تخت جمشید

( Persepoli )

Persepoli (Persiano antico ????????????????, Pārsapura) fu una delle cinque capitali dell'Impero achemenide (le altre erano Babilonia, Ecbatana, Pasargade e Susa). È situata a circa cinquanta chilometri a nord della attuale città di Shiraz nella provincia del Fārs dell'attuale Iran.

Il termine "Persepoli" deriva dal greco antico Περσέπολις Persépolis, un termine composto da Πέρσης Pérsēs e πόλις pólis, che significa "città dei Persiani". A causa della convinzione tra i persiani della tarda antichità che i monumenti fossero stati costruiti da Jamshid, una figura della mitologia persiana, il sito fu noto come Trono di Jamshid (in persiano تخت جمشيد ‎, "Taḫt-e Jamšīd") sin dai tempi dei Sasanidi (224–651 d.C.).

Scavi sistematici vennero condotti, dal 1931, dall'Istituto orientale del...Leggi tutto

Persepoli (Persiano antico ????????????????, Pārsapura) fu una delle cinque capitali dell'Impero achemenide (le altre erano Babilonia, Ecbatana, Pasargade e Susa). È situata a circa cinquanta chilometri a nord della attuale città di Shiraz nella provincia del Fārs dell'attuale Iran.

Il termine "Persepoli" deriva dal greco antico Περσέπολις Persépolis, un termine composto da Πέρσης Pérsēs e πόλις pólis, che significa "città dei Persiani". A causa della convinzione tra i persiani della tarda antichità che i monumenti fossero stati costruiti da Jamshid, una figura della mitologia persiana, il sito fu noto come Trono di Jamshid (in persiano تخت جمشيد ‎, "Taḫt-e Jamšīd") sin dai tempi dei Sasanidi (224–651 d.C.).

Scavi sistematici vennero condotti, dal 1931, dall'Istituto orientale dell'Università di Chicago.

Storia presunta delle costruzioni[1]. 1° periodo : Dario I (518 al 490 a.C.) Terrazza Apadana (palazzo, scalinata Est) Tesoro2° periodo: Dario I - Serse I (490 al 480 a.C.) Tachara Scalinata di Persepoli Porta di tutte le nazioni Apadana (scalinata Nord)3° periodo : Serse I (480 al 470 a.C.) Hadish Harem Tripylon Palazzo D4° periodo: Artaserse I Palazzo delle 100 colonne Palazzo di Artaserse I Garnison5° periodo Tomba di Artaserse II Palazzo di Artaserse III Sala delle 32 colonne Tomba di Artaserse III Strada delle processioni Porta incompiuta Tomba incompiutaSconosciuta Costruzione Sud

Evidenze archeologiche dimostrano che i primi resti di Persepoli risalgono al 515 a.C. André Godard, l'archeologo francese che scavò le rovine di Persepoli nei primi anni 1930, credeva che non fosse stato Dario ad aver scelto il sito di Persepoli, ma che fu Dario che costruì il terrazzamento ed i palazzi.

Dal momento che, a giudicare dalle iscrizioni, gli edifici di Persepoli vennero costruiti da Dario I, fu probabilmente sotto questo re, con il quale lo scettro passò a un nuovo ramo della casa reale, che Persepoli divenne la vera capitale della Persia. Come residenza dei governanti dell'impero, tuttavia, era un luogo remoto in una regione montagnosa di difficile accesso e tutt'altro che conveniente. Le vere capitali del paese erano Susa, Babilonia e Ecbatana. Questo spiega il fatto che i greci non erano a conoscenza della città fino all'epoca di Alessandro Magno che la conquistò e saccheggiò.

 Pianta aerea di Persepoli.

La città fu probabilmente fondata per creare una cornice di splendore degna del "Re dei Re" e per creare uno spazio spettacolare per la festa di capodanno con la partecipazione di delegazioni di tutti i popoli dell'impero. Dario I ordinò la costruzione dell'Apadana e della Sala del Consiglio (Tripylon o la "Porta Tripla"), del principale Tesoro imperiale e dei suoi dintorni. Questi edifici vennero completati durante il regno di suo figlio, Serse I. Inoltre la costruzione degli edifici sulla terrazza continuò fino alla caduta dell'impero achemenida.[2]

Intorno al 519 a.C., ebbe inizio la costruzione di un'ampia scalinata. La scala doveva inizialmente essere l'ingresso principale alla terrazza posta a 20 metri rispetto al suolo. La doppia scalinata di calcare bianco, nota come scala di Persepoli o scalone dei leoni, venne costruita simmetricamente sul lato occidentale della Grande muraglia. I 111 gradini sono larghi 6,9 metri, con una pedata di 31 cm. e un'alzata di 10 cm. In origine, si credeva che fosse stata costruita per consentire ai nobili e ai reali di salire a cavallo, ma le nuove teorie, tuttavia, suggeriscono che le pedate poco profonde permettevano ai dignitari in visita di mantenere un aspetto regale durante la salita. La parte superiore delle scale porta a un piccolo cortile nella parte nord-orientale della terrazza, di fronte alla Porta di tutte le Nazioni fatta erigere da Serse I.

