Salorno sulla Strada del Vino

Salorno sulla Strada del Vino (Salurn an der Weinstraße in tedesco, Salórn in dialetto trentino) è un comune italiano di 3782 abitanti della provincia autonoma di Bolzano, in Trentino-Alto Adige, situato in Bassa Atesina (Bozner Unterland).

Nei pressi del paese la valle dell'Adige si restringe, formando la Chiusa di Salorno (Salurner Klause). Negli ultimi due secoli la chiusa ha costituito una barriera simbolica tra la parte germanofona e italofona (oggi Trentino) del Tirolo storico e viene tradizionalmente considerata il confine linguistico tra l'area di lingua germanica e quella di lingua italiana in Val d'Adige. Oggi la maggioranza dei salornesi è di lingua italiana.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Alto Adige e Storia del Tirolo.
 La cascata di Salorno

In località Galgenbühel/Dos de la Forca sono stati fatti importanti rivenimenti archeologici risalenti ancora al mesolitico[1].

Salorno faceva anticamente parte della diocesi di Trento, ma sin dal Duecento i Conti del Tirolo ottennero il controllo del borgo.[2] È del 1403 l'importante Weistum (statuto di regola) che definisce i diritti della comunità verso il potere asburgico, redatto interamente in lingua tedesca (medio alto tedesco)[3]:

«Das ist was wir hernach geschriben gesworen des gerichts Salurnn haben erfunden auff vnser ayd, was mann der herschaft des gerichts dyenenn sol oder wye mann dienenn sol, auch was der gemeinschaft des gerichts herwider vonn der herschaft beschehen sol, das haben wir erfunden nach vnser gewissen.»

Fino alla prima guerra mondiale Salorno fece parte dell'Impero austro-ungarico (distretto di Bolzano), in seguito alla vittoria italiana suggellata dal Trattato di Saint-Germain-en-Laye venne annesso al Regno d'Italia[4].

Durante il Ventennio fascista il comune di Salorno fu aggregato alla provincia di Trento, assieme a tutta la Bassa Atesina, per facilitarne l'italianizzazione. L'uso del tedesco in pubblico e il suo insegnamento vennero vietati, ma la minoranza di lingua tedesca si organizzò istituendo classi clandestine in cui si insegnava la lingua tedesca (le cosiddette Katakombenschulen):[5] il salornese Josef Noldin fu tra i principali organizzatori e fu per questo deportato dal governo fascista sull'isola di Lipari[6].

Nel 1948 Salorno passò alla provincia di Bolzano secondo quanto stabilito dal primo statuto d'autonomia del Trentino-Alto Adige, vista anche la volontà manifestata dalla popolazione di lingua tedesca della Bassa Atesina.

Stemma

Lo stemma è costituito da una pila azzurra, su sfondo argento, e da un capo azzurro. È l'insegna dei Signori di Graland che possedevano il villaggio nel XIII secolo.[7] Lo stemma è stato adottato nel 1971[8].

^ Ursula Wierer et al., Living near the water. Environment, wetland economy and fishing techniques of the Mesolithicic site Galgenbühel/Dos de la Forca in the Adige Valley (South Tyrol, Italy), in Au cœur des sites mésolithiques : entre processus taphonomiques et données archéologiques. Actes de la table-ronde internationale de Besançon (Doubs, France) « Hommages au Professeur André Thévenin », 29-30 octobre 2013 (Annales Littéraires, 983; Série « Environnement, sociétés et archéologie », 24), a cura di C. Cupillard et al., Besançon, Presses universitaires de Franche-Comté, 2018, pp. 241-257. ^ O. Stolz, Neumarkt und Salurn, op. cit., pp. 292ss. ^ Testo completo del Weistum di Salorno del 1403 - A riguardo Hannes Obermair, Diritto come produzione sociale? Riflessioni su uno statuto rurale alpino della Val d'Adige del primo Quattrocento, in Corona Alpium II. Miscellanea di studi in onore di Carlo Alberto Mastrelli (Archivio per l'Alto Adige, 97/98), Firenze 2003-04, pp. 337–367, e in «Rivista Storica del Lazio», 21 (2005-06), pp. 171–191. ^ Antonio Scottà, La Conferenza di pace di Parigi fra ieri e domani (1919-1920), URL consultato in data 25 gennaio 2011 ^ Milena Cossetto, Letizia Flaim, Scuole clandestine in Bassa Atesina 1923–1939, Labdoc, Bolzano, 2011. ^ Storia di Josef Noldin, su noldinhaus.org. URL consultato il 7 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2009). ^ Martin Bitschnau, Burg und Adel in Tirol zwischen 1050 und 1300. Grundlagen zu ihrer Erforschung, Vienna, Österr. Akademie der Wissenschaften, 1983, sub voce Graland. ^ (EN) Heraldry of the World: Salurn-Salorno Archiviato il 1º agosto 2012 in Internet Archive.
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