Contesto di Québec (provincia)

Il Québec (pron. /keˈbɛk/) è una provincia del Canada, la seconda per popolazione dopo l'Ontario. Con le sue istituzioni, lingua e cultura costituisce de facto una nazione all'interno della Confederazione. Si trova nella parte orientale del Canada, anche se Terranova e Labrador e le cosiddette «province marittime» (Nuovo Brunswick, Nuova Scozia, Isola del Principe Edoardo) si trovano ancora più a est. Il capoluogo della provincia è la città di Québec (ville de Québec in francese, Quebec City in inglese), mentre la città più popolosa è Montréal (Montreal, in inglese).

Fa parte della regione denominata Canada francese, in prevalenza francofona. La varietà qui parlata è il francese del Québec. Gli anglofoni del Québec sono una minoranza riconosciuta dalla legge. I suoi 8 326 089 abitanti rappresentano il 24% della popolazione del Canada (font...Leggi tutto

Il Québec (pron. /keˈbɛk/) è una provincia del Canada, la seconda per popolazione dopo l'Ontario. Con le sue istituzioni, lingua e cultura costituisce de facto una nazione all'interno della Confederazione. Si trova nella parte orientale del Canada, anche se Terranova e Labrador e le cosiddette «province marittime» (Nuovo Brunswick, Nuova Scozia, Isola del Principe Edoardo) si trovano ancora più a est. Il capoluogo della provincia è la città di Québec (ville de Québec in francese, Quebec City in inglese), mentre la città più popolosa è Montréal (Montreal, in inglese).

Fa parte della regione denominata Canada francese, in prevalenza francofona. La varietà qui parlata è il francese del Québec. Gli anglofoni del Québec sono una minoranza riconosciuta dalla legge. I suoi 8 326 089 abitanti rappresentano il 24% della popolazione del Canada (fonte Statistique Canada, gennaio 2005). In francese un abitante del Québec è detto Québécois al maschile e Québécoise al femminile, in inglese Quebecer o Quebecker, in italiano quebecchese.

Fu una colonia della Francia per oltre due secoli (dal 1534 al 1763) con il nome di Nuova Francia. Conquistata dagli inglesi, rimase colonia dell'Impero britannico dal 1763 al 1931, fino all'indipendenza del Canada. Fin dal 1867 è membro della Confederazione del Canada. Dal 1960 è in corso un dibattito sul ruolo della francofonia rispetto al resto del Canada, prevalentemente anglofono. La vicenda storico-politica fu caratterizzata da sforzi per raggiungere la sovranità del Québec, che si tradussero in richieste che, di volta in volta, spaziarono dall'indipendenza completa all'associazione con il resto del Canada o al rafforzamento dell'autonomia provinciale.

Di più Québec (provincia)

Informazioni di base
Population, Area & Driving side
  • Popolazione 8831257
  • La zona 1542056
  • Lato guida right
Cronologia
  •  Jacques Cartier

    Il nome "Québec", che deriva dal termine Mi'kmaq (traducibile in "stretto"), in origine designava il restringimento del fiume San Lorenzo nel luogo dove ora sorge la città di Québec. Prima dell'arrivo dei francesi era abitato da popolazioni autoctone, 11 delle quali sono riconosciute dall'attuale governo: inuit, iroquois (mohawks), innus, cris, algonquins, atikamekw, mi'kmaq, hurons-wendat, abénaquis, malécites e naskapis (grafia francese; vedi "Classificazione dei nativi americani").

    Il primo europeo a esplorare la zona fu Jacques Cartier, che piantò una croce sulla penisola Gaspé nel 1534 e risalì il fiume San Lorenzo nel 1535. Il termine "Canada" designava sotto il regno francese la valle del San Lorenzo. Il territorio, molto più grande di quel "Canada" che i francesi andavano esplorando, si chiamò da allora Nouvelle France e fino al trattato di Utrecht (1713) comprendeva l'Acadia, i territori dell'attuale Canada, nonché il centro degli attuali Stati Uniti fino alla Louisiana. Al termine della guerra dei sette anni questo territorio passò sotto il controllo inglese col trattato di Parigi del 1763, col quale la Francia cedette all'Inghilterra il suo impero nelle Indie orientali e nel Nordamerica.

    La colonizzazione della Nouvelle France ebbe l'effettivo inizio con Samuel de Champlain che redasse nel 1603 la prima carta del San Lorenzo e il 3 luglio 1608 fondò i primi tre edifici della futura città di Québec. L'esplorazione dell'estuario del San Lorenzo gettò le basi per la penetrazione francese in Nord America: in pochi decenni furono raggiunti i Grandi Laghi, il Mississippi, le Grandi pianure.

