Stockholms slott

( Palazzo Reale (Stoccolma) )

Il Palazzo Reale (in svedese Kungliga slottet) o Palazzo di Stoccolma, è la residenza ufficiale oltre che il più importante palazzo reale della Monarchia svedese . L'edificio è situato sull'isoletta di Stadsholmen, meglio nota come Gamla Stan, accanto al Riksdag, l'edificio che ospita il parlamento.

Fu realizzato dopo il 1697, a seguito di un rovinoso incendio che distrusse completamente la struttura originaria; il progetto attuale si deve a Nicodemus Tessin il Giovane, il quale fu notevolmente influenzato dai disegni di Gian Lorenzo Bernini per l'ampliamento del Louvre e della facciata di palazzo Barberini a Roma. La vasta residenza costituisce una delle più importanti testimonianze di architettura barocca della Svezia.

La prima struttura edificata nel luogo ove poi sorse il palazzo reale di Stoccolma, fu una fortezza contenente al suo interno una torre fortificata risalente al XIII secolo, voluta da Birger Jarl per difendere il Lago Mälaren. La fortezza crebbe progressivamente sino a formare un vero e proprio castello, denominato Tre Kronor ("Tre corone") dalle tre corone che spiccavano sulla torre interna, simbolo della Svezia stessa.

Primi rifacimenti  Progetto dell'architetto De la Vallée per la modifica del castello esistente. 1654 Progetto di Tessin il Giovane per adattare l'area ovest della città al nuovo palazzo nel XVII secolo

All'inizio del Seicento, re Gustavo Adolfo iniziò ad interessarsi ad un progetto di costruzione per creare un nuovo palazzo reale al posto del vecchio castello. I piani erano sul punto di partire ma nel 1651 sua figlia, la regina Cristina,nominò Jean de la Vallée al ruolo di architetto reale e gli diede commissione di ripensare ad un modo per adattare il Castello di Tre Kronor alle nuove esigenze stilistiche del periodo e pratiche della corte. L'idea di Vallée era quella di innalzare di un piano la struttura per rendere più visibile il castello stesso e collegarlo stabilmente con un ponte fisso sul fiume Norrström. La regina Cristina rimodellò notevolmente ed abbellì la struttura esistente del castello, ma non lo ricostruì.[1]

Dal 1650 al 1660, Jean de la Vallée fece ulteriori progetti per convertire il castello in un palazzo moderno, ma si dovette attendere sino al 1661 quando Nicodemus Tessin il Vecchio ottenne il titolo di architetto reale e fece dei primi piani attuativi per la ricostruzione completa della struttura. Nel 1661, presentò la prima bozza di progetto di riconversione dell'ala nord che suo figlio, Nicodemus Tessin il Giovane, realizzerà poi tra il 1692 ed il 1696.[2]

L'ala nord (1692–1696)  L'ala nord pianificata prima dell'incendio del 1697 dal volume Suecia Antiqua et Hodierna.

L'ala nord dell'attuale palazzo venne eretta nel 1692, in soli cinque mesi come modifica di parte dell'antico castello di Tre Kronor. La nuova ala era sin dalla sua realizzazione in aperto contrasto stilistico per le sue forme rigidamente barocche austere contro il resto del castello di stile rinascimentale.[3]

In questa fase di "adattamento" della struttura esistente vennero coinvolti diversi artisti svedesi come ad esempio David Klöcker Ehrenstrahl e Johan Sylvius, i quali contribuirono attivamente al completamento dell'opera, in particolare alla Cappella Reale. Ehrenstrahl realizzò i soggetti a tema religioso mentre Sylvius dipinse il plafone.[4]

Il modello preso per la costruzione di quest'ala fu certamente quello di Palazzo Farnese a Roma dove l'architetto incaricato dell'operazione, Nicodemus Tessin il Giovane, si era recato per compiere i propri studi nel 1688.[5]

