เทศบาลนครพระนครศรีอยุธยา

( Ayutthaya )

Ayutthaya (in thailandese อยุธยา, nome completo: Phra Nakhon Si Ayutthaya, in thailandese พระนครศรีอยุธยา; traslitterato anche Ayudhya) è una città maggiore (thesaban nakhon) della Thailandia. Il territorio comunale occupa una parte del distretto di Phra Nakhon Si Ayutthaya, che è capoluogo della Provincia di Ayutthaya, nel gruppo regionale della Thailandia Centrale. In città hanno sede il governo provinciale e distrettuale.

Fu tra il 1351 e il 1767 la capitale del Regno di Ayutthaya, chiamato anche Siam, dal quale si sarebbe formato l'odierno Regno di Thailandia. Nel territorio comunale sono conservate le rovine della città antica che formano il Parco storico di Ayutthaya, patrimonio dell'umanità riconosciuto dall'UNESCO nel 1991.

 Wat Yai Chai Mongkon nel 1978

A causa di una grave epidemia che aveva colpito Lavo, l'odierna Lopburi, nel 1351 il principe siamese Ramathibodi fece costruire la città nei pressi di un antico insediamento Khmer come capitale del nuovo regno di Ayutthaya, unificando gli importanti regni di Lavo e di Suphannaphum. Fu costruita nel punto di affluenza tra i fiumi Chao Phraya, Lopburi e Pa Sak, creando un'isola con lo scavo di un canale a nord che completò il fossato difensivo. Fu il secondo Stato formato dal popolo thai dopo il regno di Sukhothai, fondato il secolo precedente. Fu sin dall'inizio una città cosmopolita con abitanti di origini thai, khmer, mon, cinesi, malesi e indiane, caratteristica che avrebbe mantenuto nel corso della sua storia. Nel giro di alcuni decenni Ayutthaya fu in grado di sottomettere Sukhothai e di ridimensionare l'Impero Khmer, a quei tempi il più importante Stato del Sud-est asiatico.[1]

 Testa di Buddha nel Wat Mahathat

Situata nei pressi della parte centrale del golfo del Siam, in una posizione ideale per i traffici commerciali con la Cina e i Paesi arabi, divenne il centro più importante della regione dopo la caduta di Angkor, la capitale khmer. Inizialmente era difesa con palizzate e barriere in terrapieno, sostituite nel 1550 con mura in mattoni. Nel XVI secolo arrivarono in città i portoghesi, primi europei a mettere piede in Siam, contribuendo allo splendore architettonico e alla riorganizzazione dell'esercito con le nuove armi da fuoco che portarono.

Con l'arrivo dei primi europei nel XVI secolo, gli scambi commerciali si ampliarono e Ayutthaya si arricchì ulteriormente, ma ebbero inizio le guerre contro la Birmania retta dalla dinastia di Toungoo, che fu in grado di conquistare la città nel 1569 e deportarne la maggior parte della popolazione.[2] Riconquistata l'indipendenza, il XVII secolo fu un periodo di grande prosperità per Ayutthaya, favorita dai pochi conflitti militari; i Siamesi allacciarono nuovi rapporti commerciali con le fiorenti economie di Persia e India, con gli Olandesi che avevano preso il controllo dello stretto di Malacca e con i Giapponesi. Ayutthaya vide in quegli anni l'insediamento in città di nuove comunità di forestieri dediti agli affari, alle arti, alla politica e ad altri settori della vita sociale.[3]

Durante il regno di Narai (dal 1656 al 1688), il Siam conobbe il periodo di maggiore splendore della sua storia. Conosciuto come uno dei grandi re del Paese, sviluppò ulteriormente gli scambi commerciali e diplomatici con l'Occidente, in particolar modo con Britannici, Persiani e Francesi, che contribuirono ad arricchire il regno e a fare di Ayutthaya il crocevia del commercio nella regione. Promosse le arti ed accolse a corte un gran numero di importanti scrittori e poeti in un periodo dorato per la letteratura siamese.[4] Durante il suo regno vi furono le prime ambasciate siamesi in Europa e ricorse all'aiuto militare dei francesi, i cui inviati descrissero con stupore le magnificenze di corte.[3]

