Algarve
L'Algarve, dal termine in arabo: الغرب, al-gharb, cioè "l'ovest", è la regione più meridionale del Portogallo continentale. Con una superficie di 4.960 km², registrava secondo una stima 437.970 abitanti nel 2020 distribuiti nei 16 comuni della regione (concelhos o municípios in portoghese).
Il centro amministrativo dell'Algarve è rappresentato dalla città di Faro, dove si trovano altresì sia l'aeroporto internazionale della regione (IATA: FAO) sia l'Università pubblica dell'Algarve. I confini della regione coincidono con il distretto di Faro ed è suddivisa in due zone, una situata a ovest (Barlavento), l'altra a est (Sotavento). Il turismo e le attività commerciali ad esso correlate sono ben trapiantate in loco e rappresentano una percentuale significativa dell'economia estiva dell'Algarve. La produzione di cibo, che include pesce e altri frutti di mare, così come diversi tipi di frutta e verdura quali arance, fichi...Leggi tutto
L'Algarve, dal termine in arabo: الغرب, al-gharb, cioè "l'ovest", è la regione più meridionale del Portogallo continentale. Con una superficie di 4.960 km², registrava secondo una stima 437.970 abitanti nel 2020 distribuiti nei 16 comuni della regione (concelhos o municípios in portoghese).
Il centro amministrativo dell'Algarve è rappresentato dalla città di Faro, dove si trovano altresì sia l'aeroporto internazionale della regione (IATA: FAO) sia l'Università pubblica dell'Algarve. I confini della regione coincidono con il distretto di Faro ed è suddivisa in due zone, una situata a ovest (Barlavento), l'altra a est (Sotavento). Il turismo e le attività commerciali ad esso correlate sono ben trapiantate in loco e rappresentano una percentuale significativa dell'economia estiva dell'Algarve. La produzione di cibo, che include pesce e altri frutti di mare, così come diversi tipi di frutta e verdura quali arance, fichi, prugne, baccelli di carruba, mandorle, avocado, pomodori, cavolfiori, fragole e lamponi, costituisce un altro impiego lavorativo che coinvolge una fetta significativa della popolazione locale.
Anche se Lisbona supera l'Algarve in termini di entrate turistiche, la regione è sovente considerata nel complesso uno dei principali motori economici del Portogallo, avendo ricevuto un totale stimato di 7,1 milioni di visitatori nel 2017. La sua popolazione triplica nel periodo di punta delle vacanze a causa dei residenti stagionali. Grazie agli alti standard di qualità della vita, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza e l'accesso ai servizi sanitari pubblici, così come all'ampia scelta di siti culturali da esplorare e alle condizioni climatiche notevolmente miti, l'Algarve risulta una destinazione sempre più ricercata, soprattutto dagli europei del centro e del nord, come località in cui stabilirsi a tempo indeterminato. Il fenomeno migratorio ha attirato l'interesse di diversi studiosi desiderosi di comprendere le ragioni che hanno spinto numerose persone a trasferirsi in Algarve.
Nel 2019, L 'Algarve era la quarta regione portoghese più sviluppata tra le sette regioni nazionali, con un indice di sviluppo umano (ISU) di 0,847 (la media ISU del Portogallo era di 0,864 nel 2019). Con un PIL pro capite all'85,2% della media dell'Unione europea, l'Algarve ha il secondo potere d'acquisto più alto del Paese, collocandosi dietro soltanto all'area metropolitana di Lisbona.
