Россия

Russia
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Contesto di Russia

La Russia (in russo: Росси́я?, traslitterato: Rossíja, ), ufficialmente Federazione Russa (in russo: Росси́йская Федера́ция?, traslitterato: Rossíjskaja Federácija, ), è uno Stato transcontinentale che si estende per un quarto in Europa e per tutto il resto in Asia. È il più vasto Stato del mondo, con una superficie di 17864345 km², e a inizio 2023 conta 146 099 728 abitanti. La capitale è Mosca. La lingua ufficiale è il russo ma le repubbliche autonome possono avere altre lingue ufficiali. L'attuale presidente della federazione è Vladimir Putin.

Confina con Norvegia, Finlandi...Leggi tutto

La Russia (in russo: Росси́я?, traslitterato: Rossíja, ), ufficialmente Federazione Russa (in russo: Росси́йская Федера́ция?, traslitterato: Rossíjskaja Federácija, ), è uno Stato transcontinentale che si estende per un quarto in Europa e per tutto il resto in Asia. È il più vasto Stato del mondo, con una superficie di 17864345 km², e a inizio 2023 conta 146 099 728 abitanti. La capitale è Mosca. La lingua ufficiale è il russo ma le repubbliche autonome possono avere altre lingue ufficiali. L'attuale presidente della federazione è Vladimir Putin.

Confina con Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Bielorussia, Ucraina, Georgia, Azerbaigian, Kazakistan, Cina, Corea del Nord, Mongolia; assieme alla Cina, è lo Stato con il maggior numero di Stati limitrofi (quattordici). Essa possiede, inoltre, confini marittimi con il Giappone (attraverso il mare di Ochotsk) e gli Stati Uniti (attraverso lo stretto di Bering). È bagnata a nord-ovest dal mar Baltico nel golfo di Finlandia, a nord dal mar Glaciale Artico, a est dall'Oceano Pacifico e a sud dal mar Nero e dal mar Caspio. Comprende anche l'exclave dell'oblast' di Kaliningrad. È tradizionalmente suddivisa tra Russia europea e Russia asiatica dalla catena montuosa degli Urali, dal corso del Fiume Ural, dalla costa settentrionale del mar Caspio e dalla depressione del Kuma-Manyč.

È stato tra i protagonisti della storia del XX secolo, per il ruolo svolto nella seconda guerra mondiale e in seguito per essere stata una delle maggiori forze coinvolte nella cosiddetta guerra fredda. È il successore legale dell'Unione Sovietica (e in quanto tale ha ereditato il seggio di membro permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite) ed è fra le quindici ex repubbliche sovietiche ad aver raccolto la maggior parte dell'eredità politica e militare sovietica. È uno Stato con una forte influenza politica all'interno della Comunità degli Stati Indipendenti, composta da nove ex repubbliche dell'Unione Sovietica; è inoltre uno degli Stati fondatori dell'Unione eurasiatica.

Nei primi anni del XXI secolo l'economia ha presentato tassi di crescita tra i più elevati a livello globale, tanto che la Russia è considerata uno dei cinque Paesi cui ci si riferisce con l'acronimo BRICS. La crisi finanziaria internazionale si è fatta però sentire duramente a partire dall'autunno 2008, mettendo in dubbio molte delle certezze acquisite in un decennio di espansione.

Dopo il referendum sull'autodeterminazione della Crimea del 2014, la Russia ha annesso quest'area, sebbene l'occupazione non sia riconosciuta dalla quasi totalità della comunità internazionale.

Di più Russia

Informazioni di base
  • Moneta Rublo russo
  • Nome originale Россия
  • Prefisso telefonico +7
  • Dominio Internet .ru
  • Speed limit 90
  • Mains voltage 220V/50Hz
  • Democracy index 3.31
Population, Area & Driving side
  • Popolazione 137550949
  • La zona 17075400
  • Lato guida right
Cronologia
  •   Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Russia.
    Prima della Rus' di Kiev
      Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Russia fino all'VIII secolo d.C..
     La Grande Bulgaria, (626-650 d.C.)

    Nei secoli precedenti l'era volgare le vaste terre della Russia meridionale erano abitate da popoli indoeuropei (dei quali era probabilmente la terra d'origine) come gli sciti, cui si avvicendarono i sarmati e, nell'Alto Medioevo, gli slavi; nell'area che poi divenne il centro del futuro stato russo, vale a dire il bacino di Mosca, per lungo tempo prima del X secolo dimorarono genti di ceppo finnico o lituano.[1]

    Tra il III e il VI secolo le steppe subirono, a ondate successive, l'ascesa di popoli nomadi guidati da tribù bellicose che si dirigevano verso l'Europa occidentale. Fu il caso, ad esempio, degli unni e degli avari. Un popolo turco, i cazari, governò la Russia meridionale durante l'VIII secolo; essi furono preziosi alleati dell'Impero Romano d'Oriente (Impero bizantino) e condussero diverse guerre contro i califfati arabi.

    La Rus' di Kiev
      Lo stesso argomento in dettaglio: Rus' di Kiev.
     Una carta approssimativa delle culture nella Russia europea al momento dell'arrivo dei variaghi.

    Dal VII secolo gli slavi costituirono la maggioranza della popolazione nella Russia occidentale, e pian piano assimilarono le preesistenti tribù finniche, come i merja, i muromi e i mesceri. A metà del IX secolo un gruppo originario della Scandinavia, i variaghi, assunse il ruolo di élite dominante nella capitale slava di Novgorod. Anche se l'elemento etnico dei variaghi (vichinghi orientali) si confuse abbastanza presto nella maggioritaria popolazione slava, la dinastia da loro espressa (Rjurikidi) rimase al potere diversi secoli, durante i quali si affiliò alla Chiesa ortodossa di Costantinopoli (Bisanzio). La capitale venne trasferita a Kiev nell'882.

