Èze

Èze (in italiano Eza, ormai desueto; in occitano Esa; dal latino Isia) è un comune francese di 2 225 abitanti situato nel dipartimento delle Alpi Marittime della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

Antichità

Come il resto del litorale delle Alpi Marittime, il territorio del comune di Èze è occupato sin dai tempi antichi.

Il monumento più rimarchevole è quello del Monte Bastida (Mont-Bastide) che sovrasta Beaulieu-sur-Mer e la baia di San Giovanni, su uno sperone roccioso che costeggia la Cornice Grande (Grande Corniche).

La tradizione locale, fondata sulle elucubrazioni degli eruditi del XIX secolo e inizio del XX, ne fece una fondazione fenicia, un palazzo miceneo o un oppidum ligure risalente alla prima Età del ferro.

Le ricerche recenti hanno permesso di mettere in luce un grosso borgo agricolo protetto da una solida cinta muraria, la cui organizzazione urbana è molto chiusa. Grandi abitazioni in pietra secca che sostengono un piano, s'organizzano attorno a una grande via che attraversa il villaggio da una parte all'altra. Il piano terra (pianterreno) di ogni casa ricovera strutture o impianti di pressaggio, destinate alla produzione domestica del vino o dell'olio d'oliva.

Le tracce d'occupazione più antiche rimontano al I secolo a.C., ma il periodo più forte d'attività si situa tra l'epoca d'Augusto e quella dei Flavi.[1]

Il territorio ha fatto da sempre parte della Liguria sotto l'Impero Romano, nel Regno longobardo e nel Regnum Italiae formatosi con Carlo Magno.

Medioevo

Fra il XIII e XIV secolo fu sotto il dominio dei conti di Provenza, pur conservando una certa autonomia. Bruno Richerii, cavaliere, originario di Nizza, vicario di Hyères nel 1328, fu cosignore di Èze. Come per i Badat, il gentilizio Richerii, antico casato consolare nizzardo, sarebbe stato nobilitato nel XIII secolo, grazie alla sua ricchezza e per il favore dei Genovesi che tale famiglia supportava[2]. Famiglio del re Roberto d'Angiò, Bruno era il figlio di Giovanni Richeri (Jean Riquier), cosignore di Èze, e di Beatrice Badat.[3]

Nel 1333, con suo fratello Marino, possedeva una parte della signoria di Èze, mentre alcuni anni più tardi, la parte di Marino sembrava esser passata nelle mani di Bruno.[4] Secondo A. Venturini, egli avrebbe avuto per successore suo figlio, Onorato, cosignore di Èze.

Il 24 luglio 1316, re Roberto d'Angiò domandò al siniscalco di rimettere, se vi fosse stato posto, Bonifacio Richieri, detto Bruno, figlio del defunto Giovanni Richeri (Jean Riquier) di Èze, e i suoi fratelli, nel possesso dei castelli di Mentone e di "Pepino" e di far cessare il disturbo che era loro apportato da Balianus Ventus e "consortes sui"[5].

Il 27 maggio 1348, il fratello del sotto-vicario d'Aix nel 1325 e del vicario di Grasse dal 1340 al 1341, Giovanni, Luigi Rebuffelli fu nominato castellano d Èze[6]. Onorato Richerii, vicario di Hyères nel 1376, succedette a Bruno e divenne cosignore di Èze.[7]

Dopo il periodo altomedievale di appartenenza di Èze alla Provenza, il paese passa alla Contea di Savoia nel 1388, e da quel momento storico seguirà il destino del Ducato di Savoia.

Epoca moderna

Nel 1543, Èze subisce l'offensiva della flotta ottomana di Solimano il Magnifico, alleato di re Francesco I di Francia, e durante i secoli XVII nel XVIII, durante la sua appartenenza al Regno di Sardegna e Piemonte, il villaggio sarà occupato e devastato più volte dall'esercito francese.

Il comune di Èze ha seguito quindi, con tutta la contea di Nizza, fin dal 1388, le vicende storiche prima della Contea di Savoia e del Ducato di Savoia, e poi dopo il Congresso di Vienna, dal 1815 al 1860, le sorti del Regno di Sardegna e Piemonte, per essere poi annesso nel 1860 alla Francia.

Fino all'inizio del XIX secolo, Èze inglobava l'allora sua frazione di Trinità che sarà denominata Trinità Vittorio, oggi La Trinité, che ne è stata distaccata dal Governo sabaudo del Regno di Sardegna nel 1818.

In epoca contemporanea Èze è stata servita, dal 1900 al 1929, da una linea della Tranvia di Nizza e del Litorale nizzardo.

Simboli

Lo stemma del comune si blasona:

«d'azzurro, all'osso di gamba posto in palo cimato da una fenice sorante e accostato da due tralci di vite, il tutto d'argento. Motto: Moriendo renascor ("Morendo rinasco").»

Prima di essere lo stemma del Comune, apparteneva nel XVII secolo al notaio Joseph Fighiera di Èze. Quando si trattò di scegliere l'emblema della città, Charles Alexandre Fighiera, all'epoca curatore del Museo Masséna di Nizza, propose di adottare quello del suo antenato che appariva in numerosi documenti legali del Comune.[8] Le viti rappresentate erano in origine dei fichi d'India (Fighiera in dialetto nizzardo) che facevano riferimento alla leggenda secondo la quale Èze fu liberata dai Mori da attaccanti muniti di pale di fico in mancanza di altre armi.[9]

^ Pascal Arnaud e Michiel Gazenbeek, Habitat rural antique dans les Alpes-Maritimes: Actes de la table ronde Valbonne, Centre d'études Préhistoire, Antiquité, Moyen Âge, 22 marzo 1999, Antibes, 2001. ^ Poly, La Provence, pp. 311-312. ^ Venturini, Evolution, t. I, p. 136. ^ Venturini, Evolution, t. I, p. 171. ^ Perrat, Actes, p. 180. ^ AD du 13, série B3f32v ^ Venturini, Evolution, t.I, p. 172. ^ (FR) Èze (Alpes Maritimes), su armorialdefrance.fr. URL consultato il 25 febbraio 2020. ^ (FR) Nice Côte d'Azur 3 : Èze, su vexil.prov.free.fr. URL consultato il 25 febbraio 2020.
Fotografie di:
Statistics: Position
4695
Statistics: Rank
21441

Aggiungi un commento

Questa domanda è un test per verificare che tu sia un visitatore umano e per impedire inserimenti di spam automatici.

Sicurezza
598673214Fai clic/tocca questa sequenza: :codice

Google street view

Dove puoi dormire vicino Èze ?

Booking.com
489.822 visite in totale, 9.196 Punti di interesse, 404 Destinazioni, 73 visite oggi.