 Rovine del Palazzo di Artaserse I

Calcare grigio è la pietra principale usata per costruire gli edifici di Persepoli. Dopo che la roccia naturale era stata livellata e le depressioni riempite, venne preparata la terrazza. I principali tunnel per le acque di scarico vennero scavati sottoterra. Un grande serbatoio di acqua venne scavato ai piedi della parte orientale della montagna. Il professor Olmstead ha suggerito che la cisterna venne realizzata nello stesso periodo della costruzione delle torri.

Il piano irregolare della terrazza, tra cui le fondazioni, fungeva da castello, le cui pareti ad angolo consentivano ai suoi difensori di visualizzare qualsiasi sezione del fronte esterno. Diodoro Siculo scriveva che Persepoli aveva tre mura con bastioni, tutte munite di torri, per offrire uno spazio protetto agli uomini addetti alla difesa. Le prime mura erano alte 7 metri, le seconde, 14 e le terze, che coprivano tutti e quattro i lati, 27 metri, anche se oggi non c'è più la presenza di mura. Su questa vasta terrazza si affacciava la grande sala delle udienze o Apadana, uno dei più grandi saloni del mondo antico, alto oltre 20 metri e posto su uno zoccolo di ulteriori 2,60 metri. A pianta quadrata aveva probabilmente la funzione di impressionare i visitatori e gli ambasciatori in arrivo alla città imperiale. Verso est, si affacciava sulla "Piazza delle Cerimonie" il vasto "salone delle cento colonne" con la sala del trono e la camera del tesoro. In posizioni più arretrate, dietro l'Apadana vi era la sala dei banchetti, l'elegante "Scalinata dei Pavoni", i palazzi di Dario I, di Serse, di Artaserse III Oco e i vasti giardini su cui si apriva l'enorme harem imperiale. Sulla collina, ad est si ergevano la tomba di Artaserse III ed il Tempio del fuoco. Le numerosissime colonne che eerano presenti nei vari saloni erano caratterizzate da un aspetto ricco e fastoso, rappresentato da basi a forma di campana con decorazioni a motivi di foglie pendenti o fiori in parte stilizzati da cui parte il fusto scannellato della colonna, con un richiamo ai modelli egizi. Del resto la manodopera impiegata per la costruzione del nuovo centro cittadino proveniva da tutte le parti dell'impero (scalpellini dalla Ionia e Cappadocia, orefici dalla Media e dall'Egitto, i mattoni invetriati erano fabbricati da operai babilonesi e per gli ornamenti architettonici dalla Media e dall'Elam).

Sotto lo sfortunato Dario III, era questa la più ricca città che nel suo corso illuminasse il sole. Le case istesse degli abitanti brillavano da tutte le parti dell'oro e delle preziose pietre che una lunga serie di anni tranquilli e felici vi avea potuto accumulare.
(Dizionario d'ogni mitologia e antichità, Girolamo Pozzoli)[3]Distruzione

Dopo l'invasione della Persia, nel 330 a.C., Alessandro Magno inviò il grosso del suo esercito a Persepoli attraverso la via Reale. Egli distrusse la "Porta persiana", un passo tra i monti Zagros, e riuscì facilmente a prendere Persepoli prima che il suo tesoro potesse essere messo in salvo. Dopo diversi mesi, Alessandro consentì alle sue truppe di saccheggiare Persepoli.

 Joshua Reynolds, Taide che avrebbe convinto Alessandro a bruciare Persepoli

In quel periodo, un incendio bruciò i "palazzi" o "il palazzo". Gli studiosi concordano sul fatto che questo evento, descritto nelle fonti storiche, si verificò presso le rovine che sono state ora ri-identificate come Persepoli. Da indagini di Stolze, sembra che almeno uno di questi palazzi, il castello costruito da Serse I, presenta tracce evidenti di essere stato distrutto da un incendio. La località descritta da Diodoro Siculo, su fonti di Clitarco di Alessandria, corrisponde, secondo importanti particolari, alla storica Persepoli, ad esempio, per essere sostenuta dalla montagna ad oriente.

