La Pedriza

La Pedriza è una zona di grande interesse geologico, paesaggistico e sportivo situata sul versante sud della Sierra de Guadarrama a cui si accede da Manzanares el Real, un comune situato nel nordovest della Comunità di Madrid (Spagna). Questo ghiaione a grossi blocchi è il maggiore complesso granitico d'Europa e in esso si trovano numerose rupi, pareti rocciose, ruscelli e prati.

Le azioni meccaniche che hanno subito queste rocce per milioni di anni hanno modellato forme molto curiose e attraenti, soprattutto per gli scalatori, che dispongono di quasi mille vie di arrampicata di varia difficoltà. L'escursionismo è un altro sport molto praticato nella Pedriza. Questo è provato dalla massiccia affluenza di gente in molti fine settimana.

I 3.200 ettari di superficie della Pedriza sono compresi nel Parco regionale dell'alto bacino del Manzanarre, lo spazio protetto più grande della Comunità di Madrid. In questa zona abbondano gli arbusti mediterranei come il cisto e...Leggi tutto

La Pedriza è una zona di grande interesse geologico, paesaggistico e sportivo situata sul versante sud della Sierra de Guadarrama a cui si accede da Manzanares el Real, un comune situato nel nordovest della Comunità di Madrid (Spagna). Questo ghiaione a grossi blocchi è il maggiore complesso granitico d'Europa e in esso si trovano numerose rupi, pareti rocciose, ruscelli e prati.

Le azioni meccaniche che hanno subito queste rocce per milioni di anni hanno modellato forme molto curiose e attraenti, soprattutto per gli scalatori, che dispongono di quasi mille vie di arrampicata di varia difficoltà. L'escursionismo è un altro sport molto praticato nella Pedriza. Questo è provato dalla massiccia affluenza di gente in molti fine settimana.

I 3.200 ettari di superficie della Pedriza sono compresi nel Parco regionale dell'alto bacino del Manzanarre, lo spazio protetto più grande della Comunità di Madrid. In questa zona abbondano gli arbusti mediterranei come il cisto e altri propri dell'alta montagna, come il citiso. Anche la fauna è abbondante, specialmente in uccelli rapaci e rettili.

 Valle de la Dehesilla, che divide la Pedriza Anteriore e la Posteriore. La metà sinistra della foto corrispomde al versante nord della Pedriza Anteriore e la metà destra è il versante sud della Pedriza Posteriore. Puente de los Pollos, ubicato nell'ovest della Pedriza Posteriore.

La storia umana della Pedriza inizia nell'Età del Bronzo, in una data che potrebbe oscillare tra il 1400 e il 1200 a. C. Il sito dove si scoprirono ceramiche di "Los Aljibes" situato nella Pedriza denota già l'interesse degli esseri umani per questa zona. Il sito, in cui si sono scoperte pitture rupestri, frammenti di stampi, pezzi di falce, punte di freccia e ritrovamenti metallurgici vicini sembra essere un rifugio-santuario, dato che sfrutta una cavità formata da due blocchi di granito, con aspetto di dolmen, che crea uno spazio rettangolare interno capace di ospitare varie persone.

 Rifugio Giner de los Ríos.

Dopo l'occupazione musulmana della Penisola Iberica, La Pedriza passa a essere terra madrileña nell'anno 1152 per un privilegio del re Alfonso VII che concesse alla città di Madrid la proprietà dei monti situati tra la città e Segovia, dal puerto del Berrueco al puerto de Lozoya. Nel libro di "La Montería" di Alfonso X si citano alcune zone della Pedriza così come altre zone della Sierra de Guadarrama.

Dalla metà del XIX secolo la Pedriza fu utilizzata come rifugio di briganti sfruttando la difficoltà di accesso e il paesaggio aspro. Alcuni di questi briganti furono celebri per i loro misfatti, come la banda di "Paco el Sastre" (Paco il Sarto) o "Pablo Santos". Allo stesso modo, dozzine di persone si nascosero tra le rupi e le valli durante la Guerra civile spagnola e il Franchismo.

