La Sinagoga di Santa Maria la Blanca è un ex tempio ubicato nella città spagnola di Toledo. Costruita nel 1180 come sinagoga e, avendo funzionato come tale per 211 anni, venne espropriata e trasformata in chiesa come conseguenza del pogrom del 1391. Nell'attualità l'edificio appartiene alla Chiesa cattolica, ma non è più un luogo di culto. É aperto al pubblico come museo o centro per attività culturali ed educative.
Nel 1260, la comunità ebraica di Toledo ottenne un permesso straordinario dal re Alfonso X per ricostruire "la più grande e bella sinagoga di Spagna", contro la bolla del papa Innocenzo IV.[1] L'edificio fu eretto nel territorio cristiano del Regno di Castiglia da costruttori musulmani ed ebbe come committente e finanziatore la comunità ebraica di Toledo, rappresentata da Yosef ben Shoshan.[2] Una volta terminato, l'edificio fu chiamato "Sinagoga Maggiore" poiché era il principale centro di culto ebraico di Toledo. Fin dal suo inizio, questo tempio faceva parte delle dieci sinagoghe di Toledo considerate da Yehuda ben Shlomo al-Jarizi nei suoi scritti del XII secolo:
(ES)«Vine a la extensa ciudad de Toledo, capital del reino, que está revestida del encanto de la dominación y ornada con las ciencias, mostrando a los pueblos y príncipes su belleza.[...] Cuántas sinagogas hay en ella de belleza incomparable! Allí toda el alma alaba al Señor.»
(IT)«Sono venuto nella vasta città di Toledo, capitale del regno, che si veste del fascino del dominio e si adorna di scienza, mostrando ai popoli e ai principi la sua bellezza. [...] Quante sinagoghe ci sono in essa di incomparabile bellezza! Là tutta l'anima loda il Signore.»
(Yehuda ben Shlomo al-Jarizi[3])Durante gli anni gli ebrei frequentarono la Sinagoga Maggiore per pregare e studiare la Bibbia, ma questa pratica fu interrotta dall'assalto al quartiere ebraico nel 1355 e dall'eccidio del 1391, provocati dai discorsi incendiari di Ferrán Martínez, Arcediano di Écija. Nel contesto della campagna di predicazione di san Vincenzo Ferreri l'edificio venne trasformato in chiesa dell'Ordine di Calatrava sotto il patrocinio della Vergine nel 1411 e, da allora venne denominata "Chiesa di Santa Maria la Blanca". Nel 1550 il cardinale Siliceo la trasformò in un beghinaggio per donne pubbliche pentite. Da quell'epoca data la pala d'altare della scuola di Berruguete, opera di Juan Bautista Vázquez il Vecchio e Nicolás Vergara il Vecchio. Le trasformazioni dell'edificio sono di questa epoca e vennero realizzate dall'architetto Alonso di Covarrubias. Tra 1600 e 1701 l'edificio rimase inutilizzato. Durante il XVIII secolo funse da quartier generale delle truppe della guarnigione di Toledo. Con l'invasione napoleonica degli inizi del XIX secolo, fu convertita in un deposito. Alla metà dello stesso secolo venne dichiarata monumento nazionale e, dopo la guerra civile spagnola, un reale decreto del governo la cedette alla Chiesa cattolica. Nonostante ciò, non è per niente inusuale riferirsi a detto edificio come la "Sinagoga di Santa Maria la Blanca".[4][5]
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