Colombia

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Contesto di Colombia

La Colombia (pronuncia italiana /ko'lombja/, pronuncia spagnola [ko̞ˈlõ̞mbjä]), formalmente Repubblica di Colombia (República de Colombia), è uno Stato della regione nord-occidentale dell'America Meridionale, la cui superficie è di 1 141 748 km² (2 070 408 km² se si aggiungono i 928 660 km² di estensione marittima). Delimitata a est da Venezuela e Brasile, a sud da Perù ed Ecuador e a nord-ovest da Panama, dal Mar dei Caraibi a nord e dal Pacifico a ovest, è l'unico paese sudamericano ad affacciarsi sui due oceani che bagnano il continente; fanno parte della Colombia anche le isole dell'arcipelago di San Andrés, Providencia e Santa Catalina; è il sesto Paese più esteso dell'America ed il quarto per popolazione. La capitale è Bogotà.

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La Colombia (pronuncia italiana /ko'lombja/, pronuncia spagnola [ko̞ˈlõ̞mbjä]), formalmente Repubblica di Colombia (República de Colombia), è uno Stato della regione nord-occidentale dell'America Meridionale, la cui superficie è di 1 141 748 km² (2 070 408 km² se si aggiungono i 928 660 km² di estensione marittima). Delimitata a est da Venezuela e Brasile, a sud da Perù ed Ecuador e a nord-ovest da Panama, dal Mar dei Caraibi a nord e dal Pacifico a ovest, è l'unico paese sudamericano ad affacciarsi sui due oceani che bagnano il continente; fanno parte della Colombia anche le isole dell'arcipelago di San Andrés, Providencia e Santa Catalina; è il sesto Paese più esteso dell'America ed il quarto per popolazione. La capitale è Bogotà.

Il ricco patrimonio culturale della Colombia riflette le influenze di varie civiltà amerindiane, insediamenti europei, schiavi africani e immigrazione dall'Europa e dal Medio Oriente. Lo spagnolo è la lingua ufficiale della nazione, oltre alla quale si parlano oltre 70 lingue. Il territorio che comprende l'attuale Colombia fu originariamente abitato da tribù di amerindi che migrarono dall'America centrale e dai Caraibi.

Le tribù principali furono muisca, quimbaya, tairona e zenu, appartenenti alle famiglie delle lingue arawakana, chibcha e caribe. Parte del sud fu abitato dagli Inca.

Nel XV secolo i conquistadores spagnoli occuparono e colonizzarono il territorio, istituendovi il vicereame della Nuova Granada. Nel 1819, con le campagne di Simón Bolívar, la Colombia ottenne l'indipendenza dalla Spagna insieme alle attuali Panama, Venezuela ed Ecuador, unite in un'unica repubblica chiamata Gran Colombia.

Tuttavia già nel 1830 la Grande Colombia si divise in seguito a guerre intestine che portarono alla separazione delle attuali Venezuela ed Ecuador.

I territori oggi noti come Colombia e Panama emersero come Repubblica della Nuova Granada; successivamente esse si federarono con la Confederazione Granadina nel 1858, per formare poi gli Stati Uniti di Colombia nel 1863, fino al consolidamento dell'attuale repubblica centralista nel 1886. Nel 1903, dopo la Guerra dei mille giorni, si arrivò alla secessione del dipartimento di Panama.

Nel 1932 la Colombia fu coinvolta in una guerra contro il Perù per la contesa di un vasto territorio denominato trapezio amazzonico, che fu risolta attraverso la mediazione della Società delle Nazioni.

Nel 1948 incominciò un'epoca di tumulti sociali che condusse ad una guerra civile che sfociò nell'attuale conflitto armato tra il governo e le formazioni paramilitari da un lato e trafficanti di droga e la guerriglia comunista dall'altro, e che produce come conseguenza decine di migliaia di morti, feriti, persone scomparse e milioni di sfollati, classificando la Colombia come uno dei Paesi più violenti al mondo ed uno dei maggiori esportatori di droghe.

Ciononostante la Colombia ha avuto istituzioni relativamente stabili, fatta eccezione per gli anni tra il 1953 ed il 1957, in cui sperimentò un colpo di Stato militare che portò al governo del generale Rojas Pinilla.

La Colombia è all'inizio del XXI secolo una potenza di media grandezza, con il PIL al terzo posto tra i Paesi del Sud America, in cui è significativa la produzione di caffè e l'esportazione di fiori, carbone e petrolio.

La maggioranza del bilancio dello Stato è assorbito dalle spese militari, che sostengono l'esercito più numeroso del continente in rapporto alla popolazione, il quale è impegnato nel conflitto armato contro le due guerriglie colombiane attualmente attive: le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) e l'Esercito di Liberazione Nazionale (ELN).

Presenta una grande diversità culturale ed una delle più ampie biodiversità del pianeta.

La Colombia è una repubblica unitaria di tipo presidenziale; il potere legislativo è esercitato dal Congresso, composto da Senato (102 senatori) e Camera di consiglio (166 deputati).

