Contesto di Afghanistan

L'Afghanistan (AFI: /afˈɡanistan/, pronuncia tradizionale /afɡanisˈtan/; anche trascritto come Afganistan in italiano) è uno Stato senza sbocco al mare di 652864 km² e di 40 099 460 abitanti stimati nel 2021, con capitale Kabul. Confina a ovest con l'Iran, a sud e a est con il Pakistan, a nord con il Turkmenistan, l'Uzbekistan e il Tagikistan e con la Cina nella regione più a est della nazione attraverso il corridoio del Wakhan. Le lingue ufficiali del paese sono il dari e il pashtu. La situazione politica del paese è frammentata: il governo riconosciuto dalla quasi totalità del mondo è quello della Repubblica Islamica dell'Afghanistan, sorta nel 2004, che, tu...Leggi tutto

L'Afghanistan (AFI: /afˈɡanistan/, pronuncia tradizionale /afɡanisˈtan/; anche trascritto come Afganistan in italiano) è uno Stato senza sbocco al mare di 652864 km² e di 40 099 460 abitanti stimati nel 2021, con capitale Kabul. Confina a ovest con l'Iran, a sud e a est con il Pakistan, a nord con il Turkmenistan, l'Uzbekistan e il Tagikistan e con la Cina nella regione più a est della nazione attraverso il corridoio del Wakhan. Le lingue ufficiali del paese sono il dari e il pashtu. La situazione politica del paese è frammentata: il governo riconosciuto dalla quasi totalità del mondo è quello della Repubblica Islamica dell'Afghanistan, sorta nel 2004, che, tuttavia, è oramai ridotto ad un governo in esilio, in quanto de facto l'Afghanistan è un emirato sotto il dittatoriale e totalitario controllo dei talebani dal 15 agosto 2021. L'Afghanistan è uno dei paesi più poveri al mondo e il più povero dell'Asia.

Di più Afghanistan

Informazioni di base
  • Moneta Afghani (valuta)
  • Prefisso telefonico +93
  • Dominio Internet .af
  • Mains voltage 240V/50Hz
  • Democracy index 2.85
Population, Area & Driving side
  • Popolazione 15500000
  • La zona 652230
  • Lato guida right
Cronologia
  •   Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Afghanistan.
    Età antica Lo zoroastrismo

    Si pensa che tra il 2000 e il 1200 a.C. ondate di Arii che parlavano lingue indoeuropee siano dilagate nell'odierno Afghanistan, creando una nazione che prese il nome di Aryānām Xšaθra, o "Terra degli Arii".

    Si ipotizza che lo zoroastrismo abbia avuto origine in Afghanistan, tra il 1800 e l'800 a.C. e che l'Afghanistan fosse stato la terra di origine del profeta Zarathustra, fondatore di tale religione. Le antiche lingue dell'Iran orientale, come la lingua avestica, potrebbero essere state usate in Afghanistan all'incirca nello stesso periodo dell'ascesa dello Zoroastrismo. Certamente nell'attuale nord-est dell'Afghanistan era parlato il Battriano, lingua iranica orientale che fu lingua amministrativa dell'Impero Kusana. Nella zona orientale, la civiltà vedica indoariana potrebbe aver avuto una certa importanza, anche se questo deve essere ancora dimostrato definitivamente. Nella prima metà del VI secolo a.C. l'Impero Persiano soppiantò i Medi e incorporò l'Ariana all'interno dei propri confini.

    Il buddismo e l'induismo

    Intorno al 330 a.C. Alessandro Magno invase la regione. Dopo la breve occupazione macedone, i regni ellenistici dei Seleucidi e della Battriana presero il controllo dell'area, mentre i Maurya provenienti dall'India si annetterono per un certo periodo la parte sud-orientale, introducendo il Buddhismo nella regione, che in seguito tornerà sotto il dominio battriano. Durante il I secolo d.C. i Kushan Tocari occuparono la regione. In seguito, l'Ariana cadde in mano a diverse tribù eurasiatiche - tra cui i Parti, gli Sciti e gli Unni, senza dimenticare i Sasanidi persiani e alcuni governanti locali come gli Sahi indù di Kabul - fino al VII secolo, quando gli eserciti degli Arabi musulmani invasero la regione.

    Età medievale La conquista islamica

    Quando nacque il califfato arabo-islamico, l'Afghanistan non era conosciuto con questo nome (assai recente) e l'area era vista come una realtà tutt'altro che omogenea, su cui gravitavano regioni come lo Zābulistān (attuale Afghanistan centrale), il Badakhshan, il Khorāsān e così via.