Nel suo periodo migliore Ayutthaya fu una metropoli con tre palazzi reali, 375 templi e 94 porte di ingresso alla città, protetta da 29 fortezze difensive. L'oro era il metallo più usato; per le rilegature dei libri, per i dipinti e per gli edifici (molti stupa erano ricoperti d'oro). Ognuna delle varie comunità straniere che si insediarono ad Ayutthaya costruì secondo il proprio stile architettonico luoghi di culto e palazzi, le cui rovine sono ancora presenti nel parco storico,[5] come la cattedrale di San Giuseppe del XVIII secolo.

 Modello in scala 3:4 del Sanphet Prasat (palazzo reale) di Ayutthaya, costruito nel museo all'aperto Muang Boraan (città antica) di Samut Prakan

Alla morte di Narai, nel 1688 il cortigiano Phetracha usurpò il trono e fece allontanare dal Siam tutti gli stranieri ad eccezione dei missionari; tale chiusura sarebbe rimasta effettiva fino alla prima metà dell'Ottocento. La perdita dei commerci con l'Occidente fu compensata dall'aumento degli scambi con gli Stati del sud e con la Cina, e in questo periodo crebbe l'immigrazione cinese. L'ultimo periodo di splendore di Ayutthaya corrispose al regno di Borommakot (1732-1758), che fece costruire grandi templi ed acquisì fama internazionale come patrono del buddhismo. Fiorirono le arti e l'economia ma i fasti in cui la corte e l'aristocrazia si adagiarono portarono all'assopimento dello spirito guerriero siamese.

I Birmani ne approfittarono, guidati dalla nuova aggressiva dinastia Konbaung, il cui capo-stipite Alaungpaya invase il Siam e pose sotto assedio la capitale nel 1760.[3] L'attacco fu respinto ma un nuovo attacco fu fatale ad Ayutthaya, che capitolò dopo un lungo assedio il 7 aprile del 1767. I Birmani entrarono in città e si lasciarono andare ad ogni sorta di barbarie. Gli annali di Ayutthaya, i manoscritti contenenti le antiche leggi ed i testi sacri furono portati via o dati alle fiamme. Furono incendiati e distrutti gli edifici e deportata buona parte della popolazione, tra cui circa 2 000 membri della famiglia reale. Ayutthaya fu abbandonata e invasa dalla giungla.[3] Fu ricostruita diversi anni più tardi nei pressi della vecchia capitale. La nuova capitale Bangkok, fondata nel 1782, fu inizialmente edificata secondo i criteri urbanistici e architettonici dell'antica capitale con l'impiego di architetti e manovali specializzati scampati alla deportazione. Il nome di Ayutthaya compare nel nome cerimoniale che fu dato a Bangkok.[5]

^ (EN) Baker, Christopher John e Pasuk Phongpaichit, A History of Ayutthaya, Cambridge University Press, 2017, pp. 55-58, ISBN 978-1-107-19076-4. ^ (EN) Bayinnaung, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. URL consultato il 13 agosto 2017. ^ a b c d (EN) Baker, Christopher John e Pasuk Phongpaichit, A History of Thailand, New York, Cambridge University Press, 2005, pp. 13-25, ISBN 978-0-521-81615-1. ^ (EN) Kyi Win, May , Smith, Harold E. e Nieminen, Gayla S., Historical Dictionary of Thailand, 2ª ed., Scarecrow Press, 2005, p. 265, ISBN 0-8108-6532-7. ^ a b (EN) Historic City of Ayutthaya, su whc.unesco.org. URL consultato il 7 ottobre 2017.
Fotografie di:
Raki_Man - CC BY 3.0
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