La Grande Muraglia (長城T, 长城S, ChángchéngP), nata come Wanli changcheng (萬里長城T, 万里长城S, Wànlǐ ChángchéngP, Grande Muraglia di 10 000 Lǐ), consiste in una lunghissima serie di mura situate nell'odierna Cina. È stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità nel 1987 e inserita nel 2007 fra le sette meraviglie del mondo moderno.

Fu costruita a partire dal 215 a.C. circa per volere dell'imperatore Qin Shi Huang (秦始皇S, Qín Shǐ HuángP, Ch'in Shih-huangW, lett. "Primo Imperatore della dinastia Qin"), lo stes...Leggi tutto

La Grande Muraglia (長城T, 长城S, ChángchéngP), nata come Wanli changcheng (萬里長城T, 万里长城S, Wànlǐ ChángchéngP, Grande Muraglia di 10 000 Lǐ), consiste in una lunghissima serie di mura situate nell'odierna Cina. È stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità nel 1987 e inserita nel 2007 fra le sette meraviglie del mondo moderno.

Fu costruita a partire dal 215 a.C. circa per volere dell'imperatore Qin Shi Huang (秦始皇S, Qín Shǐ HuángP, Ch'in Shih-huangW, lett. "Primo Imperatore della dinastia Qin"), lo stesso a cui si deve il cosiddetto Esercito di terracotta di Xi'an, per difendere l'impero dalle popolazioni nomadi e, in particolare, dai pericolosi Unni. La sua lunghezza è stata considerata, fino a poco tempo fa, di 6 350 chilometri con altezze variabili.

Dalle misurazioni effettuate nel 2012 con più recenti strumentazioni tecnologiche (raggi infrarossi, GPS), la Grande Muraglia risulterebbe lunga 8 850 km (di cui circa 350 km di trincee e circa 2 250 km di difese naturali), con uno sviluppo complessivo di 21 196,18 chilometri misurandone tutte le ramificazioni, circa 2 500 in più di quelli stimati.

 La Grande Muraglia della Dinastia Qin La Grande Muraglia della Dinastia Han

Ai cinesi erano familiari le tecniche per costruire le mura già dal periodo della primavera e autunno tra l'VIII e il V secolo a.C. Durante questo periodo e il successivo Periodo dei regni combattenti, gli Stati di Qin, Wei, Zhao, Qi, Yan e Zhongshan costruirono ampie fortificazioni per difendere i propri confini. Costruite per resistere all'attacco di armi come spade e lance, fra queste pareti furono inserite terra e ghiaia.

Qin Shi Huang prevalse su tutti gli Stati avversari e unificò la Cina nel 221 a.C., istituendo la dinastia Qin; con l'intenzione d'imporre il dominio centralizzato e di prevenire il riemergere dei signori feudali, ordinò la distruzione delle sezioni di muro che dividevano il suo impero lungo i precedenti confini statali. Per definire e difendere il territorio dell'impero rispetto al popolo Xiongnu del nord, ordinò la costruzione di nuove mura per collegare le restanti fortificazioni lungo la frontiera settentrionale dell'impero. Trasportare la grande quantità di materiali necessari per la costruzione era difficile, quindi i costruttori cercarono sempre di utilizzare risorse locali. Le pietre delle montagne furono utilizzate sulle catene montuose, mentre la terra battuta fu utilizzata per la costruzione in pianura. Non sono stati rinvenuti documenti storici intatti che indichino l'esatta lunghezza e il corso delle mura della dinastia Qin.

La maggior parte delle mura antiche si è erosa nel corso dei secoli. Il costo umano della costruzione non è noto, ma è stato stimato da alcuni autori che centinaia di migliaia - forse vicino al milione - di lavoratori morirono nella costruzione delle mura durante la dinastia Qin. In seguito le dinastie del nord, fra cui la Han e la Sui, ripararono, ricostruirono o espansero varie sezioni della Grande Muraglia pagando molto per difendersi dagli invasori del nord. Le dinastie Tang e Song non costruirono alcun muro nella regione, in modo sostanziale. Le dinastie Liao, Jin, Yuan, che governarono la Cina settentrionale durante la maggior parte dei secoli X-XIII, costruirono alcune mura difensive nel XII secolo situate, comunque, molto a nord della Grande Muraglia, nell'odierna Mongolia sia interna sia esterna.

Periodo Ming
  Lo stesso argomento in dettaglio: Grande muraglia cinese (dinastia Ming).
 L'estensione del territorio della Dinastia Ming e delle sue mura

L'idea di una Grande Muraglia fu ripresa nuovamente durante la dinastia Ming nel XIV secolo, dopo la sconfitta dell'esercito Ming da parte degli Oirati, nella battaglia della Fortezza di Tumu. I Ming non erano riusciti a ottenere una vittoria chiara sulle tribù della Manciuria e della Mongolia dopo le battaglie successive, e il conflitto che ormai durava da lungo tempo stava indebolendo l'impero; i Ming adottarono una nuova strategia per tenere lontane le tribù nomadi: la costruzione di muri lungo il confine settentrionale della Cina. Riconoscendo il controllo mongolo stabilito nel deserto di Ordos, il muro seguì il bordo meridionale del deserto invece di incorporare la piegatura del Fiume Giallo.