La presenza umana nel Portogallo meridionale risale al Paleolitico e al Neolitico; la presenza di megaliti nella zona di Vila do Bispo, Lagos (Menir da Cabeça do Rochedo), Alcoutim (Menhirs di Lavajo) e altrove nella regione attesta la presenza di esseri umani già a quell'epoca.[1]
Intorno all'anno 1000 a.C., i fenici fondarono la città di Cadice e, successivamente, i porti costieri lungo la costa dell'Algarve.[2] In epoca cartaginese, un importante centro di spicco divenne Portus Hannibalis, localizzato in quella che oggi è la città di Portimão o di Alvor e deve il nome, come si può facilmente intuire, ad Annibale.[2]
Dal VI secolo a.C., i cineti, così come erano conosciuti in greco, o i conii, come venivano indicati in latino, si stabilirono nella regione dell'Algarve, chiamata al tempo Cyneticum.[3] Le loro origini etniche e linguistiche rimangono ampiamente contestate, anche se, a causa della vicinanza geografica, è possibile che essi fossero legati sia alla civiltà di Tartesso sia ai celti, visto che il termine conii, la probabile denominazione che impiegavano per identificarsi, deriva dal Protoceltico kwon (cane).[4] Queste tribù indoeuropee, celtiche o pre-celtiche che fossero, crearono un insediamento a Lacóbriga (l'odierna Lagos) nell'anno 1899 a.C.[5]
Epoca romana Terme romane a Praia da LuzLa regione dell'Algarve passò sotto il controllo dei romani dopo che Fabio Massimo Serviliano sconfisse i lusitani e i turduli nel contesto della guerra lusitana, come nel caso di gran parte della penisola iberica, che fu assorbita nella repubblica romana nel II secolo a.C.[6] Il Cyneticum confluì nella Hispania Ulterior e, in seguito, nella Lusitania, rimanendo sotto l'influenza romana per circa 600 anni (dal 200 a.C. al 410 d.C.). In questo lasso temporale la regione adottò il latino come lingua ufficiale, i principali costumi, le istituzioni politiche e amministrative, la cultura e la religione di Roma. Il legame con l'impero avvenne quando le città principali della provincia erano Baesuris (Castro Marim), Balsa (vicino a Tavira), Ossonoba (Faro), Cilpes (Silves), Lacobriga (Lagos) e Myrtilis (Mértola).[7]
Visto che durante quella fase storica viaggiare via terra si rivelava pericoloso, la geografia dell'odierna Algarve la rese un crocevia marittimo cruciale tra il Mediterraneo e l'Oceano Atlantico, in quanto collegava innumerevoli porti romani a diverse province, principalmente altre destinazioni della Hispania, Gallia e della Britannia. Lo sviluppo culturale ed economico grazie ad agricoltura e pesca si rivelò significativo, con i prodotti principalmente esportati che durante il periodo imperiale risultavano l'olio d'oliva e il garum.[8] I fiumi Guadiana (Anas) e Arade (Aradus) servivano come percorsi fluviali verso l'interno, mentre oggi quest'ultimo corso d'acqua non è quasi più navigabile in barca, in particolare a causa del suo processo di sovralluvionamento, che ha visto depositare quantità significative di sedimenti.[8]
Mosaico del Dio romano Oceanus, trovato a Ossonoba, l'odierna FaroQuando il cristianesimo accolse nuovi proseliti fino a diventare la religione ufficiale dell'impero romano sotto Costantino il Grande, il Cyneticum, seguendo la stessa tendenza del resto delle province romane, seguì il processo di transizione da un culto politeista alla nuova fede. L'imperatore romano Teodosio I, egli stesso originario della penisola iberica, arrivò a proibire il paganesimo nel 381. Il tempio romano di Milreu, originariamente dedicato a Venere e poi convertito in un tempio paleocristiano, è uno degli esempi di cambiamento religioso avvenuto in quel periodo.[9]
Molte rovine romane, sia sotto forma di templi che di ville di campagna (di cui più di 30 localizzate in Algarve), bagni pubblici, ponti, strutture per la salatura e la lavorazione del pesce e mosaici si diffusero in tutta la regione, in particolare a Vila do Bispo, Lagos, Portimão, Quarteira, Faro, Olhão, Tavira e in altre zone, illustrando i forti contributi che la cultura romana nel suo complesso ha dato all'Algarve.[10][11][12]
