Contesto di Asturie

Il Principato delle Asturie (spagnolo: Principado de Asturias, in asturiano: Principáu d'Asturies; in eonaviego: Principao d'Asturias) è una comunità autonoma della Spagna settentrionale, è composta da una sola provincia, di cui l'erede al trono spagnolo è tradizionalmente principe.

La superficie è di circa 10 000 chilometri quadrati, mentre la sua popolazione supera leggermente il milione di abitanti. Le lingue ufficiali sono lo spagnolo e l'asturiano. Il suo capoluogo è la città di Oviedo (asturiano Uviéu), mentre Gijón (Xixón) è la più abitata. Altri centri importanti sono Avilés, Mieres, Langreo (Llangréu), Cangas de Onís (Cangues d'Onís), Villaviciosa, Cangas del Narcea e Llanes.

Di più Asturie

Population, Area & Driving side
  • Popolazione 1011792
  • La zona 10603
Cronologia
  •  Dolmen sul Monte Areo che testimonia la presenza umana già in tempi preistorici. La statua di Pelagio a Covadonga.Preistoria

    Insediata da gruppi umani sin dal Paleolitico inferiore, durante il Paleolitico superiore la regione fu caratterizzata dalle pitture rupestri nella parte orientale della Comunità. Nel mesolitico si sviluppò una cultura molto particolare, l'Asturiano, mentre la successiva età del bronzo, si caratterizza per i megaliti e i cosiddetti tumuli. Nell'età del ferro il territorio fu influenzato dalla Castrocultura.

    ...Leggi tutto
     Dolmen sul Monte Areo che testimonia la presenza umana già in tempi preistorici. La statua di Pelagio a Covadonga.Preistoria

    Insediata da gruppi umani sin dal Paleolitico inferiore, durante il Paleolitico superiore la regione fu caratterizzata dalle pitture rupestri nella parte orientale della Comunità. Nel mesolitico si sviluppò una cultura molto particolare, l'Asturiano, mentre la successiva età del bronzo, si caratterizza per i megaliti e i cosiddetti tumuli. Nell'età del ferro il territorio fu influenzato dalla Castrocultura.

    Romani e Barbari

    La conquista romana avvenne tra il 29 e il 19 a.C. ove le legioni si scontrarono con la confederazioni dei celtiberi degli Asturi (da cui il nome della regione), composta da varie tribù come i Luggoni e i Pesico. Nel 379 l'imperatore Graziano scelse un generale iberico, Teodosio I per farne l'imperatore d'Oriente. Convertito al Cristianesimo nel 380, Teodosio ne fece la religione di Stato. Proibendo le versioni eretiche dell'arianesimo e dei manichei e i culti pagani. Egli, dopo aver eliminato un usurpatore in Occidente nel 388, regnò sulla totalità dell'Impero romano. L'unità fu di breve durata, alla sua morte l'impero fu diviso tra i suoi due figli.

    Il 31 dicembre 406, spinti dagli Unni, alcuni popoli germanici attraversano il Reno ed entrano in Gallia. Questi popoli furono in seguito sospinti verso la penisola iberica. I Suebi si stabilirono in Galizia mentre i Vandali e gli Alani scesero verso l'Andalusia. In questo periodo, Alarico I, capo dei Visigoti, conquistò Roma nel 410. Il suo successore, Ataulfo, sposò, nel 414, Galla Placidia, figlia dell'imperatore Teodosio. Scacciato dal governo di Ravenna, si trasferì in Spagna. Da allora le guerre tra barbari si moltiplicarono nella penisola iberica.

    Con il tempo questi popoli s'integrarono parzialmente con la popolazione romana iberica, alcuni di questi popoli barbari, come i Visigoti e i Franchi, si allearono con l'impero per arrestare le orde unne di Attila nel 451. Questa coalizione affrontò gli Unni nella Battaglia dei Campi Catalaunici, presso Orléans, dove trovò la morte Teodorico I.

    Poco dopo il re dei Visigoti, Eurico, prese il controllo di quasi tutta la penisola, divenendo il primo monarca spagnolo, mentre l'impero romano scomparve. Questo monarca, di fede ariana,[1] impose anche al re svevo delle Asturie di convertirsi alla sua fede.

    L'arianesimo spagnolo e la riconversione al Cattolicesimo

    Nel 325 un vescovo di Cordova aveva fatto convocare dall'imperatore Costantino I il primo concilio ecumenico a Nicea, per far condannare le idee subordinazioniste (Cristo subordinato a Dio). Questo fatto indica che anche in terra iberica a quel tempo le idee ariane erano molto diffuse, molto prima dell'arrivo dei barbari.

    La venuta in terra iberica dei Visigoti, pure loro ariani, contribuì ad affermare maggiormente l'eresia ariana nella penisola. Pur essendo solo all'incirca il 5% della popolazione della penisola, imposero l'arianesimo come religione dello Stato. I riti venivano tenuti in lingua gota e l'arcivescovo ariano di Toledo, capitale del reame goto, era pure il primate di Spagna.

