Contesto di Malta

Malta, ufficialmente Repubblica di Malta (in maltese Repubblika ta' Malta, in inglese Republic of Malta), è uno Stato insulare dell'Europa meridionale, nonché lo Stato membro più piccolo dell'Unione europea.

È un arcipelago situato nel Mediterraneo, nel canale di Malta, a 80 km dalla Sicilia, a 284 km dalla Tunisia e a 333 km dalla Libia, compreso nella regione geografica italiana. Con un'estensione di 315,6 km² è uno degli Stati più piccoli e densamente popolati al mondo. La capitale è La Valletta, mentre la città più popolosa è San Pawl il-Bahar (Baia di San Paolo).

Il paese ha due lingue ufficiali, il maltese e l'inglese. L'italiano, lingua ufficiale fino al 1934, è piuttosto d...Leggi tutto

Malta, ufficialmente Repubblica di Malta (in maltese Repubblika ta' Malta, in inglese Republic of Malta), è uno Stato insulare dell'Europa meridionale, nonché lo Stato membro più piccolo dell'Unione europea.

È un arcipelago situato nel Mediterraneo, nel canale di Malta, a 80 km dalla Sicilia, a 284 km dalla Tunisia e a 333 km dalla Libia, compreso nella regione geografica italiana. Con un'estensione di 315,6 km² è uno degli Stati più piccoli e densamente popolati al mondo. La capitale è La Valletta, mentre la città più popolosa è San Pawl il-Bahar (Baia di San Paolo).

Il paese ha due lingue ufficiali, il maltese e l'inglese. L'italiano, lingua ufficiale fino al 1934, è piuttosto diffuso, conosciuto nel 2022 almeno a livello elementare dal 62% dei maltesi. Durante il corso della storia, la posizione geografica di Malta ha dato grande importanza all'arcipelago, che ha subito l'avvicendarsi in sequenza di Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, arabi, Normanni, Aragonesi, Cavalieri di Malta, francesi e inglesi.

Malta è internazionalmente conosciuta come località turistica, per lo svago e, soprattutto, per la cultura, dato che nel paese si trovano ben tre siti dichiarati dall'UNESCO patrimonio dell'umanità: la capitale La Valletta, l'Ipogeo di Ħal-Saflieni e i templi megalitici. L'ingresso nell'Unione europea è avvenuto il 1º maggio 2004 e, dal 1º gennaio 2008, è entrata a far parte dell'eurozona. Malta è, inoltre, membro del Commonwealth.

Di più Malta

Informazioni di base
  • Prefisso telefonico +356
  • Dominio Internet .mt
  • Mains voltage 230V/50Hz
  • Democracy index 7.68
Population, Area & Driving side
  • Popolazione 465292
  • La zona 316
  • Lato guida left
Cronologia
  • Età antica  Templi megalitici di Menaidra. L'Italia e sue regioni al tempo dell'Impero romano nel I secolo a.C.

    Il primo approdo degli esseri umani sull'isola risale, probabilmente, al momento immediatamente successivo all'estinzione degli ippopotami nani e degli elefanti nani.[1] Tracce di insediamenti del Neolitico antico (6000-4000 a.C.) sono state rinvenute sia in aree aperte sia all'interno di grotte, come Għar Dalam; questi primi stanziamenti erano costituiti da coloni provenienti dalla Sicilia, per le analogie del materiale ceramico ivi ritrovato (ceramica impressa Ghar Dalam) con quello coevo di Stentinello, villaggio presso l'odierna Siracusa. I coloni conservarono i rapporti con la Sicilia, continuando a fabbricare ceramica impressa dello stile di...Leggi tutto

    Età antica  Templi megalitici di Menaidra. L'Italia e sue regioni al tempo dell'Impero romano nel I secolo a.C.