    In questo periodo il termine Rhos o Rus' cominciò a essere riferito ai variaghi e in seguito anche agli slavi che popolavano la regione. Tra il X e l'XI secolo la Rus' di Kiev divenne lo Stato più grande d'Europa e uno dei più prosperi, grazie alla sua posizione commerciale tra Europa e Asia. L'apertura di nuove vie commerciali con l'Oriente al tempo delle crociate contribuì al declino e alla frammentazione dello Stato di Kiev nel corso del XII secolo, aggravatasi dopo la morte, nel 1132, del figlio di Vladimiro II Monomaco.

    Le invasioni dei popoli asiatici
      Lo stesso argomento in dettaglio: Invasione mongola della Rus' di Kiev.

    Nei secoli XI e XII le sempre più frequenti incursioni di popolazioni turche, come i kipciak e i peceneghi, portarono le popolazioni slave del sud a spostarsi verso le regioni del nord, note come Zales'. Gli Stati di Novgorod e Vladimir-Suzdal emersero come eredi della Rus' di Kiev nei territori settentrionali, mentre il medio corso del Volga finì sotto il controllo dello stato islamico della Bulgaria del Volga.

    Come molte altre regioni dell'Europa orientale, questi territori vennero invasi dai mongoli, i quali nel 1240 piegarono la Rus' di Kiev. Conosciuti più tardi anche con il nome indeterminato e generico di tartari, i mongoli avrebbero governato le zone meridionali e centrali dell'odierna Russia per circa tre secoli, tempo durante il quale i vari potentati locali sarebbero Stati dipendenti del loro Khanato dell'Orda d'Oro. I territori delle odierne Ucraina e Bielorussia furono inclusi nel Granducato di Lituania e poi nella confederazione polacco lituana o, per rapidità, Polonia, fattore che differenziò ucraini e bielorussi dalle altre popolazioni russe.

    Come nei Balcani e in Asia Minore, il lungo governo dei nomadi avrebbe ritardato lo sviluppo economico e sociale del Paese. Novgorod e Pskov riuscirono peraltro a ritagliarsi un certo grado di autonomia, che li preservò da molti problemi e molte atrocità del periodo. Nel XIII secolo il signore di Novgorod Aleksandr Nevskij respinse gli svedesi e i cavalieri teutonici che cercavano di colonizzare la regione.

    La Moscovia
      Lo stesso argomento in dettaglio: Moscovia.

    Con Ivan I (1332-1341), il Granducato di Mosca si avviò a divenire il più importante principato russo. Lo Stato russo incentrato su Mosca, contrariamente all'Impero bizantino, sua fonte d'ispirazione politica e religiosa, fu in grado di sopravvivere e di organizzare una propria riscossa, riuscendo infine a sottomettere i suoi nemici e a occupare i loro territori.

    Il Ducato di Mosca ancora sotto il dominio indiretto dei mongoli cui pagava un tributo annuale (avendo l'obbligo di riscuotere detto tributo da tutti gli altri stati-città feudali russi) all'inizio del XIV secolo cominciò ad affermare la sua influenza sulla Russia occidentale. Una parte di questo tributo veniva trattenuta e questo permise la crescita economica, sociale e militare del Ducato moscovita e la sua capacità di guidare la liberazione dalla supremazia del Kanato tartaro. Assistita dalla Chiesa ortodossa russa e dalla rinascita spirituale portata da San Sergio di Radonež, nel 1380 la Moscovia sconfisse i tartari nella battaglia di Kulikovo.

    Dopo la Caduta di Costantinopoli nel 1453, il Granducato moscovita rimase l'unico Stato cristiano sulla frontiera orientale dell'Europa, ed Ivan III di Russia rivendicò l'eredità dell'Impero Romano d'Oriente paragonando Mosca ad una Terza Roma,

    All'inizio del XVI secolo, il granducato moscovita era riuscito ad annettersi tutti i territori della Rus' di Kiev che erano stati oggetti delle invasioni dei tartari. Nel contempo, riuscì a proteggere le regioni ai confini meridionali dagli attacchi portati dai tartari della Crimea e dalle altre popolazioni turche. I nobili, a cui era concessa una tenuta dai sovrani, furono obbligati a servire nell'esercito. Il sistema delle concessioni diventò una delle basi dell'esercito nobiliare a cavallo.

    La Russia degli zar
      Lo stesso argomento in dettaglio: Regno russo.
     Lo zar Ivan il Terribile dipinto da Victor Vasnetsov.

    Il matrimonio di Sophia Paleologa (anche conosciuta con l'originale nome greco e ortodosso di Zoe), figlia di Tommaso Paleologo, despota di Morea, il quale rivendicava il trono di Costantinopoli in quanto fratello di Costantino XI, ultimo imperatore bizantino, con Ivan III "il Grande" condusse a Mosca quanto restava della Corte di Costantinopoli con il suo cerimoniale e tutto il suo apparato (così come l'aquila bicipite). Ivan III fu il primo a fregiarsi del titolo di Zar (la parola zar deriva dal latino Caesar, cognomen di Gaio Giulio Cesare), cioè Imperatore Romano d'Oriente (mantenne una regolare corrispondenza con l'Imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano I d'Asburgo che era solito chiamarlo "fratello") ed assieme alla moglie decise che la sua capitale doveva succedere a Costantinopoli e diventare la Terza Roma, per questo invitò a Mosca un gran numero di artisti e iniziò la costruzione del Cremlino con la direzione di Ridolfo (Aristotele) Fioravanti da Bologna.