Con il declino dell'impero romano d'Occidente, nel 409, gli alani occuparono la Lusitania, detenendola fino a quando non la espugnarono i visigoti.[13]
Medioevo ed età moderna Un capitello visigoto rinvenuto a SilvesI visigoti, una tribù germanica originaria della Scandinavia ma già spostatasi in Europa orientale, occuparono la penisola iberica intorno all'anno 500 o di lì a breve.[14] Con la morte di Amalarico nel 531, il tradizionale metodo di successione visigoto ebbe fine, con il risultato che dalla fusione delle componenti romana e germanica nacque una nuova identità iberica. Il regno visigoto vide la luce nel 542 con Toledo come capitale. Con i suoi abitanti dediti all'arianesimo all'inizio, una gran parte dei sudditi alla fine adottò il cattolicesimo per assicurarsi un proprio ruolo di prestigio nella penisola iberica centro-meridionale.[15] Nel 552, l'Algarve fu conquistata dall'Impero bizantino e, nel 571, Leovigildo riuscì ad assicurare nuovamente la regione al regno visigoto fino all'anno 711, comprendendo il grosso della penisola iberica e parti della Francia moderna.[16]
Quando i mori conquistarono Lagos nel 716, la ribattezzarono come Zawaia.[17] Dopo la conquista della penisola iberica, la regione fu rinominata Gharb al-Andalus (الغرب الأندلس in arabo): essendo la regione più occidentale ad essere conquistata dai mori, le ambite terre dell'Algarve, in questo angolo d'Europa, divennero per un certo periodo l'obiettivo finale della politica espansionistica dell'impero musulmano. Con l'avvento del dominio moresco nell'VIII secolo, Faro, chiamata allora Ossonoba, mantenne il suo status di città più importante nell'angolo sud-ovest della penisola iberica.[18] Nel IX secolo, dopo una rivolta guidata da Yahia Ben Bakr a cui successe suo figlio, Bakr Ben Yahia, divenne la capitale di un principato autonomo di breve durata e fu fortificata con un anello di mura difensive.[19] In questo periodo, nel X secolo, il nome Santa Maria riservato a Faro cominciò ad essere usato al posto di Ossonoba, con il risultato che, nell'XI secolo, la città era conosciuta come Santa Maria Ibn Harun.[20] Durante l'epoca moresca (IX-XII secolo), Silves si rivelò un'importante roccaforte e divenne il principale agglomerato urbano di riferimento della regione, beneficiando della sua posizione dominante.
Conquiste della Taifa di Siviglia nel XI secoloAll'inizio del XI secolo, il Califfato di Cordova si insediò in diversi piccoli regni conosciuti con il nome di taïfa. Da tale processo non risultò estranea l'Algarve, che si vide contendere il potere tra signori della Taifa di Algarve e della taifa di Silves. Entrambi i regni furono assorbiti da Siviglia rispettivamente nel 1051 e nel 1063.[21] La popolazione musulmana del Gharb al-Andalus era composta da arabi, berberi e latini convertiti all'Islam. I primi provengono principalmente dallo Yemen e, sebbene in minoranza, formavano la classe elitaria del tempo. I berberi delle montagne del Nord Africa rimasero essenzialmente nomadi, mentre i latini che si convertirono all'islam, detti "muladi", costituivano il gruppo maggioritario. Dopo la caduta degli Almoravidi nel 1147, la taifa di Silves riacquistò brevemente la sua indipendenza prima di cadere sotto il giogo degli Almohadi nel 1151.[22]
Nel 1191, dopo schermaglie durare almeno due anni, Sancho I conquistò Silves con l'aiuto dei crociati, ma non riuscì a reinsediarsi stabilmente.[23] A metà del XIII secolo, con la Reconquista già avviata, il regno del Portogallo prese il controllo della regione in una serie di campagne militari di successo contro i mori. Al-Gharb venne convertito il Regno dell'Algarve e i mori musulmani o fuggirono o sarebbero stati espulsi nel 1496 non solo in Algarve, ma in tutto il Portogallo.[24] In virtù della sua posizione strategica e della sua florida economia, i lusitani provarono a insediarsi quanto più possibile nell'ambito territorio dell'Algarve, mentre i successivi tentativi dei mori di riconquistare la parte settentrionale della regione terminavano con degli insuccessi.