Di più Colombia

Informazioni di base
  • Moneta Peso colombiano
  • Nome originale Colombia
  • Prefisso telefonico +57
  • Dominio Internet .co
  • Mains voltage 110V/60Hz
  • Democracy index 7.04
Population, Area & Driving side
  • Popolazione 49065615
  • La zona 1141748
  • Lato guida right
Cronologia
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    Epoca pre-colombiana ...Leggi tutto
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    Epoca pre-colombiana  Zattera d'oro della cultura Muisca. Possibile origine della leggenda di El Dorado. Statue della Cultura San Agustín.

    Basandoci sui resti archeologici come El Abra, il popolamento del territorio dell'attuale Colombia dovrebbe essere iniziato tra l'11.000 e il 20.000 a.C.[1] Le vie del popolamento furono varie, come testimoniano le diverse famiglie linguistiche e le differenze culturali (paleoindio, arcaico, formativo).

    Nella regione caraibica della Colombia, in particolare nella regione del Canal del Dique, all'inizio della prima fase formativa intorno al 4000 a.C., vi erano già alcuni insediamenti semisedentari, suddivisi in gruppi di diverse famiglie che abitavano in grandi case denominate maloca e combinavano le loro normali attività di caccia e raccolta con la prima forma di agricoltura, sia su piccola che grande scala. È probabile che esistessero contemporaneamente accampamenti semipermanenti lungo la costa, per accogliere altri gruppi di persone impegnate in attività di pesca e raccolta di molluschi.[2]

    A Puerto Hormiga (Bolívar) sono state trovate tracce del periodo arcaico, che includono alcuni dei più antichi resti di ceramiche mai trovati in America e risalenti al 3.000 a.C. circa, momento in cui inizia la coltivazione del mais su piccola scala sull'altipiano cundiboyacense, dimostrando come questo alimento sia diventato un componente essenziale della dieta degli abitanti dei villaggi. Le prime coltivazioni di manioca sembra abbiano avuto luogo nella regione dei Caraibi.

    Nel territorio colombiano si sono trovate tracce di culture che vissero durante il periodo formativo, circa intorno al 1.500 a.C. Si distinguono le culture di San Agustín e Tierradentro. Questo periodo si estende circa dal 1.500 a.C. fino all'arrivo dei conquistadores spagnoli nel XVI secolo. Il periodo formativo è stato suddiviso in tre fasi: un periodo preclassico che inizia circa nel 900 a.C., immediatamente successivo all'inizio dell'Olocene nel quale inizia il processo di insediamento di gruppi umani a la scoperta dell'orticoltura, che praticamente sostituisce la caccia e il nomadismo nella maggior parte delle tribù; il periodo classico, caratterizzato da una tecnologia più sviluppata in agricoltura, con coltivazioni di cetrioli, hibia, patate, fagioli e cacao. Il periodo postclassico, iniziato nel 900 d.C., in cui si sviluppò l'irrigazione delle colture e un'industria tessile abbastanza avanzata da soddisfare le esigenze di abbigliamento della popolazione. Altre culture pre-colombiane nel periodo formativo sono quella di Tumaco,[3] di Calima, Nariño, Tolima, e Quimbaya Uraba. Nel XVI secolo le tre grandi famiglie linguistiche dominanti nel territorio dell'odierna Colombia erano arawak, caribe e chibcha.

    Colonizzazione spagnola

    Lo spagnolo Alonso de Ojeda guidò gli esploratori che giunsero nella penisola de la Guajira nel 1499,[4] in quello che è stato il primo contatto tra Europei e l'attuale Colombia. Undici anni più tardi le autorità spagnole fondarono Santa María la Antigua del Darién, prima colonia sul continente americano e poi, dopo il consolidamento della posizione nelle zone costiere, ottenuta fondando Santa Marta (1525) e Cartagena de Indias (1533), ebbe inizio l'esplorazione dell'interno, dove vennero fondate Popayán (1536) e Bogotà (1538). Le Leggi di Burgos del 1513 cercarono invano di impedire gli abusi inflitti alle popolazioni indigene, che schiavizzate dai conquistatori erano costrette a lavorare nelle miniere e ad abbracciare la fede (evangelizzazione). La situazione produsse numerose rivolte indigene che impedirono la pacificazione del territorio fino al 1560. Le istituzioni costringevano le popolazioni indigene al pagamento delle tasse e al lavoro forzato. Allo stesso tempo, il commercio di schiavi africani venne introdotto dal porto di Cartagena de Indias.

    Nel 1528 vi fu un tentativo di colonizzazione tedesca in Colombia e Venezuela da parte della famiglia Welser per conto dell'Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, Carlo V concesse questi territori alla famiglia di banchieri tedeschi per saldare il debito contratto con loro per la sua elezione a Imperatore di Germania, venne così fondata la colonia della Piccola Venezia, istituzione che cadde nel 1546.

    Le istituzioni coloniali si insediarono nel 1550, quando venne costituita la Real Audiencia de Santa Fe de Bogotà, che comprendeva i territori delle province di Santa Marta, Rio San Juan, Popayán, Guyana e Cartagena de Indias. Nel XVIII secolo Nuova Granada sorse come Vicereame, con capitale nella città di Santa Fé.