    Il califfato omayyada inizialmente annetté nel 652 alcune parti dell'Afghanistan occidentale e in seguito, tra il 706 e il 709, conquistò quasi tutto il resto del paese, amministrando la regione con il nome di Khorasan. Con il passare del tempo gran parte della popolazione si convertì all'Islam, anche se minoranze manichee e buddhiste sono testimoniate fino a oltre l'anno 1000. L'Afghanistan diventò successivamente il centro di importanti regni locali, come quello ghaznavide (962-1050 circa), fondato da un ex-schiavo e poi governante turco originario di Ghazni, noto come Mahmud di Gazna, destinato a diventare celebre in tutto il mondo islamico per le sue campagne di conquista nell'India nord-occidentale. Il suo posto fu preso dai turchi Selgiuchidi, che diedero forma all'ultimo grande impero dell'Islam classico. Più tardi, col disgregarsi del potere selgiuchide, fu la volta dalla dinastia Ghuride (1151-1219), fondata da un altro governante locale, stavolta di estrazione tagika, Muhammad Ghori, i cui domini costituiranno in India la base del Sultanato di Delhi.

    L'invasione mongola

    Nel 1219 la regione fu invasa dai Mongoli di Gengis Khan, che devastarono il Paese e lo tennero tra varie vicende per circa un secolo. Una seconda invasione fu quella del celebre Tamerlano, alla fine del XIV secolo. I suoi figli daranno origine ai floridi regni dell'era timuride fra cui spicca quello afghano di Herat che fu, a cavallo tra il XV e il XVI secolo, un centro culturale fondamentale per comprendere gli sviluppi successivi della storia letteraria (persiana e turca-chagatay), artistica (arte miniaturista e architettura) e religiosa (misticismo sufi) del mondo islamico centro-asiatico.

    Età moderna La dinastie islamiche

    All'inizio del XVI secolo il generale Babur, diretto discendente di Tamerlano, condusse numerose guerre che portarono alla nascita dell'Impero Moghul, il cui territorio si estendeva dall'Afghanistan al Bangladesh, passando per i territori del Pakistan e dell'India. Più tardi i Safavidi persiani sfidarono il potere dei Moghul e nella prima metà del XVII secolo si impadronirono della regione. Nella prima metà del XVIII saranno scorrerie devastanti in terra d'Iran da parte di tribù afghane a porre fine all'impero safavide. Quest'ultimo troverà il suo ultimo difensore nel generale Nadir Shah che, deposto l'ultimo Safavide e proclamatosi imperatore, respingerà le tribù afghane riuscendo in seguito –grazie a un'abilissima politica di conciliazione sunnita/sciita – a ottenere la loro leale collaborazione e il controllo di gran parte dell'Afghanistan.

    L'Impero Durrani
      Lo stesso argomento in dettaglio: Impero Durrani.

    Il moderno Stato afghano nacque nel 1747 quando, con l'assassinio di Nadir Shah, il generale Ahmad Durrani,[1] capo di una tribù pashtun dell'altopiano iranico, gli Abdali,[2] si proclamò scià a Kandahar impadronendosi di tutta la parte orientale dell'Impero persiano fondando così l'Impero Durrani. Il territorio da lui conquistato coincideva sostanzialmente con i territori degli attuali Afghanistan e Pakistan a cui poi aggiunse anche il Kashmir e in seguito sconfisse l'Impero Maratha nel 1761 nella battaglia di Panipat.

    Il successore Timur Shah spostò la capitale a Kabul e perse le province del Sind e di Balkh, con la sua morte avvenuta nel 1793 i cinque figli iniziarono una lotta di potere lunga vent'anni e che vide la progressiva affermazione della tribù dei Barakzai. La lotta si concluse con la vittoria nel 1809 di Mahmud Shah Durrani che governò l'Impero con l'appoggio del gran visir Fateh Khan della tribù dei Barakzai. L'assassinio del gran visir avvenuto nel 1818 da parte del figlio dello scià fornì l'occasione al fratello Dost Mohammed per compiere un colpo di Stato e acquisire il controllo del paese, permettendo alla famiglia reale di fuggire a Herat e dare così vita alla dinastia Barakzai.[3]

    L'Emirato dell'Afghanistan
      Lo stesso argomento in dettaglio: Emirato dell'Afghanistan.

