Il Castello di Nagoya è un castello giapponese situato nell'omonima città della prefettura di Aichi. Il simbolo del castello è una coppia di Shachihoko (creature con corpo di carpa e testa di tigre) dorati posti sulla cima della torre principale, che gli conferiscono il soprannome Kinshachi-jo (da "kin", cioè oro, e "shachi", nome delle creature).
A Nagoya venne costruito un primo castello nel 1525 dal clan Imagawa, passato nel 1532 a Oda Nobuhide.[1] Il castello attuale venne, invece, commissionato nel 1610 da Ieyasu, della famiglia Tokugawa, e completato due anni dopo. Venne costruito per enfatizzare il potere dello Shōgun dopo la sua vittoria nella battaglia di Sekigahara nel 1610, assicurando anche il fianco occidentale della strada che andava da Kyoto all'attuale Tokyo. Il progetto fu affidato ai vassalli di Ieyashu, incluso Kato Kiyomasa (artefice già del noto castello di Kumamoto), dei quali sono ancora visibili alcune iscrizioni sulle pietre del castello. Kato diresse circa 200.000 lavoratori, riuscendo a costruire le mura del castello in appena sei mesi. Nel 1616 ne divenne daimyō il nono figlio Yoshinao, governando da qui su Owari.[2] Il castello rimase di proprietà del clan Tokugawa fino a quando entrò in possesso di Meiji nel 1868. Rimase sotto l'esercito imperiale fino al 1895, per poi restare indipendente e passare nel 1930 alla città di Nagoya, anche se durante il periodo Meiji ne vennero deturpati molti tesori. Buona parte del complesso venne inoltre distrutta da un raid americano nel 1945, per poi essere parzialmente ricostruita nel 1959.[3]
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