    Per tutto il tempo la colonia fu bersaglio degli attacchi dei pirati al servizio della Corona britannica, che fu sconfitta nel 1741. Nel 1781 ci fu un'insurrezione della comunità, ricordata come rivolta dei Comuneros[5], prima manifestazione di identità creola, con i ribelli in marcia attraverso la capitale per protestare contro nuove tasse e rivendicare la loro quota di ricchezza nazionale.

    Emancipazione  Bolívar e Santander nel Congresso de Cúcuta.

    Dopo l'invasione francese della Spagna nel 1808, iniziarono i movimenti indipendentisti nelle colonie spagnole delle Americhe. Nella Nuova Granada erano inizialmente guidati da Antonio Nariño, contrario al centralismo spagnolo, che indusse una forte opposizione contro il Vicereame.

    Dopo l'indipendenza di Cartagena dell'11 novembre 1811, ci furono due governi che terminarono in una guerra civile: un periodo che venne chiamato Patria Boba. Nel 1812 vennero proclamate le Province Unite di Nuova Granata, guidate da Camilo Torres Tenorio. Nel 1813 venne proclamata l'indipendenza di Antioquia, nello stesso anno in cui Simón Bolívar lanciò una campagna militare in Venezuela, dove venne però sconfitto l'anno successivo e costretto a fuggire nella Nuova Granada nel 1814.

    Nonostante i successi della ribellione, la nascita di due distinte correnti ideologiche (centralista e federalista) portò ad uno scontro interno di cui si giovarono gli spagnoli, le cui truppe nel 1816 riuscirono a sedare la ribellione e a ripristinare le istituzioni e il Vicereame. Il Vicereame reintegrato punì duramente i ribelli, consolidando un regime di terrore sotto il comando del viceré Juan de Sámano. Questo radicalizzò ulteriormente il desiderio d'indipendenza tra la popolazione, in seguito anche al cattivo andamento economico e alla situazione militare in Spagna, culminata nella battaglia di Boyacá del 1819. Una volta a Bogotà, Simón Bolívar proclamò l'indipendenza della Nueva Granada dall'Impero spagnolo.

    Il Congreso de Cúcuta del 1821 promulgò una Costituzione il cui obiettivo principale era quello di creare la Repubblica di Colombia (ora nota come Grande Colombia), comprendente i territori degli attuali Colombia, Venezuela, Ecuador e Panama. Ma l'unione indipendente per la quale aveva combattuto Bolívar si dimostrò altamente instabile politicamente a causa delle rivalità e degli interessi particolari interni alla nuova classe dirigente, che portarono alla separazione del Venezuela nel 1829, seguita da quella dell'Ecuador nel 1830, anno della morte di Simón Bolívar.

    Primo secolo della Repubblica

    Dal 1839 al 1884 nel Paese si mantenne una grande instabilità che si acutizzò in una serie di guerre civili, le quali segnano ancora la storia della Colombia odierna; alcune di queste propiziarono modifiche costituzionali, del regime e del nome del paese. Nel 1839 scoppiò la prima guerra civile colombiana, detta Guerra dei Conventi. La ribellione venne organizzata da José María Obando. Nel 1849 vennero fondati i due partiti politici più antichi: quello conservatore, legato alla grande proprietà fondiaria, al sistema produttivo agricolo latifondista e alla Chiesa cattolica, e quello liberale, espressione del nascente capitale industriale e creditizio.

    Con il passare del tempo crebbe il conflitto fra le diverse visioni politiche: quella del partito conservatore, per un governo fortemente centralizzato e un'alleanza con la Chiesa Cattolica Romana e quella liberale, che sosteneva l'idea di un governo decentrato e che preferiva l'intervento dello Stato piuttosto che quello della Chiesa in questioni civili come l'educazione dei cittadini. I liberali videro in Santander un loro precursore per le sue inclinazioni federaliste, mentre i conservatori cercarono di utilizzare politicamente la figura di Bolívar, a partire dalla sua volontà di costruire uno Stato centralista. Rimase una contraddizione di fondo insolubile per il partito conservatore: mentre Bolívar insisteva sullo Stato centralizzato per rafforzare l'indipendenza della Gran Colombia e univa all'indipendentismo l'idea della giustizia sociale, della liberazione degli schiavi e della lotta al latifondo, il partito conservatore si muoveva con obiettivi quasi opposti. La figura di Santander risultava essere invece affine agli interessi di entrambi i partiti.

    Nel 1854 José María Melo condusse un colpo di Stato che divise il paese sia politicamente che militarmente. Vi fu una drastica riduzione delle forze armate, un requisito importante per instaurare il federalismo, che durò fino al 1859, momento in cui si arrivò alla quarta guerra civile con l'inizio di una ribellione nello Stato del Cauca, che rovesciò il governo tra il 1860 e il 1863. Da questo periodo fino al 1876, durante gli anni della Costituzione di Rionegro (che favorì l'autonomia degli Stati e la creazione di potenti eserciti regionali in contrasto con la debolezza politica del governo centrale) si contarono circa 40 guerre civili regionali e solo una nazionale. Nello stesso anno prese il potere Achille Parra. Nel 1884 i radicali liberali cercarono di rovesciare il presidente Rafael Núñez senza riuscirci. Durante tutte queste guerre civili il paese cambiò continuamente nome. Dal 1831 al 1858 il Paese fu chiamato Repubblica della Nuova Granada; dal 1858 al 1861 fu chiamato Confederazione Granadina; dal 1861 al 1886 fu la volta di Stati Uniti di Colombia e infine, dal 1886, si ripristinò la denominazione "Repubblica di Colombia".

