Calcata
Calcata (Cargàta in dialetto locale) è un comune italiano di 908 abitanti della provincia di Viterbo nel Lazio.
Nelle memorie di Mastro Titta boia dello Stato Pontificio, nel 1801 è riportata la condanna alla forca e allo squartamento del Bargello di Calcata e delle due guardie (birri) Giacomo D’Andrea e Giuseppe Sfreddi, accusati di grassazione per un fatto accaduto a Baccano, nel territorio di Calcata. La macabra esecuzione avvenne pubblicamente a piazza del Popolo a Roma.[1]
Durante il perido della resistenza al nazifascismo, a Calcata venero uccisi dai soldati nazifascisti, il 20 novembre 1943 Giuseppe Gasperini nato nel 1906:[2][3][4]
«Mentre se ne stava nella propria abitazione sopraggiunsero nove soldati tedeschi con un camion dirigendosi nella sua stalla i quali abbatterono la porta impossessandosi del suo maiale del peso di circa 170 chili. Alle vive proteste gli venivano puntate contro le pistole e i fucili mitragliatori»
Il 9 gennaio 1944 venne ucciso dai nazifascisti Filippo Tremanti di 78 anni:[2][3]
«Mentre attendeva ai lavori campestri sopraggiungevano 4 soldati tedeschi che si impossessavano di un agnello di sua proprietà. Alle sue proteste gli puntavano contro le rivoltelle»
Nel comune di Calcata durante la resistenza e' stata operativa la Banda partigiana Faleria – Calcata riconosciuta dalla commissione Regionale del Lazio 08/01/1949, come partigiana autonoma[5][6]
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