    Il primo approdo degli esseri umani sull'isola risale, probabilmente, al momento immediatamente successivo all'estinzione degli ippopotami nani e degli elefanti nani.[1] Tracce di insediamenti del Neolitico antico (6000-4000 a.C.) sono state rinvenute sia in aree aperte sia all'interno di grotte, come Għar Dalam; questi primi stanziamenti erano costituiti da coloni provenienti dalla Sicilia, per le analogie del materiale ceramico ivi ritrovato (ceramica impressa Ghar Dalam) con quello coevo di Stentinello, villaggio presso l'odierna Siracusa. I coloni conservarono i rapporti con la Sicilia, continuando a fabbricare ceramica impressa dello stile di Stentinello e incominciando, solo al termine di questa fase (4500 a.C.), un modesto sviluppo tipologico locale.[2]

    Anche la ceramica di Scorba (4500-4100 a.C.), villaggio presso Mġarr, somiglia molto a quella ritrovata in Sicilia e comprova quanto siano stati continui i rapporti tra Malta e la sorella maggiore. Questa fase è caratterizzata dalle prime evidenze di attività rituali, di cui, il piccolo tempio di Skorba, può considerarsi il precursore delle costruzioni megalitiche successive.[3]

    A partire dal 3500 a.C., si assiste a un fiorire di templi megalitici, primo fra tutti a Gigantia (Ggantija), sull'isoletta di Gozo;[4] altre imponenti strutture sono presenti a Hagar Qim, Mnajdra, Ta Hagrat ("le pietre"), Tarxien.[5][6][7] A questo periodo temporale (3600-2500 a.C.) si lega un'interessante caratteristica archeologica, rinvenuta in diverse località dell'isola e consistente in scanalature uniformi ed equidistanti tra di loro soprannominate cart ruts o cart racks: la più notevole è quella conosciuta col nome Clapham Junction. Probabilmente, i solchi potrebbero essere stati causati dal continuo passaggio delle ruote dei carrelli adibiti al trasporto della pietra, che, a lungo andare, finirono per intaccare il tenero calcare di cui è costituita l'isola.[8][9] Il "popolo dei templi" scomparve intorno al 2500 a.C., per cause ancora sconosciute; sono state avanzate diverse teorie, dall'aumento della conflittualità interna all'insorgere di una grave epidemia, ma nessuna ha ancora trovato consenso fra gli studiosi.[10][11]

    Le isole maltesi rimasero così spopolate per qualche centinaio di anni, fino a quando l'arrivo di un nuovo flusso migratorio introdusse nell'isola una nuova cultura: quella dei "costruttori dei dolmen".[12] Nella maggior parte dei casi si tratta di piccole camere con la copertura costituita da una grande lastra posta sopra delle pietre verticali, riconducibili a una popolazione del bronzo antico (2150 a.C.) diversa da quella che aveva edificato i precedenti templi megalitici. Ancora una volta, si sarà trattato di gente proveniente dalla Sicilia, per la somiglianza dei dolmen maltesi con analoghe strutture da poco ritrovate anche nell'isola più grande del Mediterraneo.[13]

    I Fenici colonizzarono Malta solo intorno al 1000 a.C., usandola come avamposto per la loro espansione e i loro commerci nel mar Mediterraneo;[14] alcuni resti risalenti a quel periodo sono ancora rinvenibili sull'isola.[15] In seguito, nel 736 a.C. essa venne occupata dai Greci, che la chiamarono Melita.[16]

    Fra il 480 e il 400 a.C. l'isola finì sotto il controllo di Cartagine,[17][18] e poi, nell'ambito dello scontro fra le due potenze mediterranee durante la seconda guerra punica, sotto il dominio romano: Malta fu conquistata nel 218 a.C. dalle forze guidate dal console Tiberio Sempronio Longo.[19] In epoca romana, l'isola venne assurta a municipium e il capoluogo Melita (l'odierna Mdina) raggiunse la sua massima espansione.[20] Nell'anno 60 d.C. l'isola fu visitata da San Paolo (il nome di Malta è citato negli Atti degli Apostoli, dove è presente la descrizione del naufragio del santo[21]), che si dice abbia attraccato nella zona che oggi porta il nome di Baia di San Paolo (in maltese San Pawl il-Bahar) in ricordo dell'evento.[22]

    Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, Malta venne saccheggiata dai Vandali e conquistata dagli Ostrogoti, prima di passare, fra il 533 e il 544, sotto il dominio bizantino,[23] che durò sino al IX secolo.

