九龍寨城

( Città murata di Kowloon )

La città murata di Kowloon (in cinese: 九龍寨城T, 九龙城寨S, Jiǔlóng Chéng ZhàiP; in inglese: Kowloon Walled City) è stata un insediamento in gran parte non governato e sovrappopolato, parte dell'odierna Kowloon nella regione di Hong Kong. Originariamente un forte militare della dinastia Qing, la città murata nel 1898 fu esclusa dall'accordo di cessione per 99 anni al Regno Unito di una parte di Hong Kong, conosciuta poi come Nuovi Territori, diventando così un'enclave cinese in territorio britannico. La sua popolazione aumentò drasticamente a seguito dell'occupazione giapponese di Hong Kong durante la seconda guerra mondiale. Nel 1990 la città murata conteneva un numero stimato di 50.000 residenti all'interno dei suoi confini di 2,6 ettari (0,026 km²), il che la rendeva il luogo più densamente popolato del mondo: oltre un milione di a...Leggi tutto

La città murata di Kowloon (in cinese: 九龍寨城T, 九龙城寨S, Jiǔlóng Chéng ZhàiP; in inglese: Kowloon Walled City) è stata un insediamento in gran parte non governato e sovrappopolato, parte dell'odierna Kowloon nella regione di Hong Kong. Originariamente un forte militare della dinastia Qing, la città murata nel 1898 fu esclusa dall'accordo di cessione per 99 anni al Regno Unito di una parte di Hong Kong, conosciuta poi come Nuovi Territori, diventando così un'enclave cinese in territorio britannico. La sua popolazione aumentò drasticamente a seguito dell'occupazione giapponese di Hong Kong durante la seconda guerra mondiale. Nel 1990 la città murata conteneva un numero stimato di 50.000 residenti all'interno dei suoi confini di 2,6 ettari (0,026 km²), il che la rendeva il luogo più densamente popolato del mondo: oltre un milione di abitanti per chilometro quadrato.

Dal 1950 al 1990 fu soggetta al controllo pressoché totale delle triadi locali con elevati tassi di prostituzione, gioco d'azzardo e abuso di droga. Nel gennaio 1987 il governo di Hong Kong annunciò i piani di demolizione della città murata. Dopo un arduo processo di sgombero, la demolizione iniziò nel marzo del 1993 e fu completata nell'aprile 1994. Nel dicembre del 1995 fu inaugurato il Kowloon Walled City Park che occupa oggi la zona dell'ex città murata. Qui sono stati conservati alcuni fabbricati storici della città demolita, tra cui lo storico edificio amministrativo yamen e i resti della porta meridionale.

L'avamposto militare  Il Lung Tsun Stone Bridge e il Lung Tsun Pavilion di Kowloon Walled City, 1898.

La storia della città murata può essere ricondotta alla dinastia Song (960-1279), quando fu istituito un avamposto per gestire il commercio del sale. Notizie molto scarse ci sono giunte per le centinaia di anni successivi, fino al 1668 quando vi vennero stabilite trenta guardie[1]. Intorno al 1810 vi fu costruito un piccolo forte costiero[2]. Nel 1842, durante il regno dell'imperatore Daoguang della dinastia Qing, l'isola di Hong Kong fu ceduta alla Gran Bretagna in base alle clausole del trattato di Nanchino. Di conseguenza, le autorità dei Qing ritennero necessario migliorare la fortificazione in modo da controllare meglio l'area e sottrarla a un'ulteriore influenza britannica. I miglioramenti, comprese le imponenti mura di cinta, furono completati nel 1847. La città murata fu catturata nel 1854 dai ribelli durante la rivolta dei Taiping, ma venne ripresa poche settimane dopo[1][3]. L'attuale "Dapeng Association House" è stata edificata sui resti del presidio del generale Lai Enjue[4].

 Mappa della regione di Hong Kong del 1915. La cittadella di Caulun è indicata come "Città cinese" nell'angolo superiore destro.