Le mura che circondavano i magazzini, le stalle ed i laboratori annessi al castello vennero ora convertiti per formare una grande scalinata con un imbarcadero direttamente sul fiume.[3] Ancora oggi nelle mura di quest'ala possono vedersi comprese delle parti di mura più antiche che sono afferibili all'antico castello, sia per necessità di contenimento dei costi (come voluto esplicitamente da Carlo XI di Svezia che aveva accettato l'inizio dei lavori nel 1690 dopo diverse riluttanze). La costruzione proseguì velocemente e nel giro di cinque mesi si giunse al tetto della struttura.[6]

 Il disegno di Nicodemus Tessin il Giovane per la parte centrale della facciata nord, 1690 circa La Cappella Reale nel 1694

Una nuova Cappella Reale nell'ala nord venne inaugurata nel giorno di Natale del 1696,[4] La cappella andò a rimpiazzare l'antica cappella eretta a suo tempo da Giovanni III di Svezia nel medesimo luogo.[7]

La costruzione della nuova cappella venne portata avanti nelle medesime proporzioni di quella antica e sfruttando anche in questo caso le sue mura, ma gli alti soffitti e la presenza di una torre (oggi nell'angolo nord-est del palazzo) crearono non poche difficoltà a Tessin nel suo tentativo di far aderire la struttura ad uno stile barocco classico e pertanto tutte le finestre dovettero essere riviste nelle loro forme per dare almeno esternamente un'unità strutturale.[7] Dopo l'incendio del 1697, quando a Tessin venne concesso di fare ulteriori alterazioni alla struttura, la Cappella Reale venne ulteriormente ampliata e ridecorata a formare l'attuale Cappella Reale.[8]

Secondo il progetto originario prima dell'incendio, il palazzo avrebbe dovuto assumere una forma squadrata, senza ali laterali, in perfetto stile barocco romano, come del resto era già in essere nell'ala nord. Ad ogni modo, secondo lo studioso Boo von Malmborg, è probabile che questa fosse solo la prima bozza di Tessin per il corpo centrale e che poi a questo andassero aggiunte altre ali laterali che probabilmente non vennero comprese nel progetto presentato per l'elevato costo del progetto che venne ricusato da Carlo XI.[4]

La nuova struttura apparve sul Suecia Antiqua et Hodierna stampata dal 1695 al 1702: la figura numero I.19 mostra la facciata del castello col cortile interno, l'immagine numero I.20 mostra l'interno della cappella, l'immagine numero I.21 l'esterno della cappella, l'immagine numero I.27 la veduta della Chiesa di Edvige Eleonora e l'immagine numero I.32 una vista del Kungsträdgården. Ad ogni modo il progetto non venne mai completato a causa dell'incendio di cui già si è detto.[1]

L'incendio del castello del 1697
  Lo stesso argomento in dettaglio: Tre Kronor (castello) § L'incendio.

Il 7 maggio 1697, un grande incendio scoppiò nel castello, portando alla rovina l'intera struttura medievale, ma aprendo nel contempo la strada alla costruzione dell'attuale Palazzo Reale. La fortezza dopo il passaggio del fuoco era decisamente irrecuperabile, ad eccezione dell'ala nord da poco completata che rimase perfettamente conservata e poté essere adeguatamente riparata.[3]

La prima fase di costruzione del nuovo palazzo 1697–1709  I resti del castello di Tre Kronor dopo l'incendio del 1697, l'ala nord è ancora visibile (a destra)

Dopo l'incendio, il consiglio di reggenza di re Carlo XII sotto la direzione della regina madre Edvige Eleonora di Holstein-Gottorp al Palazzo di Karlberg dispose che un nuovo castello fosse costruito sulle mura dell'antico castello. Nicodemus Tessin il Giovane fu nominato architetto incaricato della costruzione del nuovo palazzo reale.[3] I progetti di Tessin vennero approvati ed egli venne nominato sovrintendente dei lavori, avendo come vice Göran Josuæ Törnquist. Nel 1697, Abraham Winantz Svanssköld, fratellastro di Tessin, venne nominato architetto di corte. Assieme a Tessin egli ebbe parte attiva nella costruzione del palazzo e provvedette alla presenza di numerosi lavoratori e muratori appositamente chiamati dalla Germania per lo scopo.[9] Importanti scultori ed artigiani come René Chauveau, Bernard Foucquet il Vecchio e suo figlio Jacques Foucquet vennero interpellati allo scopo.[10]