Si ritiene che l'incendio che distrusse Persepoli fosse iniziato dal Palazzo Hadish, che era l'abitazione di Serse I, e che si diffuse al resto della città.[4] Non è chiaro se il fuoco sia stato un incidente o un atto deliberato di vendetta per la combustione dell'Acropoli di Atene durante la seconda invasione persiana della Grecia. Molti storici sostengono che, mentre l'esercito di Alessandro celebrava la vittoria con un simposio, decisero di vendicarsi contro i Persiani.[5]

Il libro di Arda Viraf, un'opera zoroastriana composta nel III o IV secolo, descrive gli archivi di Persepoli come contenenti "tutte le Avestā e Zend, scritte con inchiostro d'oro su pelli di mucca conciate", che erano state bruciate. Infatti, nel suo Cronologia delle Nazioni antiche, lo scrittore persiano al-Biruni indica l'indisponibilità di alcune fonti storiografiche iraniche in epoca post-achemenide, soprattutto durante l'Impero partico. E aggiunge: "[Alessandro] bruciò l'intera Persepoli come vendetta contro i Persiani, perché sembra che il re persiano Serse avesse bruciato la città greca di Atene, circa 150 anni prima. Si dice che, anche oggi, le tracce del fuoco siano visibili in alcuni punti."[5][6]

Paradossalmente, l'evento che causò la distruzione di questi testi può aver portato alla conservazione degli archivi amministrativi Achemenidi, che altrimenti sarebbero andati perduti nel corso del tempo a causa di eventi naturali o artificiali.[7] Secondo testimonianze archeologiche, la combustione parziale di Persepoli non influenzò ciò che viene ora indicato come le tavolette dell'archivio della fortificazione di Persepoli, ma piuttosto può aver causato l'eventuale crollo della parte superiore del muro di fortificazione settentrionale che ha conservato le tavolette fino a quando vennero recuperate dagli archeologi dell'Istituto orientale di Chicago.[8]

Dopo la caduta dell'Impero achemenide  Rovine del lato orientale del complesso di Persepoli.

Nel 316 a.C., Persepoli era ancora la capitale della Persia quale provincia del grande impero macedone (vedi Diod. xix, 21 seq., 46; probabilmente su fonti di Geronimo di Cardia, che era vissuto intorno al 326). La città dovrebbe poi essere andata gradualmente in declino nel corso del tempo. La città bassa, ai piedi della città imperiale avrebbe potuto sopravvivere per un periodo più lungo;[9] ma le rovine degli Achemenidi rimasero a testimonianza del suo antico splendore. È probabile che la città principale del paese, o almeno del distretto, fosse sempre in questi dintorni.

Intorno al 200 a.C., la città di Istakhr, a cinque chilometri a nord di Persepoli, era la sede dei governatori locali. Da lì, vennero poste le fondamenta del secondo grande impero persiano, e Istakhr acquisì particolare importanza come centro di saggezza sacerdotale e ortodossia. I re sasanidi coprirono le rocce in questo luogo, e in parte anche le rovine Achemenidi, con le loro sculture e iscrizioni. Le stesse debbono essere state in gran parte realizzate in loco, anche se non sulla stessa scala di magnificenza dei loro antichi predecessori. I Romani sapevano poco di Istakhr come i Greci avevano saputo poco di Persepoli, nonostante il fatto che i Sasanidi avessero mantenuto rapporti per quattrocento anni, amichevoli o ostili, con l'Impero romano.

Al tempo della conquista islamica della Persia, Istakhr oppose una disperata resistenza. Era ancora un posto di notevole importanza nel primo secolo dell'Islam, anche se la sua grandezza si era andata rapidamente eclissando per la nascita dalla nuova metropoli di Shiraz. Nel X secolo, Istakhr era diventata insignificante, come risulta dalle descrizioni di al-Istakhri, un nativo (c. 950), e di al-Muqaddasi (c. 985). Nel corso dei secoli successivi, Istakhr andò gradualmente declinando, fino a che non cessò di esistere come città.

^ (EN) Marco Prins & Jona Lendering, Persepolis, Livius.org (consulté le 21 novembre 2006) ^ 2002. Guaitoli. M.T., & Rambaldi, S. Lost Cities from the Ancient World. White Star, spa. (2006). Version published by Barnes & Noble. Darius I founded Persepolis in 500 BC as the residence and ceremonial center of his dynasty. p. 164 ^ Girolamo Pozzoli, Dizionario d'ogni mitologia e antichità, vol. 4, 1823, p. 615. ^ Persepolis, in toiran.com. URL consultato il 2 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2015). ^ a b Sachau, C. Edward, The Chronology of Ancient Nations, Kessinger Publishing, 2004, p. 127, ISBN 0-7661-8908-2. ^ Al-Beruni and Persepolis, in Acta Iranica, vol. 1, Leiden, Brill, 1974, pp. 137-150, ISBN 978-90-04-03900-1. ^ Wiesehöfer 10-11. ^ Henkelman 2008:Ch 2. ^ Persepolis, su wondermondo.com, Wondermondo.
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