Buckingham Palace

Buckingham Palace, situato nella Città di Westminster a Londra, è la residenza ufficiale del sovrano del Regno Unito, attualmente Carlo III. L'espressione "Buckingham Palace" o semplicemente "The Palace" è diventata comune per esprimere tutto ciò che riguarda gli ambienti della corte e della famiglia reale.

Oltre a essere la residenza ufficiale del re, è il luogo in cui si svolgono numerose cerimonie pubbliche (dai ricevimenti dei reali alle visite dei vari capi di Stato) ed è anche una notevole attrazione turistica (famoso in tutto il mondo è il cambio della guardia). Da un punto di vista più profondo, ha sempre rappresentato un punto di riferimento per i sudditi, nei momenti gioiosi e tristi della storia del Regno Unito. Il palazzo si estende su di una superficie di 77000 m².

Buckingham Palace, situato nella Città di Westminster a Londra, è la residenza ufficiale del sovrano del Regno Unito, attualmente Carlo III. L'espressione "Buckingham Palace" o semplicemente "The Palace" è diventata comune per esprimere tutto ciò che riguarda gli ambienti della corte e della famiglia reale.

Oltre a essere la residenza ufficiale del re, è il luogo in cui si svolgono numerose cerimonie pubbliche (dai ricevimenti dei reali alle visite dei vari capi di Stato) ed è anche una notevole attrazione turistica (famoso in tutto il mondo è il cambio della guardia). Da un punto di vista più profondo, ha sempre rappresentato un punto di riferimento per i sudditi, nei momenti gioiosi e tristi della storia del Regno Unito. Il palazzo si estende su di una superficie di 77000 m².

Le origini

Nel Medioevo il sito del futuro palazzo costituiva parte del maniero di Ebury (detto anche Eia). Il terreno era per lo più paludoso a causa della vicinanza del corso del ruscello Tyburn, che ancora oggi scorre sotto il cortile e l'ala sud della costruzione.[1] Dove il fiumiciattolo era comodamente guadabile (a Cow Ford), sorse il villaggio di Eye Cross. La proprietà di queste terre cambiò più volte, passando a Edoardo il Confessore e a Edith del Wessex sul finire dell'epoca sassone, e, dopo la conquista normanna, a Guglielmo il Conquistatore. Quest'ultimo assegnò queste terre a Geoffrey de Mandeville, il quale a sua volta le concesse ai monaci dell'abbazia di Westminster.

Nel 1531 Enrico VIII acquisì la costruzione dell'Ospedale di San Giacomo, che trasformò nell'attuale St James's Palace[2], e nel 1536 ottenne anche il maniero di Ebury dal patrimonio dell'abbazia di Westminster.[3] Questo trasferimento fece tornare il sito di Buckingham Palace nelle mani reali per la prima volta dall'epoca di Guglielmo il Conquistatore cinquecento anni prima.[4] All'epoca, l'antico villaggio di Eye Cross era ormai entrato in decadenza e l'area era perlopiù abbandonata.[5] Alla ricerca di denaro, Giacomo I d'Inghilterra vendette parte dei beni della Corona, ma mantenne per sé parte del sito sul quale stabilì un giardino di 4 acri (circa 16000 m²) per coltivarvi gelsi utili all'allevamento di bachi da seta (il lato nordovest dell'attuale palazzo)[6]. Clement Walker, nel suo Anarchia Anglicana (1649), riferisce anche come accanto al giardino sorgessero varie strutture accessorie allo scopo.

Il primo edificio  Buckingham House nel 1710

Il primo edificio di cui si abbia notizia costruito sul sito era quello di sir William Blake, eretto attorno al 1624.[7] Questo venne acquisito da Lord Goring, che dal 1633 iniziò a espandere la costruzione originaria che divenne nota come Goring House.[8][9] La casa passò successivamente a Henry Bennet, I conte di Arlington nel 1640 e questi l'abitò sino a quando non bruciò in un rovinoso incendio nel 1674[9]. A seguito di questo evento venne costruita quella che divenne nota come Arlington House sull'attuale lato sud del palazzo attuale, dall'anno successivo.[9] Nel 1698, John Sheffield acquistò la proprietà che prese da lui il nome quando venne creato duca di Buckingham e Normanby nel 1703.[10] Buckingham House venne costruita per John Sheffield nel 1703 su disegno di William Winde.[11][12] Lo stile scelto fu quello di un grande blocco centrale a tre piani, con due ali di servizio più piccole ai fianchi. Nel 1762,[13][14][15] Buckingham House venne venduta dal figlio illegittimo del duca, sir Charles Sheffield, nel 1761[16] a re Giorgio III per 21.000 sterline[17] unendo la proprietà anche il giardino dei gelsi che formalmente apparteneva ancora alla famiglia reale sin dalla sua istituzione.[18] La nuova residenza venne destinata a residenza privata per la famiglia reale, in particolare per la Regina Carlotta, consorte di Giorgio III, piuttosto che al ruolo di palazzo reale ufficiale, che rimase a St. James's Palace.
Ancora oggi, infatti, gli ambasciatori stranieri sono accreditati alla Corte di St. James, anche se è al Palazzo di Buckingham che presentano al re le loro credenziali.