A differenza delle fortificazioni precedenti la costruzione Ming era più forte e più elaborata impiegando mattoni e pietra piuttosto che terra battuta. Si stima che siano state costruite fino a venticinquemila torri di guardia lungo il muro. Poiché le incursioni mongole continuarono periodicamente nel corso degli anni, i Ming dedicarono notevoli risorse per riparare e rinforzare le mura; le sezioni vicino alla capitale Ming di Pechino furono particolarmente fortificate. Anche il famoso generale Qi Jiguang, grazie al sostegno del primo ministro Zhang Juzheng, riparò e rinforzò il muro, tra il 1567 e il 1570: aggiunse mattoni a sezioni in terra battuta e costruì milleduecento torri di guardia da Shanhaiguan a Changping per la vigilanza riguardo all'avvicinamento di predoni mongoli. Fra il 1440 e il 1460, i Ming costruirono anche un cosiddetto "Muro di Liaodong"; simile in funzione alla Grande Muraglia (della quale, in un certo senso, era un'estensione), ma più semplice nella costruzione, il Muro di Liaodong racchiudeva il cuore agricolo della provincia Liaodong, proteggendolo contro eventuali incursioni dai mongoli Jurchen, Oriyanghan da nord-ovest e gli Jurchen dello Jianzhou da nord. Mentre pietre e piastrelle furono utilizzate in alcune parti del Muro Liaodong, la maggior parte del muro era in realtà semplicemente realizzato con terra battuta e corredato di fossati su entrambi i lati.

Verso la fine della dinastia Ming la Grande Muraglia contribuì a difendere l'impero dalle invasioni Manciù che ebbero inizio intorno al 1600. Anche dopo la perdita di tutta la regione Liaoning, l'esercito Ming mantenne il controllo dell'altamente fortificato passo Shanhai, impedendo ai Manchu di conquistare il cuore della Cina. I Manciù furono finalmente in grado di attraversare la Grande Muraglia, nel 1644, dopo che Pechino era già stata conquistata dai ribelli di Li Zicheng; già precedentemente i Manciù avevano attraversato la Grande Muraglia più volte per razziare, ma questa volta fu per conquistare. Il 25 maggio le porte a Shanhaiguan furono aperte dal comandante generale Ming Wu Sangui alleatosi con i Manciù, nella speranza di usarli per espellere i ribelli da Pechino. I Manciù s'impadronirono velocemente di Pechino, e dopo aver sconfitto sia la dinastia Shun (fondata dai ribelli) sia la restante resistenza Ming, stabilirono il governo della dinastia Qing su tutta la Cina.

Sotto il governo Qing i confini della Cina si estesero oltre le mura e la Mongolia fu annessa all'impero, quindi, si interruppe la costruzione della Grande Muraglia. D'altra parte, il cosiddetto Salice Palisade, seguendo una linea simile a quella del muro Ming Liaoning, è stato costruito dai governanti Qing in Manciuria; il suo scopo, però, non era per difesa ma per il controllo delle migrazioni.

Apprezzamento straniero  La Grande Muraglia nel 1907

Gli Arabi antichi avevano sentito parlare della Grande Muraglia Cinese nei periodi precedenti della storia della Cina già nel XIV secolo. Essi la associarono con i muri Gog e Magog di Dhul-Qarnayn del Corano, come il viaggiatore nordafricano Ibn Battuta aveva sentito dalle comunità musulmane locali a Guangzhou intorno al 1346. Marco Polo, nel suo Milione (scritto intorno al 1298), non fa invece alcun riferimento a essa.

Soltanto dopo che gli europei raggiunsero la Cina Ming nei primi anni del XVI secolo, i racconti della Grande Muraglia iniziarono a circolare in Europa anche se nessun europeo riuscì a vederla con i propri occhi per un altro secolo. Forse una delle prime descrizioni del muro, e della sua importanza per la difesa del Paese contro i "tartari" (cioè i mongoli), potrebbe essere quella contenuta nel terzo Decada di Asia di João de Barros (pubblicato nel 1563). Altri racconti nelle fonti occidentali comprendono quelli di Gaspar da Cruz, Bento de Góis, Matteo Ricci, e il vescovo Juan González de Mendoza. Nel 1559, nella sua opera "Trattato della Cina e delle regioni vicine" Gaspar da Cruz offre una discussione iniziale della Grande Muraglia. Forse il primo caso registrato di un europeo che entrò effettivamente in Cina attraverso la Grande Muraglia è del 1605, quando il gesuita portoghese Bento de Góis raggiunse il passo Jiayu a nord-ovest, provenendo dall'India. I primi racconti europei erano per lo più modesti ed empirici, copiando molto la descrizione contemporanea cinese del muro, anche se poi scivolavano in iperboli, compresa l'affermazione errata, ma onnipresente, che le Mura Ming fossero le stesse che erano state costruite da Qin Shi Huang nel III secolo a.C.

Quando la Cina aprì le sue frontiere ai mercanti e ai visitatori stranieri, dopo la sconfitta nella prima e nella seconda guerra dell'oppio, la Grande Muraglia diventò un'attrazione importante per i turisti. I diari di viaggio del tardo XIX secolo migliorarono ulteriormente la reputazione e la mitologia della Grande Muraglia in modo tale che, nel XX secolo, si credeva che la Grande Muraglia fosse visibile dalla Luna, mentre in realtà non è vero (vedi paragrafo visibilità dalla Luna, sotto).

Fotografie di:
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