    Il XX secolo ebbe inizio nel bel mezzo della Guerra dei mille giorni che causò circa 100.000 morti.

    Nel 1903 Gli Stati Uniti riuscirono, per mezzo di un movimento secessionista, a ottenere la nascita di Panama come Stato indipendente dalla Colombia e diedero inizio alla costruzione del canale interoceanico. Questi eventi portarono alla rinuncia al proprio mandato del governo di Rafael Reyes nel 1909. La Colombia non riconobbe la Repubblica di Panamá fino al 1921. Nel 1910 l'unico presidente del partito repubblicano, Carlos Eugenio Restrepo, assunse il potere. Nello stesso anno l'approvazione di un emendamento costituzionale vietò l'impegno in politica alle forze militari.

    La modernizzazione della società colombiana determinò l'approfondimento dei conflitti interni e lo sviluppo di nuove contraddizioni. Allo scontro tra la parte della società che esprimeva gli interessi della grande proprietà agricola e quella legata la processo di industrializzazione, si aggiunse quello generato dallo sviluppo del movimento agrario e alla forte tensione derivante dalla crescita del proletariato urbano e del movimento operaio legato ai centri industriali.

    Nel 1928 uno sciopero dei lavoratori impiegati nel settore della produzione ed esportazione delle banane, controllato dal 1891 dal monopolio della United Fruit Company, venne represso nel sangue a Ciénaga, vicino a Santa Marta. Questo episodio, che costò la vita a 3.000 persone radunate nella piazza della città e sulle quali venne fatto aprire il fuoco delle mitragliatrici dell'esercito dopo aver bloccato le vie di fuga, inaugurò la pratica incostituzionale di utilizzare le forze armate come strumento di repressione politica, e viene ricordato con il nome di Masacre de las bananeras; tale crimine viene citato anche da Gabriel García Márquez nel suo capolavoro "Cent'anni di solitudine". Durante questo sciopero emersero alcune delle figure principali della storia colombiana come l'avvocato liberale Jorge Eliécer Gaitán e la dirigente sindacale Maria Cano.

    Nel 1930 venne fondato il Partito Comunista Colombiano, mentre i moti di protesta si estendevano ad altri rami industriali e agricoli, unendosi alle agitazioni studentesche. Nello stesso anno si concluse l'egemonia ventennale dei conservatori.

    Dalla Repubblica Liberale al Fronte Nazionale  Jorge Eliécer Gaitán nel 1936.

    Nel 1932 si scatenò la guerra tra Colombia e Perù, la prima guerra internazionale della Colombia come Repubblica indipendente.

    Tra il 1930 e il 1946 il Partito Liberale governò il Paese. Tuttavia si formarono presto due tendenze distinte all'interno del partito: la destra liberale e la sinistra liberale progressista, capeggiata da Jorge Eliècer Gaitán, che si ispirava alle idee socialiste. Le tensioni interne al mondo liberale portarono i conservatori nuovamente al governo nel 1946 con Mariano Ospina Perez, che non godeva però della maggioranza al Congresso. Il mutato quadro politico si rese evidente con le elezioni presidenziali del 1948, quando Gaitán, che contava su un forte e crescente appoggio popolare, decise di candidarsi alla presidenza in alternativa anche al Partito Liberale, che si presentò sostenendo il candidato dell'ala destra Julio Cèsar Turbay.

    Durante la fase finale della campagna elettorale un complotto produsse l'assassinio di Jorge Eliécer Gaitán, avvenuto il 9 aprile 1948 a Bogotà, per mano del giovane conservatore Juan Roa Sierra. Questo assassinio diede origine al Bogotazo, una serie di proteste violente nella capitale colombiana, duramente represse. Come conseguenza di questi eventi già nel 1948 si formano in alcune aree rurali alcune forze guerrigliere liberali, tra le quali i gruppi diretti dal giovane Manuel Marulanda Vélez e delle unità guerrigliere comuniste, che praticavano l'autodifesa armata delle comunità contadine.