    Per via della posizione strategica del territorio afghano l'Impero britannico e l'Impero russo entrarono in rotta di collisione portando così alla scoppio della prima e della seconda guerra anglo-afghana. La guerra terminò nel 1880 con la vittoria dei britannici e la proclamazione dell'emiro Abdur Rahman Khan che ridusse il potere dei capi tribali e avviò la modernizzazione del paese. I fratelli dell'emiro Habibullah Khan nel 1919 cominciarono una lotta fratricida che portò all'ascesa al trono di Amānullāh Khān che, per via delle sue posizioni anti-britanniche, proclamò la guerra santa contro l'Impero britannico e nonostante la vittoria dei britannici, l'Afghanistan riuscì ad ottenere l'indipendenza.[4]

    Età contemporanea Il Regno dell'Afghanistan
      Lo stesso argomento in dettaglio: Regno dell'Afghanistan.
     Re Amānullāh Khān, durante il tour europeo, qui con Mustafa Kemal Atatürk in Turchia (1928)

    Con l'ascesa del re Amānullāh Khān nel 1919 il Paese riprese il controllo della propria politica estera, uscendo dalla zona di influenza del Regno Unito.

    Il re operò per mettere fine al tradizionale isolamento del Paese negli anni successivi alla terza guerra anglo-afghana: stabilì rapporti diplomatici con i Paesi più importanti, e, a seguito di un viaggio in Europa e Turchia (durante il quale osservò l'operato di Atatürk), introdusse diverse riforme intese alla modernizzazione. Fu costretto ad abdicare nel gennaio 1929, dopo che una insurrezione armata guidata da Habibullah Kalakānī aveva preso Kabul.

    Il principe Mohammed Nadir Shah, un cugino di Amānullāh, a sua volta sconfisse e uccise Habibullah Kalakānī nell'ottobre dello stesso anno e, con l'appoggio delle tribù Pashtun, fu dichiarato re. Nadir Shah abbandonò le riforme radicali del suo predecessore, a favore di un percorso più cauto verso la modernità. Nel 1933 fu assassinato da uno studente di Kabul.

    Mohammed Zahir Shah (1914-2007), figlio diciannovenne di Nadir Shah, gli succedette al trono e regnò fino al 1973. Sotto il suo regno l'Afghanistan visse uno dei periodi più lunghi di stabilità. Durante questo periodo l'Afghanistan rimase neutrale. Non partecipò alla seconda guerra mondiale, né si allineò con i blocchi di potere durante la Guerra fredda.

    Mentre il re si trovava in Italia, il 17 luglio 1973 il cugino del re ed ex primo ministro Mohammed Daud Khan organizzò un golpe incruento e scrisse la parola fine sulla monarchia in Afghanistan.

    Le Repubbliche

    Mohammed Daud Khan diede vita alla prima repubblica afghana, ma il suo governo non durò molto. Infatti il Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (PDPA), d'ispirazione marxista-leninista, rovesciò il governo di Mohammed Daud Khan il 27 aprile 1978 con un colpo di Stato (la cosiddetta Rivoluzione di Saur) e diede vita alla Repubblica Democratica dell'Afghanistan governata dal leader del partito, Nur Mohammad Taraki. Nei mesi successivi al colpo di Stato, il governo avviò una serie di riforme: fece distribuire le terre a 20.000 contadini, abrogò l'ushur (ovvero la decima dovuta ai latifondisti dai braccianti) e bandì l'usura, regolò i prezzi dei beni primari, statalizzò i servizi sociali garantendoli a tutti, diede il riconoscimento al diritto di voto alle donne, legalizzò i sindacati, vietò i matrimoni forzati e lo scambio di bambine a scopo economico, sostituì leggi tradizionali e religiose con altre d'ispirazione laica, mise al bando i tribunali tribali e rese pubblica a tutti l'istruzione, anche alle bambine che in precedenza non potevano andare a scuola[senza fonte]. Queste riforme si scontrarono fortemente con le autorità religiose locali e tribali che si opposero alle politiche di Taraki.

    Allo stesso tempo, il governo ha brutalmente represso l'opposizione con migliaia di esecuzioni politiche.[5] Fino a 27.000 furono giustiziati nella prigione di Pul-e-Charkhi.[6]

    Occupazione sovietica
      Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra in Afghanistan (1979-1989).

    Nel mese di settembre 1979 Taraki venne assassinato, su ordine del suo vice primo ministro Hafizullah Amin, il quale lo sostituì alla guida del Paese. L'URSS non si fidò di Amin, sospettato di legami con la CIA, quindi decise d'invadere il Paese, anche a séguito di un aumento delle rivolte e del conseguente rischio di destabilizzazione della zona. L'Armata Sovietica entrò a Kabul il 27 dicembre 1979 e mise al potere Babrak Karmal, che fu il terzo presidente della Repubblica Democratica dell'Afghanistan. La guerra con i mujaheddin, finanziati anche dagli Stati Uniti, fu lunga e cruenta e terminò con l'abbandono del Paese da parte dei Sovietici nel febbraio 1989.