    Il clero cattolico si rifugiò nelle campagne. Sorsero degli edifici religiosi, eremi e monasteri in regioni discoste. In gran parte la popolazione ispano-romana rimase cristiana, la popolazione urbana diminuì e le città si chiusero su sé stesse.

    Nell'ultimo quarto del VI secolo il re visigoto Leovigildo sposò Teodosia, sorella cattolica di Isidoro di Siviglia[2]. Il re cercò di riconciliare i visigoti e gli ispano-romani e si allineò al simbolo di Nicea per quel che concerne la natura del Cristo. Uno dei suoi figli sposò una delle nipoti cattoliche di Clodoveo. Un altro figlio, Ricaredo, si convertì al cristianesimo nel 587 e abiurò ufficialmente l'arianesimo durante il concilio di Toledo nel 589, coinvolgendo la regina, tutta la corte e tutti i vescovi visigoti eretici. L'arcivescovo di Toledo rimase primate di Spagna e la Chiesa fu sostenuta dai sovrani. Questi nominavano i vescovi che, in cambio, esercitavano un controllo sull'amministrazione reale.

    Ma i visigoti dovettero fronteggiare epidemie, carestie e incursioni franche. Tutto questo accompagnato da frequenti guerre fratricide per le successioni al trono. Un pretendente al trono di Toledo, Akhila, rifugiato a Ceuta (Marocco), ebbe la sventurata idea di assicurarsi la vittoria sul suo nemico Roderico[3] chiedendo l'aiuto delle truppe del Maghreb per cui, nel 711, Tariq ibn Ziyad attraversò lo stretto che da allora è associato al suo nome[4].

    Espansione dell'islam e resistenza cattolica

    I settemila uomini di Tariq non erano Arabi, ma Berberi, il cui territorio nordafricano era appena stato occupato dagli Arabi che in tal modo se ne sbarazzarono per diminuire la loro resistenza. L'antagonismo esistente tra queste due etnie, che divennero i nuovi signori della Spagna, rese fragile il regno musulmano di Spagna sin dall'inizio. La folgorante conquista iniziale fu ottenuta in quanto la popolazione ispano-romana, che costituiva la grande maggioranza della popolazione iberica, semplicemente non si sentì coinvolta in questi eventi e li percepì solo come un cambiamento di padrone. In tre anni la penisola fu interamente occupata, ad eccezione della Cordigliera Cantabrica (futuro regno delle Asturie) all'estremo nord-ovest del paese, dove i rilievi montuosi raggiungono spesso i 2 000 metri, e perfino i 2 600 ai Picos de Europa, ostacolarono i tentativi d'occupazione. In questa regione ben presto si rifugiarono molti cristiani, provenienti in particolare da Toledo. Qui Pelagio si mise alla testa dei rivoltosi e incominciò una lotta di resistenza agli invasori, attaccando le loro fortezze.

    Gli invasori si insediarono a Cordova, con frequenti razzie nel sud della Francia. Nel 722 fu inviata una spedizione nelle Asturie dove Pelagio, con il suo esercito, li attirò nelle gole di Covadonga e li sconfisse. A seguito di questa vittoria, un piccolo gruppo di nobili visigoti ed asturiani, inizió a recuperare il territorio perso durante la conquista musulmana del 711, incorporando nella propria orbita le terre di nessuno fra i fiumi Eo e Duero, creando durante questo periodo un'arte propria, l'arte preromanica asturiana, che si estese in tutti i suoi possedimenti, fino all'attuale Galizia meridionale.

    Arabi e Mozarabi

    Mentre il regno delle Asturie si rafforzava e si popolava di rifugiati del sud della Spagna, i cattolici assoggettati all'islam si ritrovano sottoposti al pagamento di imposte fissate solo per loro, non avevano diritto di edificare nuovi edifici di culto e nuovi conventi. Anche in questa occasione molti furono quelli che si rifugiarono nelle campagne, mentre gli occupanti si concentravano nei grandi centri. Ancora una volta, eremi sorsero in zone appartate. I cristiani che vivevano in terra musulmana non potevano praticare la loro religione, se non dopo aver fatto atto di sottomissione a un signore Moro.

    Evoluzione del regno delle Asturie  Estensione del Regno delle Asturie, in giallo, nel 790
      Lo stesso argomento in dettaglio: Regno delle Asturie.

    Nel 789 il re Bernardo delle Asturie trasferì di nuovo la capitale a Oviedo; la città fu saccheggiata nel 794, ma nonostante questa sconfitta, la Reconquista incominciò.

    Il territorio, com'era successo con Roma e Toledo, non fu facile da sottomettere, stabilendosi nel 722 un'indipendenza di fatto, dapprima come Principato con Pelagio e suo figlio Favila e poi, con Alfonso I il Cattolico, come Regno delle Asturie.