Tessin presentò il progetto completo del nuovo palazzo entro l'anno. Egli come prima cosa rase al suolo i resti dell'antico castello, demolendo praticamente tutto ad eccezione dell'ala nord. La demolizione venne portata avanti da 300 uomini dalla metà di maggio del 1697 sino alla primavera del 1700. Di conseguenza, gran parte del materiale per il nuovo palazzo dovette essere acquistato per nuovo.[3]

 Schizzo di Tessin per la Cappella Reale, 1698 Il progetto di Tessin, 1697 Il palazzo nel settembre del 2014. Sezione del progetto di Tessin dell'ala sud con la Sala di Stato sulla sinistra e la Cappella Reale sulla destra, c. 1700

Quando Tessin ottenne la commissione di disegnare il nuovo palazzo, egli abbandonò i propri progetti iniziali sulla costruzione, aggiungendovi due ali laterali più basse ad est e ad ovest.[3] Questi accorgimenti diedero al palazzo un aspetto ancora più monumentale, espandendolo anche nell'area ovest dove si trovava il fossato voluto da re Gustavo I. L'ala sudovest dovette essere ristretta dal momento che la Storkyrkan si trovava sull'area di ampliamento prevista. Questa asimmetria creata da ali di lunghezza differente, venne compensata dalla costruzione di due ali semicircolari per le guardie reali e per il comandante ad ovest del castello.[3]

La costruzione del nuovo palazzo riprese con grande intensità sotto il regno di Carlo XII, ma le costose campagne nella Grande Guerra del Nord furono un notevole impedimento al progetto. Carlo XII perse la Battaglia della Poltava nel 1709, ed in quell'anno la costruzione del palazzo venne completamente bloccata per far fronte ai costi dell'esercito. In quel tempo, il cortile era stato livellato ed erano stati eretti i muri del cortile sino al primo piano. Il palazzo rimase semi-concluso sino al 1727 quando il Riksdag concesse lo sblocco dei fondi necessari per continuare i lavori. Questo accadde un anno prima della morte di Tessin.[11]

Tessin del resto propose anche degli abbellimenti al palazzo che però non vennero eseguiti: ad esempio egli propose la posa di una statua equestre di re Carlo XII al centro del cortile interno del palazzo, sullo stile francese di Versailles dell'epoca, ma Carlo XII in persona rifiutò l'idea perché, come ebbe a dire, tale mossa avrebbe "oscurato la bellissima prospettiva del palazzo".[12] Tessin propose l'abbellimento dei tetti con delle balaustre, ma anche questa idea venne rigettata.[13][14]

Una colonia di artisti francesi  Quietanze dei salari pagati, tra i quali figura il nome di "Nicodemus Tessin", 1700 circa

Un notevole gruppo di artisti dell'epoca provenne dalla Francia. Tra il 1693 ed il 1699, sedici muratori francesi, pittori ed addetti di fonderia giunsero a Stoccolma. Su iniziativa di Tessin, gli artigiani avevano ricevuto l'invito direttamente tramite l'ambasciatore svedese a Parigi, Daniel Cronström, con l'incarico di portarsi in Svezia per lavorare al servizio del re, completi di vitto e alloggio. Lo scultore René Chauveau venne pagato 1000 riksdaler (circa 49.550 dollari statunitensi del 2014) all'anno, una delle paghe più alte nel gruppo.[15] Alcuni artisti avevano portato con sé anche le loro famiglie e formarono quindi una vera e propria colonia di artisti francesi, dove anche tali membri spesso aiutavano nella costruzione. Il gruppo divenne noto col nome di de fransöske hantwerkarne (gli artigiani francesi). Gran parte di loro si era formata all'Académie royale de peinture et de sculpture di Parigi ed aveva lavorato a Versailles per Luigi XIV. Gran parte degli artigiani era cattolica ed era alloggiata nei pressi dell'ambasciata francese a Stoccolma, luogo ove venne loro permesso di ascoltare la messa cattolica, cosa strettamente proibita nel resto del regno all'epoca. Quando la costruzione del palazzo si interruppe nel 1709, la colonia si dissolse. Alcuni artigiani, come René Chauveau e la sua famiglia, fecero ritorno in Francia, ma molti rimasero invece in Svezia.[15]