La Queen's House (1761–1837)

Sotto la nuova proprietà reale, la costruzione divenne nota col nome di The Queen's House dal momento che divenne la residenza privata ed abituale della regina Carlotta. A partire dal 1762 la struttura venne completamente rimodernata.[19] Nel 1775, un Act of Parliament ne assegnò la proprietà esclusiva alla regina Carlotta, in cambio della rinuncia ai suoi diritti sulla vicina Somerset House,[20] e 14 dei suoi 15 figli nacquero qui. Mobilio venne trasferito da Carlton House mentre altri vennero acquistati in Francia dopo la Rivoluzione Francese[21] del 1789. Mentre St James's Palace rimase la residenza ufficiale e cerimoniale dei sovrani britannici,[20] "Buckingham House" venne sempre più utilizzata come residenza effettiva da tutta la famiglia reale a partire dal 1791.[22]

Da residenza a palazzo
 
Re Giorgio IV per primo commissionò il restauro dell'allora Buckingham House.
 
Re Guglielmo IV terminò il palazzo in forme più sobrie rispetto al progetto originale.

La regina Carlotta morì nel 1818 e poco dopo, nel 1820, morì anche suo marito, Giorgio III. Dopo la sua ascesa al trono, il figlio della coppia, Giorgio IV continuò i lavori di restauro della casa con l'intento di renderla più confortevole alle sue esigenze. A ogni modo, nel 1826, mentre i lavori erano ancora in corso d'opera, il re decise di trasformare la casa in un vero e proprio palazzo, affidandone il progetto a John Nash.[23]

Il palazzo che venne edificato era composto attorno a un grande cortile d'onore di forma quadrata, con la struttura dell'antica Buckingham House al centro. La facciata del nuovo edificio venne costruita in pietra di Bath, con squisiti dettagli in stile neoclassico francese. Questo palazzo è molto simile a quello odierno, ma senza la grande ala est di fronte al Mall, che ora chiude il quadrilatero.

Dove adesso sorge l'ala est, tra le due ali esterne, vi era invece un arco trionfale in marmo, modellato sullo stile dell'Arco di Costantino a Roma. Quest'arco, per la cui costruzione erano state spese 34.450 sterline, serviva da entrata di rappresentanza. Secondo l'intenzione di Giorgio IV, avrebbe dovuto avere alla sua sommità una statua equestre in bronzo che lo rappresentasse, ma alla sua morte la statua non era ancora stata terminata e quando il Parlamento, seppure riluttante, dovette saldare il conto, decise di trasferirla a Trafalgar Square.[24]

Gli interni del palazzo avrebbero dovuto essere, da progetto, di uno splendore incomparabile. Sir Charles Long raccomandò al re di far eseguire decorazioni interne in scagliola a colori vivaci, in lapislazzuli blu e rosa, e di far decorare il soffitto con pannelli in gesso scolpiti.

I costi dei lavori lievitarono drammaticamente e ne 1829 Nash dovette bloccare i lavori. Alla morte di Giorgio IV nel 1830, suo fratello minore Guglielmo IV convocò Edward Blore a terminare l'opera; questi era un architetto meno idealista di Nash ma più dotato nella gestione degli affari e soprattutto nel contenimento dei corsi: pertanto conservò ciò che Nash aveva completato e terminò il palazzo in uno stile simile, sebbene più uniforme e meno bizzarro. Le stanze di rappresentanza e di semi-rappresentanza furono completate sotto il regno di Guglielmo IV, uomo di gusti più semplici e di sua moglie, la regina Adelaide.[25][26] Guglielmo a ogni modo non si trasferì mai ufficialmente a palazzo. Dopo che il Palazzo di Westminster venne distrutto da un incendio nel 1834, si offrì di convertire Buckingham Palace a nuova sede del parlamento inglese, ma l'offerta venne rifiutata.[27]