    I governi talebani
      Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra civile in Afghanistan (1992-1996) e Talebani.
     Soldati statunitensi nel distretto di Daychopan durante un'operazione alla ricerca di guerriglieri talebani e munizioni il 4 settembre 2003

    Nonostante la mancanza di coesione, il 17 aprile 1992 i mujaheddin costrinsero il presidente Mohammad Najibullah alla fuga e proclamarono lo Stato Islamico dell'Afghanistan. Le forti tensioni tra i comandanti dei mujaheddin portarono alla formazione dei talebani, una milizia composta da giovani afghani di origine pashtun provenienti dalle scuole islamiche del Pakistan e da mujaheddin delusi dai loro comandanti. I finanziamenti derivati dal traffico degli oppiacei consentirono ai talebani di acquistare gli armamenti con cui condurre una guerra civile conclusasi nel 1996 con la presa di Kabul e la nascita dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan capeggiato dal mullah Mohammed Omar. Il governo dei talebani trovò l'opposizione di alcuni mujaheddin guidati da Ahmad Shah Massoud e riuniti nell'Alleanza del Nord, mentre ottenne l'appoggio dell'organizzazione terroristica al Qaida capeggiata dal miliardario saudita Osama bin Laden, giunto in Afghanistan nel 1996.

    Occupazione statunitense
      Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra in Afghanistan (2001-2021).

    In séguito agli attentati dell'11 settembre 2001 e al continuo rifiuto da parte dei talebani di consegnare Osama bin Laden, gli Stati Uniti d'America decisero d'invadere l'Afghanistan con l'obiettivo di porre fine al regime dei talebani ed eradicare al Qaida dal territorio. La superiorità militare statunitense consentì di riconquistare Kabul e nell'arco di tre mesi di instaurare un governo di transizione guidato da Hamid Karzai, poi ufficializzato il 9 ottobre 2004 con la celebrazione delle prime elezioni presidenziali da lui vinte. Durante la sua presidenza restò nel paese una considerevole presenza dei contingenti NATO dell'ISAF, che tentarono senza successo di porre fine alla guerriglia talebana; nel 2014 nuove elezioni videro la nomina a presidente di Ashraf Ghani. In seguito alle elezioni fu inaugurata l'operazione Sostegno Risoluto con l'obiettivo di formare un esercito regolare in grado di fronteggiare autonomamente la guerriglia talebana.

    L'accordo di Doha e il ritorno del governo talebano
      Lo stesso argomento in dettaglio: Caduta di Kabul (2021) e Offensiva talebana del 2021.

    Con la firma dell'accordo di Doha fu programmato il progressivo ritiro delle forze dell'operazione Sostegno Risoluto, che una volta iniziato provocò una nuova offensiva delle milizie talebane. In poche settimane i talebani conquistarono la maggior parte del territorio afghano, entrando a Kabul il 15 agosto 2021 e costringendo alla fuga il presidente Ashraf Ghani.[4][7][8] Allo stesso tempo rifondarono il secondo Emirato Islamico.[8][9]

    Nel gennaio 2022 il governo talebano inizia a richiedere il riconoscimento ufficiale.[10][11]

    ^ Giorgio Levi Della Vida, Ahmad Shah, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1929. URL consultato il 26 agosto 2021. ^ Abdali, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 26 agosto 2021. ^ Pagliaro, Vacca e Gortani, 1929, I Durrānī. ^ a b Storia, in Afghanistan, Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 25 agosto 2021. ^ Gilles Kepel, Jihad: The Trail of Political Islam, Harvard University Press, 2002, p. 138, ISBN 978-0-674-01090-1, OCLC 685132509. ^ Soldiers of God: With Islamic Warriors in Afghanistan and Pakistan. by Robert D. Kaplan. Vintage, 2001. ISBN 1-4000-3025-0 p.115 ^ I talebani si stanno riprendendo l'Afghanistan, su Il Post, 6 luglio 2021. URL consultato il 9 luglio 2021. ^ a b Kabul si arrende ai talebani. Rinasce l'Emirato islamico, su ansa.it, 15 agosto 2021. URL consultato il 15 agosto 2021. ^ Emirato islamico dell'Afghanistan, primo giorno della nuova era, su agi.it. ^ Afghanistan, i talebani chiedono il riconoscimento del Governo, su radio24.ilsole24ore.com. ^ Kabul, torna lo staff dell'Ue: "Ma non è un riconoscimento dei talebani", su la Repubblica. URL consultato il 17 agosto 2022 (archiviato il 19 aprile 2022).
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