Forte di Bard

Il forte di Bard (pronunciato [bar]; in francese fort de Bard) è un complesso fortificato fatto riedificare nel XIX secolo da Casa Savoia sulla rocca che sovrasta il borgo di Bard, in Valle d'Aosta.

Dopo un lungo periodo di abbandono, il forte è stato totalmente restaurato con interventi ispirati al recupero conservativo: è stato aperto ai visitatori nel gennaio 2006. Attualmente ospita esposizioni di arte antica, moderna, contemporanea e di fotografia.. Il forte è inoltre sede di tre percorsi permanenti: Il museo delle Alpi, Alpi dei ragazzi e Le prigioni, oltre a un quarto in corso di completamento (Il museo del Forte).

Nel cortile interno principale si svolgono nel periodo estivo rappresentazioni musicali e teatrali. Oltre alle attività didattiche il Forte ospita dei programmi originali come ad esempio I colloqui...Leggi tutto

Il forte di Bard (pronunciato [bar]; in francese fort de Bard) è un complesso fortificato fatto riedificare nel XIX secolo da Casa Savoia sulla rocca che sovrasta il borgo di Bard, in Valle d'Aosta.

Dopo un lungo periodo di abbandono, il forte è stato totalmente restaurato con interventi ispirati al recupero conservativo: è stato aperto ai visitatori nel gennaio 2006. Attualmente ospita esposizioni di arte antica, moderna, contemporanea e di fotografia.. Il forte è inoltre sede di tre percorsi permanenti: Il museo delle Alpi, Alpi dei ragazzi e Le prigioni, oltre a un quarto in corso di completamento (Il museo del Forte).

Nel cortile interno principale si svolgono nel periodo estivo rappresentazioni musicali e teatrali. Oltre alle attività didattiche il Forte ospita dei programmi originali come ad esempio I colloqui del Forte di Bard, Napoleonica, Meteolab, oltre a eventi sportivi come il MonterosaWalserUltraTrail e Forteight. Il Forte è attrezzato con caffetteria, ristorante, sale per eventi, sale congressi multimediali, libreria, infolounge, wifi in molte aree; ospita anche un albergo.

Il suo costruttore fu Francesco Antonio Olivero. Il progetto durò 8 anni (1830-1838).

Le origini

La particolare posizione della rocca dov'è situato il forte, lungo il corso della Dora Baltea, permise in passato un agevole controllo del passaggio in entrambe le direttrici, tra la Pianura Padana e la Savoia.

Documenti storici testimoniano la presenza di un presidio ostrogoto (Clausuræ augustanæ) nell'area già nel VI secolo, ovvero all'epoca di Teodorico: in particolare, di una guarnigione consistente di 60 uomini[1][2].

Il Medioevo

Il forte viene spesso nominato nelle cronache altomedievali dei viaggiatori celebri, che percorsero la Valle d'Aosta e che restavano meravigliati dalla sua perfezione strategica: nel 1034 il forte venne definito inexpugnabile oppidum; all'epoca era sotto il dominio di Boso, visconte di Aosta, e i suoi successori ne restarono in possesso fino a metà del XIII secolo[3].

Successivamente, fu occupato dalla potente signoria feudale dei Bard, conti locali probabilmente alle dipendenze del vescovado di Aosta. Ugo fu l'ultimo discendente della famiglia dei Bard a presidiare il castello: intorno alla metà del Duecento Amedeo IV di Savoia volle avere personalmente il controllo del forte, impossessandosene e piazzandovi un'imponente guarnigione. Il Castello fu in seguito a lungo sotto il dominio dei Savoia[2].

Epoca moderna Maggio 1800: fermare Napoleone[2] Statua lignea di Napoleone Statua lignea di NapoleoneErano le prime ore dell'alba del 14 maggio 1800 quando un esercito di quarantamila uomini - l'Armata di riserva (l'Armée de réserve) di Napoleone Bonaparte - varcava il passo del Gran San Bernardo con l'intento di sorprendere l'esercito austro-piemontese di stanza nella pianura padana.