Alla morte di Guglielmo IV, i crescenti costi del palazzo non ancora terminato creavano un notevole sgomento al Parlamento e alla stampa dell'epoca. Il costo finale della ricostruzione di Buckingham Palace fu di 719.000 sterline.
È interessante notare che quando il palazzo del Parlamento venne distrutto da un incendio, nel 1834, il re offrì l'allora incompleto palazzo come sede del governo, un'offerta che suggerisce come egli fosse meno interessato al palazzo rispetto a suo fratello.[24] Il Parlamento però declinò l'offerta e il palazzo venne ricostruito.

Molte delle stanze di rappresentanza più piccole vennero arredate in quest'epoca, nello stile cinese della reggenza, e molti mobili, suppellettili e caminetti furono fatti trasportare dal Padiglione Reale di Brighton e da Carlton House, i palazzi di Giorgio IV, dopo la morte di quest'ultimo.

La regina Vittoria  La regina Vittoria fu la prima sovrana a risiedere a Buckingham Palace.
Buckingham Palace nel 1837, prima che l'ala frontale costruita da Edward Blore nel 1847 chiudesse completamente il quadrilatero del cortile. 
Buckingham Palace nel 1837, prima che l'ala frontale costruita da Edward Blore nel 1847 chiudesse completamente il quadrilatero del cortile.
 
La facciata di Buckingham Palace completata nel 1850, prima che venisse rimodellata nel 1913 
La facciata di Buckingham Palace completata nel 1850, prima che venisse rimodellata nel 1913
 
Buckingham Palace oggi 
Buckingham Palace oggi

Nel 1837, con l'ascesa al trono della regina Vittoria, il Palazzo di Buckingham divenne la residenza reale ufficiale della regina; fu la prima ad abitarvi stabilmente dal momento che il suo predecessore, Guglielmo IV, era morto prima del completamento del palazzo.[28] Vittoria notò da subito che le stanze di rappresentanza erano una festa di oro e di colori, mentre per contro le altre stanze erano molto meno lussuose e poco si addicevano a quello che ora era divenuto un vero e proprio palazzo reale. I caminetti facevano tanto fumo che occorreva lasciar spento il fuoco e la corte tremava per il freddo nella stagione invernale.[29] La ventilazione delle stanze era insufficiente e vi era sempre cattivo odore. Quando venne deciso di installare delle lampade a gas ci si preoccupò per l'eccessivo accumulo di gas ai piani inferiori. Le cronache del tempo riferiscono inoltre che il personale di servizio era negligente e pigro e che il palazzo appariva generalmente piuttosto sporco.[29] Dopo il matrimonio della regina con il Principe Alberto nel 1840, quest'ultimo si preoccupò di riorganizzare il personale di servizio e di correggere gli errori di costruzione riscontrati nella struttura.[30] Nel 1840 finalmente tutto venne sistemato e i costruttori poterono lasciare il palazzo.

La grande ala est verso il The Mall (che oggi costituisce la 'facciata pubblica' del palazzo) venne costruita dopo il matrimonio della regina Vittoria. Nel 1847, però, la coppia iniziò a pensare che il palazzo appariva ancora troppo piccolo per le esigenze della famiglia reale che stava crescendo e per la vita di corte.[31] Venne così fatta costruire una nuova ala che chiudeva il quadrilatero al centro del palazzo, su progetto dello stesso architetto che già aveva lavorato per Guglielmo IV, Edward Blore, il quale a sua volta incaricò dell'esecuzione dei lavori Thomas Cubitt.[32] Su questa nuova ala si trova il balcone da cui si affaccia la famiglia reale nelle occasioni importanti.[33] Anche la sala da ballo e altre stanze di rappresentanza vennero costruite in questo periodo, su disegno di Sir James Pennethorne, un allievo di Nash.[34] Prima della morte del principe Alberto la regina Vittoria amava molto la musica e il ballo, e grandi musicisti dell'epoca vennero più volte invitati a suonare al Palazzo di Buckingham.[35] Tra questi si ricordano Felix Mendelssohn[36] e Johann Strauss jr con la sua orchestra[37], che nel 1849 compose la Alice Polka in onore della principessa Alice.[38] Durante questo periodo Buckingham Palace divenne spesso lo scenario di balli sontuosi, di cerimonie reali, di investiture e di rappresentazioni teatrali.[39] La regina Vittoria decise di spostare l'arco che costituiva un tempo l'entrata di rappresentanza al palazzo nella sua posizione attuale vicino allo Speakers' Corner di Hyde Park.

