Μυκήνες

( Micene )

Micene (in greco antico: Μυκῆναι, Mykēnai o Μυκήνη, Mykēnē) è stata una polis dell'Antica Grecia e attualmente è un sito archeologico, situato nell'Argolide a circa 12 km dal mare e a 9 dalla città di Argo.

Insieme a Tirinto costituisce il complesso denominato "siti archeologici di Micene e Tirinto", inserito nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Civiltà micenea.

L'origine del nome Micene non è greca[1][2]; non è impensabile ipotizzare che questo insediamento sia stato fondato da popolazioni pre-indeuropee, essendo il sito già occupato dal Neolitico.[3]

Secondo la mitologia greca, fu Perseo a fondare la città, il cui nome veniva fatto derivare da μύκης ("fungo") o dalla forma del cappuccio della guaina della spada di Perseo o perché egli avrebbe colto un fungo nel luogo dove poi avrebbe fondato la città.[4]

La mitologia greca è molto ricca di leggende riguardo alla città di Micene (come, per esempio, quelle legate agli Atridi), sintomatiche dell'importanza che questa città rivestì sulla Grecia dell'età del bronzo (nel mito, la cosiddetta "età dell'oro" o "età degli eroi"), anche se questi miti sono in parte contraddittori e assai poco utili per chiarire la vera storia della città.

I miti non si riferiscono però alla città preistorica, ma a quella dell'età del bronzo, da cui provengono la maggior parte delle rovine attualmente visitabili.

Infatti, il sito preistorico e protostorico di Micene fu presto occupato da una nuova popolazione, probabilmente proveniente dalla parte nord-orientale dei Balcani o dall'Anatolia, di origine indoeuropea e di lingua affine al greco classico, che occupò progressivamente tutta la Grecia continentale e buona parte di quella insulare. Proprio per l'importanza, testimoniata anche a livello mitologico, della città di Micene all'interno di questa nuova civiltà, essa viene definita civiltà micenea, dominando su buona parte della Grecia tra il 2000 e il 1200 a.C.

La civiltà micenea prende dunque il nome dall'omonima città, ma oltre che con Micenei ci si rivolge ad essi anche con il sinonimo di Achei, nome con cui nell'età della Grecia classica ci si riferiva, tra l'altro, ad un dialetto (che manteneva particolarità e contatti con la lingua arcaica greca) e ad una parte della popolazione greca stanziata su buona parte del Peloponneso.

 Tomba monumentale, cosiddetta tomba di Atreo Modello di Micene

Durante la civiltà micenea, la città di Micene era un importante centro politico-economico-militare a carattere regionale, o forse anche sovra-regionale, con evidenti e massicce fortificazioni (di cui è rimasta ben conservata la cittadella), un importante palazzo e una serie di complesse tombe in cui personalità di riguardo erano sepolte con ricchi corredi.

La città all'epoca era probabilmente molto più estesa della cittadella, ma pochi resti sono rimasti della città bassa, probabilmente poco fortificata e costruita con abitazioni deperibili. Al suo apice, nel 1350 a.C. circa, la cittadella e la città bassa di Micene contava circa 30 000 abitanti e si estendeva su un'area di 32 ettari.[5]

Declino

Tra il 1200 e il 1100 a.C. la Grecia fu attraversata da una fortissima crisi nota come collasso dell'età del bronzo, contemporaneamente all'invasione dei Dori e dei popoli del Mare (Mediterraneo-Egeo), che provocò la totale scomparsa della scrittura, la distruzione della maggior parte delle città (inclusa Micene, che subì almeno un importante incendio) e una drastica diminuzione della popolazione e della ricchezza.

Appare più che probabile una distruzione violenta della maggior parte della città di Micene entro la fine del XII secolo a.C., sebbene non esistano prove inconfutabili, e siano ipotizzabili sia attacchi violenti di popolazioni straniere (come i Dori o i Popoli del Mare) sia guerre civili fratricide, come testimoniato in chiave mitologica dal mito di Oreste.
Popolazioni di ceppo dorico si stanziarono nelle rovine della città, ricostruendola o, meglio, costruendo sopra le rovine achee. Micene, a differenza di altri importanti centri micenei (come Atene, Argo, Corinto) non tornò ad essere un centro importante e si mantenne come piccola polis, anche se fu comunque abitata permanentemente a differenza di centri come Tirinto o il palazzo di Nestore, che scomparvero.

Dall'epoca classica a quella romana

Partecipò con dei contingenti alle guerre persiane, ma nel 468 a.C. fu presa da Argo che cacciò gli abitanti e distrusse le fortificazioni.[6] Brevemente rioccupata in età ellenistica, durante l'età romana era ormai ridotta ad un piccolo borgo spopolato, o almeno questo è quanto riporta Pausania il Periegeta nel II secolo d.C., che ne descrive le fortificazioni e la porta dei Leoni.[7]

^ Beekes 2009, p. 29 (s.v. "Ἀθήνη"). ^ Chadwick 1976, p. 1. ^ Shelton 2010, p. 58. ^ Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia. ^ Chew 2000, p. 220; Chapman 2005, p. 94: «… Thebes at 50 hectares, Mycenae at 32 hectares…». ^ French 2002, p. 142: «The dedications continue at the Shrine by the Bridge into the fifth century, probably beyond the disablement of the walls by the Argives in 468 BC». ^ French 2002, pp. 19, 146–150.
Fotografie di:
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