Statua di Alfonso III del Portogallo a FaroFu durante il regno di Alfonso III del Portogallo che avvenne la conquista definitiva dell'Algarve. Dopo ben cinque secoli di dominazione, Silves fu strappata al suo ultimo sovrano musulmano Ibn Afan da Paio Peres Correia, Gran maestro dell'ordine di Santiago, nel 1242, e anche Tavira cadde nello stesso anno, dopo che l'Alentejo e la maggior parte della costa dell'Algarve avevano già ceduto nel 1238.[25] Nel marzo del 1249 fu conquistata anche la città di Faro: da allora, Alfonso III divenne il primo monarca portoghese ad impiegare il titolo di "re del Portogallo e dell'Algarve".[26] I seguaci dell'ordine di Santiago e di Calatrava giocarono un ruolo decisivo, essendo stati incaricati di concludere la conquista.[27][28] L'acquisizione dell'Algarve in siffatta maniera generò, tuttavia, gravi dissapori con il Regno di Castiglia. La pace fu inizialmente raggiunta con il matrimonio del re Alfonso III con Beatrice di Castiglia, figlia illegittima del re Alfonso X di Castiglia (dopo che il papa aveva annullato il matrimonio con Matilde II perché sterile), ma il problema fu risolto definitivamente solo con il trattato di Badajoz, del 16 febbraio 1267.[29] Con quest'intesa si statuì che il fiume Guadiana, dalla confluenza del Caia fino alla foce, sarebbe stato il confine tra Portogallo e Castiglia, originando da allora la distinzione tra "Algarve spagnolo" (poiché incluso in Andalusia) e "Algarve portoghese".[29]
La dominazione moresca sull'Algarve e sull'Alentejo lasciò una sua eredità, rimasta particolarmente avvertita in campo architettonico,[30] gastronomico[31] e artistico,[32] come nel caso del tradizionale corridinho, la danza popolare più caratteristica delle zone più meridionali del Portogallo.[33]
I regni del Portogallo e dell'Algarve nel 1561La comarca dell'Algarve vide la luce nel 1406.[34] Nonostante il titolo di "re del Portogallo e dell'Algarve" portato dai successori di Alfonso III, il regno dell'Algarve non aveva un valore che andava oltre quello simbolico e nominale, considerando che il distretto non rappresentava uno Stato separato.[35] A titolo di esempio, a livello di istituzioni e di norme, in Algarve non vi erano differenze con il resto del Portogallo.[35] La denominazione "Algarve" si estese, in seguito, pure alle conquiste del Portogallo oltremare. Nel 1471, dopo aver conquistato le città marocchine di Tangeri, Ksar El Kebir e Assilah, il monarca Alfonso V assunse il titolo di "re del Portogallo e delle Algarves" al plurale.[36] Questo "Marocco portoghese" o Algarve d'oltremare" sopravvisse fino al 1769, con il territorio che si estendeva fino alle porte della città di Almería.[37]
Intorno al 1417, una scuola di navigazione sarebbe stata fondata dall'Infante Enrico il Navigatore, malgrado non siano stati rinvenuti riferimenti, resti archeologici o documenti originali dell'epoca riguardanti tale centro di cultura.[38][39] Nel 1877 Sousa Holstein si mostrò a favore di quel filone storiografico che negava l'esistenza della scuola, al cui posto sarebbe bensì esistita un'accademia scientifica dedicata alla conoscenza della navigazione e del mare.[38] Anche su quest'ultimo punto non vi è concordia, con alcuni autori che rigettano in toto anche l'esistenza di questa scuola, come Luís de Albuquerque, Thomaz Marcondes de Souza, Será Duarte Leite e anche Fábio Pestana Ramos, mentre altri sostengono la sua esistenza, come Jaime Cortesão.[38][39]
Nel XV secolo, il porto di Lagos acquisì sempre maggiore importanza grazie ai viaggi di esploratori quali Gil Eanes. Dal 1576 al 1756, la città di Lagos fu la capitale dell'Algarve.[40] Alla fine del XVI secolo, la città di Vila do Bispo fu attaccata più volte da pirati e mori oltre che dal corsaro inglese Francis Drake.[41]
Durante il dominio di Giuseppe I, che regnò dal 1750 al 1777, il marchese di Pombal tentò di dividere la diocesi di Faro in due sezioni, con l'intenzione di crearne una nuova a Vila Nova de Portimão, ma questo tentativo non trovo l'appoggio della Santa Sede. Il progetto prevedeva che il confine tra le due diocesi avrebbe dovuto passare per la ribeira di Quarteira, estesa in linea retta all'Alentejo.[42]
Nel 1755, l'Algarve uscì duramente colpita dal terremoto di Lisbona, con le scosse che rasero al suolo molte città della regione e con il maremoto che compromise gravemente la condizione delle fortezze costiere.[43] Mentre Faro fu indirettamente protetta dalla laguna di Ria Formosa, a Lagos le onde raggiunsero la sommità delle mura cittadine.[43] Nel 1759, durante la guerra dei sette anni, la regione fu testimone della battaglia di Lagos, che terminò con la sconfitta della flotta francese a vantaggio degli inglesi. Nonostante la neutralità del Portogallo, la Royal Navy distrusse o catturò quattro navi transalpine che stavano cercando di avvicinarsi ai forti costieri vicino a Lagos in cerca di protezione.[44]
Dal XIX secolo al terzo millennio Scoppio della rivolta di Olhão (1809)Nel 1807, la metà settentrionale del paese fu invasa dalle truppe napoleoniche del generale Junot, mentre il regno dell'Algarve e la provincia di Alentejo videro l'invasione dalle truppe spagnole di Manuel Godoy, principe della pace.[45] Quest'occupazione terminò l'anno successivo, in seguito alla rivolta di Olhão.[46] Il 16 dicembre 1815, i due regni diedero vita al Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarves, con Rio de Janeiro come capitale.