Dopo la morte del principe Alberto nel 1861, la regina Vittoria si ritirò quasi completamente dalla vita pubblica, abbandonando Buckingham Palace e preferendo vivere al castello di Windsor, al Castello di Balmoral ed a Osborne House.[40][41] Il palazzo reale conobbe un periodo di declino, venendo usato sempre più raramente. Malgrado la regina sia stata in seguito costretta a tornare a vivere a Londra per una questione d'immagine nei confronti dell'opinione pubblica, le cerimonie di corte continuarono a svolgersi al castello di Windsor, presiedute da una malinconica regina vestita rigorosamente sempre a lutto.[42]

Le ristrutturazioni a inizio Novecento  Lavori di rimodellamento della facciata est di Buckingham Palace, iniziati nel 1913.

Nel 1901, con l'ascesa al trono di Edoardo VII, il palazzo ritornò a nuova vita. Il nuovo re e sua moglie, la regina Alessandra, avevano frequentato a lungo l'alta società di Londra, e i loro amici, conosciuti come la società di Marlborough House, venivano considerati come le persone più importanti ed eleganti dell'epoca. Buckingham Palace — la Sala da ballo, il Grande ingresso, la Sala di marmo, lo scalone, i vestiboli e le gallerie ridecorati nello stile Belle époque color crema e oro che hanno ancora oggi, divennero nuovamente il punto focale dell'impero inglese e lo scenario di intrattenimenti su scala grandiosa. Molte persone pensavano che la pesante nuova decorazione fatta fare da re Edoardo mal si accordasse con il lavoro originale di Nash. Tuttavia, è stata conservata per cento anni.

Gli ultimi lavori di costruzione del palazzo vennero attuati durante il regno di Giorgio V quando, nel 1916, Sir Aston Webb ridisegnò la facciata est per renderla simile in parte a quella disegnata da Giacomo Leoni per il Lyme Park dello Cheshire. La nuova facciata, in pietra di Portland, doveva costituire lo sfondo del Victoria Memorial, una grande statua che rappresentava la regina Vittoria, posta fuori dai cancelli principali.

 Vista a volo d'uccello del palazzo e dei giardini.

Giorgio V, che era succeduto a Edoardo VII nel 1910, aveva una personalità più riflessiva rispetto al padre, che si rispecchiò nella vita di palazzo: venne posta maggiore enfasi sui ricevimenti ufficiali e sui doveri reali invece che sulle feste e sul divertimento. La moglie di Giorgio V, la regina Maria, era un'intenditrice d'arte e si interessò alla reale collezione di arredamenti in parte facendola restaurare ed in parte ampliandola. Maria fece installare nuovi impianti e inserire complementi d'arredo, come i due camini in stile impero di Benjamin Vulliamy datati 1810, nella Sala dell'Inchino a pianterreno, l'enorme stanza bassa al centro della facciata che dà sul giardino. La regina Maria fece inoltre decorare la Sala Blu. Questa stanza, lunga 21 m, precedentemente conosciuta come la Sala Sud, ha uno dei soffitti più belli di Nash, a cassettoni rivestiti di enormi pannelli dorati e viene definita dallo storico Olwen Hedley nel suo libro Buckingham Palace come la più bella del palazzo, più maestosa e superba perfino della sala del trono o del salone da ballo, costruito per subentrare alla funzione originale della Sala Blu.

Le due guerre mondiali  La famiglia reale e Winston Churchill il giorno della vittoria nel 1945 dal balcone di Buckingham Palace

Durante la prima guerra mondiale il palazzo, all'epoca residenza di re Giorgio V e della regina Maria, ne uscì senza danni. I suoi contenuti più preziosi vennero evacuati a Windsor ma la famiglia reale restò al suo posto. Il più grosso cambiamento dell'epoca alla vita di corte fu che il governo persuase il re a chiudere a chiave, pubblicamente e con ostentazione, le cantine e ad astenersi dal consumo di alcolici per tutta la durata della guerra per dare il buon esempio alle classi più basse che si supponevano inebriate. Le classi povere continuarono a bere e il re venne lasciato furioso per l'astinenza forzata. Edoardo VIII disse in seguito a un biografo che suo padre si concesse un furtivo bicchiere di porto ogni sera, mentre la regina correggeva di nascosto la macedonia con lo champagne. I figli del re vennero fotografati in questo periodo mentre servivano tè agli ufficiali feriti nell'adiacente Royal Mews.