    Fu sotto il regno di Ivan III che il nuovo Sudebnik russo, o codice di leggi, fu redatto da Vladimir Gusev. Fu sotto il regno di Ivan III che la Russia si liberò definitivamente dal giogo tartaro e cessò di pagare l'ordinario tributo richiesto dal Khan. Durante il regno di Ivan III il tipo di governo nella Moscovia cambiò radicalmente mutando in autocrazia. Suo nipote Ivan IV (detto dai russi "Grosnj" cioè il "temibile o il tonante" e dagli occidentali il "Terribile",[2] 1533-1584) proseguì con determinazione la politica dell'avo di rafforzare la monarchia assoluta a detrimento dell'alta nobilità dei boiardi (analogamente a quanto faceva con gli stessi mezzi e metodi Elisabetta I Tudor in Gran Bretagna o Enrico IV in Francia). Venne incoronato ufficialmente come primo Zar di Russia nel 1547. Lo zar promulgò un nuovo codice di leggi (Sudebnik del 1550) istituendo il primo organo di rappresentanza russo su base feudale (zemskij sobor) e introducendo un'autogestione locale nelle zone rurali.[3][4]

    Durante il proprio lungo regno Ivan IV raddoppiò il già vasto territorio russo annettendo i tre khanati tatari (parti della dissolta Orda d'Oro): Kazan' e Astrachan' lungo il Volga, e il Khanato di Sibir nel sud-ovest della Siberia. Entro la fine del XVI secolo la Russia aveva consolidato e cementato la natura dello stato coerentemente "romano" in quanto Stato multiconfessionale, multietnico e transcontinentale.

    Tuttavia lo zarato fu indebolito dalla lunga e infruttuosa guerra di Livonia contro la coalizione di Polonia, Lituania e Svezia per l'accesso alla costa del mar Baltico e al commercio marittimo.[5] Allo stesso tempo i tatari del Khanato di Crimea, il solo successore rimasto dell'Orda d'Oro, continuarono a razziare la Russia meridionale. Nel tentativo di ripristinare i khanati del Volga, i crimeani e i loro alleati ottomani invasero la Russia centrale e furono anche in grado di dare alle fiamme parti di Mosca nel 1571.[6] Tuttavia l'anno successivo il grande esercito degli invasori venne completamente sconfitto dai russi nella battaglia di Molodi, ponendo per sempre fine alla minaccia dell'espansione ottomana-crimeana in Russia. Le razzie di schiavi da parte dei crimeani tuttavia non cessarono fino alla fine del XVII secolo, anche se la costruzione di nuove linee fortificate in tutta la Russia meridionale, come la Zasečnaja Čerta, ridussero costantemente la zona soggetta alle incursioni.[7]

     Monumento a Minin e Požarskij a Mosca

    I primi anni del XVII secolo in Russia furono molto tumultuosi e per questo vengono chiamati Periodo dei torbidi.[8] La morte dei figli di Ivan, che segnò la fine dell'antica dinastia dei Rjurikidi nel 1598, in congiuntura con la carestia del 1601-1603,[9] portò il paese alla guerra civile, dovuta ai tentativi dei boiardi di recuperare il potere perduto, e anche ai conflitti con gli stati confinanti europei. La Confederazione polacco-lituana occupò varie zone della Russia, tra cui Mosca. Nel 1612 i polacchi furono però costretti alla ritirata da milizie di volontari russi capeggiate da due eroi nazionali, il mercante Kuz'ma Minin e il principe Dmitrij Požarskij.

    Nel 1613 lo Zemskij Sobor elesse Zar il diciassettenne Michele Romanov primo membro della dinastia Romanov a salire al trono (era figlio del patriarca della Chiesa ortodossa russa, Filarete Romanov, che dal 1619, appena rientrato in patria dopo essere stato per nove anni ostaggio del re di Polonia, divenne di fatto il vero governante della Russia, dirigendo la politica del figlio e occupandosi personalmente dell'amministrazione dello Stato fino al 1633, anno in cui Filarete muore) e il Paese cominciò così la sua graduale ripresa dalla crisi.

    La Russia proseguì la sua espansione territoriale per tutto il XVII secolo, l'epoca d'oro dei cosacchi. I cosacchi erano dei guerrieri organizzati in comunità militari, simili ai pirati e ai pionieri del Nuovo Mondo. Nel 1648 i contadini dell'Ucraina si unirono ai cosacchi zaporoghi contro la Polonia-Lituania durante la rivolta di Chmel'nyc'kij, a causa dell'oppressione sociale e religiosa sofferta sotto il dominio polacco. Nel 1654 il leader ucraino Bohdan Chmel'nyc'kij offrì allo zar di Russia Alessio I la protezione dell'Ucraina. L'accettazione di questa offerta da parte di Alessio portò a un'altra guerra russo-polacca (1654-1667). Alla fine l'Ucraina venne divisa lungo il Dnepr, lasciando la parte occidentale (la riva destra ucraina) sotto il dominio polacco e la parte orientale (la riva sinistra ucraina e Kiev) alla Russia. Più tardi nel 1670-1671 i cosacchi del Don guidati da Sten'ka Razin diedero il via a una grande rivolta nella regione del Volga, ma le truppe dello zar riuscirono a sconfiggere i ribelli.

    A est la rapida esplorazione e colonizzazione russa dei grandi territori della Siberia fu condotta per lo più dai cosacchi, a caccia di pelli di animale pregiate e avorio. Gli esploratori russi si spinsero a est soprattutto lungo le strade dei fiumi siberiani e dalla metà del XVII secolo vi furono insediamenti russi nella Siberia orientale, nella penisola dei Ciukci, lungo l'Amur e sulla costa del Pacifico. Nel 1648 lo stretto di Bering tra America settentrionale e Asia fu forse attraversato per la prima volta da Fedot Popov e Semën Dežnëv, ma la notizia non giunse in Europa. Ufficialmente fu Vitus Bering, un esploratore danese al servizio degli zar, a scoprirlo e a dargli il proprio nome nel 1728.

    Nel 1667 il movimento religioso dei Vecchi credenti si oppose ad alcune riforme della chiesa ortodossa, creando uno scisma, che ebbe numerosi seguaci nella Russia settentrionale, zona degli Urali e Siberia [10].

    La Russia imperiale
      Lo stesso argomento in dettaglio: Impero russo e Imperialismo russo in Asia.
     Pietro il Grande, il primo imperatore di Russia.

