Alcazaba de Málaga

( Alcazaba di Malaga )

L'Alcazaba di Malaga (in arabo: القصبة‎, al-qaṣba, "cittadella") è una fortezza di epoca musulmana, costruita su una fortezza preesistente di origine fenicia. Si trova alle falde del monte Gibralfaro, sulla cima del quale si trova il castello dello stesso nome. Alcazaba e castello sono collegati da un passaggio del monte protetto da una doppia muraglia a zigzag chiamato La Coracha. Occupava l'estremo est delle mura della città, come tutte le alcazaba musulmane, in modo che i fronti del mezzogiorno, ponente e nord, rimanessero all'interno delle mura.

L'Alcazaba si trova inoltre vicino al teatro romano di Malaga, al parco della città e davanti al porto, in un'enclave singolare.

Il sito dove sorge l'alcazaba ospitava in antichità una fortificazione fenicia[1], sulle cui rovine fu costruita una nuova fortezza da Abd al-Rahman I nell'VIII secolo[1].

L'attuale costruzione fu opera in parte del re delle taifa berbere di Granada, Badis ben Habús che ordinò di fortificare l'alcazaba tra il 1057 e il 1063[2][1][3], utilizzando i marmi e le statue del teatro romano adiacente per abbellirla, ma gli studi mettono in discussione questa affermazione dato che esistono indizi che stabiliscono che piuttosto di un lavoro di costruzione, si trattò di una restaurazione delle antiche mura di cinta di origine fenicio-punica.

Ma prima di Ben Habús, la dinastia Hammudidi, gli ultimi califfi di Córdoba e re della Taifa di Malaga, che trasferirono la corte califfale a Malaga durante la Fitna di al-Andalus, usarono la residenza malagueña[4].

La città fu conquistata prima dagli Almoravidi nel 1092 e dagli Almohadi nel 1146 per passare, nel 1279, sotto i Nasridi del Sultanato di Granada, i quali migliorarono e ampliarono le fortificazioni della alcazaba[1].

Durante l'assedio che, il 19 agosto del 1487, permise ai Re cattolici la conquista della città, l'Alcazaba rappresentò l'ultimo rifugio dei mori.[5] Dopo aver innalzato la croce e la bandiera di Castiglia nella torre maestra, il re Fernando consegnò a Malaga l'immagine della Vergine della Vittoria, opera di origine tedesca regalata dall'imperatore Massimiliano I al monarca spagnolo. Da allora, la "Vergine della Vittoria" è la patrona della città.

Successivamente, tutte le mura di cinta hanno subito un processo di abbandono e saccheggio. Lo stato di degrado fu particolarmente rilevante tra il Settecento e l'Ottocento.[5] Le mura esterne furono usate per la creazione delle case del quartiere della Coracha. Nelle prime decadi del XX secolo si inizia a riabilitare l'edificio. Nel 2009 si sono stabiliti nuovi lavori di conservazione dell'Alcazaba e di ciò che la circonda.

^ a b c d Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Grove182 ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore alAndalus52 ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Ruggles152 ^ Llamas. ^ a b TCI, p. 166.
Fotografie di:
Pedro J Pacheco - CC BY-SA 4.0
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