Parco nazionale del Serengeti

Il Parco nazionale del Serengeti (in inglese Serengeti National Park, dalla lingua delle popolazioni masai locali, "pianura sconfinata") è una delle più importanti aree naturali protette dell'Africa orientale. Con una superficie di 14.763 km², si trova nel nord della Tanzania, nella pianura omonima, tra il lago Vittoria e il confine con il Kenya (1.30'-3.20' S, 34.00'-35.15' E), adiacente al parco keniota di Masai Mara, alla riserva naturale di Ngorongoro e ad altre importanti riserve faunistiche.

Dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1981, rappresenta una delle principali attrazioni turistiche della Tanzania ed è la più importante di un sistema di quattro aree naturali protette detto "Northern Safari Circuit", che include anche il Parco nazionale del lago Manyara, il parco nazionale del Tarangire, il parco nazionale di Arusha e la riserva naturale di Ngorongoro.

 La gola di Olduvai 2011  Bene protetto dall'UNESCOParco nazionale del Serengeti  Patrimonio dell'umanità TipoNaturali Criterio(vii) (x) PericoloNon in pericolo Riconosciuto dal1981

La presenza umana nell'area del Serengeti fin da tempi antichissimi è testimoniata da ritrovamenti paleontologici di straordinaria importanza; nella pianura del Serengeti si trova il celebre sito di Olduvai, dove sono stati trovati i resti dell'Australopithecus boisei, un ominide risalente a circa 1,5 milioni di anni fa.

Prima dell'arrivo degli Europei, la pianura del Serengeti era abitata principalmente dai Masai, allevatori e semi-nomadi. Negli ultimi anni dell'amministrazione coloniale tedesca, la regione divenne un'area protetta e un primo nucleo dell'odierno Serengeti, di 2286 km², fu dichiarato riserva di caccia nel 1929.

L'amministrazione inglese, subentrata ai tedeschi creando il Territorio del Tanganica, istituì il parco nazionale nel 1951, affidandone la gestione al naturalista Bernhard Grzimek, divenuto celebre come uno dei precursori dell'approccio moderno alla conservazione dell'ambiente. Parte dell'opera di Grzimek nel Serengeti è documentata dal suo saggio Il Serengeti non deve morire e dal documentario omonimo (vincitore del premio Oscar), realizzati dallo stesso Grzimek insieme al figlio Michael. Un altro testo sui primi anni del Serengeti è My Serengeti Years, scritto da Myles Turner, che fu uno dei primi guardaparco e a cui si attribuisce il merito di aver svolto un lavoro fondamentale nella lotta contro il bracconaggio. Il parco comprendeva inizialmente anche il cratere di Ngorongoro, che divenne area protetta indipendente nel 1956.

L'istituzione del parco fu accompagnata dalla rilocazione delle popolazioni locali. La natura coercitiva di questa operazione ha suscitato una controversia tuttora non del tutto sopita. Dopo il raggiungimento dell'indipendenza da parte della Tanzania, l'amministrazione del parco è stata affidata al TANAPA (Tanzanian National Parks). Nel 1981, l'UNESCO ha dichiarato il parco Patrimonio dell'umanità per la sua ricchissima biodiversità.

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