1725) sul delta della Neva, dove il fiume sfocia nella baia omonima parte del golfo di Finlandia, fu a lungo capitale dell'Impero russo, funzione che perse il 5 marzo 1918.
Il 1º settembre 1914 per volere dello zar Nicola II fu rinominata Pietrogrado e mantenne questo nome fino al 26 gennaio 1924; quando (cinque giorni dopo la morte di Lenin) la città venne ribattezzata Leningrado. Mantenne tale nome fino al 6 settembre 1991, quando ritornò alla denominazione originale. Dal 1997, a seguito di una dichiarazione di Boris El'cin, la città venne riconosciuta pubblicamente come capitale culturale del paese.
Data di fondazione della città è considerato il 27 maggio 1703 (16 maggio nel calendario giuliano allora in vigore in Russia)[1], allorché Pietro il Grande fece iniziare gli scavi della fortezza dei Santi Pietro e Paolo sull'isola delle Lepri, al centro della Neva, in una zona paludosa e selvaggia, praticamente disabitata, dove il fiume sfocia nel golfo di Finlandia.[2] Il nome originale di Sankt Peterburg era stato conferito in lingua olandese[3], poiché Pietro il Grande aveva vissuto e studiato sotto mentite spoglie nei Paesi Bassi per un periodo di tempo[4] ed era divenuto un grande ammiratore della corte e dell'architettura nederlandese[5]. Nell'area si trovavano le fortezze svedesi di Nyen e successivamente di Nöteborg.
La città venne concepita fin dall'inizio come porto commerciale e base navale. Nello storico primo viaggio di uno zar nel mar Baltico, a bordo della fregata Standard, Pietro trovò adatta ad un'installazione militare a protezione del porto l'isola posta quindici miglia al largo della foce che presto diventerà Kronštadt.[2] Un po' alla volta, nella mente del sovrano prese forma l'idea di una città vera e propria, costruita dal nulla, in una zona peraltro totalmente inospitale.[2] Affidò così l'opera all'architetto ticinese Domenico Trezzini, che aveva da poco realizzato per Federico IV di Danimarca fortificazioni costiere e l'edificio della borsa,[6] e ad architetti di scuola italiana.[7][8]
L'enorme quantità di manodopera necessaria arrivava da tutta la Russia. Con editti, i cosiddetti ukaz, si obbligavano lavoratori specializzati, come carpentieri e muratori, a prestare servizio per sei mesi ai lavori. La manodopera non specializzata era costituita da servi della gleba. La durezza delle condizioni climatiche e di lavoro mieté migliaia di vittime. Già all'epoca di Pietro si diceva che la città fosse stata costruita sugli scheletri e che durante i lavori fossero morte centomila persone. Stime successive più realistiche parlano di 25-30.000 morti.[2]
La difficoltà a procurarsi materiali da costruzione veniva risolta con decreti particolari, che ad esempio obbligavano carri e vascelli che volevano entrare in città a portare una certa quantità di pietre e a non costruire in pietra in tutta la Russia, per obbligare i muratori disoccupati a recarvisi. Anche il suo popolamento venne ottenuto con metodi forzosi, visto che pure il rifornimento di cibo stesso era assai difficoltoso, e i nuovi cittadini vennero obbligati a costruire le proprie case secondo degli standard prefissati.[2]
La città finì per rappresentare per Pietro la fuga da tutto ciò che non sopportava della vecchia Russia[2] e fu destinata ben presto a divenire la nuova capitale dell'Impero russo. In virtù della sua posizione era una "finestra sull'Occidente", che permetteva scambi commerciali e culturali. L'obiettivo era tra l'altro quello di fare della Russia uno dei principali partner commerciali della Gran Bretagna. La città si prestava inoltre a divenire la principale base della marina di Pietro il Grande. Prima di San Pietroburgo la base per il commercio verso il resto dell'Europa era Arcangelo, sul Mar Bianco, che però rimaneva bloccata dai ghiacci per circa cinque mesi.
XIX secolo Stemma di San Pietroburgo nel XIX secoloGià nel tardo XIX secolo, la città era divenuta il centro culturale della nazione, con compositori (come I cinque grandi), artisti. Nel 1881, l'organizzazione rivoluzionaria Narodnaja volja fu responsabile dell'assassinio di Alessandro II. La Rivoluzione russa del 1905 iniziò qui e si diffuse rapidamente nelle province. Allo scoppio della prima guerra mondiale, il nome Sankt-Peterburg venne visto come troppo germanico e la città venne quindi ribattezzata Petrograd (Pietrogrado) su iniziativa dello zar Nicola II (1894-1917).
Rivoluzione di Febbraio e Rivoluzione d'OttobreIl 1917 vide l'inizio della Rivoluzione russa. Il primo passo, in febbraio, fu la rimozione del governo zarista e l'istituzione di un sistema multi-partitico. Il nuovo governo non durò e venne seguito dalla Rivoluzione d'ottobre e dall'assunzione del potere da parte dei bolscevichi. A seguito di questi avvenimenti entro pochi giorni esplose la guerra civile.
