Helgoland
Helgoland (che in tedesco significa letteralmente "terra sacra"; Helgolân o Hilgelân in frisone, Deät Lun o It Lân, che significa "la terra", in frisone settentrionale) è un arcipelago tedesco che costituisce un comune di 1 284 abitanti, situato nel land dello Schleswig-Holstein, nella parte sud-orientale del Mare del Nord.
Appartenuto alla Danimarca e successivamente al Regno Unito, che lo cedette alla Germania nel 1890 in virtù del trattato di Helgoland-Zanzibar, l'arcipelago è composto da due isole (Helgoland e Helgoland-Düne), delle quali nessuna supera 1 km² di superficie. Il motivo dell'interesse tedesco al controllo di queste isole, tanto da concedere molto in cambio, risiedeva nella loro posizione strategica, che avrebbe permesso a chi le occupava di dominare e controllare gli accessi ai principali porti tedeschi sul Mare del Nord. Infatti la marina tedesca provvide immediatamente a fortificare pesantemente queste isole, trasformandole in un punto di difesa chiave contro eventuali attacchi da parte della flotta britannica in caso di guerra.
Tale posizione strategica fu largamente confermata dal ruolo che queste isole ebbero successivamente nell'impedire che la flotta britannica potesse avvicinarsi indisturbata ai porti germanici sul Mare del Nord. Fu, infatti, il teatro del primo scontro navale della Prima guerra mondiale. Alla fine della seconda guerra mondiale gli inglesi provvidero infatti a far smantellare completamente le attrezzature militari presenti sulle isole.
Il 18 aprile 1947 la marina inglese eliminò alcune migliaia di tonnellate di dinamite, abbandonate dall'esercito tedesco, con una esplosione controllata, ritenuta la più grande non-nucleare della storia [1][2].
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