    Sotto Pietro il Grande la Russia venne proclamata impero nel 1721 e riconosciuta come una potenza mondiale. Governando dal 1682 al 1725 Pietro sconfisse la Svezia nella grande guerra del Nord, costringendola a cedere la Carelia occidentale e l'Ingria (due regioni perse dalla Russia nel Periodo dei torbidi),[11] nonché l'Estonia e la Livonia, assicurando alla Russia l'accesso al mare e al commercio marittimo.[12] Sul mar Baltico Pietro fondò una nuova capitale chiamata San Pietroburgo, più tardi conosciuta come la "finestra sull'Europa". Pietro riuscì a importare cultura e nuove idee dall'Europa occidentale, modernizzando un Paese seriamente arretrato, in cui l'istituto feudale della servitù della gleba era ancora vivo e vitale.

    Il regno di Elisabetta, figlia di Pietro I, dal 1741 al 1762 vide la partecipazione della Russia nella guerra dei sette anni (1756-1763). Durante questo conflitto la Russia annesse la Prussia Orientale per un breve periodo e prese anche Berlino. Tuttavia, dopo la morte di Elisabetta tutte queste conquiste furono restituite al Regno di Prussia dal filo-prussiano Pietro III di Russia.

    Caterina II ("la Grande"), che regnò dal 1762 al 1796, presiedette l'età dell'illuminismo russo. Estese il controllo politico russo sulla confederazione polacco-lituana e incorporò la maggior parte dei suoi territori nella Russia durante le spartizioni della Polonia, spingendo la frontiera russa in direzione ovest verso l'Europa centrale. Nel sud, dopo i successi delle guerre russo-turche contro l'Impero ottomano, Caterina fece avanzare il confine della Russia fino al mar Nero, sconfiggendo il Khanato di Crimea. Come risultato delle vittorie contro gli ottomani dall'inizio del XIX secolo la Russia fece anche importanti conquiste territoriali nella Transcaucasia. Tutto ciò venne proseguito da Alessandro I (1801-1825) il quale strappò la Finlandia all'indebolito regno di Svezia nel 1809 e la Bessarabia agli ottomani nel 1812. Allo stesso tempo i russi colonizzarono l'Alaska e si insediarono in California, come a Fort Ross.

    Fra il 1803 e il 1806 venne compiuta la prima circumnavigazione russa della Terra, seguita poi da altri importanti viaggi russi d'esplorazione marittima. Nel 1820 una spedizione russa scoprì il continente dell'Antartide.

     L'Impero russo nel 1866 e la sua sfera di influenza.

    In alleanza con altri Paesi europei, la Russia combatté contro la Francia di Napoleone. La campagna di Russia, all'apice del potere di Napoleone, nel 1812 fallì completamente contro un'ostinata resistenza combinata con le difficoltà climatiche ed ambientali, portando gli invasori ad una disastrosa sconfitta in cui perì più del 95% della Grande Armata napoleonica.[13] Guidato da Michail Kutuzov e da Barclay de Tolly, l'esercito russo cacciò Napoleone dal Paese ed avanzò attraverso l'Europa nella guerra della sesta coalizione, entrando infine a Parigi. Alessandro I guidò la delegazione della Russia al congresso di Vienna, che stabilì la carta politica dell'Europa post-napoleonica.

    Gli ufficiali delle guerre napoleoniche portarono indietro con loro le idee del liberalismo in Russia e tentarono di limitare il potere dello zar durante l'abortito moto decabrista del 1825. Alla fine del regno conservatore di Nicola I (1825-1855), il periodo culmine di potere e influenza della Russia sull'Europa venne interrotto dalla sconfitta nella guerra di Crimea. Tra il 1847 e il 1851 una massiccia epidemia di colera proveniente dall'Asia travolse la Russia, causando circa un milione di vittime.[14]

    Il successore di Nicola, Alessandro II (1855-1881), apportò notevoli cambiamenti nel Paese, tra cui l'abolizione della servitù della gleba nel 1861. Queste grandi riforme spronarono l'industrializzazione e modernizzarono l'esercito russo, che aveva liberato con successo la Bulgaria dal dominio ottomano nella guerra russo-turca (1877-1878).

    La fine del XIX secolo vide la nascita di vari movimenti socialisti in Russia: Alessandro II fu ucciso nel 1881 da terroristi rivoluzionari e il regno di suo figlio Alessandro III (1881-1894) fu meno liberale, ma più stabile. L'ultimo imperatore russo, Nicola II (1894-1917), non fu in grado di prevenire gli eventi della rivoluzione russa del 1905, innescata dall'infruttuosa guerra russo-giapponese e dalla violenta repressione dei manifestanti nella cosiddetta domenica di sangue. La rivolta venne soppressa, ma il governo fu costretto a concedere importanti riforme, tra cui la concessione della libertà di stampa e di associazione, la legalizzazione dei partiti politici e la creazione di un organo legislativo di natura elettiva, la Duma di Stato. La migrazione verso la Siberia aumentò rapidamente nel XX secolo, in particolare durante la riforma agraria di Stolypin. Tra il 1906 e il 1914 più di quattro milioni di coloni giunsero in quella regione.[15]

    Nel 1914 la Russia prese parte alla prima guerra mondiale in risposta alla dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia, alleata della Russia, e combatté su più fronti mentre si trovava isolata dai suoi alleati della Triplice intesa. Nel 1916 l'offensiva Brusilov dell'esercito russo distrusse quasi completamente la forza militare dell'Austria-Ungheria. Tuttavia, la sfiducia già esistente nell'opinione pubblica nei confronti del regime si accrebbe a causa dei crescenti costi della guerra, dell'alto numero di vittime e delle voci circolanti di tradimento e corruzione. Tutto ciò creò il clima per la rivoluzione del 1917, compiutasi in due principali tappe.

    La rivoluzione e la Repubblica russa
      Lo stesso argomento in dettaglio: Rivoluzione russa di febbraio, Governo provvisorio russo e Repubblica russa.