La convenzione per l'estensione del territorio di Hong Kong del 1898 consegnò per 99 anni all'amministrazione britannica ulteriori zone di Hong Kong (i cosiddetti Nuovi Territori), escludendo però la città murata che al tempo contava una popolazione di circa 700 abitanti. La Cina fu autorizzata a mantenervi i propri funzionari, purché non interferisse con la difesa della Colonia britannica di Hong Kong. L'anno successivo, il governatore Sir Henry Arthur Blake iniziò a sospettare che il viceré della vicina Canton vi stesse raggruppando truppe per preparare la resistenza ai recenti accordi. Il 16 maggio 1899 le forze britanniche attaccarono la città murata, solo per scoprire che i soldati del viceré se ne erano andati, lasciandosi dietro solo il mandarino e 150 residenti[1]. La dinastia Qing cessò la sua dominazione nel 1912, lasciando di fatto la città murata agli inglesi.

Pur rivendicandone il possesso, i britannici fecero ben poco per la città murata nei successivi decenni. La chiesa protestante stabilì una casa di riposo per anziani nel vecchio yamen, nonché una scuola e un ospizio per bisognosi in altri uffici. A parte queste istituzioni, tuttavia, la città murata divenne una semplice curiosità da visitare per coloniali inglesi e turisti. In una mappa del 1915 era etichettata semplicemente come "città cinese". Nel 1933 le autorità di Hong Kong annunciarono i piani per demolire la maggior parte dei fatiscenti edifici della cittadella, compensando con case di nuova edificazione i 436 occupanti abusivi che ci vivevano. Nel 1940 rimase solo lo yamen, la scuola e una casa. Durante la sua occupazione, il Giappone demolì le mura della città e ne utilizzò la pietra per espandere il vicino aeroporto di Kai Tak[1].

L'insediamento urbano  Una veduta aerea della città murata di Kowloon e del vicino villaggio di Sai Tau Tsuen nel 1972

Dopo la resa del Giappone nel 1945, la Cina rivendicò i suoi diritti sulla città murata. A partire dal 1945 i profughi dalla Cina continentale, in fuga dalla guerra civile cinese, vi si riversarono per approfittare della relativa protezione britannica (la città murata era infatti un territorio cinese, ma circondata da territorio britannico) ed entro il 1947 circa 2.000 squatters avevano già occupato la città murata. Dopo un fallito tentativo nel 1948 di sfrattarli, gli inglesi adottarono una politica di non interferenza nella maggior parte delle questioni riguardanti la città murata[1].

(EN)

«Here, prostitutes installed themselves on one side of the street while a priest preached and handed out powdered milk to the poor on the other; social workers gave guidance while drug addicts squatted under the stairs getting high; what were children's games centres by day became strip-show venues by night. It was a very complex place, difficult to generalise about, a place that seemed frightening but where most people continued to lead normal lives. A place just like the rest of Hong Kong.»

(IT)

«Qui, mentre da un lato della strada si insediavano le prostitute, dall'altro un prete predicava e distribuiva latte in polvere ai poveri; assistenti sociali offrivano assistenza mentre tossicodipendenti si accovacciavano sotto le scale per drogarsi; quelli che erano i centri giochi per bambini di giorno diventavano locali per spogliarelli di notte. Era un luogo molto complesso, difficile da generalizzare, un luogo che sembrava spaventoso ma dove la maggior parte delle persone continuava a condurre una vita normale. Un posto proprio come il resto di Hong Kong.»

 La città murata in una foto del 1989

Nel gennaio del 1950 scoppiò un incendio che distrusse più di 2.500 baracche che ospitavano quasi 3.500 famiglie, per un totale di 17.000 persone[6]. Il disastro evidenziò la necessità di provvedere a un adeguato servizio di prevenzione degli incendi, specialmente in un'area caratterizzata da un gran numero di abitazioni realizzate in legno e complicata dalla mancanza di accordi politici tra il governo coloniale e quello cinese[7]. Le rovine diedero ai nuovi arrivati nella città murata l'opportunità di costruire nuovamente, innescando speculazioni sul fatto che il fuoco potesse essere stato appiccato intenzionalmente[7][8].

In mancanza di qualsiasi istituzione governativa cinese o inglese, a parte sporadiche incursioni della forza di polizia di Hong Kong, la città murata divenne un paradiso per la criminalità e il consumo di droghe. Fu solo nel 1959, in occasione di un processo per un omicidio verificatosi nella città murata, che il governo di Hong Kong fu giudicato competente ad esercitarvi la propria giurisdizione. In questo periodo, però, la città murata era già praticamente governata dalle organizzazioni criminali cinesi di stampo mafioso, noti come triadi[1].

