Lago di Braies

Il lago di Braies (Pragser Wildsee in tedesco) è un lago alpino situato in Val di Braies (una valle laterale alla Val Pusteria) a 1.496 m s.l.m. nel comune di Braies (BZ), a circa 97 km da Bolzano.

Durante la seconda guerra mondiale  Gli ostaggi colonnello Bogislaw von Bonin (al centro) e Sigismund Payne Best (a destra) subito dopo la liberazione, di fronte all'hotel Pragser Wildsee il 5 maggio 1945
  Lo stesso argomento in dettaglio: Ostaggi delle SS in Alto Adige.

Presso l'hotel del lago di Braies (Hotel Pragser Wildsee) si è verificato uno degli ultimi episodi della seconda guerra mondiale in Italia.[1]

Verso la fine di aprile del 1945 le SS vi condussero 141 prigionieri, molti dei quali illustri: l'ultimo cancelliere austriaco prima dell'Anschluss (l'annessione nazista dell'Austria, nel 1938) Kurt Alois von Schuschnigg, l'ultimo primo ministro della Terza Repubblica francese Léon Blum,[2] il generale italiano Sante Garibaldi, il figlio del maresciallo Pietro Badoglio, l'ex primo ministro ungherese Miklós Kállay, il comandante in capo dell'esercito greco generale Alexandros Papagos, con tutto il suo stato maggiore, il tenente sovietico Vassilij Kokòrin (nipote del commissario del popolo agli affari esteri dell'URSS Vjačeslav Michajlovič Molotov), Nikolaus von Horthy (figlio del reggente del regno ungherese ammiraglio Miklós Horthy), il vescovo francese di Clermont-Ferrand Gabriel Piguet, l'ex-capo di stato maggiore tedesco e generale d'armata Franz Halder con la consorte, nonché numerosi familiari del colonnello di stato maggiore tedesco conte Claus Schenk von Stauffenberg, autore dell'attentato a Hitler del 20 luglio 1944.

La mattina del 4 maggio 1945, alle 6:45, arrivò presso il lago di Braies la prima pattuglia americana e avvenne la cessione dei 141 ostaggi agli alleati.[3] I tedeschi della Wehrmacht furono disarmati e fatti prigionieri. Le armi furono lasciati al capitano von Alvensleben e a un altro ufficiale, tenendo conto del loro comportamento. Per i tedeschi presenti tra i prigionieri si decise che coloro che non avevano avuto alcun rapporto con i nazisti avrebbero potuto essere liberati dopo un periodo di detenzione a Capri. Tutti gli altri tedeschi vennero arrestati. Tra di loro il generale Alexander von Falkenhausen, il generale d'armata Franz Halder, il principe Filippo d'Assia, Hjalmar Schacht, il generale Georg Thomas, Fritz Thyssen.[1] L'ex cancelliere austriaco Kurt von Schuschnigg fu liberato assieme alla sua famiglia e scelse di emigrare negli USA.

Dopo la seconda guerra mondiale

Per ricordare gli avvenimenti, presso l'omonimo hotel nel 2006 è stato istituito lo Zeitgeschichtsarchiv Pragser Wildsee ("Archivio di storia contemporanea del lago di Braies") che organizza convegni e dibattiti e pubblica una collana scientifica, sempre su temi legati alla resistenza al nazismo.[4]

Altra vicenda storica è la tragedia del ponticello di Braies, dove il 7 marzo 1970 persero la vita sette alpini a causa di una valanga che si è staccata lungo la valle di Braies.[5]

Leggenda sulle origini del lago

La leggenda vuole che la vallata di Braies fosse abitata da brutti selvaggi che custodivano l'oro delle vicine montagne, prezioso per il suo splendore ma che li rendeva duri nell'animo.

Quando nella valle apparvero allevatori con il loro bestiame, i selvaggi regalarono loro alcuni oggetti d'oro. Gli allevatori alla vista di tale abbondanza d'oro divennero avidi e iniziarono a impadronirsi della materia prima. La popolazione dei selvaggi decise di impedire loro di raggiungere le montagne e fece sgorgare alcune sorgenti d'acqua, che crearono a valle il lago di Braies, che impediva agli allevatori di poter rubare altro oro ai selvaggi.[6]

Secondo la tradizione ladina il nome Sass dla Porta deriverebbe dalla saga del Regno dei Fanes, un antico reame della mitologia ladina, che sarebbe esistito nelle attuali vallate dolomitiche in tempi immemorabili. Ogni anno, in una notte di luna piena, i pochi superstiti del popolo dei Fanes, distrutto dall'avidità di un re usurpatore, escono dall'enorme buco naturale scavato nella roccia del monte e fanno in barca il giro del lago, guidati dalla loro regina e da Lujanta, mitica eroina.[7]

^ a b Hans-Günter Richardi, Ostaggi delle SS al lago di Braies - la deportazione in Alto Adige di illustri prigionieri dei lager nazisti provenienti da 17 paesi europei, Braies, Archivio di Storia Contemporanea, 2006. ISBN 88-902316-2-9 ^ L'elenco degli ostaggi, per nazione ^ Lorenzo Baratter, Le Dolomiti del Terzo Reich, Milano, Mursia ed., 2005 ^ Homepage dello Zeitgeschichtsarchiv Pragser Wildsee ^ Pellegrinaggio nel ricordo dei 7 alpini su ANA.it ^ Leggenda del lago di Braies Archiviato il 31 maggio 2011 in Internet Archive. ^ L'intera saga del Regno dei Fanes, le ricerche e le interpretazioni di autorevoli studiosi italiani e tedeschi sono reperibili su Il regno dei Fanes
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