    Il popolamento della colonia proseguì con la fondazione di Trois-Rivières nel 1634 e di Montréal nel 1642. L'immigrazione fu controllata dalle norme varate dal cardinale Richelieu e dal sovrano Luigi XIII di Francia: furono proibiti l'accesso e il commercio ai non-francesi, i culti riformati e non cattolici (in particolar modo, il calvinismo e l'ebraismo).

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     Jacques Cartier

    Il nome "Québec", che deriva dal termine Mi'kmaq (traducibile in "stretto"), in origine designava il restringimento del fiume San Lorenzo nel luogo dove ora sorge la città di Québec. Prima dell'arrivo dei francesi era abitato da popolazioni autoctone, 11 delle quali sono riconosciute dall'attuale governo: inuit, iroquois (mohawks), innus, cris, algonquins, atikamekw, mi'kmaq, hurons-wendat, abénaquis, malécites e naskapis (grafia francese; vedi "Classificazione dei nativi americani").

    Il primo europeo a esplorare la zona fu Jacques Cartier, che piantò una croce sulla penisola Gaspé nel 1534 e risalì il fiume San Lorenzo nel 1535. Il termine "Canada" designava sotto il regno francese la valle del San Lorenzo. Il territorio, molto più grande di quel "Canada" che i francesi andavano esplorando, si chiamò da allora Nouvelle France e fino al trattato di Utrecht (1713) comprendeva l'Acadia, i territori dell'attuale Canada, nonché il centro degli attuali Stati Uniti fino alla Louisiana. Al termine della guerra dei sette anni questo territorio passò sotto il controllo inglese col trattato di Parigi del 1763, col quale la Francia cedette all'Inghilterra il suo impero nelle Indie orientali e nel Nordamerica.

    La colonizzazione della Nouvelle France ebbe l'effettivo inizio con Samuel de Champlain che redasse nel 1603 la prima carta del San Lorenzo e il 3 luglio 1608 fondò i primi tre edifici della futura città di Québec. L'esplorazione dell'estuario del San Lorenzo gettò le basi per la penetrazione francese in Nord America: in pochi decenni furono raggiunti i Grandi Laghi, il Mississippi, le Grandi pianure.

    Il popolamento della colonia proseguì con la fondazione di Trois-Rivières nel 1634 e di Montréal nel 1642. L'immigrazione fu controllata dalle norme varate dal cardinale Richelieu e dal sovrano Luigi XIII di Francia: furono proibiti l'accesso e il commercio ai non-francesi, i culti riformati e non cattolici (in particolar modo, il calvinismo e l'ebraismo).

    Per oltre un secolo la colonizzazione francese dovette competere con quella inglese e le popolazioni native si schierarono con gli uni e con gli altri. La Nouvelle France dipendeva dalle alleanze con popoli nativi per il commercio come per la resistenza militare alla forza inglese. Il re Luigi XIV concesse agli Indiani il diritto di diventare cittadini francesi a patto di convertirsi. I missionari francesi provvedevano alla conversione di queste popolazioni, spesso cacciate dalle province inglesi.

    Ma il Canada, pur essendo la maggiore colonia francese, nel 1756 non aveva più di 65 000 abitanti, a fronte di circa 600 000 nativi e di oltre un milione di coloni inglesi presenti in Nord America. Nel 1759, con la sconfitta subita ad opera degli inglesi presso Québec (battaglia della piana di Abraham, 13 settembre), la Nouvelle France era perduta: alla fine della Guerra dei Sette anni (1756-1763) ne prendeva possesso la Gran Bretagna.

     Battaglia della piana di Abraham

    Perché l'irrequietezza delle 13 colonie americane non contagiasse i nuovi possedimenti, la corona britannica emise nel 1774 l'Acte de Québec, che definiva il vasto territorio canadese, ma soprattutto restaurava nella colonia canadese i diritti del popolo francese per ottenere la sua lealtà: la lingua, il codice civile, la religione cattolica. In particolare confermava i diritti dei proprietari di terra, riammetteva i cattolici agli incarichi pubblici, ripristinava l'uso del diritto comune francese, pur conservando il diritto penale inglese, meno severo (mentre prima dell'atto del 1774, i cattolici francesi non avevano più diritti di quelli d'Irlanda, il che significava, fra l'altro, che tutti gli impieghi nell'amministrazione erano riservati alla piccola minoranza britannica protestante). Inoltre, il riconoscimento della Chiesa cattolica permetteva di restaurare le scuole.

    Durante la Rivoluzione americana, Montréal fu conquistata, ma i canadesi rimasero sostanzialmente neutrali, sicché alla fine della guerra, dopo il 1783, il Québec, rimasto provincia inglese, divenne rifugio dei lealisti, i coloni inglesi che non volevano separarsi dalla Corona britannica. Questi si installarono soprattutto ad ovest, nell'Ontario, lasciando ai francofoni i territori dell'est. Tale assetto fu legalizzato dal Constitutional Act del 1791, che divideva la provincia del Québec in Alto Canada (anglofono, l'attuale Ontario) e Basso Canada (francofono, l'attuale Québec), in modo da tener conto delle diversità tra le due comunità.