 Il lato meridionale della città murata di Kowloon nel 1975. L'elevazione degli edifici comincia a raggiungere la sua altezza massima.

A partire dagli anni 1950, gruppi di triadi come il 14K e la Sun Yee On guadagnavano enormi capitali controllando il racket sugli innumerevoli bordelli, casinò e opium den. La città murata divenne un paradiso per i criminali, tanto che la polizia vi si avventurava solo in grandi gruppi[9]. Fu solo nel 1973-74, quando una serie di più di 3.500 incursioni di polizia diedero luogo a oltre 2.500 arresti e al sequestro di più di 1.800 kg di droga, che il potere delle triadi cominciò a diminuire. Con il sostegno pubblico, in particolare dei residenti più giovani, le continue incursioni erosero e ridussero gradualmente l'uso di droga e la criminalità violenta. Nel 1983 il comandante della polizia del distretto di Kowloon dichiarò di avere sotto controllo il tasso di criminalità della città murata[1].

Negli anni 1960 la città murata venne sottoposta a una pesante speculazione edilizia, con costruttori che edificarono nuove strutture modulari una sull'altra. La cittadella divenne quindi estremamente popolata, con oltre 30.000 persone stipate in 300 edifici che occupavano un'area di poco più di 2,6 ettari, raggiungendo la sua massima espansione tra la fine degli anni 1970 e l'inizio degli anni 1980. Solo la presenza del corridoio di volo degli aerei diretti verso l'aeroporto di Kai Tak impose una limitazione all'altezza degli edifici a un massimo di 14 piani. Oltre a limitare l'altezza degli edifici, la prossimità dell'aeroporto sottopose i residenti a un grave inquinamento acustico, specialmente negli ultimi 20 anni dell'esistenza della città[10].

Otto condotte municipali fornivano acqua a tutto l'agglomerato, anche se molti residenti avevano scavato dei pozzi[11]. Alcune delle strade erano illuminate continuamente da luci fluorescenti, poiché la luce del sole raramente riusciva a raggiungere i livelli più bassi, a causa dell'abitudine di ignorare il diritto altrui di godimento dell'aria e della luce all'interno della città[1].

 Uno dei bordi esterni della città nel 1991

Sebbene col passare degli anni il crimine e l'anarchia dei primi decenni fossero sensibilmente diminuiti, la città murata era ancora conosciuta per il suo elevato numero di medici e dentisti senza autorizzazione, che potevano operarvi impunemente senza la minaccia di essere perseguiti[12].

Nonostante la città murata fosse stata per molti anni un focolaio di attività criminale, la maggior parte dei residenti non era coinvolta in attività illecite e viveva pacificamente all'interno delle sue mura. All'interno della città murata si svilupparono numerose piccole fabbriche e imprese, mentre alcuni residenti formarono dei gruppi per organizzare e migliorare la vita quotidiana[13].

Un tentativo del governo nel 1963 di demolire alcune baracche in un angolo della città, diede origine ad un "comitato anti-demolizione" che servì come base per la fondazione di un'associazione Kaifong[14]. Da quel momento associazioni di beneficenza, società religiose e altri gruppi di assistenza si introdussero gradualmente nel quartiere. Mentre cliniche mediche e scuole continuavano a essere non regolamentate, il governo di Hong Kong iniziò ad offrire alcuni servizi, come il regolare approvvigionamento idrico e la consegna della posta[1].

Sgombero e demolizione  Un vicolo nella città dell'oscurità (City of Darkness), altro modo di identificare la città murata.

Nel tempo, sia il governo britannico che il governo cinese riscontrarono che l'esistenza della città fosse sempre più intollerabile, nonostante la segnalata riduzione del tasso di criminalità[15]. La qualità della vita dei cittadini, in particolare riguardo alle condizioni igienico-sanitarie, rimaneva infatti molto indietro rispetto al resto di Hong Kong. La successiva Dichiarazione congiunta Sino-Britannica pose nel 1984 le basi per la demolizione della città[1]. La decisione congiunta dei due governi di abbattere la città murata fu annunciata il 14 gennaio 1987[16].