    La conquista e la Contea di Sicilia

    L'isola cadde nell'870 sotto il dominio degli arabi,[24] che eliminarono quasi tutti gli abitanti originari e ripopolarono l'arcipelago,[25][26] edificando la nuova capitale Mdina sul sito della precedente città romana di Melita. I nuovi dominatori introdussero la coltivazione del cedro e del cotone,[27] costruirono un sistema di irrigazione e, in particolare, la lingua araba, che la maggior parte della popolazione adottò come lingua madre. La sua influenza nel maltese moderno è facilmente riscontrabile, così come anche la presenza di parole di origine latina e dell'alfabeto latino. La dominazione araba durò per circa due secoli, dall'870 al 1091, durante i quali l'islam divenne la religione principale sull'isola, sebbene ai cristiani fosse consentito praticare il proprio culto.[28]

     Regno di Sicilia (XII secolo).

    Il periodo di dominazione araba finì nel 1091, quando l'isola venne conquistata dai Normanni provenienti dalla Contea di Sicilia, alla guida di Ruggero d'Altavilla.[29] L'arcipelago entrò così nell'orbita siciliana e fu posto sotto il controllo dei membri della casa normanna di Sicilia, sebbene di fatto si trattasse di un controllo poco più che nominale.[30] Nel 1191 Margarito di Brindisi sbarcò nuovamente sull'isola e venne nominato primo conte di Malta.[31] I legami dell'isola con la Sicilia si fecero conseguentemente sempre più stretti e il feudo fu successivamente concesso alle famiglie della più alta nobiltà siciliana stabilitasi nella piccola isola quali i Conti di Modica, Manfredi III Chiaramonte alla fine del Trecento, Bernardo Cabrera nei primi decenni del Quattrocento, i Moncada e i Monroy, pur tornando spesso a essere governata direttamente dai sovrani o da loro familiari. La nobiltà maltese venne istituita in quest'ultimo periodo e circa trentadue titoli nobiliari permangono tuttora, il più vecchio dei quali è il Baronato di Djar il Bniet e Bucana.

    Malta entrò quindi definitivamente nell'orbita culturale dell'Europa latina, sebbene l'influsso della fede e della cultura di origini arabe continuasse ad essere largamente presente fino al XIII secolo.[32] A seguito dell'incorporazione come feudo, le sorti della piccola contea insulare seguirono nei secoli successivi quelle del Regno di Sicilia; a succedersi nel dominio dell'isola furono fra il XIII e il XVI secolo gli Hohenstaufen (Svevi), gli Angioini e gli Aragonesi.[33] Nel 1283 questi ultimi sconfissero in uno scontro navale combattuto nel Porto Grande presso l'odierna Valletta una flotta angioina, conquistando l'arcipelago maltese alla Corona d'Aragona.[31][34]

    L'insediamento dei Cavalieri Ospitalieri e l'assedio ottomano
      Lo stesso argomento in dettaglio: Assedio di Malta (1565) e Stato monastico dei Cavalieri di Malta.

    Nel 1530 Malta venne concessa in affitto perenne, con decreto dell'imperatore Carlo V d'Asburgo, re di Sicilia, ai Cavalieri Ospitalieri in fuga da Rodi, dove avevano avuto sede da sempre; il prezzo simbolico dell'affitto del feudo consisteva nella fornitura annuale di un falco da caccia ammaestrato: il viceré di Sicilia mantenne tuttavia il titolo onorifico di conte di Malta.

    I cavalieri dell'ordine religioso presero il nome di "Cavalieri di Malta" e nel 1565 contrastarono l'assedio di Malta da parte dell'Impero ottomano, riuscendo a vincere e a mantenere l'ordine nell'isola. Dopo questo assedio, i Cavalieri decisero di fortificare l'isola e per la progettazione si affidarono all'architetto militare Evangelista Menga, mentre le fortificazioni di La Valletta furono opera di Francesco Laparelli. Ulteriori fortificazioni furono avviate a partire dal 1723, quando il Gran maestro António Manoel de Vilhena ne affidò la progettazione a Giuseppe Merenda.