    La rivoluzione di febbraio, di ispirazione borghese, costrinse lo zar Nicola II ad abdicare; insieme con la sua famiglia fu imprigionato a Casa Ipat'ev e poi giustiziato durante la guerra civile russa. La monarchia venne sostituita da una traballante coalizione di partiti politici, i quali si erano auto-dichiarati Governo provvisorio. Parallelamente ad esso esisteva un establishment socialista, il soviet di Pietrogrado, che esercitava il potere attraverso consigli democraticamente eletti di operai e di contadini, chiamati appunto soviet. Il governo delle nuove autorità aggravò soltanto la crisi nel Paese, invece di risolverla. Infine, la rivoluzione d'ottobre, guidata dal leader del partito bolscevico Vladimir Il'ič Ul'janov, detto Lenin, rovesciò il Governo provvisorio e diede pieni poteri al governo dei soviet, facendo così nascere il primo Stato socialista del mondo.

    La Russia dei soviet e la guerra civile
      Lo stesso argomento in dettaglio: Rivoluzione d'ottobre, Guerra civile russa e Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa.

    Subito dopo la rivoluzione d'ottobre scoppiò una guerra civile tra l'esercito sovietico, la cosiddetta Armata Rossa, organizzato e comandato da Lev Trockij, e i vari eserciti che si rifacevano al potere zarista, le Armate Bianche. La Russia dei bolscevichi perse i suoi territori ucraini, polacchi, baltici e finnici con la firma del trattato di Brest-Litovsk, con il quale usciva dalla prima guerra mondiale e poneva fine alle ostilità con gli Imperi centrali. Le potenze alleate dell'Intesa lanciarono quindi, senza successo, un intervento militare a sostegno delle forze anticomuniste. Nel frattempo, sia i bolscevichi che l'Armata Bianca effettuarono campagne di deportazioni, arresti di massa ed esecuzioni contro i propri avversari, denominate rispettivamente Terrore rosso e Terrore bianco. Entro la fine della guerra civile l'economia russa e le sue infrastrutture furono pesantemente danneggiate. Milioni di persone divennero rifugiati bianchi e si stima che la carestia russa del 1921-1923 causò fino ad un massimo di cinque milioni di vittime.

    L'Unione Sovietica
      Lo stesso argomento in dettaglio: Unione Sovietica e Dissoluzione dell'Unione Sovietica.
     La RSFS Russa come parte dell'URSS nel 1922. Dal 1956 assumerà i confini amministrativi che poi nel 1991 saranno i confini nazionali dell'attuale Federazione Russa fino al 2014 (annessione della Crimea).

    Il 30 dicembre 1922 la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, insieme con le repubbliche socialiste sovietiche di Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia, fondò l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, comunemente conosciuta come Unione Sovietica o in forma ancora più abbreviata "URSS". Successivi eventi portarono il paese a contenere quindici repubbliche federate e la più grande per dimensioni, con più della metà della popolazione totale dell'Unione Sovietica e più potente economicamente era proprio quella della Russia, che si trovò a dominare per tutti i sessantanove anni della sua storia le restanti quattordici repubbliche.

    Dopo la morte di Lenin nel 1924, che aveva sofferto per una serie di infarti, venne designata una troika per governare l'Unione Sovietica. Tuttavia Iosif Džugašvili, detto Stalin, che era stato eletto segretario generale del Partito Comunista, riuscì a sopprimere tutti i gruppi d'opposizione all'interno del partito e a concentrare il potere nelle sue mani. Lev Trockij, il principale sostenitore della rivoluzione mondiale, fu esiliato dall'Unione Sovietica nel 1929 e l'idea di Stalin del "socialismo in un solo Paese" divenne la linea di pensiero dominante. La continua lotta interna al partito bolscevico culminò con le grandi purghe, una brutale repressione di massa avvenuta tra il 1937 e il 1938, in cui centinaia di migliaia di persone furono giustiziate, compresi membri originari del partito e capi militari accusati di tramare un colpo di Stato.

    Sotto il controllo di Stalin il governo lanciò un'economia pianificata, l'industrializzazione di un paese in gran parte rurale e la collettivizzazione dell'agricoltura. Durante questo periodo di rapido cambiamento economico e sociale, milioni di persone furono mandate nei campi di lavoro forzato (gulag), tra cui molti detenuti politici per la loro opposizione alla dittatura di Stalin; milioni furono deportati ed esiliati in zone remote dell'Unione Sovietica. La disorganizzazione nella transizione del settore agricolo, combinata alle dure politiche statali e ad un periodo di siccità, portò alla carestia del 1932-1933. In un breve lasso di tempo l'Unione Sovietica, anche se a carissimo prezzo, venne trasformata da un'economia basata quasi soltanto sull'agricoltura in una grande potenza industrializzata. La politica dell'Appeasement, adottata da Gran Bretagna e Francia nei confronti dell'annessione di Austria e Cecoslovacchia da parte di Adolf Hitler, non arginò l'aumento di potenza della Germania nazista, la quale poneva una seria minaccia per l'Unione Sovietica. Nello stesso periodo, la Germania nazista si alleò con l'Impero giapponese, rivale dell'Unione Sovietica in Estremo Oriente e suo nemico nelle guerre di confine sovietico-giapponesi del 1938-1939.

    Nel mese di agosto del 1939, dopo un altro fallito tentativo di stabilire un'alleanza anti-nazista con la Gran Bretagna e la Francia, il governo sovietico decise di migliorare le relazioni con la Germania, concludendo il patto Molotov-Ribbentrop, una promessa di non aggressione tra i due Paesi e una spartizione delle reciproche sfere d'influenza nell'Europa orientale. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, mentre Hitler conquistava la Polonia e la Francia e altri Paesi agivano su un solo fronte, l'Unione Sovietica fu in grado di radunare il suo esercito e rivendicare alcuni ex territori dell'Impero russo a seguito dell'invasione sovietica della Polonia, della guerra d'inverno e dell'occupazione degli Stati Baltici.