Nel 1864, Casiano del Prado esplorò La Pedriza e diffuse l'esistenza e le caratteristiche di questa zona della Sierra de Guadarrama. Sempre in questo anno fu il primo ad ascendere al Risco del Yelmo, anche se probabilmente pastori anonimi locali lo fecero in precedenza. La prima ascensione invernale allo Yelmo la realizzarono i tedeschi Hanser y Ohsman il 14 febbraio del 1899.[1] Nel 1886 fu creata la "Società per lo studio del Guadarrama". Tra i suoi membri annoverava Francisco Giner de los Ríos, il cui nome fu dato nel 1915 al rifugio della Pedriza; in seguito il rifugio verrà rinominato José del Prado e oggi ha ripreso il nome di Giner. Negli anni 1920 vari intellettuali dell'Institución Libre de Enseñanza sottolinearono l'importantissimo valore ecologico che possiede La Pedriza. Per questo pianificarono la creazione di un "Parque Nacional" in modo da proteggere gran parte della Sierra de Guadarrama. Tuttavia il progetto non fu avviato per via dei cambi di governo e della Guerra Civile; ma nel 1930 fu dichiarata Sito Naturale di Interesse Nazionale.

Nel 1985, tutta La Pedriza fu protetta con la creazione del Parque Regional de la Cuenca Alta del Manzanares, una riserva naturale di 52.796 ettari. Nel 1992 fu dichiarata Riserva della Biosfera da parte dell'UNESCO. Dall'inizio degli anni 2000, il governo della Comunità di Madrid, insieme a quello della Castiglia e León hanno elaborato un progetto per dichiarare Parco nazionale della Sierra de Guadarrama gran parte della catena, comprendendo La Pedriza nella sua interezza. In questo modo, il nord del Parque Regional de la Cuenca Alta del Manzanares sarà assorbito dal futuro parco nazionale.

Leggende

Nella Pedriza si è generata un'interessante serie di leggende e tradizioni, come quella del Cancho de los Muertos e quella della Cueva de la Mora. Qui vengono sommariamente narrate:

Il Cancho de los Muertos (la pietra dei morti) Il nome di questa leggenda deriva da una formazione rocciosa della Pedriza di forma molto particolare. La leggenda racconta che una banda di briganti sequestrò una giovane di una ricca e potente famiglia di Madrid. Il capo di questa banda si assenta temporaneamente e gli altri due banditi decidono di approfittarsi della giovane, però torna inaspettatamente e li sorprende, li giudica rapidamente e getta il primo nel burrone; tentando di gettare il secondo questi si attacca alla gamba del capo facendo cadere entrambi nel vuoto, terminando così in tre ai piedi della parete rocciosa. Secondo la gente del luogo per un certo tempo si potevano vedere i cadaveri dei tre banditi in una crepa di questo luogo. La cueva de la Mora (la grotta della Mora) Questo racconto ha per scenario La Pedriza e ricorda storie che si ripetono per tutta la geografia spagnola per via probabilmente della lunga occupazione musulmana. "La Cueva de la Mora" (di difficile accesso) si situa nei pressi del rifugio Giner de los Ríos, concretamente davanti alla facciata principale e a est della Peña Sirio. Sembra che la figlia di un ricco arabo rimase incinta di un giovane cristiano. Per questo fu sequestrata e tenuta prigioniera da parte dei suoi familiari musulmani all'interno di questa caverna. Passarono gli anni e il cavaliere cristiano non tornò mai nonostante l'ansiosa attesa da parte della giovane, per cui secondo le credenze della gente di quando in quando l'anima della giovane vaga tra le formazioni rocciose e le pietraie cercando di incontrare il suo amore perduto.Monumenti ed edifici di interesse  Castello di Manzanares, a Manzanares el Real, situato ai piedi della Pedriza.

Nel comune di Manzanares el Real si erge il castello di Manzanares, una fortezza medievale composta da varie torri cilindriche. Risale al XV secolo e passò nelle mani di differenti proprietari per vari secoli. Recentemente è stato restaurato e oggi presenta un aspetto formidabile ed è aperto al pubblico.

L'aspetto più emblematico di questo edificio è l'utilizzo della tecnica mudéjar che consiste nel collocare file orizzontali di mattoni che incorniciano pietre di granito, dando all'edificio una grande estensione però con ridotta profondità. Questo tipo di costruzione viene chiamata "a specchio". Questa doppia forma costruttiva dà all'edificio un'enfasi decorativa.

Il castello presenta pianta quadrata con torri circolari agli angoli. Tutto questo è completato da una terrazza con piombatoie e merli. Dispone anche di feritoie come elementi difensivi. Il castello è circondato da una muraglia o barriera difensiva decorata anch'essa con merli. La porta di accesso è inquadrata da due pilastri e un arco ribassato.

Degno di nota è il dongione che presenta forma esagonale ed è sormontata da una terrazza di piombatoie e merli. La decorazione delle torri è curiosa dato che è fatta sotto forma di palle, assomigliando alla decorazione mozaraba di chiara influenza musulmana. Questo dà all'edificio un aspetto molto vistoso.

^ Storia della Pedriza Archiviato il 6 febbraio 2010 in Internet Archive.
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