Il 10 marzo 1987, dopo l'annuncio che lo spazio lasciato libero dalla demolizione della città murata sarebbe stato convertito in un parco urbano, il segretario per l'amministrazione distrettuale chiese formalmente all'Urban Council[17] di acquisire il sito dopo la demolizione. A causa della presenza di numerosi altri spazi verdi nell'area, l'Urban Services Department[18] dubitava della necessità di pianificare e gestire un'ulteriore area verde, ma il consiglio accettò tuttavia la proposta del governo a condizione che il governo finanziasse il costo della realizzazione del parco[19][20].

Il governo stanziò circa 2,7 miliardi di dollari di Hong Kong, in parte come risarcimento ai 33.000 residenti e in parte come compenso per le imprese, stimati secondo un piano elaborato da un comitato speciale della Hong Kong Housing Authority[21][22]. Alcuni residenti non furono soddisfatti dal risarcimento e dovettero essere sfrattati con la forza tra il novembre 1991 e il luglio 1992. Dopo quattro mesi di pianificazione, la demolizione della città murata ebbe inizio il 23 marzo 1993, concludendosi nell'aprile 1994. I lavori di costruzione del Kowloon Walled City Park iniziarono già il mese successivo[23].

Poco prima della sua demolizione definitiva, un gruppo di esploratori giapponesi spese circa una settimana per attraversare in lungo e in largo la città murata ormai deserta, realizzando una sorta di mappa e una sezione della città[24].

^ a b c d e f g h i j Wilkinson, pp. 60-71. ^ (EN) Elizabeth Sinn, Kowloon Walled City: Its Origin and Early History, in Journal of the Hong Kong Branch of the Royal Asiatic Society, vol. 27, pp. 30–31. URL consultato il 15 settembre 2017. ^ (EN) Li Long Lam, Excavation Report of Kowloon Walled City, Hong Kong (香港九龙寨城发掘简报), in Kaogu, vol. 6, 2007. URL consultato il 27 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2017). ^ Fu un generale della tarda dinastia Qing. ^ Kwan, p. 120. ^ Smart2006, p. 59. ^ a b Smart2006, pp. 65-67. ^ Booth2006, p. 131. ^ (EN) John Carney, Kowloon Walled City: Life in the City of Darkness, in South China Morning Post, 16 marzo 2013. URL consultato il 29 gennaio 2014. ^ Lambot, p. 48. ^ Goddard, pp. 36-38. ^ (EN) Stephen Vines, Demolition begins on HK's Walled City, in The Business Times, Singapore, 24 marzo 1993, p. 4, (registrazione richiesta). URL consultato il 25 novembre 2009. ^ (EN) Barbara Basler, The Walled City, Home to Huddled Masses, Falls, in The New York Times, 16 giugno 1992, p. A4. URL consultato il 27 novembre 2009. ^ Le Kaifong sono le tradizionali organizzazioni di mutua assistenza che emersero a Hong Kong dopo la seconda guerra mondiale. ^ (EN) Pamela Owen, Inside the Kowloon Walled City where 50,000 residents eked out a grimy living in the most densely populated place on earth, in The Daily Mail, Londra, 5 maggio 2012. URL consultato il 6 aprile 2014. ^ (EN) Charles Goddard, The Clearance, in City of Darkness: Life in Kowloon Walled City, pp. 208–11. ^ Era un consiglio municipale di Hong Kong, responsabile dei servizi municipali sull'isola di Hong Kong e Kowloon (inclusa New Kowloon). ^ Era un dipartimento governativo di Hong Kong. Svolgeva le politiche e gestiva le strutture dell'Urban Council. ^ (EN) Memorandum for Members of the Recreation Select Committee, Capital Works Select Committee, Finance Select Committee, and the Standing Committee of the Whole Council: Proposed Park at the site of Kowloon Walled City, Urban Council, 10 aprile 1987. ^ (EN) Memorandum for Members of the Recreation Select Committee: Proposed Park Development at The Kowloon Walled City Site, Urban Council, 7 settembre 1990. ^ È il principale fornitore di alloggi pubblici a Hong Kong. ^ (EN) Esme Lau, $2.7 billion package for residents of Walled City (PDF), in The Hong Kong Standard, 10 dicembre 1987, (registrazione richiesta). ^ (EN) Kowloon Walled City Park, su lcsd.gov.hk, Leisure and Cultural Services Department, 1º gennaio 2017. URL consultato il 15 settembre 2017. ^ (EN) Takayuki Suzuki, Expedition Story, su archive.org/. URL consultato il 15 settembre 2017 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2002).
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