La marcia fu però bloccata all'altezza di Bard dall'avamposto arroccato sull'altura che sovrasta la stretta gola lungo la Dora Baltea, custodito da quattrocento soldati austro-piemontesi comandati dal capitano Stockard von Bernkopf.[3]

L'assedio durò due settimane, mentre il grosso delle truppe dell'esercito francese si trovava obbligato ad aggirare la zona attraverso il vicino colle di Albard, dopo di che vi fu la resa, con l'onore delle armi.

(nell'immagine: Una statua lignea del busto di Napoleone custodita a Bard)

Nel 1661 Carlo Emanuele II, duca di Savoia, vi fece installare il presidio del ducato nella Valle, concentrando qui l'artiglieria dopo lo smantellamento delle vicine piazzeforti di Verrès - nel castello di Verrès - e di Montjovet - nel castello di Saint-Germain. Inoltre, ulteriori opere di consolidamento e potenziamento delle strutture difensive furono poi portate a termine nel XVII e nel XVIII secolo.[3]

La fortezza accrebbe la sua fama quando nel 1704, durante la guerra di successione spagnola, Vittorio Amedeo II di Savoia riuscì ad ostacolare la discesa in Italia dei francesi.[3]

Accrebbe ancora nel 1800, quando ad essere fermato dall'avamposto difensivo dell'esercito austro-piemontese fu nientemeno che Napoleone Bonaparte durante la Campagna d'Italia (vedi riquadro). Paradossalmente però, tenendo ottimamente testa ai francesi, la fortezza cagionò anche la propria rovina: il vilain castel de Bard fu raso al suolo per ordine dello stesso Napoleone, indispettito dalla strenua resistenza dei soldati italiani ed austriaci che gli avevano procurato una simile onta[2], e per eliminare definitivamente la piazzaforte antifrancese.

Epoca contemporanea  Il forte e i suoi diversi livelli

Dovevano passare trent'anni perché Carlo Felice di Savoia, nel timore di nuove aggressioni da parte francese, affidasse il compito di redigere un progetto di ricostruzione all'ingegnere militare Francesco Antonio Olivero[2]: i lavori di riedificazione si protrassero per otto anni, dal 1830 al 1838[2], consentendo la realizzazione di diversi corpi di fabbrica disposti su piani differenti: poste più in basso, su due distinti livelli e ideate a forma di tenaglia, l'Opera Ferdinando e l'Opera Mortai; nella parte centrale, l'Opera Vittorio; più in alto, l'Opera Gola e l'Opera Carlo Alberto.[3]

I soldati che potevano essere ospitati nelle 283 stanze del forte erano 416 (il doppio nel caso di utilizzo di giacigli a terra).[3][4] Il tutto prevedeva inoltre la costruzione di 176 locali di servizio affacciati su un vasto cortile interno che doveva funzionare da piazza d'armi. Il sistema di strutture autonome e dotate di casematte a protezione garantiva una difesa reciproca in caso di attacco. Munizioni e provviste di cibo per tre mesi erano custodite in ampi magazzini ubicati presso l'Opera Mortai, anch'essi vigilati come il resto della fortezza - da una cinquantina di cannoni.[3]

Caduto in disuso dalla fine del XIX secolo, il forte fu poi adibito a carcere militare e, successivamente fino al 1975 a polveriera dell'Esercito Italiano, dopodiché la proprietà passò alla Regione Autonoma Valle d'Aosta.[3][5]

Dopo una parziale riapertura nei primi anni ottanta, hanno avuto inizio i lavori di restauro, durati oltre dieci anni e nel 2006 è stato aperto il Museo delle Alpi.

^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore morra1 ^ a b c d e f André Zanotto, cit., pp. 22-23. ^ a b c d e f g h Storia del forte, su fortedibard.it. URL consultato il 5 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2011). ^ Tra essi, nel 1831, per qualche mese vi fu distaccato un giovane luogotenente del Genio militare: Camillo Benso di Cavour. Cfr. André Zanotto, cit., pp. 22-23. ^ Il progetto di recupero, su infobard.it. URL consultato il 6 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2012).
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