    Il Bogotazo viene considerato come l'inizio del periodo noto come La Violencia, in cui nelle regioni tradizionalmente fedeli a uno o un altro partito si commisero omicidi contro i membri locali di altri partiti politici. L'astensione del Partito Liberale alle elezioni presidenziali del 1950, in cui venne eletto Laureano Gómez, favorì la violenza tra i partiti in Colombia e l'accrescersi della repressione politica. Durante questo periodo il governo colombiano inviò un contingente di soldati per la Guerra di Corea. In cinque anni (dal 1948 al 1953) vennero uccise 300.000 persone e si svilupparono dei gruppi paramilitari chiamati "chulavitas", che avevano l'obiettivo di sterminare comunisti e liberali di sinistra in tutto il Paese. Nelle zone rurali i movimenti contadini di autodifesa, principalmente nel Tolima e negli Llanos orientales, promulgarono una Costituzione autonoma detta di "Vega Perdida". Questa iniziativa di indipendenza fallì, perché sorsero differenze tra parte dei capi della guerriglia liberale e le formazioni guerrigliere legate al partito comunista, in ordine alla tattica e alla disciplina. La maggioranza dei liberali, autodenominatisi "liberales limpios" (liberali puri) decise di abbandonare l'alleanza e combattere le formazioni comuniste e il gruppo di Marulanda, che, al contrario, mantenne e approfondì l'alleanza con i comunisti.

    Con l'intento di pacificare il paese la classe politica favorì un colpo di Stato e mise al potere il generale Gustavo Rojas Pinilla nel 1953. La maggior parte dei guerriglieri liberali, attratti dalle proposte di pace istituzionali, consegnarono le armi, mentre il gruppo di Marulanda e i comunisti non credettero alle promesse del governo e continuarono la lotta armata contro lo Stato. In effetti molti dei guerriglieri liberali che avevano consegnato le armi furono poi assassinati mesi o anni più tardi.[6]

    Un accordo tra il Partito Liberale e il Partito Conservatore mise fine alla dittatura di Rojas Pinilla nel 1957 e una giunta militare provvisoria istituì il Fronte Nazionale, un accordo che prevedeva di assegnare ogni quattro anni la presidenza in modo alternato ai due partiti, indipendentemente dall'esito elettorale. Il Fronte Nazionale pose fine alla violenza tra liberali e conservatori, ma chiuse anche la porta a qualunque altra opzione politica. Le formazioni guerrigliere organizzarono nei primi anni sessanta, in alcune regioni nel centro della Colombia, alcune comunità contadine, stabilendosi in esse con le proprie famiglie e riuscendo a contrastare la violenza esercitata dai gruppi paramilitari. Il governo le qualificò come "inaccettabili repubbliche indipendenti" e lanciò contro di esse un'operazione militare che impegnò 16.000 uomini, nel maggio del 1964. Alcune decine di contadini si organizzarono come guerriglia mobile e riuscirono a rompere l'assedio sfuggendo all'attacco condotto dall'esercito a Marquetalia. A partire da questo episodio, sotto la direzione di Marulanda, a cui si era aggiunto qualche mese prima il dirigente comunista Jacobo Arenas, fondarono nel 1964 le FARC. Nello stesso anno, sotto l'influsso della teologia della liberazione venne creata anche una seconda formazione guerrigliera: l'ELN.

    La storia recente

    La divisione dei poteri tra liberali e conservatori continuò anche dopo la fine del Fronte Nazionale nel 1974, anche se fu consentita la partecipazione di altri partiti politici dopo la riforma costituzionale del 1968. Nel corso degli anni settanta si formano altre forze guerrigliere, tra le quali l'M-19 e l'EPL. Nel 1982 arrivò alla presidenza del paese Belisario Betancour Cuartas, che propose di dialogare con le principali forze guerrigliere: EPL, M-19, ELN e FARC. Nel 1984 furono firmati gli "Accordi della Uribe" con le FARC, che prevedevano un cessate il fuoco, l'istituzione di elezioni popolari per sindaci e governatori, la decentralizzazione amministrativa e garanzie per l'attività politica di tutti i movimenti. In conseguenza di ciò le FARC lanciarono nel 1985 il movimento politico Unión Patriótica. Nello stesso anno l'M-19 assaltò il Palazzo di giustizia di Bogotà, con 350 giudici della Corte Suprema al suo interno come ostaggi. L'esercito decise di attaccare il palazzo e nell'azione persero la vita un centinaio di persone tra le quali tutti i guerriglieri e molti giudici. Le polemiche furono particolarmente accese quando si venne a sapere che alcuni giudici erano stati uccisi da pallottole dell'esercito e non dell'M-19, il che lasciò pensare ad una scelta deliberata e consapevole dettata da ragioni politiche. Alcune delle vittime vennero fatte sparire: ancora oggi sono catalogate non tra i morti ma tra i desaparecidos. Alle elezioni del 1986 l'Unión Patriótica elesse 14 parlamentari, ma in seguito a questa affermazione iniziò una vera e propria campagna di sterminio nei suoi confronti, conosciuta come il "genocidio politico dell'UP". In pochi anni vennero sterminati più di 5.000 membri e dirigenti di questo partito in tutta la Colombia, compresi due candidati alla presidenza del paese, prima Jaime Pardo Leal e poi Bernardo Jaramillo.

    Questi eventi portarono le FARC a concludere che in Colombia non vi erano spazi per la lotta politica legale e a riprendere l'attività guerrigliera. Formarono un partito per la lotta politica clandestina chiamato Partito Comunista Clandestino Colombiano. Nel 1990 il governo di César Gaviria ottenne la smobilitazione dell'M-19 e la consegna delle armi di questa forza. Alcuni membri dell'M-19 formarono un partito chiamato Alleanza Democratica, che fu tra i firmatari della nuova Costituzione l'anno seguente, mentre altri vennero uccisi dopo essersi smobilitati.