Intorno al 1820, la regione assistette a una significativa immigrazione di ebrei marocchini, di Gibilterra e della Spagna, ma la regione rappresentava solo un luogo di passaggio per coloro che partivano in direzione delle Azzorre. Altri rimasero nella zona Faro, che finì per contare circa 60 famiglie ebree.[47] Durante la guerra civile portoghese (1828-1834), diverse battaglie ebbero luogo nella regione, specialmente la battaglia di Capo San Vincenzo e la battaglia di Sant'Ana tra liberali e migueliti (assolutisti antiliberali). Remexido fu il capo guerrigliero in Algarve che rimase attivo per anni al fianco degli assolutisti migueliti, morendo poi dopo essere stato catturato nel corso di una pubblica esecuzione a Faro nel 1838.[48] Frattanto, nel 1836, fu creata una nuova divisione amministrativa, il distretto di Faro, durata in essere fino alla caduta della monarchia del 1910.
In campo economico, lo stabilimento di Vila Real de Santo António della società Conservas Ramirez (fondata nel 1853) divenne la culla del settore in Portogallo perché prima impresa di pesce in scatola del Paese. Vila Real de Santo António e altre località dell'Algarve costiero prosperarono grazie alla crescita dell'industria della pesca, che comprendeva la lavorazione di specie di tonno e di sardina. Altrettanto fiorente risultò l'industria del sughero, tanto che spesso il Portogallo raggiunse il ruolo di maggiore produttore mondiale, con l'Algarve e alcune zone della vicina regione portoghese dell'Alentejo che producono ancora attualmente sughero di alta qualità di fama mondiale (il 50% della produzione mondiale di sughero proviene dal Portogallo).[49][50] Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, São Brás de Alportel divenne il centro della produzione di sughero in Algarve, con 80 fabbriche in funzione, ma gradualmente l'industria si spostò nelle regioni del centro e del nord del Portogallo, e solo alcune fabbriche di sughero rimasero nel comune di São Brás de Alportel.[51] A partire dalla fine del XIX secolo, Silves, nel Barlavento, fu un'altra zona con una grande produzione del prezioso sughero e tale industria prosperò fino agli anni '30.[52] Quando scomparvero i regni del Portogallo e dell'Algarve, con l'istituzione della Prima Repubblica portoghese (1911-1926), l'Algarve raggiunse il rango di provincia.[46]
Praia do Peneco e Praia dos Pescadores ad AlbufeiraDagli anni 50, grazie allo sviluppo del settore turistico nel Mediterraneo, diverse zone dell'Algarve, anche grazie alla costruzione di nuove infrastrutture, divennero accessibili ai visitatori del Nord Europa.[53] Sempre sulla scia di questo boom di stranieri giunti in loco, dal 1962 al 1966 e anche oltre gli alberghi giocano un ruolo secondario al contrario dei condomini, delle ville estese (alcune con campo da golf, molte con piscina) e dei complessi di villaggi turistici. Tuttavia, i servizi turistici si rivelarono impreparati a questo rapido cambiamento: la formazione di un'offerta di alloggio al di fuori del quadro della legislazione turistica e l'incapacità di regolamentazione pubblica dell'offerta turistica rappresentò una realtà fino agli anni 1990. All'inizio degli anni '60, Salazar attuò un programma che istituì una tassa sulle costruzioni turistiche, il Piano Regionale dell'Algarve (1963-1964). Tale disposizione normativa, adottata anche in altre regioni del Paese come Lisbona, andò in alcune aree rapidamente abrogata e fu infine abolita definitivamente dopo la caduta della dittatura nel 1974.[54] In un clima per così dire caotico, l'industria del turismo riuscì comunque a raggiungere il ruolo di settore trascinante dell'economia locale. Partita come meta esotica tra gli anni '60 e '90, l'Algarve si è trasformata in una destinazione notissima entro il 2010.[55]
Attualmente l'Algarve risulta una meta gradita ai turisti per le attrazioni storiche, culturali e paesaggistiche.
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