La Porta di Ištar (adattato anche in Ishtar secondo la grafia anglofona; trascritto in arabo بوابة عشتار, e in persiano دروازه ایشتار) era l'ottava porta della città interna di Babilonia. Fu costruita dai Babilonesi attorno al 575 a.C. sotto il re Nabucodonosor II nella parte nord della città, e consacrata alla dea Ištar.
Questa porta era alta 14 metri e larga 11, oltre ad avere la funzione di fortificazione d'ingresso. La porta era una meravigliosa opera d'arte ed era collegata alla grande via processionale, che conduceva verso i più importanti edifici di culto e amministrativi.
Il re Nabucodonosor II regnò dal 604 al 562 a.C., all'apice dello splendore dell'impero babilonese. Si distinse sia come valoroso generale, sconfiggendo gli Egiziani nella battaglia di Karkemiš e conquistando Gerusalemme nel 586 a.C.,[1] e sia come fervente promotore di numerose iniziative edilizie. A lui, infatti, risale il monumentale sistema difensivo a protezione di Babilonia, intervallato da diverse porte, fra cui quella che fu poi dedicata a Ištar, dea dell'amore e della guerra.[2]
Il tetto e le porte della porta erano realizzate in legno di cedro, così come riportato dall'iscrizione dedicatoria. I mattoni del cancello erano rivestiti di uno smalto blu, inteso a rappresentare il lapislazzuli, una pietra semipreziosa dal colore azzurro oltremare intenso che era venerata nell'antichità per la sua intensità cromatica: i mattoni smaltati di blu avrebbero così conferito alla facciata uno splendore simile a un gioiello. All'interno della Porta si snodava la Via delle Processioni, un'arteria lunga 250 metri e larga 22 fiancheggiata da un fregio blu ornato da circa 120 creature, tra leoni, tori, draghi e fiori, su mattoni smaltati gialli e neri, a simboleggiare la dea Ištar.
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