     Carta delle isole italiane nel 1762, incisa dagli eredi Homann

    Il dominio dei Cavalieri finì nel 1798, quando Malta venne occupata dalle truppe francesi di Napoleone, che si stava dirigendo in Egitto per incominciare l'omonima celebre campagna militare. Autorizzato in precedenza dal Direttorio a occupare Malta, Napoleone chiese un porto sicuro per rifornire le sue navi e, dopo il rifiuto da parte del governo locale a che più di quattro navi francesi attraccassero contemporaneamente nel Porto Grande,[35] egli fece sbarcare il proprio esercito (11 giugno). Il Gran maestro dei Cavalieri Ospitalieri Ferdinand von Hompesch zu Bolheim capitolò dopo un solo giorno di combattimenti intorno a La Valletta: i Cavalieri furono poco decisi nel condurre la difesa, non potendo per statuto prendere le armi contro altri cristiani, perché circa 200 di loro su 400 erano francesi e avendo solo 3000 soldati contro 15 000. Dopo l'onorevole accordo di resa del 12 giugno, Napoleone si stabilì per pochi giorni sull'isola, saccheggiando i beni dell'Ordine e riorganizzandola con un'amministrazione fedele. Poi, il 19 partì alla volta dell'Egitto, lasciando sul posto una guarnigione di 3 000 soldati al comando del generale Vaubois.

     La Valletta

    Gli occupanti francesi erano impopolari, soprattutto per la loro avversione alla religione e le rapine alla Chiesa, per cui i maltesi ben presto (2 settembre) si ribellarono, costringendo la guarnigione a ritirarsi nelle sue fortificazioni. La Gran Bretagna, il Portogallo e il Regno di Sicilia mandarono munizioni e aiuti ai ribelli, i quali, intanto, avevano liberato Gozo, che restò al Regno siciliano fino al 1801.

    La Royal Navy pose l'embargo all'isola per due anni, finché, il 5 settembre 1800, i francesi, stremati, si arresero alla Gran Bretagna. Gozo, benché ancora feudo del Regno siciliano, divenne un protettorato britannico, nonostante le rimostranze dei Borbone, che rivendicavano la sovranità sull'isola.

    La colonizzazione britannica e la seconda guerra mondiale
      Lo stesso argomento in dettaglio: Colonia di Malta, Assedio di Malta (1940-1942), Operazione C3 e Sette giugno.

    Nel 1802 il trattato di Amiens decise la restaurazione della sovranità dell'Ordine di San Giovanni sull'arcipelago, ma incontrò l'opposizione del Congresso Nazionale maltese e il Regno Unito rifiutò quindi di restituire l'arcipelago ai Cavalieri ospitalieri, nonostante l'appoggio di tutta l'Europa.

    Ferdinando di Borbone, re di Napoli e di Sicilia, chiese solo nominalmente il ritorno delle isole maltesi nei suoi domini, ma, dopo la firma del trattato di Parigi del 1814 e con il congresso di Vienna del 1815, ebbe restituito il regno di Napoli e Malta divenne ufficialmente parte dell'Impero britannico dal 1816. Venne utilizzata come base di scambio e come quartier generale per la flotta, soprattutto per via della sua posizione geografica a metà strada tra Gibilterra e l'istmo di Suez sulla rotta per le Indie Orientali.

     Campo profughi a Hal Far: data la sua vicinanza con la Tunisia e la Libia, Malta è un approdo molto utilizzato per l'immigrazione ed è meta di rifugiati, con una netta prevalenza dal continente africano

    A Malta si sviluppò agli inizi del XX secolo un forte irredentismo in favore dell'unione dell'isola al Regno d'Italia, che si intensificò nel 1919, quando le truppe del Regno Unito spararono su un corteo di cittadini che manifestavano contro nuove tasse. L'avvenimento, noto come Sette giugno (in italiano), è commemorato ogni anno come festa nazionale. Il sentimento filo-italiano fu ostacolato dal Regno Unito specialmente durante il periodo del fascismo in Italia, ma anche e soprattutto nel secondo dopoguerra. Nel 1930, per via della vicinanza culturale e geografica all'Italia, che sotto il regime fascista stava aumentando la sua aggressività, la Flotta Mediterranea inglese venne spostata ad Alessandria d'Egitto. Il Regno Unito impose la propria lingua, vietando quella italiana, e prese tutto il potere politico ed economico.