Il progetto di Tessin per le parti esterne del palazzo  Progetto di Tessin il Giovane del 1713 (il nord è a destra)

Alterazioni dell'uso della terra attorno all'area del palazzo consentirono l'ampliamento della struttura agli inizi del Settecento, sempre con la supervisione di Nicodemus Tessin il Giovane. Il progetto di Tessin per la città venne completato nel 1713, come pure per l'area attorno al palazzo che ottenne una nuova forma. Il progetto prevedette la presenza di viali con sculture, una grande nuova chiesa di Riddarholm che avrebbe ripreso le forme della Basilica di San Pietro a Roma. Tessin progettò anche una grande "Sala della Vittoria" di 112 metri di lunghezza con arcate e colonne di ordine dorico dove sarebbero state esposte le bandiere, le armi ed i cannoni strappati al nemico nel corso delle vittorie degli svedesi. Ad Helgeandsholmen pianificò la realizzazione di uno stadio per la corsa dei cavalli ed altri intrattenimenti. Le idee ad ogni modo non vennero approvate da re Carlo XII che era desideroso di mantenere la sobrietà del progetto originario.[16] Tessin si convinse suo malgrado che la struttura, sebbene un giorno avrebbe potuto essere realizzata, di fatti avrebbe richiesto un enorme esborso di denaro da parte dello stato e perciò accantonò il progetto.[17]

La seconda fase di costruzione del nuovo palazzo 1727–1771  Hårleman e Tessin sul sito della costruzione, in un'interpretazione di Carl Larsson, 1896 Schizzo di Carl Hårleman di una parete della sala delle udienze del principe Gustav, 1750

Nicodemus Tessin il Giovane morì nel 1728, prima che il palazzo potesse essere terminato. La responsabilità della costruzione passò a Carl Hårleman, anche se la posizione di Tessin come sovrintendente passò a suo figlio, Carl Gustaf Tessin.[18]

Hårleman progettò gran parte dell'interno del palazzo in stile rococò, più adatto ai gusti dell'epoca. Su iniziativa di Hårleman, il colore della facciata venne cambiato da rosso mattone a giallo chiaro. Quando la costruzione venne ripresa nel 1727, vi era nuovamente bisogno di lavoratori qualificati. Il secondo gruppo di artisti francesi e artigiani giunse a Stoccolma nell'estate del 1732, frutto dei negoziati condotti a Parigi da Hårleman nel precedente inverno. Il gruppo era composto da sei persone: due "maestri di muro", Antoine Bellette[19] e Michel Le Lievre oltre a quattro salariati.[20] Altri artisti noti di questa seconda fase furono Charles Guillaume Cousin, Jacques-Philippe Bouchardon, Pierre Hubert L'Archevêque, Johan Tobias Sergel ed Adrien Masreliez.[10] Giovanni Battista Tiepolo rifiutò l'offerta di Tessin.[21]

Carl Hårleman morì nel 1753, ed il suo lavoro venne continuato da Carl Johan Cronstedt e Carl Gustaf Tessin i quali terminarono insieme il palazzo. Alcune parti del palazzo dove la famiglia reale poté trasferirsi vennero completate proprio in quell'anno. La famiglia del sovrano, che sino ad allora aveva vissuto al Palazzo di Wrangel su Riddarholmen, si spostò nella nuova residenza dall'avvento del 1754. Al posto però di utilizzare direttamente gli Appartamenti di Stato, la famiglia reale scelse di rimanere nell'area oggi nota col nome di Appartamenti Bernadotte. I lavori intanto proseguirono negli interni.[22]

Le ali Lejonbacken e della Cancelleria vennero terminate dall'architetto Carl Fredrik Adelcrantz,[23] che venne incaricato del progetto alla morte di Hårleman.[24] Il 1771 è considerato l'anno in cui il palazzo venne ufficialmente dichiarato concluso[22], ma nel corso degli anni continuarono ad esserci aggiunte minori.[25]