    Il 22 giugno 1941 la Germania nazista ruppe il patto di non aggressione e invase l'Unione Sovietica con la più grande e potente operazione militare terrestre della storia umana[16] e l'apertura del più grande teatro di guerra della seconda guerra mondiale. Anche se l'esercito tedesco ebbe all'inizio un notevole successo, il suo attacco fu arrestato nella battaglia di Mosca e successivamente i tedeschi subirono dure sconfitte, prima nella battaglia di Stalingrado nell'inverno del 1942-1943[17] e poi nella battaglia di Kursk nell'estate del 1943. Un altro fallimento tedesco fu l'assedio di Leningrado, in cui la città rimase completamente accerchiata da terra tra il 1941 e il 1944 dalle forze tedesche e finlandesi, sofferse la fame e la morte di un milione di civili, ma non si arrese mai.[18] Sotto l'amministrazione di Stalin e la guida di comandanti come Georgij Žukov e Konstantin Rokossovskij, le forze sovietiche conquistarono l'Europa orientale nel 1944-1945 e presero Berlino nel maggio 1945. Nel mese di agosto del 1945 l'esercito sovietico cacciò i giapponesi dalla Manciuria cinese e della Corea del Nord, contribuendo alla vittoria degli Alleati sul Giappone.

     Carro armato sovietico T-34 in marcia durante i giorni dell'operazione Urano, durante la seconda guerra mondiale.

    Il periodo dal 1941 al 1945 della seconda guerra mondiale è conosciuto in Russia come la "grande guerra patriottica". Durante questo conflitto, in cui avvennero le più letali operazioni di guerra della storia umana, le morti tra soldati e civili sovietici furono rispettivamente di undici milioni e sedici milioni, che rappresentano circa un terzo di tutte le vittime della seconda guerra mondiale. La complessiva perdita demografica per la popolazione sovietica fu ancora maggiore: l'economia e le infrastrutture sovietiche subirono massicce devastazioni, ma l'Unione Sovietica emerse lo stesso alla fine del conflitto come una superpotenza, riconosciuta a livello mondiale.

    L'Armata Rossa occupò l'Europa dell'est dopo la guerra, compresa la Germania orientale, e governi non indipendenti di stampo socialista furono insediati negli Stati satellite del blocco orientale. Divenendo la seconda potenza nucleare del mondo, l'Unione Sovietica istituì l'alleanza del patto di Varsavia ed entrò in conflitto per il dominio globale, conosciuto come guerra fredda, contro gli Stati Uniti e la NATO. Le due nazioni ingaggiarono una lunga lotta geopolitica per il controllo dei cuori e delle menti del Terzo Mondo a partire dalla crisi di Suez del 1956. L'Unione Sovietica sostenne i movimenti rivoluzionari di tutto il mondo, tra cui le neonate Repubblica Popolare Cinese, Repubblica Popolare Democratica di Corea e in seguito la Repubblica di Cuba. Quantità significative di risorse sovietiche furono assegnate in aiuto agli altri Paesi socialisti.

    Dopo la morte di Stalin e un breve periodo di governo comune, il nuovo leader Nikita Khruščёv denunciò il culto della personalità di Stalin e lanciò la politica di "destalinizzazione". Il sistema penale dei campi di lavoro forzato fu riformato e molti prigionieri furono liberati e riabilitati (molti dei quali nel frattempo erano già morti). Il generale allentamento delle politiche repressive divenne noto in seguito come il "disgelo di Khruščёv". Allo stesso tempo le tensioni con gli Stati Uniti si intensificarono quando i due rivali si scontrarono sul dispiegamento da parte degli statunitensi dei missili Jupiter in Turchia e da parte dei sovietici dei missili a Cuba. Le due parti si erano appunto imbarcate in una lunga e costosa corsa per accumulare il maggior numero possibile di armi nucleari. Nel 1962 con la crisi dei missili di Cuba il leader sovietico Nikita Khruščёv e il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy raggiunsero l'acme della crisi fra i blocchi sovietico e statunitense, con il posizionamento di basi missilistiche a Cuba in seguito all'embargo inferto alla stessa da parte degli Stati Uniti e in un più ampio ambito di conflitto ideologico ed economico fra i due schieramenti.

    Nel 1957 l'Unione Sovietica lanciò il primo satellite artificiale del mondo, lo Sputnik 1, dando così il via alla corsa allo spazio. Il cosmonauta russo Jurij Gagarin fu il primo umano a orbitare nello spazio attorno alla Terra a bordo della navicella Vostok 1 il 12 aprile 1961.

     Sputnik 1 fu il primo satellite artificiale al mondo.

    Dopo l'estromissione di Khruščёv nel 1964, seguì un altro periodo di governo comune fino a quando Leonid Brežnev non divenne il leader incontrastato dell'Unione Sovietica. Gli anni settanta e i primi anni ottanta furono in seguito denominati la "stagnazione brezneviana", un periodo in cui la crescita economica si arrestò e le politiche sociali furono paralizzate. La riforma Kosygin del 1965 puntò a una parziale decentralizzazione nel controllo dell'economia sovietica e a spostare l'enfasi dall'industria pesante e della produzione militare all'industria leggera e dei beni di consumo, ma tutto ciò venne soffocato dalla leadership comunista, su posizioni fortemente conservatrici.

    Nel 1979, dopo una rivoluzione guidata dai comunisti in Afghanistan, le forze armate sovietiche entrarono nel Paese su richiesta del nuovo regime. L'occupazione militare prosciugò le risorse economiche e si trascinò senza raggiungere risultati politici significativi. Alla fine l'esercito sovietico si dovette ritirare dall'Afghanistan nel 1989, a causa dell'opposizione internazionale, della persistente guerriglia anti-sovietica e della mancanza di sostegno da parte dei cittadini sovietici al conflitto.

