Gorges du Verdon

( Gole del Verdon )

Le gole del Verdon sono delle gole situate in Francia ossia le più grandi d'Europa, nella provincia provenzale, create dallo scorrere del fiume Verdon.

La valle del Verdon fu abitata dai Galli di Verguni.

Le gole del Verdon non attirarono l'attenzione dei viaggiatori se non tardi. Le prime descrizioni che ci giungono sono infatti dei secoli XVIII e XIX, ma si tratta di due rare stampe (una del 1782 e l'altra del 1804).[1] Nonostante la crescente sensibilità dell'uomo verso le bellezze naturali e il periodo romantico, non ci furono molti interessamenti all'area, anche per la sua natura impervia e la possibilità di percorrerla soltanto facendo scomodi sentieri e mulattiere. Le gole cominciarono ad avere una certa fama dopo la descrizione che ne fece Élisée Reclus nel 1879,[2] e la diffusione delle prime guide turistiche (le Guide Joanne di sicuro ne parlarono a partire dal 1877,[3] in seguito Guide touristique de la Provence, e guide Baedeker) durante la Belle Époque.

Le gole furono cartografate per la prima volta dai Cassini (anni 1770)[4] e dagli ingegneri geografi del re, nel 1778.[5]

Fu Martel che diresse la prima spedizione di discesa all'interno del canyon del Verdon (aprendo la strada dell'ormai famoso sentier Martel, cui deve il nome).[6] Il turismo cominciò ad interessare le gole lentamente dagli anni 1880 in poi:[7] il sentiero era ancora malandato e pericoloso, le infrastrutture ricettizie (hotel, ristoranti, strade, sentieri) rari e poco confortevoli. In più, il principale mezzo di trasporto dell'epoca, la ferrovia, si arrestava a Saint-André-les-Alpes, il che obbligava a noleggiare delle carrozze per arrivare alle gole.[8]

Dagli anni 1890 (e fino agli anni venti compresi), dei progetti per rendere il canyon un tratto navigabile furono presi in considerazione.[9] I primi lavori risalgono al 1906: il Touring Club de France (TCF) traccia un sentiero che permette di scendere nelle gole.[10] Il primo boom turistico delle gole avviene tra la fine degli anni venti e gli anni trenta, su impulso del TCF: campagna sulla stampa a partire dal 1928, viaggi e spedizioni, reportage diffusi nei cinema, visite di giornalisti britannici.[11] Questa promozione fu interrotta per nuovi lavori tra il 1929 ed il 1930: miglioramento della viabilità della strada, sempre su iniziativa e con fondi del TCF,[12] creazione dei belvedere (tra cui quello che diverrà il celebre Point Sublime), incoraggiamento alle compagnie di trasporti locali per incrementare le possibilità di spostamento nell'area, creazione di nuovi sentieri inaugurati nel giugno del 1930[13] ed infine la creazione del rifugio di Malines nel 1936.[14] Questi sforzi furono premiati da un numero sempre crescente di visitatori che ben presto raggiunsero le migliaia attuali.

Il 7 maggio del 1990 il luogo è divenuto un sito naturale protetto.

^ Alain Collomp, pp. 11-17. ^ Alain Collomp, p. 21. ^ Alain Collomp, p. 33. ^ Alain Collomp, pp. 18-19. ^ Alain Collomp, p. 20. ^ Alain Collomp, pp. 22-23. ^ Alain Collomp, p. 32. ^ Alain Collomp, pp. 41-42. ^ Alain Collomp, pp. 36. ^ Alain Collomp, p. 71. ^ Alain Collomp, pp. 97-98, 105-107. ^ Alain Collomp, pp. 101-102. ^ Alain Collomp, pp. 102-103. ^ Alain Collomp, pp. 110-111.
Fotografie di:
Andreas Schäfer - CC BY-SA 3.0
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