    Quando Carlo Magno morì, nell'814, i «confini del suo impero coincidevano con la linea delle coste del continente europeo dalla foce dell'Elba ai Pirenei» che a loro volta dividevano l'impero carolingio dal mondo islamico. Dopo la conquista della Spagna da parte degli Arabi, erano comunque rimaste due enclave: «un piccolo numero di Visigoti si era infatti ritirato all'estrema periferia nord-occidentale della penisola dove aveva fondato il piccolo regno delle Asturie e Galizia. Il re di questo piccolo stato, Alfonso II il Casto aveva dimostrato la più profonda devozione per Carlo Magno e spesso gli aveva inviato ricchi doni».[5]

    Con Alfonso Magno si arrivò all'apogeo del potere del regno delle Asturie. Alfonso III, avanzando anche lungo il Duero, riuscì a conquistare le roccaforti di Zamora, Simancas, San Esteban de Gormaz ed Osma.

    Nel 905, Alfonso III, con colpo di Stato, depose il re di Pamplona, Fortunato Garcés sostituendolo con Sancho I Garcés. Col sostegno dei nobili galiziani conquistò il Nord del Portogallo. Alla sua morte, il regno asturiano occupava tutto il nord ovest peninsulare, da Porto ad Álava. Prima di morire divise il regno fra i suoi tre figli: a García, il figlio maggiore, andò il León, a Ordoño, il secondogenito, andò la Galizia e a Fruela, terzogenito, andarono le Asturie.

    Nella divisione il regno più importante fu quello di León e quando Fruela II, nel 925, riunificò nuovamente i tre regni in un unico regno, trasferì la capitale a León, dando vita ad un nuovo regno: il Regno di León.

    Il secondo millennio

    La monarchia asturiana si trasformò nel X secolo nel Regno di León. Durante i secoli medievali, l'isolamento permesso dalla Cordigliera cantabrica e la scarsa vocazione alla navigazione degli abitanti del luogo fecero sì che le fonti storiche a nostra disposizione siano scarse. Dopo la rivolta del figlio di Enrico II di Trastámara, si stabilì il principato.

    Nel XVI secolo il territorio raggiunse per la prima volta i 100 000 abitanti, raddoppiati grazie all'arrivo del mais americano nel secolo seguente.

    L'8 maggio 1808, la Junta General del Principado de Asturias dichiarò guerra alla Francia. Il 1º gennaio 1820, l'ufficiale Rafael de Riego si promosse a Cadice, proclamando la Costituzione del 1812.

    Dal 1830 cominciò lo sfruttamento del carbone, dando inizio così alla rivoluzione industriale nella Comunità. Più tardi si sviluppò l'industria siderurgica e navale.

    Il 5 ottobre 1934 si scatenò una rivolta (Rivoluzione delle Asturie) principalmente di minatori, contro l'entrata del CEDA nel governo.

    La guerra civile dette luogo alla divisione della regione in due schieramenti, dal 18 luglio al 20 ottobre 1937. Dopo 20 anni si concluse la definitiva industrializzazione della regione.

    ^ Secondo Ario (verso 250-336), il Cristo è la prima creatura di Dio di cui è ministro. ^ Sotto i due episcopati successivi dei due fratelli, Leandro di Siviglia (579-600) e Isidoro (600-636), Siviglia diventa un centro culturale estremamente brillante. Isidoro è l'autore delle Etimologie, 20 volumi che costituiscono la somma di tutte le conoscenze del suo tempo: geometria, astronomia, architettura, grammatica, metafisica, letteratura, teologia, ecc. ^ Nel 709 il barone Roderico scatenò una guerra civile per usurpare il trono al re Witiza, l'anno seguente alla morte del sovrano, i nobili elessero re Roderico invece di Agila il figlio di Witiza. Questi, dopo un tentativo di insurrezione, si rifugiò nell'Africa del nord, da poco occupata dagli arabi e convertita all'Islam. Desideroso di vendetta, si alleò con gli arabi e nella primavera del 711, con un piccolo esercito (circa 12 000 uomini, di cui 7 000 berberi) guidato dal generale Tariq ibn Ziyad, occupò dapprima la rocca di Gibilterra e in seguito affrontò in varie scaramucce i Visigoti. Il 19 luglio vi fu la battaglia decisiva a Guadalete con la sconfitta dei Visigoti. Dopo la disfatta dell'esercito goto, con estrema facilità, gli arabi s'impossessarono di tutta la penisola iberica. ^ Gibraltar = djebel Tariq, la rupe di Tariq. ^ Jan Dhondt, L'alto Medioevo, Storia Universale Feltrinelli, Vol. 10, Feltrinelli Editore, Milao 1970, pp. 15-16 © 1968.
    Leggi meno

Dove puoi dormire vicino Asturie ?

Booking.com
490.018 visite in totale, 9.198 Punti di interesse, 404 Destinazioni, 67 visite oggi.