     Membri del Nuevo Liberalismo, c. 1979. Da sinistra: Luis Carlos Galàn, Rodrigo Lara Bonilla e Gabriela White de Vélez. Galàn e Lara furono assassinati dai signori della droga.

    Durante lo svolgimento di tutti questi eventi, il crescente traffico di sostanze stupefacenti all'interno del territorio colombiano stava prendendo piede come uno dei motivi principali della guerra civile colombiana. Nuovi disordini scoppiarono infatti tra i guerriglieri e i nuovi ricchissimi signori della droga. Addirittura nel 1981 venne creata la MAS (Muerte a Secuestradores) un'associazione criminale creata dai familiari delle persone appartenenti al cartello della droga rapite dai guerriglieri. Fu proprio in quella circostanza, infatti, che nacque "ufficialmente" il noto Cartello di Medellín guidato da Pablo Escobar che ben presto entrò in competizione con l'altro potente cartello della droga colombiano, il cartello di Cali, facendo scaturire una vera e propria guerra tra le due organizzazioni per il controllo dei traffici di droga. Contemporaneamente a questi fatti, molti narcos decisero di entrare in politica fondando anche movimenti politici con l'obiettivo non dichiarato di creare un narcostato. Molti politici e giornalisti allora, avendo compreso il pericolo di una simile situazione, decisero di opporsi strenuamente alla partecipazione politica dei signori della droga, alla corruzione e al narcotraffico in generale, combattendo con le armi della legalità e dichiarandosi apertamente sostenitori del trattato di estradizione con gli Stati Uniti, avverso ai narcos. Tra questi uomini figuravano in particolare il Ministro della Giustizia Rodrigo Lara Bonilla, assassinato nel 1984, il candidato dei liberali alle presidenziali del 1990, Luis Carlos Galán, e il giornalista e direttore del quotidiano El Espectador, Guillermo Cano Isaza.

    All'inizio del 1990 si iniziò un processo detto di "apertura economica" di stampo neoliberista, sotto la presidenza di César Gaviria, che prevedeva il disimpegno dello Stato da settori economici chiave e il libero ingresso di capitali esteri. Se da un lato ciò permise alla Colombia di integrarsi all'economia globale e ai consumatori di poter accedere a un mercato più vario a prezzi più bassi[7], dall'altro questa situazione portò al fallimento di molte imprese locali e peggiorò notevolmente le condizioni di vita nelle campagne, restringendo il mercato per i piccoli agricoltori a vantaggio del latifondo e diede un impulso enorme alla coltivazione di coca, percepita da masse di contadini come unica possibilità di ingresso economico[8]. Si sviluppò enormemente il narcotraffico e ai vecchi cartelli narcotrafficanti degli anni ottanta si sostituirono progressivamente, non senza scontri e ritorsioni, imprese paramilitari che godevano di appoggi politici, in particolare quelle unificatesi sotto la sigla AUC (Autodefensas Unidas de Colombia)[9], che divennero uno dei maggiori trafficanti di cocaina al mondo, garantendosi con i proventi di tale commercio ampie risorse economiche. I gruppi paramilitari di estrema destra, parte della strategia di lotta controinsorgente, hanno spesso operato in modo coordinato con l'esercito regolare[10].

    Dalla metà degli anni novanta, anche in conseguenza del peggioramento delle condizioni di vita di importanti fasce popolari, le guerriglie delle FARC e dell'ELN videro entrare nelle proprie fila sempre più uomini e questo rafforzamento costrinse il governo di Andres Pastrana a negoziare un processo di pace con le FARC tra il 1998 e il 2002, smilitarizzando cinque municipi nell'area di San Vicente del Caguán (un'area di estensione pari alla Svizzera), mentre venne mantenuta la guerra nel resto del territorio colombiano[11].

    In conseguenza dell'apertura dei dialoghi fra il 1997 e il 2001 le FARC rilasciarono 112 effettivi dell'esercito, della marina e della polizia, catturati durante i combattimenti degli anni precedenti[12]; il governo rispose con la liberazione di 15 guerriglieri catturati dalle forze governative; successivamente le FARC liberarono altri 310 uomini, fra soldati e poliziotti, ma, nonostante gli accordi sottoscritti tra le parti per uno scambio di prigionieri di guerra, il governo non produsse altre liberazioni di guerriglieri.

    Nel 2002 le FARC realizzarono il dirottamento di un aereo di linea della compagnia Aires, durante un volo interno[13], catturando un membro del Congresso colombiano che si trovava a bordo, e rilasciando gli altri passeggeri. Nonostante Marulanda e Pastrana avessero firmato un accordo chiamato "Agenda comune per il cambiamento verso una Nuova Colombia", nel 2002 il governo decise di interrompere i dialoghi e riprendere la guerra in tutta la Colombia, potendo contare sul sostegno militare ed economico ottenuto nel frattempo dagli USA, attraverso il cosiddetto "Plan Colombia".

