La Y o y (chiamata in italiano ipsilon, oppure i greca o i greco) è la venticinquesima lettera dell'alfabeto latino moderno e la ventiduesima di quello latino antico. Lo stesso segno (maiuscolo) rappresenta anche la lettera ipsilon dell'alfabeto greco e la lettera u di quello cirillico; inoltre, il simbolo [y] indica una vocale anteriore alta labializzata nell'alfabeto fonetico internazionale. L'Y non fa parte dell'alfabeto italiano, ed è presente solo in parole prese in prestito da altre lingue. Nei grecismi dell'italiano, l'ipsilon originario è rappresentato dalla vocale i.
La Ypsilon deriva dalla lettera fenicia waw, che aveva valore fonetico vocalico [u] e semivocalico [w].
La waw diede origine alla lettera latina V e alla lettera greca ypsilon, il latino conservò il fonema semivocalico [w] e vocalico [u] (a volte anche pronunciata [ʊ]) originario usando la V, senza distinzioni grafiche per i fonemi[1].
Nell'alfabeto greco antico la vocale Ypsilon era pronunciata in origine [u]; la pronuncia passò nel periodo classico (nel dialetto ionico-attico) a [y] (oggi fonema presente in alcune lingue, come nel caso della ü tedesca o lombarda, usata anche nella pronuncia restaurata del latino).
Ancor più tardi Y perse l'arrontondamento e divenne [i], ossia la pronuncia del greco moderno e latino ecclesiastico.
I romani, per via dei sempre più frequenti grecismi, importarono la Y greca come nuova vocale intorno al I secolo a.C. (così come venne reintrodotta la Z, con pronuncia [d͡z]), solo in parole derivate dal greco, con la pronuncia [y] che ancora persisteva in greco, con il nome "I GRÆCA" ossia "I greca"[2].
Anche se la pronuncia corretta rimase solo nel ceto colto fluente in greco antico, mentre nella popolazione Y spesso venne pronunciato erroneamente come il sonus medius /ʉ/ creando errori nella pronuncia[3], la pronuncia distinta di Y rimase fino almeno al VI secolo.
Essi la utilizzarono inoltre, ma raramente, anche nel loro sistema di numerazione, per rappresentare il numero 150.
La lettera Y era originariamente una vocale, mentre ora in molte lingue indica il suono di una semiconsonante.
Per l'evoluzione del grafema, vedi la voce V e U.
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