 Il soffitto dello scalone ovest, dipinto da Julius Kronberg negli anni '90 dell'OttocentoSviluppi dal 1770  Il disegno di Louis Masreliez per il gabinetto del duca Carlo, 1792

Dopo il completamento del nuovo palazzo, vi furono delle variazioni solo all'interno a seconda dei gusti delle varie epoche e di quelli personali dei differenti reggenti.[25]

artisti come Jean Eric Rehn e Fredrik Wilhelm Scholander decorarono alcune delle sale interne tra la fine del XVIII secolo ed il XIX secolo.[26] Tra gli scultori, i pittori e gli artigiani che presenziarono in questo periodo si ricordano Louis Masreliez (interni di stile classico e neoclassico), Jean Baptiste Masreliez (interni), Axel Magnus Fahlcrantz (Logården), Johan Niclas Byström (sculture), Sven Scholander (restauri), Johan Axel Wetterlund (sculture della facciata e gruppi allegorici), Julius Kronberg (pitture da soffitto) e Kaspar Schröder (sculture in facciata, mascheroni).[10][27][28]

A fine Settecento ospitò anche il nuovo "Museo Reale" istituito da Gustavo III di Svezia con le collezioni artistiche della dinastia e che fu la base del Museo nazionale di Stoccolma (le collezioni di antichità sono ancora presenti a Palazzo in un'apposita galleria aperta al pubblico da allora, il Museo delle antichità, nell'ala di Nord-Est).

Notevoli cambiamenti alla facciata vennero apportati durante il regno di Carlo XIV Giovanni di Svezia con la colorazione giallo chiara che andò a sovrapporsi a quella mattone decisa da Hårleman, come pure nel XX secolo durante il regno di Oscar II si prese la decisione di tornare al colore originario del progetto di Tessin.[29]

Nel corso del regno di Oscar I di Svezia, vi fu un rinnovato interesse per gli stili precedenti e quando la Vita Havet (Sala da ballo bianca) venne creata su disegno di Per Axel Nyström nel 1844–1850, venne scelto di seguire un compromesso tra nuovo e antico. Fredrik Wilhelm Scholander, curatore di re Carlo XV di Svezia, mostrò il proprio gusto nel disegno d'interni in sale come la Victoriasalongen di stile neo-rococò.[30]

Re Oscar II apportò notevoli aggiunte, migliorie e modernizzazioni al palazzo. Gran parte delle nicchie vuote in facciata vennero riempite con sculture durante il suo regno, come pure installò a palazzo un sistema di acqua corrente nel 1873, l'elettricità nel 1883, il telefono nel 1884 ed un sistema di riscaldamento centralizzato nel 1900 circa. Il re promosse anche ulteriori decorazioni interne commissionate a Julius Kronberg. Lo scrittore Georg Svensson, scrisse a tal proposito "il suo intento [di Oscar II] era di completare la costruzione del palazzo secondo i piani di Tessin".[31]

Durante gli anni 1922-1930, il Logården venne riprogettato di stile inglese con aree più aperte, fontane e altri elementi decorativi naturali.[25]

Nel 1956-1958, venne restaurato il museo delle antichità di Gustavo III. L'architetto e capo intendente Ivar Tengbom venne nominato responsabile dei lavori. Il tesoro reale venne aperto al pubblico nel 1970 come pure nel 1999 il Museo Tre Kronor.[32][33]