    Successivamente le FARC catturarono Íngrid Betancourt, figlia di Gabriel Betancourt, ex-ministro del dittatore Rojas Pinilla, esponente politica dello Stato e candidata alla presidenza per il partito da lei fondato "Partido Verde Oxígeno"[14], dopo aver tentato senza successo la carriera politica nel Partito Liberale. Con un discorso politico di centro-sinistra e una retorica da militante nella difesa dei diritti umani durante la propria campagna elettorale, pretese di incontrare i rappresentanti delle FARC senza avere nessun accordo con la guerriglia, nella vecchia zona smilitarizzata di San Vicente del Caguán, ridivenuta zona di guerra. Venne trattenuta dalla guerriglia con la sua vice Clara Rojas il 23 febbraio 2002 e mantenuta, insieme ai militari e poliziotti catturati in combattimento, in condizione di "prigioniero di guerra", con il fine di forzare il governo a realizzare quello scambio di prigionieri tra le parti che non era avvenuto durante i dialoghi del Caguán. Clara Rojas venne liberata unilateralmente dalle FARC nel gennaio del 2008, mentre il rilascio di Ingrid Betancourt fallì in seguito alla morte del capo negoziatore delle FARC Raúl Reyes, durante un bombardamento dell'esercito realizzato nel marzo del 2008. Fu liberata il 2 luglio 2008 attraverso un'operazione militare.

    Nel 2002 giunse al potere Álvaro Uribe Vélez, ottenendo alte[15] percentuali tra i tradizionalmente scarsi votanti (l'astensione è stata pari al 53,53% del totale)[16], con la promessa di porre fine alla violenza dei paramilitari e di sconfiggere militarmente i gruppi guerriglieri.

    Álvaro Uribe ha adottato una linea dura contro le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC, estrema sinistra), rifiutando il dialogo e preferendo affidarsi a una soluzione esclusivamente militare per porre fine al conflitto. Per schiacciare la guerriglia, si affidò in particolare ai paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia (AUC, estrema destra), che fungevano da forza ausiliaria dell'esercito governativo "utilizzata per diffondere il terrore e sviare i sospetti sulla responsabilità delle forze armate nella violazione dei diritti umani durante il conflitto", secondo Amnesty International. I paramilitari sono ritenuti dalle Nazioni Unite responsabili dell'80% dei crimini e dei massacri commessi durante il conflitto.[17]

    Uribe estese la guerra contro le guerriglie delle FARC e dell'ELN, ma anche contro tutte quelle popolazioni considerate la base di appoggio della guerriglia. Durante il suo periodo crebbero enormemente le violazioni dei diritti umani, quali massacri paramilitari e dell'esercito, sparizioni forzate, omicidi di sindacalisti e di attivisti contadini, indigeni e dei partiti di sinistra. Per schiacciare la guerriglia, si affidò in particolare ai paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia (AUC, estrema destra), che fungevano da forza ausiliaria dell'esercito governativo "utilizzata per diffondere il terrore e sviare i sospetti sulla responsabilità delle forze armate nella violazione dei diritti umani durante il conflitto", secondo Amnesty International. I paramilitari sono ritenuti dalle Nazioni Unite responsabili dell'80% dei crimini e dei massacri commessi durante il conflitto.[17] Fu il secondo presidente di un partito diverso da quello liberale o conservatore in più di 150 anni, avendo formato una coalizione con elementi conservatori, liberali e di partiti minori intorno ad una forza politica chiamata la "U", come Uribe. Durante il suo primo mandato Uribe propose un processo di smobilitazione ai gruppi paramilitari, che portò a lievi condanne nei confronti di alcuni dei capi storici, mentre il fenomeno del paramilitarismo si riconfigurò sotto nuove sigle, proseguendo le proprie attività. La coalizione di governo riuscì a riformare la Costituzione permettendo un secondo mandato presidenziale e Uribe riuscì a farsi rieleggere per il periodo 2006-2010.

    Nel 2010 gli succedette Juan Manuel Santos con l'intenzione di continuare nella lotta senza quartiere contro i gruppi guerriglieri presenti nel paese. Nel 2011 Santos ottenne la ratifica del trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti. I militari assestarono tra il 2008 e il 2011 alcuni colpi alla guerriglia delle FARC, senza tuttavia riuscire nell'intento di ottenerne un sensibile indebolimento[18]. Sarà l'operazione condotta contro il comandante Raúl Reyes, che si trovava in un accampamento provvisorio in Ecuador mentre negoziava il rilascio della Betancourt, che scatenerà una crisi diplomatica della Colombia con l'Ecuador e il Venezuela nel 2008.

    Per migliorare i propri risultati nella lotta contro la guerriglia, l'esercito colombiano ha effettuato esecuzioni di massa di civili, presentati come ribelli uccisi in combattimento. Sebbene tali abusi esistessero già in precedenza, il fenomeno si è diffuso a partire dal 2002, incoraggiato dai bonus pagati ai soldati e dalla quasi totale impunità. Lo scandalo, noto come Scandalo dei falsi positivi, è scoppiato nel 2008. Il sistema giudiziario colombiano ha riconosciuto nel 2021 almeno 6.402 civili giustiziati dall'esercito colombiano tra il 2002 e il 2008 per essere falsamente presentati come membri della guerriglia.[19]

    Negli ultimi anni la Colombia sta sperimentando un periodo di lieve miglioramento della situazione macroeconomica, mentre rimane molto critica la situazione sociale.