    Dal 1985 in poi l'ultimo leader sovietico, Michail Gorbačëv, cercò di introdurre alcune riforme nel sistema sovietico, tra cui la glasnost' ("trasparenza") e la perestrojka ("ricostruzione"), nel tentativo di porre fine al periodo di stagnazione economica e di democratizzare il governo. Tuttavia ciò condusse alla nascita di forti movimenti nazionalisti e separatisti. Prima del 1991 l'economia sovietica era la seconda più grande del mondo,[senza fonte] ma durante i suoi ultimi anni venne afflitta dalla carenza di merci nei negozi di alimentari, da enormi deficit di bilancio e dall'inflazione causata dalla crescita eccessiva dell'offerta di moneta.

    Nel 1991 la crisi economica e il subbuglio politico cominciarono a straripare e le repubbliche baltiche scelsero di separarsi dall'Unione. Il 17 marzo si tenne un referendum, in cui la maggioranza dei votanti si espresse a favore del mantenimento dell'Unione Sovietica in una federazione riformata. Nell'agosto del 1991 un tentato colpo di Stato militare per deporre Gorbačëv e preservare l'Unione Sovietica portò invece alla fine del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e il 26 dicembre 1991 l'Unione Sovietica si dissolse in quindici Stati post-sovietici.

    Federazione Russa
      Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Federazione Russa.

    Boris El'cin fu eletto presidente della Russia nel giugno 1991 nelle prime elezioni presidenziali dirette della storia russa. Durante e dopo la dissoluzione sovietica furono intraprese riforme tra cui la privatizzazione del settore pubblico e l'apertura al libero mercato, comprese trasformazioni radicali sulla falsariga della "terapia shock", raccomandata dagli Stati Uniti e dal Fondo Monetario Internazionale. Tutto ciò determinò una grave crisi economica, caratterizzata dal calo del 50% del PIL e della produzione industriale tra il 1990 e il 1995.

    Le privatizzazioni spostarono per lo più il controllo delle imprese dagli enti statali a individui con legami governativi. Molti dei nuovi ricchi trasferirono poi miliardi di dollari in contanti e in beni fuori dal Paese, generando un'enorme fuga di capitali. La recessione economica portò al collasso dei servizi sociali; il tasso di natalità crollò, mentre quello di mortalità salì alle stelle. Milioni di persone furono ridotte in miseria, da un tasso di povertà dell'1,5% in epoca tardo sovietica, si passò al 39-49% entro la metà del 1993. Gli anni novanta videro una corruzione estrema e il dilagare di un'illegalità senza freni, l'aumento di bande criminali e dei crimini violenti.

     Boris El'cin annuncia alla televisione russa le sue dimissioni il 31 dicembre 1999

    Gli anni novanta furono anche segnati da conflitti armati nel Caucaso del nord, sia scontri etnici locali sia insurrezioni di islamisti separatisti. Da quando i separatisti ceceni avevano dichiarato l'indipendenza nei primi anni novanta, un'intermittente guerriglia fu combattuta tra gruppi di ribelli ed esercito russo. Gli attacchi terroristici contro i civili, compiuti dai separatisti, in particolare la crisi del teatro Dubrovka e la strage di Beslan, causarono centinaia di morti e suscitarono l'attenzione mondiale.

    La Russia fu costretta ad assumersi la responsabilità della liquidazione dei debiti esteri dell'Unione Sovietica, anche se la sua popolazione attuale comprendeva soltanto la metà degli abitanti dello Stato sovietico al momento del suo scioglimento, non riuscendo comunque a pagare tali debiti sino alla riforma indetta da Putin nel 2017. Elevati disavanzi di bilancio impedirono il pagamento della liquidazione dei debiti contratti dall'Unione Sovietica e causarono la crisi finanziaria russa del 1998, che sfociò in un ulteriore calo del PIL.

    Il 31 dicembre 1999 il presidente El'cin si dimise a sorpresa in favore del Primo ministro, nominato da poco, Vladimir Putin, il quale vinse poi le elezioni presidenziali del 2000. Putin soffocò l'insurrezione cecena, anche se sporadici atti di violenza si verificano ancora in ogni parte del Caucaso del nord. Agli alti prezzi del petrolio e ad una moneta inizialmente debole seguirono aumenti della domanda interna e dei consumi e gli investimenti aiutarono l'economia russa a crescere per nove anni consecutivi, migliorando il tenore di vita e aumentando l'influenza della Russia nel panorama mondiale. Nonostante molte riforme compiute sotto la presidenza di Putin vengano generalmente criticate e definite antidemocratiche dalle nazioni occidentali, si è lo stesso guadagnato un diffusissimo consenso in Russia per aver fatto ritornare l'ordine, la stabilità e il progresso nel Paese.

    Conflitto con l'Ucraina
      Lo stesso argomento in dettaglio: Conflitto russo-ucraino.

    Nel 2014, in seguito alla rimozione del presidente ucraino filorusso Viktor Janukovyč in seguito alla rivoluzione di Euromaidan, si è tenuto un referendum sull'autodeterminazione della Crimea, indetto dalle forze politiche della penisola di Crimea, a maggioranza russofona, che si era proclamata unilateralmente indipendente dall'Ucraina nello stesso anno. L'esito del referendum è stata una schiacciante vittoria dei favorevoli all'annessione. È dunque cominciato l'iter amministrativo di annessione di quest'area, nonostante l'occupazione non sia riconosciuta dalla maggioranza della comunità internazionale. L'annessione ha avuto come conseguenza la nascita di due nuovi soggetti amministrativi della Federazione Russa: la Repubblica di Crimea e la città federale di Sebastopoli. Nello stesso periodo è iniziato il lungo scontro di confine per il Donbass, sede di altre due repubbliche separatiste.

     Proteste contro la guerra in Ucraina da parte di cittadini Russi.