    A seguito di questi avvenimenti è incominciata una lunga lotta per la democrazia: nel parlamento del 1791, infatti, il Governatore inglese conservava il diritto esclusivo di scegliere i ministri. ll "Parti canadien", invece, pur avendo la maggioranza nella camera, non aveva pari diritto, da cui una serie di ingiustizie in favore della minoranza inglese, che guadagnava il controllo delle nuove terre e del commercio. Fra l'altro, in questo periodo il "Parti canadien" vide i suoi giornali censurati. Il partito cambiò poi il nome in "Parti patriote", in riferimento ai "Patriots" che hanno realizzato l'indipendenza degli Stati Uniti. Nel 1834 si fece promotore di una petizione per chiedere a Londra il "gouvernement responsable", ossia il diritto di scegliere democraticamente i ministri e l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. A seguito del rifiuto di Londra, il partito Patriota promosse nel 1837 un tentativo rivoluzionario, elaborando una Carta dei diritti dell'uomo e del cittadino e giungendo ad una Dichiarazione di indipendenza nel 1838. Senza aiuto estero, l'esercito britannico soffocò rapidamente la rivolta. Londra incaricò quindi lord Durham a restaurare l'autorità coloniale nei due Canada.

    A lord Durham si deve la proposta di assimilare la popolazione dei "canadiens" alla popolazione inglese. Ciò fu ottenuto fondendo l'"Upper Canada" (Alto Canada) inglese con il "Bas Canada" francese (Basso Canada), sancito dall'"L'Acte d'Union", di fatto un'imposizione di Londra. Nonostante il Basso Canada fosse più popolato dell'Alto Canada, il francese perdeva in tal modo la sua ufficialità e la rappresentanza del Upper Canada risultava uguale a quella del Bas Canada, mettendo così i deputati canadiens in minoranza (considerando la presenza di deputati della minoranza inglese del Québec).

     Alto e Basso Canada

    Questo stato di cose mutò grazie all'alleanza di Louis-H. La Fontaine con Robert Baldwin nel partito riformista, che riuscì ad ottenere dal governatore Lord Elgin il famoso "gouvernement responsable" o "responsible government", insieme al riconoscimento legale del francese. Anche se il partito dei tory attaccò in questa occasione il governatore ed il Parlamento (il Parlamento di Montréal venne distrutto e Montréal non fu più la sede del governo), le riforme restarono. Le due province furono nuovamente separate dopo l'Acte d'Union del 1840 con la Confederazione, mantenendo l'identità del Québec e dell'Ontario nel Dominion del Canada con il Nuovo Brunswick e la Nuova Scozia nel 1867.

    Il sottosviluppo e l'esclusione economica dei Québécois francesi costituirono un problema fino al 1960, anno in cui iniziò la cosiddetta "rivoluzione tranquilla" (in francese "révolution tranquille"), un periodo di grandi riforme economiche, sociali e linguistiche. A queste riforme è dovuta anche la nazionalizzazione della produzione di energia elettrica, la creazione di banche e aziende nazionali, la legge in favore dello statuto della lingua francese, in particolare il diritto di parlare al lavoro in francese riconosciuto dalla "Charte de la langue française" (1977).

    Due volte i cittadini della provincia furono chiamati ad esprimersi per referendum sull'indipendenza: il 20 maggio del 1980 la richiesta di "associazione sovrana" del Québec al Canada fu nettamente respinta (59,5% no- 40,5% sì). Nel giugno del 1995 il BQ, il Parti Québécois e l'Azione Democratica del Québec hanno scritto una comune piattaforma programmatica per il referendum sull'indipendenza del Québec, ma al referendum tenutosi il 30 ottobre dello stesso anno il NO all'indipendenza ha vinto con un esiguo margine dello 0,8% (50,4% dei voti totali), pari a circa 45 000 voti. Ciò nonostante nel 2006 il governo centrale canadese ha dovuto riconoscere lo status di nazione al Québec, mentre gli indipendentisti del Québec hanno promesso che il referendum per la scissione della regione francofona sarebbe stato riproposto nel prossimo futuro.

    Acadiani

    Durante il periodo che intercorse tra la Guerra di successione spagnola e la Guerra dei Sette anni il popolo acadiano fu in gran parte deportato. Gli acadiani, francofoni, furono cacciati dalla Nuova Scozia, dalle Isole Principe Edoardo e dal nord del Maine. Una piccola parte riuscì a fuggire nel Québec, un'altra in Louisiana e nelle Antille francesi; per lo più furono deportati in Carolina del Sud e Georgia.

    Tale deportazione è ancor oggi ricordata come le grand dérangement.

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