    Data l'impossibilità di terminare il conflitto per via militare[20], il governo ha chiesto di aprire dei dialoghi di pace con la guerriglia, a l'Avana.

    L'iniziativa ha ricevuto l'appoggio della grande maggioranza della popolazione e dei movimenti popolari colombiani, e ha potuto contare sulla partecipazione del governo cubano e di quello norvegese in funzione di garanti, e sull'appoggio del governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela e quello del Cile come accompagnatori del processo. Dopo aver pattuito un'agenda comune[21] relativa ai temi da discutere (il primo dei quali riguarda la riforma agraria, causa storica del conflitto armato, politico e sociale che insanguina il paese), le parti hanno iniziato ufficialmente i lavori nell'ottobre del 2012.

    Dal dicembre del 2014 la guerriglia mantiene un cessate il fuoco unilaterale a tempo indeterminato e nonostante finora non sia stato corrisposto da parte governativa, nella capitale cubana i dialoghi proseguono[22].

    Il 19 novembre 2012 la Corte internazionale di giustizia si è pronunciata a proposito della causa intentata da parte del Nicaragua contro la Colombia per le isole caraibiche disputate, sostenendo che l'arcipelago appartiene a quest'ultima, riaffermando così la sovranità della Colombia sulle isole di San Andres, Providencia, Cayo Alburquerque, Roncador, Banco Serrana, Bajo Nuevo, Quitasueño e Serranilla[23]. Tuttavia in quel caso la Colombia perse circa 75.000 chilometri quadrati di territorio marittimo nel Mar dei Caraibi, lasciando molta amarezza al governo del presidente Santos, che accusa la Corte internazionale di aver commesso diversi errori nella delimitazione delle acque territoriali tra Colombia e Nicaragua[24][25].

    Roy Barreras, presidente del Senato colombiano, il 14 giugno 2013 ha ribadito che il Congreso de la República de Colombia non accetterà le modifiche alle frontiere a causa di un errore della Corte Internazionale di Giustizia[26].

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URL consultato il 13 agosto 2011 (archiviato il 3 dicembre 2011). ^ “In effetti, la pace di Rojas Pinilla ha prodotto circa 16.000 vittime e molti di coloro che utilizzarono l'amnistia furono massacrati nei mesi seguenti, come il leggendario Guadalupe Salcedo Unda, assassinato nel 1957, un mese dopo la caduta della dittatura, e Hermógenes Vargas, assassinato nel 1960. Quanti non si consegnarono e si opposero alla trattativa furono perseguitati, in alcuni casi dai servizi segreti dello Stato e in altri dai loro stessi compagni di armi, utilizzati e pagati dallo Stato.” tradotto da [http://www.derechos.org/nizkor/colombia/libros/dih/cap5.html � Terrorismo o Rebelión?] Archiviato l'8 luglio 2008 in Internet Archive. URL consultato il 07/12/2011 ^ Apertura económica - Enciclopedia | Banrepcultural, su enciclopedia.banrepcultural.org. URL consultato l'8 agosto 2018 (archiviato il 14 agosto 2018). ^ Un secolo di conflitto agrario in Colombia, su nuovacolombia.net. 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[...] según cifras del Ministerio de Defensa, entre enero y septiembre de 2010 murieron 357 miembros de la fuerza pública y 1.498 han sido heridos en combates; en el mismo período del año 2009 se presentaron 1.259 uniformados heridos y 355 muertos." tratto da Terra, URL consultato il 17/02/2013 http://noticias.terra.com/noticias/colombia_ong_asegura_que_guerrilla_no_esta_derrotada/act2614520 ^ "Accordo generale per porre fine al conflitto e costruire una pace stabile e duratura", tradotto in italiano in: http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/3284-accordo-generale-per-porre-fine-al-conflitto-e-costruire-una-pace-stabile-e-duratura.html Archiviato il 24 aprile 2016 in Internet Archive. URL consultato il 17/02/2013 ^ Associazione nazionale Nuova Colombia, PRESENTATO REPORT SULLA TREGUA UNILATERALE DECRETATA DALLE FARC, su nuovacolombia.net (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2015). ^ Territorial and maritime dispute Nicaragua vs Colombia Archiviato il 16 aprile 2016 in Internet Archive. Corte internazionale di giustizia ^ Colombia con dolor de patria por fallo de La Haya, su caracol.com.co. URL consultato il 5 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2014). ^ Alocución del Presidente Juan Manuel Santos sobre el fallo de la Corte Internacional de Justicia, su wsp.presidencia.gov.co, presidencia.gov.co. URL consultato il 5 giugno 2014 (archiviato il 5 giugno 2014). ^ Congreso colombiano no aceptará modificar límites marítimos del país ": presidente Roy Barreras, su senado.gov.co, Senato della Colombia. URL consultato il 5 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
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