Il Buddha Dhatu Jadi (in bengalese: বুদ্ধ ধাতু জাদি, in birmano: ဗုဒ္ဓဓာတုစေတီ), detto anche tempio dorato di Bandarban, è un tempio buddhista sito vicino alla località di Balaghat, nel distretto di Bandarban, in Bangladesh. Le reliquie materiali (Dhatu) di questo tempio, secondo la tradizione, appartengono a Buddha. Si tratta del tempio Theravada più grande del Bangladesh e all'interno dell'edificio si trova la seconda statua di Buddha più grande a livello nazionale.
La corrente del buddhismo Theravāda, alla quale il tempio è da ascriversi, è seguita soprattutto dalla popolazione indigena dei Marma, un gruppo etnico discendente dal popolo birmano dei Rakhine, prevalente nella città di Bandarban e secondo gruppo più numeroso nella regione delle Colline di Chittagong. L'edificio è stato costruito con uno stile architettonico Arakan, originario della Birmania.
Buona parte della popolazione di Bandarban è buddhista, in contrasto con la netta predominanza islamica in Bangladesh (su scala nazionale solo lo 0,7% della popolazione si dichiara buddhista). I buddhisti bengalesi seguono prevalentemente il rito Theravada e si concentrano principalmente nella Divisione di Chittagong e nell'omonima zona collinare.[1][2]
Il buddhismo Theravada, ora praticato in Bangladesh come Sangharay Nikaya, fu importato nel paese alla fine del XIX secolo e rimpiazzò molte delle forme di buddhismo praticate fino a quel momento. Saramedha, conosciuto popolarmente come "Sangharaj", fu il religioso che contribuì maggiormente alla diffusione del Theravada in Bangladesh.[3]
Il Venerabile U Pannya Jota Mahathera, discendente della famiglia reale Bohmong di Bandarban, è il fondatore del Buddha Dhatu Jadi. Egli è un monaco Theravada dal 1991 e ha servito il governo centrale del Bangladesh per 8 anni in qualità di assistente. Le reliquie di Buddha custodite nel tempio sono un dono offerto a U Pannya Jota Mahathera nel 1994 dal Mahana (in inglese "State Sangha Maha Nayaka Committee"), un'organizzazione di monaci buddhisti birmani di alto rango che supervisiona e regola la comunità Sangha in Myanmar.[4]
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