Le tombe di Kasubi si trovavano sulle colline del distretto di Kampala, in Uganda. Quattro tombe reali erano situate in un edificio chiamato Muzibu Azaala Mpanga, di forma circolare e coperto da una cupola di stoppia. Il sito rappresenta un importante esempio di architettura tradizionale basata esclusivamente su materiali vegetali ed è considerato un importante centro spirituale per gli abitanti della regione, e perciò attira un numero considerevole di turisti.
Nel 2001 le tombe di Kasubi sono state dichiarate Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, ma alcune fra le tombe più importanti, tra cui il Muzibu Azaala Mpanga, furono completamente distrutte nel marzo 2010 in un incendio la cui dubbia origine a portato all'apertura di un'inchiesta giudiziaria. Per questa ragione, il 29 luglio 2010 il sito è stato inserito nella Lista dei patrimoni dell'umanità in pericolo. La famiglia reale Buganda si è impegnata nella ricostruzione delle tombe e, allo stesso modo, anche i...Leggi tutto
Le tombe di Kasubi si trovavano sulle colline del distretto di Kampala, in Uganda. Quattro tombe reali erano situate in un edificio chiamato Muzibu Azaala Mpanga, di forma circolare e coperto da una cupola di stoppia. Il sito rappresenta un importante esempio di architettura tradizionale basata esclusivamente su materiali vegetali ed è considerato un importante centro spirituale per gli abitanti della regione, e perciò attira un numero considerevole di turisti.
Nel 2001 le tombe di Kasubi sono state dichiarate Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, ma alcune fra le tombe più importanti, tra cui il Muzibu Azaala Mpanga, furono completamente distrutte nel marzo 2010 in un incendio la cui dubbia origine a portato all'apertura di un'inchiesta giudiziaria. Per questa ragione, il 29 luglio 2010 il sito è stato inserito nella Lista dei patrimoni dell'umanità in pericolo. La famiglia reale Buganda si è impegnata nella ricostruzione delle tombe e, allo stesso modo, anche il presidente Yoweri Museveni ha garantito l'impegno del governo nazionale ugandese nella ricostruzione del sito; i lavori, aiutati da finanziamenti giapponesi, hanno avuto inizio nel 2014. La ricostruzione è stata completata nell'estate del 2023, consentendo così al Comitato del patrimonio mondiale di togliere il sito dalla lista del patrimonio dell'umanità in pericolo durante la sua XLV sessione, il 12 settembre 2023.
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