LeningradLa vicinanza della città alle armate anti-bolsceviche che minacciavano un'offensiva decisiva contro il potere bolscevico, costrinse il capo rivoluzionario Vladimir Lenin a trasferire la capitale e il governo sovietico a Mosca; il trasferimento venne completato il 5 marzo 1918. La mossa era intesa inizialmente come temporanea, ma Mosca da allora rimase la capitale. Con la morte di Lenin nel 1924, la città venne ribattezzata Leningrad (Ленинград, [ˌlʲɪnʲɪnˈgrat]) in suo onore.
Un ricordo di quest'epoca è anche l'Incrociatore Aurora, che diede il segnale dell'inizio della rivoluzione e che, dopo essere stato auto-affondato durante la seconda guerra mondiale, è stato riportato alla superficie, facendo ancor oggi bella mostra di sé alla fonda nella Neva.
L'abolizione della servitù della gleba, promulgata da Alessandro II nel 1861, causò un massiccio afflusso di persone e la costruzione di edifici in periferia; in seguito, (nel 1918) con lo spostamento della capitale a Mosca, si verificò un'emigrazione di massa, così consistente che la popolazione di Pietrogrado nel 1920 era un terzo di quella del 1915.
Seconda guerra mondialeDurante la seconda guerra mondiale, la città venne inizialmente circondata dal lato terra e fu fatto rimanere libero solo il passaggio attraverso il lago Ladoga e poi venne assediata dall'esercito tedesco dall'8 settembre 1941 fino al 27 gennaio 1944, per un totale di 29 mesi. Una strada, la cosiddetta Strada della Vita, per i rifornimenti e l'evacuazione, che correva lungo la linea del fronte nel piccolissimo corridoio lasciato libero e sul lago, venne approntata il 18 gennaio 1943, ma era aperta agli attacchi aerei tedeschi. Si stima che qualcosa come 800 000 dei tre milioni di abitanti della città siano morti durante l'assedio: un enorme monumento è stato eretto in loro ricordo in Ploščad' Pobedy (piazza della Vittoria). La città venne così premiata con il titolo di città eroina nel 1945.
Ripristino del nomeIl toponimo originale, San Pietroburgo, venne ripristinato il 6 settembre 1991, con un referendum popolare, con una maggioranza del 54%, mentre per l'oblast' il risultato del referendum fu a favore del mantenimento del nome Leningrado, ovvero oblast' di Leningrado.
Criminalità La prigione KrestijUn brusco picco nel livello di criminalità si è verificato tra i tardi anni 1980 e la fine degli anni 1990, a seguito dei cambiamenti avvenuti dopo la perestrojka, che comportò la redistribuzione della proprietà, una spinta alla privatizzazione, un declino del tenore di vita, una diminuzione dell'efficacia delle forze di polizia. In quel periodo la città era in parte sotto il controllo di un certo numero di gruppi di criminalità organizzata, come la Banda di Tambov e il fenomeno di Kazan', e gruppi criminali etnici, impegnati in racket, estorsioni, corruzione e dediti a frequenti scontri violenti con gli avversari.[9]
Dopo l'assassinio del vice governatore Michail Manevič (1997), della deputata della Duma di Stato Galina Starovojtova (1998), e di altri esponenti di primo piano dell'imprenditoria locale, San Pietroburgo fu soprannominata dalla stampa russa come la "capitale del crimine".[10][11] Vi sono stati alcuni film girati a San Pietroburgo che descrivono la vita criminale della città, come Brother (1997). Il numero di reati commessi da stranieri a San Pietroburgo nel 2010 è aumentato dell'11,1%. Le forze dell'ordine ritengono che questo dato sia correlabile ad un aumento del numero di persone provenienti da alcuni paesi della Comunità degli Stati Indipendenti che vivono a San Pietroburgo illegalmente. D'altra parte, alcuni media hanno riferito che negli ultimi anni vi è stato un notevole aumento della violenza a sfondo razziale, in particolare verso gli studenti stranieri.[12] Uno dei principali gruppi di supremazia bianca, Belaja Energija (Potere Bianco, ispirato ai gruppi statunitensi di nazionalismo bianco), è ritenuto una delle gang coinvolte nell'assassinio di studenti universitari stranieri.[12]
Il portale ufficiale del governo di San Pietroburgo ha fornito dati sui significativi miglioramenti nella situazione della criminalità. In particolare, è stato segnalato che il numero dei reati contro i turisti è diminuito a meno della metà durante il periodo 2009-2011.
Attentato del 3 aprile 2017Nel primo pomeriggio del 3 aprile 2017 la metropolitana cittadina è stata oggetto di un atto terroristico - poi rivendicato dall'ISIS - realizzato mediante esplosivi da un kamikaze kirghiso che ha causato almeno 14 vittime e 47 feriti fra la popolazione civile.[13]
Onorificenze Un ponte sulla Neva fotografato durante una notte bianca.
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