    Questa situazione di sfruttamento coloniale provocò l'aumento delle richieste nazionaliste e il Regno Unito dovette concedere una nuova costituzione, aumentando il numero di eletti maltesi al Consiglio legislativo maltese e riconoscere la lingua maltese nel 1934. Da quello stesso anno, poco prima dell'emanazione delle sanzioni economiche all'Italia fascista, l'italiano non fu più la lingua ufficiale dello Stato, cosa che comportò un processo di de-italianizzazione da parte del Regno Unito nell'intero arcipelago maltese e che culminò, durante la seconda guerra mondiale, con l'esecuzione dell'irredentista, nonché agente segreto fascista, Carmelo Borg Pisani da parte dei militari del Regno Unito.

    Durante la seconda guerra mondiale, Malta ricoprì un ruolo importante per via della sua vicinanza ai territori dell'Asse, tanto che venne assediata da italiani e tedeschi per più di due anni, ma mai conquistata: il Regno Unito aveva capito la sua enorme importanza strategica (invece inizialmente sottovalutata dall'Asse) e fece ogni sforzo per non perderla; nel contempo, dalle basi sull'isola le loro forze aeronavali uscivano per attaccare, con devastanti risultati, i convogli che trasportavano rifornimenti nel Nordafrica alle truppe impegnate in Libia. Grazie al coraggio dei suoi abitanti, Malta venne insignita della Croce di re Giorgio VI, sovrano del Regno Unito, ora visibile sulla bandiera maltese.

     Monumento ai cadutiL'indipendenza e l'adesione all'Unione europea
      Lo stesso argomento in dettaglio: Stato di Malta e Affare maltese.

    Dopo la guerra, seguita da un breve periodo di instabilità politica, Malta ottenne l'indipendenza dal Regno Unito il 21 settembre 1964, divenendo membro del Commonwealth col nome di Stato di Malta. Nella Costituzione mantenne il monarca del Regno Unito come proprio capo dello Stato, con il titolo di regina di Malta (regina ta' Malta), con un governatore generale che deteneva i poteri esecutivi.

    Il 13 dicembre 1974 divenne una repubblica, con il presidente a capo dello Stato. Il 31 marzo 1979 ebbe termine anche l'accordo di difesa militare (rinnovato l'ultima volta nel 1972) tra la Repubblica e il Regno Unito. Dopo l'affare maltese, la difesa di Malta, in caso di attacco, è garantita dalle Forze Armate Maltesi e dalla Repubblica Italiana, grazie a un trattato bilaterale tra i due paesi. L'8 marzo 2003 un referendum approvò, con il 53,65% dei consensi, l'adesione all'Unione europea. Nel gennaio 2008 Malta ha adottato l'euro come moneta nazionale.