Durante la seconda guerra mondiale le cose andarono peggio: il palazzo venne bombardato non meno di sette volte, e fu un obiettivo deliberato, dato che i nazisti ritenevano che la distruzione di Buckingham Palace avrebbe demoralizzato la nazione. Una bomba cadde nel quadrilatero del palazzo mentre re Giorgio VI e la regina Elisabetta erano nella residenza, ma anche se molte finestre esplosero, non si registrarono danni gravi. Il bombardamento più grave e pubblicizzato fu la distruzione della cappella del palazzo nel 1940, un evento trasmesso nei cinema di tutta Inghilterra per mostrare la sofferenza comune di ricchi e poveri. Il re e la regina vennero filmati mentre ispezionavano la loro casa bombardata, la regina sorridente con cappotto e cappello bianchi abbinati. Fu in quest'occasione che la regina esclamò: "Sono contenta che siamo stati bombardati. Ora posso guardare in faccia l'East End"[43]. Come riportò doverosamente il The Sunday Graphic:

«Il re e la regina hanno sopportato l'ordalia che li ha raggiunti. Per la seconda volta un bombardiere tedesco ha cercato di portare morte e distruzione nella casa delle loro maestà. Quando questa guerra sarà finita il pericolo comune che re Giorgio e la regina Elisabetta hanno condiviso con il loro popolo sarà una memoria preziosa e un'ispirazione negli anni.»

Il 15 settembre 1940 un pilota della RAF, Ray Holmes, centrò un aereo tedesco che stava cercando di bombardare il palazzo. Holmes aveva terminato le munizioni e prese rapidamente la decisione di speronarlo. Entrambi gli aerei si schiantarono al suolo ma i piloti sopravvissero. L'incidente venne filmato. Il motore dell'aereo inglese venne successivamente esibito al Museo Imperiale di Guerra a Londra. Dopo la guerra il pilota britannico venne nominato Messaggero del re. Morì nel 2005 all'età di 90 anni.

A Eleanor Roosevelt venne accordato lo status di capo di Stato in visita, durante il suo soggiorno nel corso della seconda guerra mondiale. La stampa britannica del tempo di guerra, ansiosa di mostrare i monarchi che condividevano le ristrettezze dei loro sudditi, annunciò che siccome i contenuti del palazzo erano stati evacuati in campagna per la durata della guerra, la signora Roosevelt, in quanto ospite onorevole, venne "accomodata" nell'unica camera confortevole rimasta, quella della regina Elisabetta. È comunque possibile che questa storia sia apocrifa: si sa oggi che per la durata della Seconda guerra mondiale la famiglia reale spese molte notti dormendo nel Castello di Windsor per motivi di sicurezza. È improbabile che avrebbero lasciato la signora Roosevelt da sola in un palazzo vuoto, in balia delle incursioni notturne.[40]

Nel giorno della vittoria (8 maggio 1945), il palazzo fu al centro dei festeggiamenti britannici, con il re, la regina, la principessa (e futura regina) Elisabetta e la principessa Margaret che apparvero sulla balconata, con alle spalle le finestre del palazzo oscurate, a raccogliere i saluti di una vasta folla raccoltasi sul Mall.

Dal dopoguerra ai giorni nostri  La facciata di Buckingham Palace nel luglio 2012. Buckingham Palace, particolare del cancello

Un altro cambiamento alla struttura venne apportato nel 1938, quando il padiglione di nord-ovest, disegnato da Nash, venne trasformato in piscina.

Nel 1999 fu dichiarato che il palazzo conteneva 775 stanze, tra cui 19 stanze di rappresentanza, 52 camere da letto principali, 188 camere per la servitù, 92 uffici e 78 bagni. In totale misura 108 metri per 120 metri ed è alto 24 metri.

Se tutto ciò può sembrare enorme, è piccolo se paragonato al palazzo dello Zar a San Pietroburgo, a Tsarskoe Selo, al Palazzo Apostolico in Vaticano e al Palazzo del Quirinale a Roma, al Palazzo reale di Madrid o al Louvre, e minuscolo se paragonato alla Città Proibita di Pechino o a Palazzo del Potala. La relativa piccolezza del palazzo può essere meglio apprezzata dall'interno, quando si guarda il cortile.