^ a b (SV) Ulf Hernow, Kungliga slottet – De olika förslagen [The Royal Palace – The different suggestions], su stockholmgamlastan.se, StockholmGamlaStan. URL consultato il 27 novembre 2014 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2014). ^ (SV) Ulf Hernow, Tre Kronor – Renässansslottet [The Three Crowns – The Renaissance castle], su stockholmgamlastan.se, StockholmGamlaStan. URL consultato il 27 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2014). ^ a b c d e f g Malmborg, Palmstierna, 1971, p.39 ^ a b c Malmborg, Palmstierna, 1971, p.38 ^ Malmborg, Palmstierna, 1971, p.34 ^ Malmborg, Palmstierna, 1971, pp.35-36 ^ a b Malmborg, Palmstierna, 1971, pp.36-37 ^ Malmborg, Palmstierna, 1971, pp.38-39 ^ Malmborg, Palmstierna, 1971, p.40 ^ a b c Malmborg, Palmstierna, 1971, p.52, 56, 91 ^ Malmborg, Palmstierna, 1971, p.52 ^ Malmborg, Palmstierna, 1971, pp.42-43 ^ Questi abbellimenti possono essere visti nell'immagine realizzata da Jean Eric Rehn nel 1770 sui progetti originari ^ (SV) Marianne Browalli, Historiska Norrmalm: Tessin – En lysande epok [Historical Norrmalm: Tessin – A luminous era], su norrmalm.myor.se, Adolf Fredriks historiegrupp. URL consultato il 30 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2014). ^ a b (SV) Linda Hinners, De fransöske hantwerkarna på Stockholms slot [The French craftsmen at the Stockholm Palace] (PDF), su sfv.se, The National Property Board of Sweden. URL consultato il 30 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2014). ^ Abrahamsson, 2004, pp. 73, 75 ^ Abrahamsson, 2004, pp. 75 ^ Malmborg, Palmstierna, 1971, pp. 34, 37, 39, 52 ^ Malmborg, Palmstierna, 1971, pp.45-52 ^ (SV) Tord O:son Nordberg, Franska bildhuggare vid slottsbygget [French sculptors at the palace construction], in Svensk Tidskrift, vol. 15, Eli F. Heckscher & Gösta Bagge through Project Runeberg, 1925, pp. 530–539. URL consultato il 29 novembre 2014. ^ Malmborg, Palmstierna, 1971, p.91 ^ a b (SV) Ulf Hernow, Kungliga slottet – Byggnationen [The Royal Palace – The construction], su stockholmgamlastan.se, StockholmGamlaStan. URL consultato il 30 novembre 2014 (archiviato l'8 novembre 2014). ^ (SV) Herman Hofberg (a cura di), Adelcrantz, Carl Fredrik, in Svenskt biografiskt handlexikon, vol. 1, Stockholm, Svenskt biografiskt handlexikon via Project Runeberg, 1906, p. 3. URL consultato il 30 novembre 2014 (archiviato l'11 luglio 2014). ^ Nina Ringbom, Carl Fredrik Adelcrantz, su historiesajten.se, Nina Ringbom. URL consultato il 30 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2012). ^ a b c (SV) Ulf Hernow, Kungliga slottet – Ombyggnader [The Royal Palace – Conversions], su stockholmgamlastan.se, StockholmGamlaStan. URL consultato il 30 novembre 2014 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2014). ^ Malmborg, Palmstierna, 1971, pp.52-132 ^ (SV) Armin Tuulse, Caspar Schröders epitafium över sin fader [Caspar Schroder's epithet over his father], in Fornvännen, vol. 55, 1960, pp. 100–115. URL consultato il 30 novembre 2014 (archiviato il 5 dicembre 2014). ^ (SV) Sjögren (a cura di), Sverige: geografisk beskrivning. D. 1, Stockholms stad, Stockholms, Uppsala och Södermanlands län [Sweden: geographical description, City of Stockholm, Uppsala and Södermanlands County], Stockholm, Wahlström & Widstrand, 1929. URL consultato il 30 novembre 2014 (archiviato il 5 dicembre 2014). ^ (SV) Stockholms slotts fasader, puts och färgsättningshistorik (2011) [The facade of the Stockholm Palace, plaster and coloring] (PDF), su sfv.se, The National Property Board of Sweden. URL consultato il 30 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2014). ^ Malmborg, Palmstierna, 1971, pp. 122-123 ^ Malmborg, Palmstierna, 1971, p.120 ^ Svensson, Kjellberg, 1971, pp.108-111 ^ History, The Tre Kronor Museum, su kungahuset.se, Royal Court of Sweden. URL consultato il 30 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2014).
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