    Il 24 febbraio 2022, dopo un discorso alla nazione, il presidente Vladimir Putin ha ordinato l'invasione dell'Ucraina, secondo i media russi per garantire la pace alle repubbliche secessioniste di Luhansk e Donetsk.[19][20] La guerra risulta essere la più grande mai avvenuta in Europa dopo la seconda guerra mondiale.[21] L'invasione è stata condannata dalla quasi totalità dei paesi occidentali,[22] che hanno reagito ponendo delle pesanti sanzioni economiche contro il Cremlino[23], e alleati storici come la Repubblica Popolare Cinese, pur non varando sanzioni e rimanendo neutrali, hanno espresso preoccupazioni riguardo al conflitto. Il 30 settembre 2022 le repubbliche popolari di Luhansk e Donetsk e le oblast' occupate durante l'invasione vengono annesse alla Federazione russa come nuovi soggetti federali, motivando questa azione come il risultato di un referendum promosso e avvenuto durante l'occupazione e non riconosciuto valido da nessuna nazione, ad eccezione della Corea del Nord.[24][25][26][27]

    Il 23 novembre 2022 il Parlamento europeo vota a favore la risoluzione riguardo al definire la Russia uno Stato promotore del terrorismo.[28][29][30]

    ^ R. Pipes, La Russia, p. 9. ^ (EN) Frank D. McConnell, Storytelling and Mythmaking: Images from Film and Literature, Oxford University Press, 1979, p. 78, ISBN 0-19-502572-5.
    «Ma Ivan IV, Ivan il Terribile, in lingua russa Ivan Groznyi cioè "Ivan il Magnifico" o "Ivan il Grandioso", è precisamente un uomo che è divenuto una leggenda»
    ^ Solovyov, S., History of Russia from the Earliest Times, vol. 6, AST, 2001, pp. 562–604, ISBN 5-17-002142-9. ^ Skrynnikov, R., Ivan the Terrible, Academic Intl Pr, 1981, p. 219, ISBN 0-87569-039-4. ^ Solovyov, S., History of Russia from the Earliest Times, vol. 6, AST, 2001, pp. 751–908, ISBN 5-17-002142-9. ^ S. Solovyov, History of Russia from the Earliest Times, vol. 6, AST, 2001, pp. 751–809, ISBN 5-17-002142-9. ^ Brian Glyn Williams, The Sultan's Raiders: The Military Role of the Crimean Tatars in the Ottoman Empire (PDF), su The Jamestown Foundation, 2013, p. 27 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2013). ^ S. Solovyov, History of Russia from the Earliest Times, vol. 7, AST, 2001, pp. 461–568, ISBN 5-17-002142-9. ^ Borisenkov, E., Pasetski, V., The thousand-year annals of the extreme meteorological phenomena, p. 190, ISBN 5-244-00212-0. ^ p. 25, in Vera Tolz, Inventing the Nation, 2001 ^ Solovyov, S., History of Russia from the Earliest Times, 9, ch.1, AST, 2001, ISBN 5-17-002142-9. ^ Solovyov, S., History of Russia from the Earliest Times, 15, ch.1, AST, 2001. ^ Ruling the Empire, su countrystudies.us, Library of Congress. ^ Geoffrey A. Hosking (2001). " Russia and the Russians: a history, su books.google.com.". Harvard University Press. p. 9. ISBN 0-674-00473-6. ^ N. M. Dronin, E. G. Bellinger (2005). Climate dependence and food problems in Russia, 1900–1990: The interaction of climate and agricultural policy and their effect on food problems, su books.google.com.. Central European University Press. p. 38. ISBN 963-7326-10-3. ^ World War II, su britannica.com, Encyclopædia Britannica. ^ The Allies' first decisive successes: Stalingrad and the German retreat, summer 1942 – February 1943, su britannica.com, Encyclopædia Britannica. ^ The Legacy of the Siege of Leningrad, 1941–1995, su cambridge.org.. Cambridge University Press. ^ Putin lancia l'operazione militare in Ucraina e minaccia: 'Conseguenze per chi interferisce'. - Mondo, su Agenzia ANSA, 23 febbraio 2022. URL consultato il 24 febbraio 2022. ^ Francesco Battistini, Andrea Nicastro, Giuseppe Sarcina, Gianluca Mercuri e Redazione Online, La guerra tra Russia e Ucraina è iniziata: Putin ordina l'avvio dell'invasione, su Corriere della Sera, 24 febbraio 2022. URL consultato il 24 febbraio 2022. ^ Antonio Carioti, In Ucraina esodi, fango, rovine come nella Seconda guerra mondiale: il confronto, su Corriere della Sera, 3 novembre 2022. URL consultato l'8 ottobre 2022. ^ Francesco Battistini, Andrea Nicastro, Giuseppe Sarcina, Gianluca Mercuri, Irene Soave e Redazione Online, La guerra tra Russia e Ucraina è iniziata: Putin ordina l'avvio dell'invasione, su Corriere della Sera, 24 febbraio 2022. URL consultato l'8 ottobre 2022. ^ (EN) Ben Walsh, The unprecedented American sanctions on Russia, explained, su Vox, 9 marzo 2022. URL consultato l'8 ottobre 2022. ^ https://www.tag43.it/ucraina-referendum-russia-annessione-corea-nord-legittimi/ ^ https://www.ilgiornaleditalia.it/news/esteri/411354/referendum-donbass-corea-del-nord-putin.html ^ https://www.agenzianova.com/news/ucraina-la-corea-del-nord-riconosce-i-referendum-nei-territori-occupati-dalla-russia/ ^ https://www3.nhk.or.jp/news/html/20221004/k10013847641000.html ^ https://www.rainews.it/maratona/2022/11/live-guerra-in-ucraina-la-cronaca-minuto-per-minuto-giorno-272-bab2d65b-1b24-49bd-8daf-d5dc68e7e4a7.html ^ https://tg24.sky.it/mondo/2022/11/23/russia-ucraina-guerra-ultime-notizie-diretta ^ https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/ucraina-guerra-giorno-273-ucraina-al-buio-e-russia-terrorista
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