Oggi il palazzo non è solo la residenza del re Carlo III e la sua moglie la regina Camilla, ma anche la residenza londinese del duca di York e del duca e della duchessa di Edimburgo, i fratelli e la cognata del re. Il palazzo ospita inoltre l'ufficio della monarchia e le sue funzioni associate. In confronto ad altri palazzi reali e castelli britannici, Buckingham Palace è relativamente nuovo, eppure le parole "Buckingham Palace" sono giunte a simboleggiare la monarchia britannica. Alla fine di entrambe le guerre mondiali, vaste folle si radunarono spontaneamente al palazzo, così come avvenne alla fine della seconda guerra boera.

Una folla stimata in un milione di persone si riunì a Londra, molti davanti al palazzo, per vedere la regina in occasione del suo giubileo d'oro del giugno 2002. Al concerto del giubileo d'oro il chitarrista Brian May - già dei Queen - eseguì God Save the Queen dal tetto di Buckingham Palace.

Il 4 giugno 2012 i giardini interni hanno ospitato il cosiddetto Picnic a palazzo per diverse migliaia di persone, le quali, avendo vinto i biglietti, hanno potuto anche assistere al grande concerto (svoltosi la sera stessa davanti al palazzo), organizzato nell'ambito delle celebrazioni del giubileo di diamante della regina Elisabetta II, in occasione del 60º anno di regno di sua maestà. Durante il concerto Renée Fleming e Alfie Boe hanno cantato insieme dal balcone destro del palazzo, mentre la band Madness ha suonato e cantato dal tetto, mentre venivano proiettate diverse immagini sulla facciata del palazzo.[44] Alla fine del concerto dal tetto del palazzo sono stati lanciati diversi fuochi d'artificio.[45]

Dopo la morte della regina Elisabetta II nel settembre 2022, molti mazzi di fiori furono lasciati dal pubblico prossimi ai cancelli del palazzo.

^ Goring, p. 15. ^ Goring, p. 28. ^ Goring, p. 18. ^ Chapter 1: The Acquisition of the Estate, in The Grosvenor Estate in Mayfair, Survey of London, vol. 39, London County Council, 1977, pp. 1–5. URL consultato il 3 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2009). ^ Wright, pp. 76–78. ^ Goring, pp. 31, 36. ^ Wright, p. 83. ^ Goring, Chapter V ^ a b c Harris, p. 21. ^ Who built Buckingham Palace?, su royalcollection.org.uk, Royal Collection Trust. URL consultato l'8 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2017). ^ Wright, pagina 83. ^ Wright, pagina 96. ^ Robinson, pagina 14. ^ Nash, pagina 18. ^ Wright, pagina 142. ^ Robinson, p. 14. ^ Mackenzie, p. 12 e Nash, p. 18. ^ Mackenzie, p. 12. ^ Harris, p. 24. ^ a b Old and New London, vol. 4, Cassell, Petter & Galpin, 1878, pp. 61–74. URL consultato il 23 settembre 2022 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2010). ^ Jones, p. 42. ^ Burko (a cura di), The Annual Register, 1791, p. 8. URL consultato il 25 settembre 2016.
«Buckingham-palace was the dwelling house of the king.»
^ Harris, pp. 30–31. ^ a b Woodham-Smith, pagina 249. ^ Harris, p. 33. ^ The Royal Residences > Buckingham Palace > History, su royal.gov.uk (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2010). ^ Ziegler, Philip, King William IV, Collins, 1971, p. 280, ISBN 978-0-00-211934-4. ^ Harris, pagina 33. ^ a b Woodham-Smith, p. 249. ^ Rappaport, p. 84. ^ Harris, de Bellaigue & Miller, p. 33. ^ CIAOI ^ Ed Owens, Buckingham Palace's balcony: a focal point for national celebration, su historyextra.com, Immediate Media/BBC. URL consultato il 12 giugno 2017. ^ King, p. 217. ^ Hedley, p. 19. ^ Healey, pp. 137–138. ^ Healey, p. 122. ^ Hedley, pagina 19. ^ Who has lived at Buckingham Palace?, su royalcollection.org.uk, Royal Collection Trust. URL consultato il 12 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2017). ^ a b Robinson, pagina 9. ^ John Gardiner, The Victorians: An Age in Retrospect, A&C Black, 2006, p. 142, ISBN 978-1-85285-560-4. ^ Robinson, p. 9. ^ Sir John Wheeler-Bennett, King George VI: His Life and Reign, New York, Macmillan, 1958. ^ Diamond Jubilee Concert. ^ Diamond Jubilee weekend - Concert (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2012).
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