    ^ Palaeolithic Man in the Maltese Islands (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 1999)., A. Mifsud, C. Savona-Ventura, S. Mifsud ^ Robin Skeates, An Archaeology of the Senses: Prehistoric Malta, Oxford University Press, 2010, pp. 124–132, ISBN 978-0-19-921660-4. ^ Mark Patton, Islands in time: Island sociogeography and Mediterranean Prehistory. London: Routledge, 2002 ^ Old Temples Study Foundation, su otsf.org, OTSF. URL consultato il 31 marzo 2009. ^ Daniel Cilia, Malta Before History (2004: Miranda Publishers) ISBN 99909-85-08-1 ^ Sean Sheehan, Malta, Marshall Cavendish, 2000, ISBN 0-7614-0993-9. ^ Archaeology and prehistory, su users.aber.ac.uk, Aberystwyth, The University of Wales. URL consultato il 31 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2008). ^ Ancient mystery solved by geographers, su port.ac.uk, 20 aprile 2009. URL consultato il 14 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2010). ^ Mottershead, Derek; Alastair Pearson & Martin Schaefer, The cart ruts of Malta: an applied geomorphology approach (PDF), in Antiquity, vol. 82, n. 318, 2008, pp. 1065–1079. ^ (EN) J. Rix, Malta, Bradt Travel Guides, 2010, ISBN 978-1-84162-312-2. URL consultato il 5 giugno 2020. ^ (EN) E. Duca, The death of the temple people, in MaltaToday, 22 dicembre 2014. URL consultato il 5 giugno 2020. ^ Daniel Cilia, "Malta Before Common Era", in The Megalithic Temples of Malta, su web.infinito.it. URL consultato il 28 gennaio 2007. ^ Salvatore Piccolo, Antiche Pietre. La Cultura dei Dolmen nella Preistoria della Sicilia sud-orientale, Morrone ed., Siracusa 2007. ^ (EN) Phoenician/Punic Malta, su culturemalta.org. URL consultato il 5 giugno 2020. ^ (EN) Phoenician and Punic remains in Malta, in The Malta Independent, 24 marzo 2014. URL consultato il 5 giugno 2020. ^ (EN) J. Minahan, One Europe, Many Nations: A Historical Dictionary of European National Groups, Greenwood Press, 2000, p. 449, ISBN 0-313-30984-1. URL consultato il 5 giugno 2020. ^ (EN) Early Inhabitants, su visitmalta.com. URL consultato il 5 giugno 2020. ^ (EN) Maltese historical civilizations: ancient Greeks, Phoenicians, Romans and Arabs, su malta.com. URL consultato il 5 giugno 2020. ^ (EN) C. Sagona, The archaeology of Malta - From the Neolithic through the Roman period, Cambridge University Press, 2015, p. 264, ISBN 978-1-107-00669-0. URL consultato il 5 giugno 2020. ^ (EN) Roman Malta, su culturemalta.org. URL consultato il 5 giugno 2020. ^ Atti degli apostoli Atti 28.1-10, su laparola.net. ^ San Paolo a Malta, su visitmalta.com. URL consultato il 5 giugno 2020. ^ (EN) T.S. Brown, Byzantine Malta: a discussion of the sources (PDF), in Medieval Malta - Studies on Malta before the Knights, Londra, 1975, pp. 72-73. URL consultato il 5 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2020). ^ La dominazione Araba a Malta, su culturemalta.org. URL consultato il 5 giugno 2020. ^ Giuseppe Brincat, Malta. Una storia linguistica, Udine, Centro Internazionale sul Plurilinguismo, 2004. ^ Francesco Bruni, L'italiano fuori d'Italia, Firenze, Franco Cesati Editore, 2013, p. 252, ISBN 978-88-7667-454-9. ^ (EN) S. Sheehan, Malta, Marshall Cavendish, p. 21, ISBN 0-7614-0993-9. URL consultato il 5 giugno 2020. ^ (EN) J. Gordon Melton, Faiths Across Time: 5,000 Years of Religious History, ABC-Clio, 2014, p. 684, ISBN 978-1-61069-025-6. ^ N. Wilson, Malta e Gozo, Lonely Planet Publications, 2010, p. 11, ISBN 978-88-6040-554-8. URL consultato il 9 giugno 2020. ^ (EN) The Malta Historic Cities Festival: ‘The Arrival of King Roger II in Mdina in 1127’, in The Malta Independent, 7 ottobre 2006. URL consultato il 9 giugno 2020. ^ a b (EN) F. Said, The Battle of Malta 730 years ago, in Times of Malta, 30 giugno 2013. URL consultato il 9 giugno 2020. ^ La conquista Normanna di Malta, su culturemalta.org. URL consultato il 9 giugno 2020. ^ Dalli Charles, Malta the Medieval millennium, Malta’s living Heritage collection, Midsea Books limited ^ Malta Medievale, su culturemalta.org. URL consultato l'11 giugno 2020. ^ David G. Chandler, Le Campagne di Napoleone, Milano, R.C.S. Libri S.p.A., 1998, ISBN 88-17-11577-0, vol. I, p. 291
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